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Autore: Gondolin    13/04/2012    7 recensioni
Freud cerca di convincere Jung che tutto ha a che fare col sesso.
[ Freud/Jung ]
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[A Dangerous Method] Such a dirty mind  
Personaggi/Pairing: Sigmund Freud/Carl Gustav Jung
Warning: slash (niente di esplicito... ma pieno di riferimenti sconci)
Conteggio parole: 507
Scritto per: questo prompt di [info]sepherim_ml 
Non so che problemi ho coi verbi in questo periodo, ma le drabble mi nascono tutte la presente, anche quando poi diventano decisamente più lunghe. Spero solo di non suonare troppo come Moccia.
Ho scritto questa cosa ascoltando i Queen. Per la precisione, tutte le canzoni più sconce dei Queen. Oh, ho amato il tuo prompt, cara.

"Si rende conto che abbiamo parlato ininterrottamente per tredici ore?" gli fa notare ad un certo punto Freud.
"Oh", non può che constatare Jung, sorpreso, "Non immaginavo che sarebbe durata così a lungo. Voglio dire, essendo la prima volta, in persona è sempre diverso che per lettera."
Freud aspira pigramente dal suo sigaro, lanciandogli di sottecchi uno sguardo divertito.
"Che c'è?"
"Si rende conto, vero, stimatissimo collega, del modo in cui ha strutturato la sua frase?"
Per qualche secondo Jung sbatte le palpebre stupito, alla ricerca di un significato dietro quella frase sibillina. Quando finalmente capisce, si lascia andare ad una risata nervosa. "Andiamo, questa è la sua ossessione che mi infila in bocca cose che non intendo!"
Stavolta Freud nemmeno risponde, ma solleva un angolo delle labbra in quel suo sorrisetto soddisfatto che a è Jung già diventato familiare.
"Oh, insomma! Ha capito benissimo cosa intendevo dire! E non intendo affatto prestarmi ai suoi giochetti."
Freud alza le mani in segno di resa, ma la sua espressione dice tutt'altro.
Da quel momento in poi, Jung sta molto più attento a quello che dice. Il che ovviamente lo porta a scivolare su frasi sempre più ambigue. E ci fossero solo le parole! Oh, no, invece. Gli occhi di Freud lo seguono costantemente, mentre a colazione taglia una salsiccia, mentre giocherella con una penna, mentre accarezza inconsciamente il bastone da passeggio... ad un certo punto Jung è sicuro che ci sia una sottile nebbiolina di sottintesi sessuali che lo segue ovunque. Le sue notti si fanno lunghe ed insopportabili: si sveglia più volte sudato e agitato senza ricordare un solo istante dei propri sogni.
Finché non arriva il giorno in cui sbotta, di rimando ad un commento sul suo essere riuscito ad infilare 'lungo', 'duro' e 'grosso' nella stessa frase: "E lei, col suo stramaledettissimo sigaro sempre fra le labbra? Non mi dica che quello non è fallico, allora! Quindi lei dovrebbe ammettere che non tutto è una perversione clinica o accettare che...", non riesce a terminare la frase, ma è certo di aver provato il punto.
Contrariamente alle aspettative di Jung, però, Freud non si offende, non si scompone; invece, si alza e gli si avvicina, soffiandogli addosso una nuvoletta di fumo. "Era anche ora che ci arrivasse, mi aspettavo che fosse molto meno faticoso con un uomo della sua intelligenza."
Jung apre e chiude la bocca un paio di volte. Poi si gira ed esce di corsa dallo studio, seguito dalla risata di Freud.
La mattina dopo, per la prima volta da quando è arrivato a Vienna, si ricorda cos'ha sognato, e non ha mai avuto tanta voglia di provare le meraviglie dell'oppio in vita sua. O di ubriacarsi fino a dimenticare. Quando scende per colazione, il dottor Freud è ancora in vestaglia, e sta addentando con gusto una mela. Jung gliela strappa di mano, si rende conto che l'isteria evidentemente non è solo un problema femminile, la lancia dall'altra parte della stanza (la mela. Purtroppo liberarsi dell'isteria non è altrettanto facile), e bacia il collega.



[In questo istante, mentre posto, c'è Freddy Mercury che geme e mugola e ulula. Quanto amo i live XD]

 

 

  
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