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Autore: La Mutaforma    18/04/2012    4 recensioni
Allora si faceva chiamare Odie-e-basta, era alta, bella, e aveva lunghi capelli neri e riccioluti. Già allora Odie era pratica di magia nera e di stregoneria.
In realtà Odie non sapeva nulla di magia nera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tempo, probabilmente troppo remoto, anche mamma Odie era stata una ragazza. Facilier la ricordava bene. L’aveva conosciuta in Louisiana. Allora si faceva chiamare Odie-e-basta, era alta, bella, e aveva lunghi capelli neri e riccioluti. Già allora Odie era pratica di magia nera e di stregoneria.

Gli sembrava ovvio che lei non fosse alla sua altezza. Nessuno lo era.

Era testarda, fiduciosa e incapace.

Ricordava che una volta per sbaglio aveva trasformato il suo cagnolino in un serpente e non era più riuscita a farlo tornare come prima.

Rise con la voce arrochita, pensando a chissà quale sdegnosa fine avesse fatto quel serpente.

In realtà, Odie non sapeva assolutamente niente di magia voodoo.

 

 

Sbagliò il tiro e colpì il cuore di una

bambola voodoo

                              

Una sola cosa però le era riuscita.

Facilier ricordava di averla sconfitta in un duello di magia. Lei diceva che aveva barato. Lui non sapeva se fosse vero, ma comunque non si era fatto problemi.

Lei diceva che non era valido.

Lui diceva che era il migliore.

Odie non l’aveva mai accettato. Per vendicarsi aveva fabbricato una bambola voodoo con le sue sembianze e gli aveva infilato un spillo nel cuore.

Chissà se Odie aveva ancora quella bambola. Chissà se portava ancora quella ferita aperta, quello spillo nel cuore.

Facilier si grattò la folta chioma corvina. Era passato tanto, tanto tempo. E lui era rimasto giovane come allora, i suoi amici nell’aldilà conservavano il suo aspetto perfetto e intaccabile dallo scorrere del tempo.

Lei era sicuramente cambiata. Si era rattrappita come un fiore rinsecchito, certamente invecchiata, come del resto tutte le persone normali.

Odie non era portata per la magia nera. Era troppo buona di cuore.

E quando, rimasti soli in una foresta della Louisiana, l’aveva baciata, lei lo aveva odiato con tutta sé stessa ed era scappata via, sparendo tra la vegetazione. L’aveva fatto per ricattarla, per riprendersi la bambola, per prendersi gioco di lei.

Non l’aveva più vista.

 

Erano passati gli anni, i decenni. Odie viveva nella foresta oltre New Orleans, probabilmente nemmeno si ricordava di lui. Probabilmente aveva buttato via la sua bambola da tempo. Non ne era sicuro, ma sarebbe stato meglio così.

Probabilmente non ha sciolto la maledizione, pensò Facilier, tastandosi il petto.

Non era dolore. Un palpito, niente più.

Era appurato che il sogno di ogni fanciulla è trovare il proprio principe azzurro. E forse tra loro avrebbe potuto funzionare, visto che anche lui era un reale. Da parte di mamma.

Il pensiero di Odie che abbracciava il suo serpente lo punzecchiava più degli spilli, più dei suoi incantesimi.

Non ci sarebbe mai riuscita con un filtro d’amore, o con una maledizione.

 

Buttò la testa all’indietro, e sospirò.

La cosa che più lo irritava era il pensiero che Odie non aveva mai saputo fare le maledizioni con le bambole.

 

Lei aveva trafitto il cuore di una bambola con uno spillo.

Rise e pensò ai suoi occhi.

Troppo lontani per ricordarli.

Troppo belli per dimenticarli. Anche ora che era vecchia e cieca.

 

 

L’amore aveva trafitto il suo cuore con gli occhi languidi di Odie.

 

   
 
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