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Autore: Bcnlife    25/04/2012    7 recensioni
Una DECISIONE che non poteva certo non avere conseguenze su di LEI o sulla sua vita, una scelta dettata in primo luogo dall'indole generosa che possedeva e che la spingeva ad ospitare ed ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. LUI non era certo il tipo di persona che si facesse trasportare dai sentimenti che definva appunto "idiozie terrestri". Comunque, pur volendo, non aveva alternative, così si era dovuto abituare a vivere con degli "inferiori" e con quella Donna che da lì a qualche anno lo avrebbe reso diverso; stava appunto al tempo definire questo CAMBIAMENTO positivo o meno.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Era nella Gravity Room, marchingegno creato da Bulma e suo padre, che Vegeta passava gran parte delle proprie giornate, allenandosi e spingendosi oltre i propri limiti, distruggendone qualche piccola componente ogni giorno, per poi riconsegnarla ai leggittimi creatori perchè fosse aggiustata per l'indomani. Bulma, dal canto suo, non era certo felice di dover sgobbare per qualcuno che non l'avrebbe neanche ringraziata, ma in qualche modo, Vegeta la stava aiutando a non pensare più a quella storia con Yamcha che stava andando sempre più alla deriva.

Un giorno, dopo aver esagerato un pò più del solito negli allenamenti, Vegeta decise di dirigersi nella propria stanza, inconsapevole di ciò che avrebbe trovato, infatti un'aurea al quanto debole vi si aggirava all'interno.


« Quella Donna è nella mia stanza, cosa diamine vorrà? ».

 

* Flashback *

La sera precedente il Sayan si era diretto per l'ennesima volta nel laboratorio di Bulma per darle commissioni. Vegeta aveva intenzione di continuare gli allenamenti per tutta la notte, pretendeva per cui, che tutto fosse pronto nel giro di una mezz'ora. Bulma esasperata dal caldo e dalla stanchezza, sbottò così:

« Razza di scimmione che non sei altro, cosa credi, che sono nata con l'unico scopo di lavorare per te? Quando ti rinchiudi nella tua stanza per riposare dopo gli allenamenti, ti pare che io venga ad esasperarti? Sei solo un insensibile, lo capisci o no che devo dormire anch'io? ».

Vegeta a quelle parole capì che non avrebbe dovuto calcare troppo la mano, nonostante una vena pulsasse sulla sua fronte, o non avrebbe avuto niente nè quella sera, nè in nessun altro momento.

Così le se avvicinò, la distanza che li separava era minima e le disse con tono al quanto pacato per i propri standard:

« Donna, sarebbe il caso tu andassi a dormire, sei più estenuante del solito e ce ne vuole perchè questo accada! ».

Nonostante quest'ultima frecciatina, Bulma si stupì. Era stato abbastanza comprensivo; i suoi occhi, scuri come il cielo notturno, le sembravano vagamente meno rabbiosi del solito e lo sguardo meno corrucciato. I due si congedarono così, senza continuare la conversazione.

Bulma immersa nei suoi pensieri si accorse si voler sapere di più sul conto di quel Saiyan, d'altronde era una scienziata e la curiosità faceva parte di lei e del suo modo di essere.

Essendo lui sempre impegnato nella GR, Bulma decise che ogni momento sarebbe stato quello giusto per infilarsi in camera sua, alla ricerca di informazioni utili.

* Fine flashback *

Così fece, infatti, il giorno successivo. Entrando, si scontrò immediatamente con il comodino e fece cadere una delle tute da combattimento appesa lì vicino, l'ordine che il Saiyan vi dedicava era incredibile. Bulma pensò:


«Se dedicasse tutta questa delicatezza nel socializzare con il prossimo, sarebbe la persona più conosciuta della città.».


La ricerca, però, durò ben poco.

Si materializzò sul terrazzo un'ombra, Bulma intuì subito di chi si trattasse ed impallidì all'istante. In un baleno Vegeta le fu vicino e lo sguardo, questa volta, era evidentemente infuocato. Sbottò, dicendo:


«Donna, non posso credere che tu sia così sfacciata, hai pochi istanti per darmi una giustifacazione.» amava far spaventare le proprie vittime, anche se Bulma non poteva definirsi tale, perchè in tal caso non avrebbe avuto neanche il tempo di giustificarsi.


Lei deglutì lentamente e cercò nella propria mente di trovare una risposta sensata, ma tutte le sembrarono banali ed improponibili. All'improvviso sentì la madre urlare:


« E' pronta la cena! ».


Così colse la palla al balzo:


« Ero venuta per dirti questo. Ci omaggerà della sua presenza vostra altezza? » disse con sarcasmo.


« Tsk! Non sei spiritosa. » sapeva di non vederci dalla fame, per cui fu costretto a seguirla al piano di sotto.


La ricerca di Bulma, però, non sarebbe certo finita lì, ne era sicura.

 


Lo so, è un po’ cortino come capitolo, ma essendo il primo è più che altro un’introduzione di ciò che sarà la storia. Grazie per l’attenzione a chiunque la leggerà. :)
 

  
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