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Autore: Eppol    18/04/2012    1 recensioni
'Sta volta, invece, sognò il Cappellaio matto. Sognò i suoi strani capelli rossi, il suo viso distrutto dalla sconfitta della Regina bianca, e sognò anche l'espressione entusiasta di quando Alice sconfisse il Ciciarampa. Ma la cosa che più resto ferma, immobile, nella sua testa così piena di pensieri, era la frase che le aveva fatto battere il cuore più del dovuto. "Potresti restare." Era così che le aveva detto. Alice voleva più di qualsiasi altra cosa restare, proprio lì, proprio in quel modo, con lui, in quel bellissimo quanto pazzo mondo. Alice, poi, sognò ancora la sua voce. Diceva che un giorno, quando sarebbe tornata, non l'avrebbe più ricordato. Ma no, lei era sicura che sì, sicuramente avrebbe ricordato quella splendida voce e quel buffo balletto che il Cappellaio aveva fatto in onore del Giorno già glorioso.
Alice sorrise, seppure incosciamente, ma sorrise dentro di se.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alice sapeva bene che, una volta tornata alla realtà, -se tale si poteva definire un luogo in cui si è quasi costrette a tutto- avrebbe lasciato al passato quel mondo così maledettamente assurdo. Talmente assurdo da sembrare quasi più assurdo del reale.
Ma alla fine della lotta, costinse se stessa a bere il sangue del Ciciarampa. Alice si chiedeva se, un giorno, avrebbe rivisto Il Bianconiglio, il Cappellaio matto, o addirittura il Brucaliffo, 'sta volta magari in abiti diversi.

Dopo aver declinato la richiesta di Ascot lasciando tutti a bocca aperta, compresa la Zia Imogene, Alice scappò. Nemmeno lei sapeva dove, magari sarebbe potuta scappare in un luogo fatto solo di pazzia e di gatti che evaporano; Un posto di cui solo lei, su quel mondo troppo pieno di linee rette, ne era a conoscenza. Un mondo nato nella sua fantasia, forse.
Alice sperava ancora di riaddormentarsi, e di risvegliarsi in una stanza troppo stetta per qualcuno che aveva mangiato anche solo una briciola di tortinsù; Con porte troppo piccole anche per chi, invece, non aveva ancora assaporato nulla che appartenesse a quel mondo.
Con questi pensieri che le frullavano in testa, Alice, si addormentò.
'Sta volta, invece, sognò il Cappellaio matto. Sognò i suoi strani capelli rossi, il suo viso distrutto dalla sconfitta della Regina bianca, e sognò anche l'espressione entusiasta di quando Alice sconfisse il Ciciarampa. Ma la cosa che più resto ferma, immobile, nella sua testa così piena di pensieri, era la frase che le aveva fatto battere il cuore più del dovuto. "Potresti restare." Era così che le aveva detto. Alice voleva più di qualsiasi altra cosa restare, proprio lì, proprio in quel modo, con lui, in quel bellissimo quanto pazzo mondo. Alice, poi, sognò ancora la sua voce. Diceva che un giorno, quando sarebbe tornata, non l'avrebbe più ricordato. Ma no, lei era sicura che sì, sicuramente avrebbe ricordato quella splendida voce e quel buffo balletto che il Cappellaio aveva fatto in onore del Giorno già glorioso.
Alice sorrise, seppure incosciamente, ma sorrise dentro di se.

"Signorina, l'abito richiesto da vostra madre per il matrimonio di vostra sorella, sarà pronto entro domani." Le annunciò l'irritante sarta di famiglia, camminando frettolosa per tenere il passo della ragazza.
Aveva annuito, senza dir parola. Ormai tutti avevan capito che la ragazza, dal giorno della propostra di Ascot era praticamente diversa, ma nessuno se ne preoccupava più di tanto.
C'era chi credeva che fosse appunto per la proposta; Chi credeva che avesse battuto la testa ancor prima di rifiutare il ricco promesso sposo; E chi invece era a conoscenza del tradimento di Lowell nei confronti della sorella, e quindi si buttava su quella, di ipotesi.
Ma in realtà nessuno sapeva il vero motivo. Erano solo ipotesi buttate al vento, senza un vero filo logico o senza almeno un qualcosa che ne desse la conferma.
Alice era l'unica a sapere il motivo. Se il Cappellaio fosse stato lì vicino, forse lui ci avrebbe capito qualcosa. Anzi, se lui fosse stato lì, Alice non avrebbe avuto motivo di essere così diversa. O forse sarebbe stata diversa in senso positivo, diventando più pazza e.. Assurda.
Oh, sì, lei era sempre stata sincera con se stessa, e ammetteva che in fin dei conti, lui le mancava più di chiunque altro appartenesse alla sua fantasia.
Si ripetè che la fantasia era la sua, e che poteva rivederlo ogni qual volta ne avesse avuto voglia; Ma più ci provava e più non sembrava più funzionare, la sua fantasia.
Che l'avesse persa? Che l'avesse perso per sempre?! E se era davvero come diceva lui? "Non ti ricorderai di me.". E se avesse avuto ragione?
Mille pensieri si affrontavano nella mente di Alice, ma lei era come impotente su questo, l'unica cosa che riusciva a fare era formulare sempre più pensieri.
Il suo passo aumentava ogni volta che aumentava la velocità dei battiti del suo cuore e quel bruciore si faceva strada nel suo petto. Ma poi, proprio come il suo cuore, finiva per rallentare, ritornando al passo normale, e preparandosi ad un nuovo sbalzo di velocità.
Alice scosse la testa. Dio, quanto avrebbe voluto che tutta la sua fantasia avesse potuto diventare, anche se solo in parte, realtà.
Avrebbe potuto riveredere il Brucaliffo, il Cappellaio, la Regina.. Li avrebbe rivisti tutti. Alice, con il fiato mozzato dalla mezza corsa, arrivò finalmente nell'unico posto che le emanava tranquillità.
Ancora lì c'era quel buco in cui cadde giorni prima. Ormai ogni volta che andava, non faceva altro che provare a caderci dentro, ma quel buco, 'sta volta, come il giorno prima e quello prima ancora, era davvero troppo stretto.
Se solo avesse avuto un po' di pozione, sarebbe potuta diventar più piccola.
Avrebbe dovuto chiedere alla Regina bianca di dargliene un po', in caso di necessità.
Alice si accasciò a terra, distrutta. E si sa, ogni qual volta che qualcuno è stanco, distrutto, e prova a rilassarsi, finisce per addormentarsi.

La nave era ormai in viaggio da un pezzo, aveva salutato tutti con un gesto della mano ed era finita per sedersi in un punto impreciso della nave, osservando il cielo.
Era ancora una bambina, Alice, nonostante i suoi vent'anni, non sapeva se sarebbe riuscita a gestire per bene la situazione.
Il luogo in cui erano diretti, le era del tutto sconosciuto.
Molto probablmente era la Cina, o magari non era poi così lontano dalla posto in cui Alice si trovava qualche ora prima.
Alice sorrise, che era proprio stupido pensare che potessero esser diretti nella sua fantasia.
Nell'esatto momento in cui Alice si alzò con un balzo da terra, qualcosa le volò sulla testa.
Pensò fosse un uccello, quindi non gli diede molta importanza.
Si volta nel lato opposto, e andò verso i bordi della nave, per osservare un po' il mare. Aveva una stranissima sensazione, non sapeva nemmeno decifrare se fosse bella o brutta.
Scosse il capo, contnuando a camminare verso i bordi, quando, da non molto lontano notò un qualcosa che giurò credette di non riuscir mai più a vedere.
L'animale svolazzo poco lontano dal suo naso, e Alice sussultò con il cuore a mille.
"B-Brucaliffo?!" Chiese, e si diede della stupida.
"Una volta lo ero." Ricevette in tutta risposta.
Sussultò ancora una volta, strizzando gli occhi.
Era un sogno, non poteva esser vero. La sua fantasia si stava materializzando.
Assurdo.
"Il Ciciarampa non ha dato abbastanza sangue per tutto il regno, Alice. Alice?!"
Alice restò in silenzio, quasi shockata.
"Non preoccuparti, io sono in più piccolo di tutti, quindi mi è bastata mezza goccia per riuscir a venir quì sù.. Ma l'interò regno si è sacrificato per donare un po' di sangue di Ciciarampa al tuo amato."
Al suo amato? L'intero regno aveva fatto cosa?!
Non poteva crederci. Lei aveva rischiato con la sua testardaggine di far andare in rovina un regno che poteva, doveva tornare a splendere come un tempo, e invece tutti avevano evitato la fortuna pur di farla incontrare con il Cappellaio.
"Ho bisogno di vederlo." Riuscì solo a dire.
"Bevilo, Alice." La farfalla portava su una sua ala una minuscola bottiglina contenente una sostanza verdastra.
"Ma sono già quì sulla terra.." Commentò notando che quello era sangue di Ciciarampa.
"Se non lo bevi, non puoi vederlo, Alice."
Alice bevette il contenuto, svuotando il piccolo contenitore.
Tossì un paio di volte, come se qualcosa le fosse andato di traverso.
Alice era felice, mai così prima d' allora.
Avrebbe potuto vedere qualcuno che sognava di vedere, qualcuno che voleva vedere ad ogni costo.
D'un tratto, quel che sentiva andargli di traverso, lo sentì cadere nel proprio stomaco.
Come se dentro di lei non ci fosse nient'altro che quella goccia e una piattaforma su cui cadere.
Come se fosse vuota.
Sentì un leggerò formicolio alle mani, così prese a guardarle istintivamente.
Assurdo, le sue mani stavano sparendo! Si dissolvevano proprio come lo Stregatto faceva con se stesso.
E non solo quelle, ma tutto il resto del colpo, lentamente svaniva.
Aveva paura. Non di sparire, ma di non riuscire a vederlo in tempo.
Era come se sapesse cosa le stesse accadendo, come se fosse tutto inciso in quella goccia che si faceva spazio nel suo corpo.
I suoi occhi furono catturati da quelli verde intenso di quel pazzo abitante dei suoi pensieri.
Il cuore, lei, lo sentiva battere forte, come un orologio, veloce.
La testa la sentiva piena di pensieri che si comprimevano per il poco spazio al suo interno.
Il suo corpo, come poco prima, era completamente vuoto, come se anche la goccia si fosse finalmente dissolta, dando fine a quel fastidioso formicolio nello stomaco.
E la sua bocca, invece, fu piena.
La sentì completamente piena, come se qualcuno la possedesse, la abitasse. Si sentiva quasi sul punto di morte, da quanto felice era.
Nel momento in cui realizzò che il suo corpo -metaforicamente parlando- diventò polvere, e la sua anima abitava, adesso, i pensieri di quel corpo ormai accasciato sul legno duro e bagnato della nave, capì che era riuscita a trovare la pace tra le braccia della persona che sapeva significasse molto per lei, ma che in fondo quasi non ricordava.
Allora, la sua anima sì agitò, al sentire pronunciare parole che le erano familiari, quanto quella voce e la persona che le emetteva.
Abbracciando la sua amata, il Cappellaio disse, "Te l'avevo detto, che avresti finito per non ricordarti di me."
E con un bacio, il secondo di una lunga serie di baci, Alice promise al Cappellaio che da quel momento in avanti, non avrebbe più dimenticato nulla.


*Angolino autrice~*
Ogni volta che guardavo Alice in Wonderland, mi veniva sempre più voglia di scriverne un seguito. Non so perchè, ma ho adorato fino alla fine, 'sta coppia. Forse è la figura di Depp che mi fa sembrare più adatto il Cappellaio a Alice. Dai, cazzate. Loro stanno bene insieme a prescindere da chi sia lui e chi sia lei. Aaahww. *-* No, avanti, parlando della FF, ci ho messo poco a scriverla, meno di un' ora, ma mi sono accanita pesantemente! Mi è piaciuto troppo scriverla, giuro. *-* E.. La fine, bhe, dipende da uno come la vuol prendere. x°D Ringrazio in anticipo chi leggerà. :3 Bho, Bye. :3 <3
  
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