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Autore: Cat in a box    18/04/2012    0 recensioni
Londra. Da anni, Jack, uno psicopatico che lavora in un obitorio sta cercando un cuore da donare alla sua creatura per darle finalmente vita. Tuttavia, il cuore che egli sta cercando, è molto raro. Raphael e Abigail, fratello e sorella, hanno ciò che egli brama. Quando la loro casa non sarà più un luogo sicuro, quando nemmeno la polizia sarà in grado di proteggerli...la loro ultima speranza sarà l'Hellsing. | Sospesa causa esami! Scusate il disagio. :3
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Il collezionista
 
Salve a tutti! Mi chiamo Alessandra o Ale-chan per chi preferisce abbreviare e sono la fan-writer di questa storia. ^^ Era da un po’ che rimuginavo a scrivere una fiction su Hellsing. Ci ho pensato alle superiori, dopo la maturità, dopo l'esame di ammissione all'università e ora, in questo periodo frenetico di tirocinio, ho deciso di raccogliere la mia forza di volontà e di pubblicare finalmente il mio lavoro! :) Dunque, questa è ufficialmente la mia prima fiction su Hellsing e ho deciso di affidarmi al manga per cercare di mantenere i personaggi il più possibile in character, anche se alcuni di loro (tra cui Integra Helsing e Alucard) potranno mostrare nuove sfaccettature che nella serie manga, anime e OAV non c’erano. Ho preferito mantenere il linguaggio “colorito”, in particolare di Alucard, allo scopo di non uscire fuori dal personaggio. In quanto alle mie fonti d’ispirazione, per scrivere questa storia mi sono lasciata un po’ influenzare dalle mie manie per i film horror e in particolare da “Il collezionista di occhi” di Gregory Dark e da “Jeepers Creepers” di Victor Salva. Questa fiction può considerasi un prequel sulla base degli eventi che si succedono nel manga e infatti, mancheranno alcuni personaggi, tra cui Seras Victoria e gli antagonisti delle serie anime e manga. Sono sempre graditi commenti, correzioni e critiche costruttive. Grazie per aver letto le note della scrittrice e buona lettura! ^^
 
Prologo 
 
 
Tac...
         Tac...
                   Tac...
 
 
Era il suono regolare e continuo di una goccia che cadeva sul pavimento sudicio di un obitorio. La goccia aveva formato una piccola pozzanghera scura di un liquido dalla consistenza viscosa e dall’odore ferroso. Sul tavolino dove venivano praticate le autopsie ai cadaveri erano rimasti i ferri che il medico legale aveva appena terminato di adoperare. Era rimasto solo il tecnico che stava terminando i punti di sutura al cadavere di una prostituta, a quanto stabilito dal medico, morta affogata nel Tamigi. 
 
Prima di uscire il medico gli aveva detto con noncuranza «ripulisci questo schifo!» e dopo se ne era andato via con l'anticipo di ben quindici minuti sull'orario di lavoro. 
 
In fin dei conti, a lui non dispiaceva che se ne andasse sempre in anticipo, almeno poteva fare le cose con più calma e come voleva. Quella donna doveva essere stata una fumatrice accanita per molti anni, pensò tra sé e sé, poiché i polmoni erano completamente anneriti. 
 
«Che esemplare anatomico di scarso interesse…» aggiunse a tono basso, come se volesse farsi sentire solo dal cadavere. Aveva lavorato per molti anni in quel obitorio e si era occupato di numerose “persone”, ma raramente capitavano casi interessanti. 
 
Si chiamava Jack, o almeno, questo era il nome che stava scritto sopra al proprio tesserino di riconoscimento. I suoi colleghi lo trovavano strano e ad alcuni di loro incuteva pure timore. Questo lo divertiva molto...ma a parte questo, nessuno aveva ancora capito come mai fosse lì. Nessuno era rimasto per più di due anni in quel posto, ma lui si ostinava a restare e sembrava pure che non gli dispiacesse affatto. 
 
Chi era realmente Jack non lo sapeva nessuno e nessuno se lo sarebbe mai chiesto. Portava sempre nella sua borsa in pelle, vissuta ormai da chissà quanti anni, un volume con la storia originale di Frankestein di Mary Shelley. Quel libro era diventato la sua ossessione. Da molti anni, infatti, aveva iniziato a coltivare un hobby segreto nel seminterrato dell'obitorio. Voleva dare vita alla sua creatura, ma gli servivano costantemente pezzi di ricambio...ovviamente, li rimediava dai cadaveri. Alla sua opera mancava solo una componente, assai rara da trovare perfino al mercato nero degli organi. Voleva un cuore destro.
 
Si era documentato in letteratura medica di casi di individui con un cuore "fuori posto", e sui pochi studi condotti sui casi, le ricerche avevano dimostrato il coinvolgimento da parte di un gene che dava quella malformazione e comportava anche la comparsa di una inconfondibile striatura giallognola nell'iride. Meno dello 0,1% della popolazione mondiale era portatrice di questa mutazione genetica e tutti quei casi, si erano verificati in Regno Unito. 
 
Una volta, per puro caso, gli capitò un uomo di 45 anni deceduto a causa di un incidente stradale. Non sembrava un caso interessante, fino a quando non lo esaminò durante l'autopsia con il medico. Il torace era stato perforato dalle ferraglie dell'auto e dovevano estrarre i detriti lasciati dall'incidente. Fu in quel momento che videro che il cuore era posizionato a destra, anziché a sinistra. 
 
Il cuore era stato perforato per una buona porzione da un grosso frammento di vetro triangolare. Era rigido e duro come la pietra. L'aorta e la vena cava avevano subito ingenti danni e purtroppo, Jack dovette ammettere con sé stesso che quel cuore non avrebbe mai potuto dare vita alla sua creatura. 
 
Il corpo fu cremato dopo qualche ora, secondo il volere dei parenti. Jack non sopportò l'idea di aver atteso per così tanto tempo quel cuore e chissà quanti anni avrebbe dovuto ancora attendere un'occasione simile, così decise di indagare sulla famiglia di quell'uomo.
 
Il suo nome era Richard Strandfor Willengton. Non servì investigare neanche più di tanto, perché il giorno in cui i suoi parenti vennero a ritirare la salma dall'obitorio, tra tutta quella folla in lutto, vide i suoi due figli. Abigail e Raphael. Avevano poco più di 7 anni quel giorno e tutti e due avevano ciò che lui bramava. Ma Jack voleva un cuore adulto per la sua creatura. Non aveva fretta. Poteva aspettare e tra più o meno dieci anni, sarebbe tornato a prendersi un cuore. 
 
 
Il suo lavoro era terminato per quella giornata. 
 
 
Si sfilò i guanti e li gettò nel bidone. A quell'ora poteva star sicuro di non trovare anima viva nell'obitorio e con poca discrezione, si allontanò verso il piano sotterraneo. Raggiunse una porta, accanto alla quale vi erano i quadri elettrici e gli interruttori generali e la aprì con una chiave. La stanza era buia, ma per lui non era mai stato un problema vedere nell'oscurità. 
 
Riposta su scaffalature di metallo vi era la sua più grande collezione: dentro barattoli, sotto alcool o formalina, vi erano occhi dalle colorazioni più rare, orecchie, mani, dita, organi, ossa e talvolta anche ciocche di capelli. Una collezione che contava più di 40'anni di estenuante lavoro. Erano tutti per la sua creatura. 
 
Si adagiò su una vecchia poltrona piena di polvere, che pareva un pezzo di antiquariato comprato a distanza di chissà quanti anni in un mercatino delle pulci. Si guardò attorno per ammirare le sue cere anatomiche, che erano nientemeno che organi ricoperti di cera bollente e mantenuti in quello stato da decenni. 
 
«Né e passato di tempo... » pensò «...ormai, Abigail e Raphael saranno cresciuti abbastanza.... » sogghignò tra sé e sé, mostrando due canini lunghi e affilati. 
 
«Chissà quale cuore mi prenderò…» .
   
 
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