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Autore: themissingpiece    22/04/2012    8 recensioni
Li abbiamo lasciati così: Alex che se ne va, lasciando Joseph e tutta la sua nuova vita dietro di sé. Un nuovo inizio, nuovi sorrisi, lacrime, parole mai dette che usciranno come sorprese. Siete pronti per farli tornare tutti nella vostra vita? Se la risposta è positiva mettetevi comodi e iniziate a leggere.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*non uccidetemi, non uccidetemi.*
sono tornata -come al mio solito- con un ritardo claamoroso!
beh, sono felicissimissima per le recensioni che mi scrivete perché siete troppo
kfjvankljfvnkdbjdnkfj :')
comunque, ammetto che questo non è uno dei miei capitoli migliori,
ma non potevo aspettare ancora a postare!
quindi spero che nonostante tutto mi facciate sapere cosa ne pensate <3
xx


G.
 

Don't take me away from him
capitolo sette



Guardai nuovamente l'orologio le cui lancette sembravano rincorrersi e mi resi conto che non ricordavo neanche da quanto tempo ero in quella stanza.

Tornai a fissare il ragazzo steso sul letto mentre mi auto convincevo che stava semplicemente dormendo, che da lì a poco avrebbe aperto gli occhi, mi avrebbe sorriso e saremmo usciti a mangiare qualcosa insieme.

Afferrai stancamente la chitarra appoggiata vicino alla poltrona dov'ero seduta e mi misi a strimpellare qualche accordo per noia.

Le braccia ricadevano stanche sulle corde dello strumento, ma quando tra un pezzo e l'altro mi resi conto che stavo suonando l'inizio di una canzone, i muscoli presero energia e così anche la mia voce.

«..there are many things that I would like to say to you but I don't know how, because maybe you're gonna be the one that saves me and after all you're my wonderwall» quale canzone meglio di quella? Anche se, venne improvvisamente interrotta dall'aprirsi della porta. «Amore» «Joe» il mio tono uscì più duro del solito, come se mi avesse infastidito il suono di quel nomignolo in presenza di Jack immobile su quel letto. «Tesoro, torniamo a casa, ti riposi, mangi qualcosa e poi torniamo» sospirai chiudendo gli occhi, quante fottute volte dovevo ripeterlo? «Io non torno a casa finché lui non apre gli occhi, capisci? Voglio esserci quando si sveglierà, non posso permettermi di andarmene così» lui si avvicinò, accostandosi alla poltrona «Sei qui da giorni e hai fatto al massimo una passeggiata per il corridoio qua fuori. Hai bisogno di uscire, di respirare aria fresca» sorrisi sentendo quelle ultime parole. Mi alzai lentamente con le gambe che quasi cedevano, mi avvicinai alla finestra, l'aprii e fece un grosso respiro «Sei felice? Ho respirato aria pulita, ora lasciatemi in pace, tutti quanti».

Si morse il labbro sconfitto, poi si alzò senza dire una parola e uscì dalla stanza. La verità è che mi sentivo un po' in colpa e mentre mi andavo a risedere mi scese anche una lacrima giù per la guancia, ma me l'asciugai immediatamente pensando che lo facevo per Jack, che non potevo lasciarlo un'altra volta.

Continuai a guardare il ragazzo e poi l'orologio, il ragazzo e poi l'orologio finché gli occhi non si fecero troppo pesanti..

 

 

 

«Alex, stai un attimo zitta?» sbuffai come una bambina piccola e misi le braccia incrociate mentre lui mi trascinava ancora «Voglio sapere qual'è la sorpresa, siamo arrivati? Lo sai che odio essere bendata!» lo sentii ridacchiare e finalmente si fermò. Respirai profondamente e riconobbi il profumo dei peschi.

Sorrisi e poi sentii le sue labbra sulle mie che si muovevano lente e dolcemente «Non pensare di cavartela con un bacio caro mio, dovrà essere una sorpresa che mi faccia dimenticare l'ultima ora e mezza che ho passato bendata» dissi facendo il tono da arrabbiata. Lo sentii spostarsi dietro di me «Oh, fidati lo sarà tesoro» sussurrò e poi slegò la benda.

Quando gli occhi si abituarono alla luce mi resi conto di non aver mai visto niente di più bello e spettacolare: era un prato immenso che sembrava un lenzuolo verde con disposti in file più di cento peschi che davano colore.

Alcuni petali dei fiori cadevano sull'erba e sembrava chepiovessero dal cielo.

Mi voltai verso il ragazzo e mi accorsi che mi stava osservando con un grosso sorriso stampato sulle labbra. Mi avvicinai e con un filo di voce dissi «Mi hai portata in un piccolo angolo di Paradiso, lo sai vero?» lui semplicemente annuì e mi stampò un bacio a fior di labbra per poi afferrare la mia mano e intrecciarla nella sua.

Camminammo per tutto il prato guardandoci in giro, correndo, baciandoci, finché ci sdraiammo sfiniti per terra. «Perché?» chiesi di punto in bianco continuando a guardare il cielo «Perché cosa?» «Perché mi hai portata qui?» rimase per poco in silenzio prima di decidersi a rispondere «Ti volevo far vedere che a volte anche all'inferno si trova uno spazio di Paradiso e per me, in quest'inferno, sei tu» mi voltai verso lui con gli occhi lucidi e lo baciai.

Le sue mani s'intrecciarono ai miei capelli e io mi stesi sopra di lui. Le nostre bocche si univano come tessere di un puzzle, si cercavano, erano calamite. Le sue mani cercavano la mia pelle che bruciava a contatto con la sua. Tutto però era diverso, era più calmo, dolce, tutto era amore. I suoi respiri, l'intrecciarsi delle nostre mani, dei nostri corpi, le parole che sussurravamo. Erano amore. Eravamo amore.
 

 

Mi svegliai di soprassalto con le lacrime agli occhi per quel ricordo così vivo ancora nella testa.

Non volevo perdere tutto quello, non volevo perdere lui.

Non riuscivo a pensare ad un singolo giorno senza lui, la sua voce e i suoi sorrisi.

«Jack, svegliati. Jack ti prego, ti prego apri gli occhi, ti scongiuro, fallo per me, fallo per noi due.» sussurrai tra i singhiozzi, ma lui non mi sentiva.

Lui non mosse un singolo muscolo e il mio cuore sembrava rallentare, voler fermarsi, opporsi ad una vita senza lui.

La porta della stanzetta si aprì nuovamente «Alex, o esci di qui o ti portiamo via con la forza» disse Josh severamente, ma io scossi la testa «Non potete portarmi via da lui, no, no». Poi improvvisamente sentii Steve e Josh prendermi di peso e allontanarmi da quella stanza, allontanarmi da quell'ospedale e io non avevo neanche le forze per oppormi o semplicemente urlare.

Quella fu l'ultima volta che vidi Jack in quella stanza.

 

  
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