Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: loryl84    15/04/2012    7 recensioni
Salve! Presa dall’ispirazione, ho deciso di pubblicare questa piccola ff, sperando che sia di vostro gradimento. La storia parte da un punto imprecisato prima del ritorno di Fersen, e si conclude con l’episodio della camicia strappata (da me ampiamente rivisitato).
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Te ne sei andata. Senza aspettare che ti sellassi il cavallo, come faccio sempre da una vita. Ti sei diretta con il tuo solito passo rigido e marziale verso la scuderia, hai preso Cèsar e l’hai incitato al galoppo. E adesso ti osservo allontanarti, la tua lunga chioma bionda ondeggia impertinente al ritmo del vento.

Sei partita presto, stamane. Stai cercando forse di evitarmi? Perché? Cosa non ti è chiaro nel nostro rapporto?

Mi domando se ne vale davvero la pena. Davvero Oscar non ti rendi conto che ti stai estraniando da tutto ciò che ti circonda?

Non siamo più due bambini, eppure, a volte mi sorprendo a pensare a quel periodo della nostra giovinezza in cui tutto era più semplice, più naturale. Bastava uno sguardo, e ci capivamo al volo. Senza distinzione di ranghi. Questo non ha fatto mai la differenza tra di noi.

Eppure adesso è tutto così diverso. Siamo cresciuti, niente più ci collega alla spensieratezza di quel periodo. La tua vita ha preso una strada diversa, anche se già stabilita. Hai adempiuto al tuo compito, sei diventata l’orgoglio di tuo padre.

Ma il Generale non sa quanto si sbaglia, non ha fatto i conti con la tua reale natura, lui non può sapere che sei innamorata. Lui non scorge il tuo sguardo velato di tristezza, non ode i tuoi impercettibili sospiri rivolti al vento, non capisce l’alternarsi delle emozioni che si alternano sul tuo viso.

Perché lui non è al tuo fianco come lo sono io. Perché lui non vede ciò che vedo io.

Non vede la bellezza dei tuoi tratti, la delicatezza dei tuoi gesti, l’audacia nei tuoi ordini. Lui non vede nulla di tutto ciò.

Io e solo io sono al tuo fianco da una vita Oscar. Credo di conoscerti persino meglio di me stesso. Ho studiato il tuo volto innumerevoli volte, ho impresso nella mente ogni battito di ciglia, so cosa ti passa per la testa ancor prima che tu apra bocca. Ho visto, Oscar, come aumenta il tuo cipiglio quando i tuoi ordini non vengono rispettati, il modo in cui alzi il sopracciglio per indicare il tuo disappunto, quando storci il naso per qualche blasfemia che ti capita di sentire.

E so. So che tu lo ami come solo una donna può amare un uomo. Una donna che è sbocciata lentamente e inesorabilmente davanti ai miei occhi, che è diventata bella e tremendamente femminile. Anche nascondendo il tuo corpo dietro una uniforme, non puoi cancellare ciò che sei. E tu sei donna, Oscar. Sei molto più donna tu, di quanto non lo siano quelle dame di corte ornate e imbellettate come la società si aspetta da loro.

Scuoto il capo, distogliendo lo sguardo. Ormai sei lontana, e non è bene che io mi attardi a fissare incantato il punto da cui sei partita.
Potrei suscitare la curiosità di qualcuno, e, in questo momento, non sono in vena di spiegazioni.

Mi dirigo distrattamente verso le cucine, dove mi aspetto di trovare mia nonna, a cui ho promesso di accompagnarla a fare delle commissioni. Ma non è la figura di mia nonna che scorgo davanti al camino.

La scena che mi si presenta davanti mi incuriosisce, mi fermo, poggiandomi con la spalla allo stipite della porta che dà sul cortile.

C’è una donna, a giudicare dal suo abito deve essere una nuova cameriera. Cerca inutilmente di sistemarsi la cuffietta, utilizzando il retro di una padella come specchio, ma non deve essere particolarmente avvezza a questo genere di cose, a giudicare dal risultato.

Un sorriso involontario increspa le mie labbra.

“Forse dovresti utilizzare un vero specchio” suggerisco.

La donna si volta imbarazzata verso di me, lasciando cadere la padella che rotola a terra rovinosamente. I suoi occhi si spalancano per lo stupore, poi si lascia andare ad un inchino, reclinando leggermente la testa, cosicché i suoi lunghissimi capelli neri scivolano a coprirle il volto.

“Mi dispiace, signore, io…non volevo…” balbetta, evidentemente a disagio.

Mi accorgo subito dell’equivoco, deve avermi scambiato per il padrone, perciò decido di toglierla subito da questa situazione un poco imbarazzante.

Mi avvicino lentamente, poggio le mani sulle sue esili braccia, costringendola ad alzarsi, poi raccolgo le forcine che le sono cadute a terra, mettendogliele tra le mani.

“Non preoccuparti, io sono Andrè, sono il nipote della governante” mi presento.

La ragazza mi rivolge uno sguardo di genuina sorpresa, e io riesco a vedere i suoi occhi color cobalto illuminarsi, prima di rivolgermi un sorriso incerto. Forse pensa che la stia prendendo in giro, perché mi rivolge una domanda che non mi aspettavo.

“Davvero… davvero sei solo un servo?”

Esita, e rivolge lo sguardo altrove, forse pensa di avermi offeso.

Ma non è così, perciò annuisco deciso.

Mi guarda ancora incerta, poi la sua espressione si distende e mi regala un sorriso dolcissimo.

“Scusa, ma non sembri proprio un servo. Sei così… così…”

Non riesce a spiegarsi, e indica la mia persona con un gesto della mano. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

“Ti assicuro che non sono nobile. Sono l’attendente di Oscar. Madamigella Oscar” mi correggo.

Annuisce, mentre il suo sguardo percorre interamente la mia figura. Sento un piacevole calore pervadermi, quando i suoi occhi incrociano i miei.

“Bene Andrè, lascia allora che mi presenti. Io sono Sophie. Sophie Dumas”

Mi sorride Sophie. Un sorriso luminoso e sincero. Un sorriso che non posso fare a meno di ricambiare.

“Oh Signore, Andrè dove sei finito! Oh, eccoti finalmente!”

Mia nonna entra in cucina con la velocità di un tornado, e io mi scosto, giusto in tempo ad evitare che mi arrivi uno scappellotto. A volte sembra che non si renda conto di avere di fronte un uomo e non più un bambino che combina le solite marachelle.

“E tu, cosa ci fai ancora in quelle condizioni?” borbotta, rivolgendosi a Sophie, la quale cerca maldestramente di imprigionare i suoi lunghi capelli sotto la cuffietta.

“Ah, lascia stare. Tieni, qui c’è la lista di ciò che mi occorre, fatti accompagnare da quello screanzato di mio nipote” dice, mettendole tra le mani un foglietto, poi, con la stessa velocità con cui è arrivata, si dilegua, continuando nella sua meticolosa operazione di brontolare.

Sophie mi guarda smarrita e divertita allo stesso tempo, non riuscendo evidentemente a comprendere l’irruenza di mia nonna.

“Ma sono tutti così, qui?”

Scuoto la testa, prendendo il mantello poggiato sulla sedia e aiutandola ad indossarlo.

“No, ma non preoccuparti. Hai conosciuto il peggio, quindi non potrà che andare meglio. Sai, a volte mia nonna incute più timore del Generale stesso” dico, prendendola delicatamente per il braccio.

Sophie mi rivolge uno sguardo sorpreso, poi scoppia in una risata contagiosa.

“Credo proprio che mi troverò bene, qui a Palazzo De Jarjayes!” dice, mollando definitivamente le forcine, e lasciando così liberi i suoi bellissimi capelli di ricaderle sulle spalle in lunghe ciocche che le incorniciano il viso.

“Puoi contarci”

Mi affianco a lei, coinvolto dal suo modo di fare naturale e spensierato. Un sorriso aperto e sincero si dipinge sulle mie labbra. E il mio cuore si riapre alla speranza.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: loryl84