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Autore: telesette    20/04/2012    1 recensioni
Buffone fino alla fine, questo era Maxi.
Cassandra lo vide spegnersi in quel preciso momento, subito dopo aver detto quella frase.
Maxi aveva dato la propria vita per lei, non c'era amore più grande di questo.
In silenzio Cassandra lo strinse forte e lo abbracciò, anche se non sarebbe servito certo a riportarlo in vita, e solo allora capì quanto era stata sciocca nel non accorgersi prima dei suoi sentimenti.
Maxi l'amava.
L'amava al punto da non desiderare neppure che potesse piangere per lui...
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cassandra Alexandra, Maxi, Tira
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non piangere, Cassandra

 Immagini di: ~Yuri-World-Ruler su deviantART

Lo scontro si era rivelato più duro del previsto...

Convinta di poterla affrontare senza problemi, Cassandra aveva sottovalutato l'insidiosa velocità di Tira e del suo cerchio tagliente. Nonostante la forza e la determinazione, la giovane spadaccina ateniese non era in grado di penetrare in alcun modo le difese dell'avversaria.
I colpi di Cassandra, per quanto possenti e precisi, venivano sferrati sempre e comunque seguendo una linea retta e prevedibile; Tira invece poteva variare continuamente dalla posizione offensiva a quella difensiva, e di conseguenza era in chiaro vantaggio.
Ogni volta che la spada corta di Cassandra si scontrava con l'estremità del cerchio di Tira, le due armi sprizzavano scintille. La spadaccina era stanca, chiaramente provata dagli scontri precedenti, mentre Tira non sembrava neppure affaticata...

- Dannazione - imprecò Cassandra tra i denti, subito dopo aver vibrato a vuoto l'ennesimo colpo.

Tira si limitò a sorridere, dondolando beffardamente sul posto, nel tentativo di spingerla ad abbassare la guardia e a commettere un passo falso.
Purtroppo Sophitia e gli altri, impegnati com'erano a combattere contro gli scagnozzi di Nightmare, non erano ancora giunti al suo fianco. Cassandra sentiva il braccio sempre più pesante e, malgrado la forza di volontà, era chiaro che il suo fisico non poteva reggere oltre lo sforzo.
Tutt'intorno a loro, le urla e il rumore delle armi riecheggiavano come una specie di macabro concerto. Kilik, Xianghua e Maxi stavano mettendo a nanna tutti i nemici uno dopo l'altro ma, per ogni nemico abbattuto, altri sembravano sbucare fuori dal nulla. Ad un tratto Maxi si guardò attorno e, come vide Cassandra in netta difficoltà, i suoi occhi ebbero un lampo di paura per lei.

- Cassandra - gridò.

Vedendolo distratto, un avversario provò ad assestare un colpo di scimitarra contro la sua testa. Tuttavia Maxi evitò il suo goffo attacco con noncuranza e, dopo aver fatto roteare rapidamente il nunchaku nella mano destra, lo spedì a terra con la mandibola fratturata.

- Resisti, sto arrivando!

Cassandra non lo udì nemmeno, concentrata com'era sul cerchio che le roteava a pochi centimetri dal volto, ma ugualmente Tira riuscì ad approfittare di un suo tragico errore.
Come la spadaccina tentò di eseguire il suo affondo, Tira le incastrò il braccio servendosi del cerchio e la spada si conficcò in uno dei basamenti che sorreggevano le colonne del tempio. Cassandra si ritrovò così disarmata e, dal momento che era indifesa, la sua avversaria le scivolò alle spalle per agguantarla ed immobilizzarla con le mani guantate di ferro.

- Hai proprio un bellissimo corpo - sussurrò l'assassina, con una nota perversa nella voce. - Potresti andare bene per Lei...
- Lasciami - rispose Cassandra con repulsione, sentendo le fredde dita metalliche e acuminate che le stringevano il volto e l'addome.

Per un attimo Tira sembrò indecisa se aprirle la gola e lo stomaco con due squarci sottili... o di lasciare intatto il suo bel corpicino per la Soul Edge. Forse la Spada Maledetta non se la sarebbe presa, per qualche graffietto da poco ma, prima che potesse decidere in che modo privarla della vita, Maxi le fu addosso come un fulmine a ciel sereno.

- Lasciala andare, maledetta!

Vedendoselo arrivare addosso con la coda dell'occhio, Tira spinse via Cassandra e riafferrò il suo cerchio appena in tempo. Il nunchaku del pirata si schiantò sul bordo metallico dell'arma, con un rumore agghiacciante, eppure continuò a roteare vorticosamente. Maxi era furioso e i suoi movimenti erano veloci e imprevedibili, più o meno come quelli di Tira, tanto che l'assassina dovette impegnarsi molto più a fondo per contenere il suo impeto.
Stordita e semisdraiata sul pavimento, Cassandra ebbe modo di rendersi conto di quanto era appena successo: con il suo intervento provvidenziale, Maxi le aveva senza dubbio salvato la vita; adesso però era il giovane pirata a doversela vedere con quella subdola assassina psicopatica...
Lo scontro tra Maxi e Tira andò avanti per un po' ma, trovandolo un avversario tanto invadente quanto ostinato, Tira si stufò ben presto di giocare con lui. D'un tratto però percepì chiaramente la presenza di uno dei frammenti della Soul Edge nel corpo di Maxi ( seppur quasi impercettibile, l'aura che sprigionava era infatti molto simile a quella di Nightmare ) e, sorridendo cinicamente, capì di aver trovato il corpo perfetto per fare da "guscio" alla malvagia entità della Spada Maledetta.
Oramai quella sciocca spadaccina bionda era semplicemente un mucchio di carne inutile... Tanto valeva sbarazzarsene immediatamente e concentrarsi solo sull'altro.

- Mi dispiace, tesorino - esclamò Tira, scartando agilmente di lato e mettendosi così fuori portata dai colpi di Maxi. - Purtroppo la tua amichetta è diventata del tutto inutile!

Così dicendo, Tira prese la mira e scagliò il cerchio affilato verso Cassandra. La spadaccina sbarrò gli occhi, mentre la lama roteante sfrecciava dritta verso la sua testa, tuttavia non riuscì neppure a muoversi.
Accadde tutto in un attimo...
Dapprima Cassandra chiuse gli occhi di riflesso ma, riaprendoli subito dopo, si rese conto con sorpresa di essere ancora viva.
Davanti a lei, Maxi era in piedi e immobile. Sulle prime pensò che fosse riuscito a deviare il colpo col suo nunchaku ma, vedendolo barcollare e perdere sangue in modo vistoso, subito capì che cosa era realmente successo.
Non potendo fare altrimenti per salvarla, Maxi si era tuffato istintivamente per proteggerla con il suo corpo, e il cerchio di Tira si era in parte conficcato al centro del suo petto nudo. Il sangue cominciò a rifluire dalla bocca del giovane, con un gorgoglìo sommesso, e questi si accasciò in ginocchio senza emettere un fiato.

- Accidenti, ho sbagliato bersaglio - esclamò Tira con stizza.
- Maxi - urlò Cassandra, riuscendo a sorreggerlo prima che cadesse.

Tira sputò a terra con disprezzo.
Evidentemente si era sbagliata, nessuno dei due poteva essere un buon ospite per la Soul Edge. Subito dunque si avvicinò per riprendere il suo cerchio e porre fine alle sofferenze di entrambi.
Il nunchaku scivolò dalla mano di Maxi, cadendo a terra con un tonfo sordo, tuttavia né lui né Cassandra se ne avvidero. La spadaccina era sconvolta ma, rendendosi conto che la responsabile di tutto era ancora lì, d'istinto la sua mano corse sull'impugnatura della spada, conficcata nel basamento della colonna al suo fianco, e la estrasse repentinamente per sollevarla davanti a sé con decisione.
Tira si fermò, giusto in tempo perché la punta dell'arma si fermasse giusto all'altezza della sua gola, tuttavia il suo sguardo non tradì né emozione né paura... Solo fredda e totale indifferenza.

- Ti uccido - sussurrò Cassandra, trattenendo a stento le lacrime. - Dannata che non sei altro... Ti ammazzo!

Per tutta risposta, Tira afferrò il cerchio tagliente dal petto ferito di Maxi e voltò le spalle ad entrambi. Aveva perso fin troppo tempo e, dal momento che altri guerrieri dirigevano i loro passi verso le stanze di Nightmare, doveva affrettarsi a cercare prede ben più preziose. Mentre si allontanava, l'assassina sollevò il frammento della Soul Edge ( abilmente estratto dal corpo del pirata, nel riprendere il proprio cerchio ) e sorrise soddisfatta.

- Non ho tempo da perdere con voi - tagliò corto Tira. - Vi ammazzerò un'altra volta... Sempre che siate ancora vivi!

Così dicendo, si portò due dita davanti alla bocca ed emise il fischio di richiamo per i suoi amici corvi. Cassandra ebbe l'impulso di attaccarla mentre era di spalle ma, prima che potesse anche solo levare la spada per impedirle di allontanarsi, Maxi le afferrò debolmente il polso.

- Maxi, che cosa...

Gli occhi lucidi del pirata parlavano da soli.
Senza più la presenza del frammento di Spada Maledetta nel suo corpo, Maxi non aveva alcuna speranza di sopravvivere ad una ferita del genere. Malgrado il suo coraggio e l'orgoglio di guerriera, Cassandra non aveva speranze di sconfiggere Tira... Si trattava di situazioni disperate, in entrambi i casi.
L'assassina sparì alla loro vista, in un violento turbine di piume nere, lasciandoli soli nell'atrio deserto del tempio.
Cassandra depose dunque la spada e si chinò sul corpo del giovane morente.
Di colpo sentiva su di sé tutta la responsabilità dell'accaduto, non se lo sarebbe mai perdonato, e grosse lacrime di rimorso ed angoscia scesero inevitabilmente lungo le sue guance.
Ad un tratto però, facendo appello alle ultime energie che ancora gli restavano, Maxi sollevò ancora la mano per sfiorare appena il volto della spadaccina.

- Non... Non piangere - sussurrò. - Non è stata... Non è stata colpa tua!
- Oh, Maxi - rispose lei, con voce rotta dai singhiozzi. - Se solo... Se solo fossi stata più forte, tu non...
- L'importante è che tu stia bene - tagliò corto lui, con un sorriso amaro sulle labbra. - E poi piangere fa venire le rughe, non lo sapevi ?

Cassandra si sforzò di sorridere, malgrado tutto.
Con una mano strinse forte quella di Maxi che l'accarezzava e, con l'altra, gli accarezzò a sua volta la fronte e il lungo ciuffo di capelli che gli ricadeva sul volto.

- Ah no, ti prego - si sforzò ancora di dire lui, nonostante i suoi occhi fossero ormai spenti. - Guarda qui, mi hai... Mi hai scompigliato i capelli...

Buffone fino alla fine, questo era Maxi.
Cassandra lo vide spegnersi in quel preciso momento, subito dopo aver detto quella frase.
Maxi aveva dato la propria vita per lei, non c'era amore più grande di questo.
In silenzio Cassandra lo strinse forte e lo abbracciò, anche se non sarebbe servito certo a riportarlo in vita, e solo allora capì quanto era stata sciocca nel non accorgersi prima dei suoi sentimenti.
Maxi l'amava.
L'amava al punto da non desiderare neppure che potesse piangere per lui.

- Perdonami, Maxi - mormorò la fanciulla, sentendo gli occhi bruciarle come davanti alle braci incandescenti di un caminetto. - Se piango è perché... non posso fare altrimenti!

FINE

   
 
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