questo è il 2 capitolo...
non siate troppo critici...infondo qst è un lavoro di tanto tempo fa...
l'ho fatto quando avevo 15-16 anni quindi non è perfetto ed io ho deciso di non modificare nulla...
l'emozione che provavo nel scriverlo è indescrivibile e solo le parole usate possono rendere l'idea di quello che c'è stato...
leggete e commentate....
vi ricordo che la vicenda è drammaticamente autobiografica...
II°
Nei giorni seguenti il suo
risveglio cambiò. Sentiva che era cambiato qualcosa e che questo qualcosa le
faceva molto male.
Il canto del gallo le sembrava
quasi il soave canto dell’usignolo, le urla della madre le sembravano dolci
poesie e il suono della sveglia sembrava dolce musica suonata al piano dagli
immortali maestri della musica classica.
Solo che ogni giorno andando a
scuola doveva sopportare le crudeli angherie del suo compagno Stefano e del
brutto ceffo. Ogni giorno puntualmente alla stessa ora non poteva sfuggire alle
spinte forti e dolorose che quei tipi con tutta la loro crew le
infliggevano.
Nel frattempo stavano
succedendo cose strane nella sua vita. Innanzitutto aveva chiuso
definitivamente, da un giorno all’altro, con la sua amica Marika e così si
chiudeva un lungo periodo di vita che non sarebbe mai più tornato e che lei non
avrebbe mai dimenticato. Era finito il tempo dei murales e della breakdance. Era
il momento di pretendere di più dalla vita.
Le angherie dei suoi compagni
di scuola continuavano e Rossella e Paola notavano con meraviglia che lei
stava cambiando e che parlava sempre più frequentemente e appassionatamente di
quell’amico di Stefano, il brutto ceffo che lei chiamava “Pazzo” e che tutti
chiamavano “Pig”. Le facevano notare questo e lei accanitamente rispondeva che
erano tutte e sciocchezze e che lei lo odiava… Ah! Sciocca ingenuità! Quando
l’Amore arriva non te ne accorgi e tutto ciò che sai fare è negare… E lei negava
fermamente. Era proprio convinta che quello che dicevano le sue amiche era una
scemenza. Lei sapeva bene cosa voleva dire amare. Aveva amato molti ragazzi
nella sua vita. Diceva di saper riconoscere l’amore. Era certa che non si
sarebbe mai innamorata di quell’energumeno. Ma cosa voleva saperne lei
dell’amore? Può dirsi amore quell’affetto che si prova a cinque anni per il
proprio migliore amico? Può chiamarsi amore quella attrazione che si prova a
dieci anni per il ragazzo più grande della scuola? Si può definire amore
quell’insieme di sentimenti che si provano per sciocchi ragazzini e che
finiscono nel giro di un’estate?
Per lei era
così…
E intanto il tempo passava… Le
spinte si facevano più forti… E le sue emozioni e i suoi sentimenti cambiavano.
Lentamente come la neve che cade leggiadra nel cielo… Però cambiavano…
Lentamente si apriva a quelle sensazioni che sapientemente e scioccamente
cercava di fuggire.
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