14/04/2012
6 recensioninei sogni in fondo a un pianto
nei giorni di silenzio, c'è
un senso di te...
(ELISA, Eppure sentire -Un senso di te-)
CAPITOLO 2
Sto attendendo il vostro parere; vi guardo mentre, seduto al tavolo, riprendete a esaminare le carte che avete in mano e che stavate leggendo prima che io vi riferissi della mia nuova mansione.
"Non è affatto necessario che tu lo faccia, Oscar. Parlerò io con Bouillé, ha agito senza tenere conto delle implicazioni che la sua scelta comporta".
"Che intendete dire, padre?".
Posate i fogli.
"L'incarico al quale mi hai appena detto di essere stata assegnata prevede il tuo inserimento in un ambiente che non ti è consono. E' meglio che tu continui a occuparti esclusivamente della Guardia Reale, evitando mansioni per te superflue e indecorose".
Mi alzo di scatto dalla sedia posando le mani sul tavolo, protesa verso di voi.
"Se è stata richiesta la mia presenza e non quella di qualcun altro per supportare d'Aguille, significa che io sono ritenuta in grado di ottemperare a...".
"Oscar, forse tu non sai che tra le fila della Guardia Metropolitana militano parecchi uomini rozzi e privi di scrupoli, potrebbe essere rischioso per una donna trovarsi fra quei soldati!".
"Saprò farmi rispettare! Voi mi avete addestrata a non temere alcuna situazione e nessun nemico, cosa vi porta ora a riconsiderare i vostri insegnamenti?".
Vi appoggiate allo schienale della poltrona, osservandomi per lunghi attimi con un'espressione adombrata di rammarico.
"Non vorrei che tu corressi inutilmente dei pericoli, Oscar... Le doti militari che hai dimostrato finora sono per me più che degne di onore, non devi ritenerti in obbligo di accettare questa proposta solo per adempiere al ruolo...a cui io ti ho destinata".
Torno a sedermi, senza distogliere lo sguardo dal vostro, insolitamente mesto.
"Padre... Scelgo di affrontare questo compito di mia iniziativa, non perché mi sento costretta a farlo. Voglio misurare le mie capacità con l'occasione che mi si presenta, perciò a partire da domani, una volta a settimana, affiancherò l'addestramento della milizia cittadina come stabilito".
Attendete qualche momento prima di replicare, come a voler soppesare le parole.
"Capisco... In tal caso è inutile che io mi opponga ulteriormente, conosco la risolutezza delle tue decisioni. Fai come credi, Oscar... Ma se la situazione dovesse complicarsi, non hai che da avvisarmi ed io provvederò perché tu venga dispensata da tale onere".
"Farò in modo che ciò non accada, non temete".
Lascio il mio posto per raggiungere la porta. Prima di uscire, osservando la maniglia che tengo abbassata, avverto la necessità di rivolgervi una considerazione.
"Apprezzo molto il pensiero che vi date per me, padre...".
Fisso il movimento sinuoso della fiamma crepitante nel camino. Sento davvero la necessità di un cambiamento dalla mia quotidianità, anche se si presenta come una prova impegnativa. L'incontro tenutosi oggi con i soldati, anche se breve, ha messo in luce il fatto che fra di loro il mio ruolo non sarà tacitamente accetto come lo è sempre stato presso la Corte... Ben venga, una situazione nuova mi sarà di giovamento per alleviare il fardello della malinconia che la mia vita trascina con sé, il triste prezzo da pagare per l'estrema libertà che mi è stata concessa e alla quale, in ogni caso, non potrei mai rinunciare, benché io abbia spesso desiderato il raggiungimento di un'ulteriore e più completa felicità.
E poi... Una sottile curiosità mi spinge a non poter fare a meno di tornare in quella caserma... Provo una sensazione di piacevole scoperta che non so definire, come se lì potesse trovarsi...qualcosa che da tempo stavo cercando...
Un pezzo di legna in parte arso rotola fin quasi al di fuori del focolare. Lo guardo iniziare a spegnersi fumante lontano dalla rossa brace; arresto i pensieri, ascoltando mutare il battito del mio cuore.
Sto attendendo il vostro parere; vi guardo mentre, seduto al tavolo, riprendete a esaminare le carte che avete in mano e che stavate leggendo prima che io vi riferissi della mia nuova mansione.
"Non è affatto necessario che tu lo faccia, Oscar. Parlerò io con Bouillé, ha agito senza tenere conto delle implicazioni che la sua scelta comporta".
"Che intendete dire, padre?".
Posate i fogli.
"L'incarico al quale mi hai appena detto di essere stata assegnata prevede il tuo inserimento in un ambiente che non ti è consono. E' meglio che tu continui a occuparti esclusivamente della Guardia Reale, evitando mansioni per te superflue e indecorose".
Mi alzo di scatto dalla sedia posando le mani sul tavolo, protesa verso di voi.
"Se è stata richiesta la mia presenza e non quella di qualcun altro per supportare d'Aguille, significa che io sono ritenuta in grado di ottemperare a...".
"Oscar, forse tu non sai che tra le fila della Guardia Metropolitana militano parecchi uomini rozzi e privi di scrupoli, potrebbe essere rischioso per una donna trovarsi fra quei soldati!".
"Saprò farmi rispettare! Voi mi avete addestrata a non temere alcuna situazione e nessun nemico, cosa vi porta ora a riconsiderare i vostri insegnamenti?".
Vi appoggiate allo schienale della poltrona, osservandomi per lunghi attimi con un'espressione adombrata di rammarico.
"Non vorrei che tu corressi inutilmente dei pericoli, Oscar... Le doti militari che hai dimostrato finora sono per me più che degne di onore, non devi ritenerti in obbligo di accettare questa proposta solo per adempiere al ruolo...a cui io ti ho destinata".
Torno a sedermi, senza distogliere lo sguardo dal vostro, insolitamente mesto.
"Padre... Scelgo di affrontare questo compito di mia iniziativa, non perché mi sento costretta a farlo. Voglio misurare le mie capacità con l'occasione che mi si presenta, perciò a partire da domani, una volta a settimana, affiancherò l'addestramento della milizia cittadina come stabilito".
Attendete qualche momento prima di replicare, come a voler soppesare le parole.
"Capisco... In tal caso è inutile che io mi opponga ulteriormente, conosco la risolutezza delle tue decisioni. Fai come credi, Oscar... Ma se la situazione dovesse complicarsi, non hai che da avvisarmi ed io provvederò perché tu venga dispensata da tale onere".
"Farò in modo che ciò non accada, non temete".
Lascio il mio posto per raggiungere la porta. Prima di uscire, osservando la maniglia che tengo abbassata, avverto la necessità di rivolgervi una considerazione.
"Apprezzo molto il pensiero che vi date per me, padre...".
Fisso il movimento sinuoso della fiamma crepitante nel camino. Sento davvero la necessità di un cambiamento dalla mia quotidianità, anche se si presenta come una prova impegnativa. L'incontro tenutosi oggi con i soldati, anche se breve, ha messo in luce il fatto che fra di loro il mio ruolo non sarà tacitamente accetto come lo è sempre stato presso la Corte... Ben venga, una situazione nuova mi sarà di giovamento per alleviare il fardello della malinconia che la mia vita trascina con sé, il triste prezzo da pagare per l'estrema libertà che mi è stata concessa e alla quale, in ogni caso, non potrei mai rinunciare, benché io abbia spesso desiderato il raggiungimento di un'ulteriore e più completa felicità.
E poi... Una sottile curiosità mi spinge a non poter fare a meno di tornare in quella caserma... Provo una sensazione di piacevole scoperta che non so definire, come se lì potesse trovarsi...qualcosa che da tempo stavo cercando...
Un pezzo di legna in parte arso rotola fin quasi al di fuori del focolare. Lo guardo iniziare a spegnersi fumante lontano dalla rossa brace; arresto i pensieri, ascoltando mutare il battito del mio cuore.