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Autore: Cohava    22/04/2012    0 recensioni
Questa sarà una breve fanfiction romantica su Mikhail Barishnikov, un bravissimo ballerino classico che ha anche recitato in alcuni film.
Dal momento che non è famosissimo, su Internet non ho trovato niente di relativo al suo carattere e pochissime notizie biografiche, quindi mi sento libera di inventarmi tutto... del resto, scrivo per divertirmi.
Escluso -ohimè- il sig. Barishnikov, tutti i personaggi sono di mia fantasia e mia esclusiva proprietà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il treno dei desideri
"Dai dai dai dai dai... No. Porca miseria! E adesso che faccio!?" Perry, il mio gatto, mi rivolse uno sguardo di sufficienza, come a dire - devo suggerirtelo io?- Imprecai di nuovo.
Avevo appena ricevuto una lettera contenente l'ennesimo rifiuto alle mie richieste di lavoro, e davvero non mi ci voleva: mi ero trasferita da sei settimane appena in un appartamento più grande rispetto al mio precedente, e non potevo permettermi di restare senza lavoro a lungo.
Sospirai.
Ero riuscita a coronare il mio sogno di diventare attrice, a costo di molti sacrifici, e negli ultimi anni la fortuna mi aveva sorriso: avevo avuto parti importanti in un paio di film e questo mi aveva incoraggiata a tal punto che avevo deciso avventatamente di affittare quella bella casa senza aspettare di aver messo molti soldi da parte. Ovviamente, qualcuno aveva provato a dissuadermi, come la mia migliore amica, Frances: mi aveva suggerito di attendere qualche mese,giusto per accertarmi che la mia fortuna non fosse solo temporanea, ma non l'avevo ascoltata. "Mi sono innamorata di questo posto" Le avevo detto "Voglio che sia casa mia, voglio crescere qui i miei figli" Sembrava tutto così facile un paio di mesi prima... 
Lo squillo del telefono mi distolse da queste riflessioni.
"Pronto? Qui Mary-Rose Barren, che parla?" "Mary-Rose? Sono Carl. Devo dirti una cosa" A quel nome, mi feci subito attenta: Carl era il mio agente, e si era sempre fatto in quattro per aiutarmi.
"Dimmi" "Reggiti forte... Hai avuto una parte in un film!" "Oddio Carl, io ti amo!" "Mia moglie non sarà contenta" Rise lui "Ma aspetta di sapere tutto: sei stata scelta come coprotagonista, chiaramente dovrai fare un provino ma il posto è tuo al novantacinque per cento e, credimi, è una grande opportunità! Tra l'altro, ringrazia che io abbia avuto l'idea geniale di inserire nel tuo curriculum i premi di boxe femminile che hai vinto al liceo, e una nota riguardo il fatto che pratichi ancora questa attività: è per questo che sei stata resa in considerazione; comunque, il film non ha un budget altissimo ma nel complesso sei stata fortunata, ti pagheranno bene e il tuo coprotagonista sarà -reggiti forte-"
E qui, lo ammetto, mi sono lasciata trasportare. Non era ancora svanita l'euforia per aver visto svanire lo spettro della disoccupazione permanente, e forse per questo permisi alla mia fantasia di scatenarsi: a fianco di chi avrei recitato? Johnny Depp? Dustin Hoffmann?
"...Mikhail Baryshnikov!" "Eh?" "Mikhail Baryshnikov" Ripetè lui.
"Oh. Ehm, e chi sarebbe?"
D'accordo, ero un po' troppo delusa per essere una che si è appena rassicurata sulla sua situazione economica, ma capitemi... In fondo, era anche normale che fossi poco entusiasta, dopo aver scatenato l'immaginazione in quel modo.
"Non lo conosci? E' uno dei più grandi ballerini classici del mondo, vedrai che roba!"
Ok, se prima ero stata un po' delusa adesso lo ero veramente tanto. Un ballerino! Già me lo vedevo: un tizio filiforme, dal viso effemminato. Lo so, era un pensiero sciocco e superficiale, ma nessuno ha mai detto che le sensazioni debbano essere ragionevoli, no? E poi, se questo tale era un ballerino, sicuramente come attore sarebbe stato un disastro, lo sentivo.
In ogni caso, non avevo nessun diritto di essere irritata e mi bastarono solo un paio di secondi per ricordarmi che adesso avevo un lavoro, un lavoro ben pagato, quando fino a dieci minuti prima non ero certa di riuscire a tirare avanti fino al mese successivo, così abbozzai una risposta gentile per Carl e lo ringraziai ancora prima di chiudere la comunicazione.
Riappesi.
Mi guardai intorno. Lasciai vagare lo sguardo nel soggiorno chiaro e luminoso, dall'arredamento elegante e sobrio ai miei libri già sistemati sulle mensole alle pareti, al cuscino dove Perry si era accoccolato. Fu in quel momento che mi resi pienamente conto della situazione: quel posto bellissimo in cui stavo era casa mia, la casa che avevo sognato di costruirmi e che avevo ottenuto con fatica, e mi era appena stata offerta l'opportunità di dimostrare a Frances e a tutto il mondo che, dannazione, io ero Mary-Rose Barren e che potevo farcela. Potevo vivere la mia vita, senza l'aiuto di nessuno.
Improvvisamente scoppiai a ridere di gioia. E quando andai a letto, quella sera, il pensiero del fantomatico Mikhail Qualcosa, sconosciuto (a me) ballerino dalle dubbie capacità recitative non lasciò nella mia mente più che un'ombra di scontento.
  
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