Serie TV > 10 cose che odio di te
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Autore: DQPVF    20/04/2012    12 recensioni
Cosa avrà pensato il signor Stratford quando,entrato nella camera della sua adorata primogenita Kat per offrirle un abbraccio consolatore,ha malauguratamente scoperto che quest'ultima si trovava già in compagnia del suo affascinante Patrick Verona? Quale sarà stata la reazione successiva al conosciuto "non me ne vado" della serie televisiva?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Non me ne vado.”
Kat mi rivolge lo stesso sguardo di quando,da bambina, la sorprendevo nel pieno di una marachella,con quella sua aria mista di vergogna,colpa e rabbia. Non mi lascio intenerire né  piegare dai ricordi del passato, questa volta dovranno starmi  bene a sentire,lei e quella sottospecie di scimmione aggrovigliato fra le coperte del suo letto. Inconcepibile,proprio in QUEL letto,dove mi sedevo per raccontarle la favola della buonanotte,nella sua stanza,nella mia casa! Mi concedo un lungo respiro mentre continuo a fissarli con aria di disapprovazione. Lo scimmione,com’è che si chiama? Ah,giusto,Patrick,cerca inutilmente riparo sotto il cuscino,sembra spaventato,fa bene.
“Katherine” comincio con aria solenne,mentre lei nasconde il viso fra le mani,rassegnata;ogni volta che pronuncio il suo nome per intero è sicura di essere nei guai.
“Ragazzo” continuo,ammiccando un falso sorriso verso lo scimmione che ora ha cominciato a fissarmi titubante, “Sapete,sono appena tornato da un noioso convegno di ginecologi,un giorno prima del previsto come avrete sicuramente notato,desideroso di allontanarmi dalla monotonia del lavoro rintanato nella mia casa,con le mie ragazze,solo noi tre. Ironia della sorte,trovo la mia adorata primogenita intenta a buttare all’aria,nella MIA casa,c’è da ricordare, tutti gli insegnamenti di,(quanti saranno?,diciotto anni?),sul sesso e su come questo sia piacevolmente gradito a suo padre solo DOPO il matrimonio.” Riprendo fiato. Quando sono arrabbiato ho il brutto vizio di dire troppe cose  in maniera eccessivamente veloce,fino a rimanere senza respiro.
“ Non che sia strano,del resto,che una ragazza di questa età voglia trasgredire le leggi imposte da suo padre e dar voce agli impulsi naturali del suo corpo,ma mi chiedo:Perché nella mia casa,e magari anche senza le dovute precauzioni? Sapete quante ragazzine ho dovuto far partorire per questo scherzetto? Volete che ve lo ricordi? Ad esempio proprio l’altro giorno ..” Kat si alza dal letto,comincia a gridarmi contro,ponendo fine al mio straziante monologo. Mi dice che non è più una bambina,può fare quello che vuole quando e con chi desidera,che lei e Patrick non sono degli irresponsabili “bamboccioni”, non ha alcuna intenzione di avere un figlio alla sua età e che perciò posso stare tranquillo,le dovute precauzioni sono state prese.
Le rispondo che è vero,ha ragione,non è più una bambina, non posso decidere io con chi e quando desidera fare sesso,ma fino al momento in cui questo avverrà nella mia casa,sotto il mio tetto,ho tutto il diritto di dare inizio ad una snervante e imbarazzante ramanzina a lei e a il suo Tarzan. Sospira straziata,si allontana a passi veloci,la seguo,brontola sempre più forte adesso,si chiude in bagno sbattendosi violentemente la porta alle spalle. Continuo a parlarle dietro la porta ma con lo scroscio dell’acqua non riesce più a sentirmi. A lei penserò dopo,allora. Ritorno nella sua stanza appena in tempo per vedere quello strano ragazzo saltare fuori dalla finestra e scappare via velocemente lungo il vialetto. E non dovrei pensare che sia un uomo scimmia? Tipico poi,la sua protettrice lo abbandona lasciandolo in balia del padre psicopatico e lui scappa con la coda fra le gambe. Kat ritorna dopo qualche minuto. Si gira intorno per la stanza,mi guarda terrorizzata,domanda dov’è Patrick,che cosa gli ho fatto. “Non l’ho mangiato se è questo che temi” le rispondo con un pizzico di ironia nella voce. “ è scappato prima che avessi l’occasione di rigettare su di lui le mie prediche snervanti.” Alza gli occhi al cielo e si butta a peso morto sul letto disfatto,esasperata. Mi avvio verso la porta e la chiudo. Rimango a fissarla per qualche minuto cominciando ad accarezzarne la superficie morbida e lucente. “Kat”,sussurro con dolcezza “perdonami. So che sei cresciuta,ma per quanto possa sembrarti irritante resterai sempre la mia bambina,il mio piccolo cactus. E con tutto il bene che ti voglio spero che questa .. beh, esperienza con Patrick sia stata come l’avevi sempre sognata, e  anche che la lunghezza sia adeguata e soddisfacente.” La sento ridacchiare da dietro la porta che apre improvvisamente,gettandosi fra le mie braccia. “Ti voglio bene papà” mi sussurra nell’orecchio come non le sentivo dire da tanti anni. Mi stampa un bacio in fronte e sorridendo rientra nella sua stanza accostando con delicatezza la porta. Resto imbambolato davanti a quella dimostrazione di affetto improvvisa,a quella porta accostata come un invito ad entrare e restare nello stesso tempo distante. Come accadeva nel nostro rapporto,nella nostra vita. Rido,finalmente felice di essere tornato un giorno prima da quel noioso convegno per godermi la pace della mia casa. Mi avvio lentamente verso le scale quando un pensiero improvviso mi percorre la mente. Mi avvicino di nuovo alla porta facendo capolino con la testa dentro la stanza di mia figlia: “Aspetta,allora vorresti dirmi che davvero la lunghezza è  così tanto soddisfacente?”


  
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