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Autore: secretdiary    17/04/2012    2 recensioni
Song Fiction vincitrice di un contest organizzato dal Kill Me Softly First and Official Forum.
La canzone in questione è 'Here I Am' di Bryan Adams.
Damian è un uomo follemente innamorato dell'avventura.
Proprio a causa dei suoi capricci egli trascorre la vita tra imprevisti e situazioni avverse.
L'ultima prova del suo Amore lo porta ad offrirsi come Colone Inglese
.
Spero che vi piaccia!
Bisous *-*
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola annotazione prima di iniziare:
Cari lettori, innanzitutto vi ringrazio per aver aperto questa storia e per aver scelto di spendere un po' del vostro tempo per leggerla.
Vi rubo solo un paio di righe prima di lasciarvi al racconto: è finalmente uscito il mio primo romanzo.
Ora, finalmente, sono un'autrice pubblicata.
Se amate le storie fantasy, nel campo destinato al mio profilo, trovate tutte le informazioni relative al romanzo.

Grazie per l'attenzione ;)
Buona lettura!!
Bisous *-*

Ti Appartengo


«Terra!» urlò il mozzo di vedetta, arrampicatosi precedentemente in cima all'albero maestro del vascello, sfidando coraggiosamente le folate di vento oceanico che sfacciatamente cercavano di strapparlo dalle funi sulle quali si stava reggendo.

Il mozzo però, nonostante avesse solamente quindici anni (al reclutamento aveva invece fatto credere di averne compiuti un paio in più), possedeva un'esperienza tale per cui riusciva a lottare contro il vento dell'Est con maestria.

Tutta la ciurma si animò alle parole del ragazzo.

Terra significava niente più gallette di riso, niente più rum annacquato e soprattutto niente più concerti serali tenuti dal capitano John Radcliffe il quale era convinto di essere un talento strappato al teatro.

Tale convinzione non era però condivisa da nessun marinaio.

L'intera ciurma tuttavia era costretta a manifestare un completamente fasullo entusiasmo se desiderava assaporare il calore del sole sulla propria pelle fino al termine della traversata.

Era dunque con estremo giubilo (e buona pace delle orecchie degli uomini) che venne accolta la notizia di essere giunti a destinazione.

Ogni marinaio della King James, l'ammiraglia di una flotta inviata da Londra nel Nuovo Mondo, guardava verso l'orizzonte, nella speranza di scorgere un profilo frastagliato emergere da dietro quella linea che tracciava il confine tra l'immenso oceano e l'immane cielo.

Tra questi marinai vi era anche Damian Newport.

Egli era appoggiato al parapetto, distanziato però dagli altri.

Damian si passò una forte mano, resa callosa dagli ultimi mesi di duro lavoro, tra la folta chioma, leonina e nera come la pece.

Istintivamente i suoi occhi si posarono sul fazzoletto di rude stoffa biancastra che avvolgeva come una fasciatura il suo polso destro.

Il fazzoletto in realtà non proteggeva alcuna ferita, ma serviva meramente a nascondere la vera identità di Damian.

Una 'P' impressa a fuoco nella pelle segnava per sempre l'uomo.

Pirata.

Istintivamente Damian portò la mano sinistra sul polso, come se volesse stringerlo, come se potesse sentire ancora il marchio bruciare, il ferro arroventato ustionargli la pelle, segnandolo per tutta la vita così che chiunque potesse sapere chi in realtà era.

Un sorriso amaro affiorò sulle labbra del giovane.

L'amarezza di tutto ciò che aveva vissuto, tutte le prove che aveva affrontato.

Com'era cambiata la sua vita da quando era solo un bambino che era scappato di casa perché insofferente agli insegnamenti del precettore.

Quante cose erano mutate.

O forse era rimasto tutto identico ed era lui ad essere cambiato.

Non era più il rampollo di un conte.

Era un assassino, un brigante, un menzognero.

E tutto quanto per lei.

Lei, l'avventura che l'aveva stregato, ipnotizzato, ammaliato con le sue arti seduttrici e spinto ad abbandonare ogni cosa per inseguirla.

Ora però Damian aveva compreso che la sua amata non poteva mai essere afferrata, nonostante egli ci provasse in ogni modo.

Anzi, essa, l'avventura, l'aveva persino sbeffeggiato, conducendolo per mano in prigione.

Gli aveva promesso la sua compagnia, invece l'aveva abbandonato nelle fauci della marina britannica.

Dopo anni di prigionia però, ecco ch'essa era tornata.

Damian aveva provato a voltarle le spalle, ad ignorarla, ma ne era talmente innamorato, follemente, intensamente, che non era riuscito a lasciarla fuggire senza provare a catturarla, a farla sua, possederla.

Il suo cuore batteva solo per lei, ed essa, l'avventura, si divertiva a mettere continuamente alla prova il suo amore.

Così gli aveva mostrato il nuovo gioco che aveva in mente per lui, per loro.

Si cercavano coloni.

Uomini disposti a tutto per conquistare nuove terre e sottrarle ai selvaggi.

Damian non aveva resistito e, come altri galeotti, si era imbarcato, diretto in Virginia.

Ora che la terra, dopo mesi di navigazione, cominciava a scorgersi, stagliandosi sullo sfondo di quella meravigliosa immagine di cielo e mare adiacenti, Damian non poteva che sorridere, immaginando cosa la sua amata gli avrebbe proposto.

Lui avrebbe accettato qualunque prova essa gli avrebbe sottoposto, perché dopo anni di prigionia, di torture, lui era ancora lì, ancora pronto a cercare di conquistarla.

Nonostante sapesse che non avrebbe mai potuto farla sua, nonostante sapesse ch'ella era volubile come il vento, intangibile come le nubi e lontana come le stelle che di notte guidavano i marinai.

E proprio come una stella essa era per lui; una guida che lo conduceva ovunque essa desiderasse, capricciosa.

Eppure, nonostante l'infedeltà della sua amata, nonostante i tradimenti, le promesse non mantenute, Damian Newport la inseguiva ancora.

Inebriato dalla sua sensualità ne fiutava l'odore come un abile cacciatore pronto a conquistare la sua preda, la sua avventura.

   
 
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