Omoide no Niji ~
C’è l’arcobaleno.
C’è l’arcobaleno e ogni colore è
il sorriso di Nadeshiko.
Nadeshiko era così. Lei
entrava nella vita delle persone, l’illuminava, la rendeva migliore. È
Nadeshiko, quell’arcobaleno. La sua Nadeshiko.
C’è un giardino di rose umide di pioggia, una
finestra affacciata su un mondo di silenzio, un vecchio che piange al balcone.
Sakura è così. Lei entra nella vita delle
persone, l’illumina, le fa fare pace col passato e la schiude al futuro. È
Sakura, quell’arcobaleno. La sua Sakura.
C’è un vecchio che piange, una donna che
stringe al petto un dipinto, e ogni respiro è un ricordo.
E da qualche parte c’è un uomo che mette in
moto un’auto e rivolge al cielo un sorriso identico.
E c’è l’arcobaleno.
Grazie, Sakura.
[ 123 parole ]
Spazio dell’autrice
In tutta onestà, non mi aspettavo di ritornare al mio
primo fandom con una storia che non fosse l’ennesima
Shaoran/Sakura. Ma... Ma.
Reduce da una nuova visione dell’episodio 16, Un arcobaleno di ricordi, mi sono
ritrovata a riflettere su quanto questo anime sia – ancora e sempre –
in grado di trasmettere, anche al di là dei valori di sentimenti come l’amore
e l’amicizia. La famiglia: ecco, la famiglia
è una cosa su cui non mi ero soffermata spesso. Non qui. E invece, oggi scopro
che Sakura Kinomoto è l’apoteosi del
vero significato della famiglia.
È stato bello commuovermi così tanto per Masaki, per Sonomi, per Fujitaka.
È stato bello soprattutto scoprire che, dopo tanti
anni, sono ancora in grado di piangere sul mio anime preferito. ♥
Aya ~