Film > Pirati dei caraibi
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Autore: _Frency_    26/04/2012    0 recensioni
Provate a immaginare una Elizabeth stanca di aspettare il suo amato, un capitan Jack Sparrow in cerca di avventure e una fonte che non aspetta altro che essere trovata. Aggiungete un Will Turner che vive da tempo in una tormentata conflittualità interiore. Immaginate un gioco di complicati equilibri, che si muovono a tempo con la marea. E se i loro destini si scontrassero una volta ancora? Ma si sa, il gioco è bello finché corto, quindi saranno in grado di mettere la parola “Fine” alla loro comune avventura?
Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il secondo capitolo! Ho visto che leggete, ma non recensite :(  
Mi lasciereste un commentino, anche piccolino piccolino, giusto per sapere che ne pensate?
Grazie in anticipo!

Capitolo 2: A Tortuga per ritrovare vecchie conoscenze.

“Sveglia mozzo! Siamo arrivati!” una voce rude e un alito di rum pestilenziale la svegliarono, sottraendola al suo sonno tormentato. Barcollò sin sul ponte: il mare era calmo e piatto, il cielo terso: giornata splendida, in poche parole. Fece un veloce cenno di saluto al vecchio capitano e scese agilmente dalla scaletta e con un piccolo salto fu a terra. Il profumo della salsedine era, se possibile, ancor più acuto che a Port Royal; le vecchie locande dall'aria dismessa pullulavano di ubriaconi già a mezzogiorno...e poi tanta gente, corsari in cerca di una ciurma, pirati dai larghi cappelli e le mani inanellate, vecchi storpi che brancolavano appoggiati a nodosi bastoni, donne dall'aria poco raccomandabile strizzate in abiti dai corsetti consunti. Per la giovane fu come un salto indietro nel tempo, e tanti ricordi l'assalirono soffocandola in una marea di pensieri aggrovigliati, come un gomitolo di lana. Diede un'occhiata veloce ai nomi delle stamberghe...no, il posto che cercava lei era lontano, praticamente dalla parte opposta dell'isoletta, se voleva raggiungere il suo obbiettivo entro sera le serviva una cavalcatura con cui muoversi più velocemente...bingo!, pensò vedendo un cavallo che si abbeverava in un vecchio secchio. Si avvicinò all'animale con passo furtivo e prese ad armeggiare con le briglie che lo legavano ad un paletto di legno. Con poche veloci mosse sciolse il nodo e, con un balzo, montò in groppa all'animale, il quale, preso di sorpresa mandò un acuto nitrito e si lanciò al galoppo, facendosi largo tra la gente a suon di calci e morsi. La ragazza non poté fare a meno di sorridere allegra...ah, come le erano mancate cose di quel genere: furtarelli, infischiarsene apertamente degli altri, non rispettare le regole. Essere se stessa. Già, perché non era lei quando sorrideva fintamente felice alle cene di gala, o ascoltava annoiata i consigli del vicegovernatore, o ancora indossava un abito sgargiante. Quella era solo una maschera, un'enorme farsa che era abituata a portare avanti fin da bambina, fin quando non aveva conosciuto Lui. Perché non si può non cambiare dopo aver conosciuto uno come lui, semplicemente non si può. La vera lei era...una piratessa, fatta e finita. Involontariamente, quella parola le faceva salire le lacrime agli occhi, ma si fece forza e le ricacciò indietro, sorridendo amara. 
Erano passate alcune ore, dovevano essere all'incirca le tre del pomeriggio; si permise una piccola sosta...più per il cavallo che per se. Ricominciarono la loro corsa sfrenata e lei capì d'essere giunta a destinazione solo quando il cielo tinse di rosa e il mare assunse una splendida colorazione azzurrina.
Il primo segno inconfondibile furono i canti sguaiati, il secondo il rumore di spade che cozzano, il terzo la puzza d'alcol che si sentiva da miglia. Lasciò il cavallo in una macchia d'alberi dietro la locanda e aggirò la costruzione fino a trovarsi difronte al molo: vi era ormeggiata una nave, una nave dalle vele nere. La ragazza entrò, o meglio, si fece largo a forza tra ubriaconi e pirati che facevano a botte sul pavimento di legno dalle assi scricchiolanti della locanda. Era una delle più grandi di  Tortuga e la preferita di quasi ogni corsaro. Aggirò un paio di tavoli, declinò una ventina di inviti a bere “un goccino” (che si trasformava sempre in un boccale da due litri...) e scavalcò un vecchio addormentato che russava in modo assurdo. Dopo poco lo vide: era di spalle, ma lei lo riconobbe immediatamente, dopotutto non ci si dimentica facilmente di un tipo come lui...

Il solito cappello tricorno calcato in testa, il nodo della bandana rossa che spuntava tra la massa di capelli castani pieni di treccine e perline varie. La spada penzolava nel fodero ed era semi coperta dalla giacca che gli arrivava al ginocchio. Per un attimo la ragazza rimase impalata a fissargli la schiena, lui stava parlando con un uomo dai capelli brizzolati e le basette assai lunghe, il volto coperto di cicatrici...Mastro Gibbs. Capitano di seconda della Perla Nera, era meglio noto come “Tarda testuggine di mare”, soprannome affibbiatogli dal capitano che aveva qualche difficoltà a ricordarsi i nomi.
La giovane aveva pensato tante volte a come sarebbe stato rincontrarlo...ed ora eccolo lì, impegnato a discorrere con il suo compagno d'abbordaggi...ancora faticava a crederci, ma era vero. Con passo dapprima incerto e poi via via più sicuro gli si avvicinò, fino a picchiettargli con mano tremante su una spalla “Capitan Jack Sparrow?” gli chiese con voce fievole, sapendo bene la risposta. Lui si girò e, appena vide la persona che gli stava di fronte, il suo cuore perse un battito: difatti la ragazza aveva tolto il cappello con un gesto elegante e ora una cascata di riccioli dorati le ricadevano sulle spalle.

“Elizabeth...?” chiese lui con voce incerta e gli occhi sgranati; anche Gibbs la stava guardando e sorrideva sorpreso.

“Già...” disse “Allora, Sparrow, pensi di offrirmi qualcosa o resterai lì a fissarmi a bocca aperta?” domandò con ironia, più per spezzare quella tremenda tensione formatasi che per la voglia di bere.

“Ma certo, milady! Ehi tu, sì, tu...un boccale di rum, svelto!” disse ad un giovanotto che girava tra i tavoli. Si poteva dire tutto di Jack, ma non che non si sapesse riprendere in fretta dalle sorprese, infatti, dopo il primo momento di sgomento, stava seduto accanto ad Elizabeth con un ghigno stampato in volto, apparentemente tranquillo.

“Quanto tempo, gioia è proprio tanto che non ci vediamo...ad essere sincero avevo smesso da tempo in una tua...come dire...visita.”

“ In effetti, Jack, la mia non è proprio una visita di piacere, nel senso, non sono venuta da te perché non avevo nulla da fare.”

“Beh, mi sembra giusto, guai a rivedersi in condizioni tranquille...uff!”

“Oh, avanti Jack, sono tre anni che non ci vediamo, ti prego di essere comprensivo o almeno di ascoltarmi!” s'accese lei.

“Ok...” bofonchiò contrariato lui.

“Bene, intanto, come sono passati questi anni? Tutto un rubare, sgozzare, navigare?” chiese interessata.

“Mah...signor Gibbs, come definireste voi questi anni?” chiese con un sorrisino al suo secondo.

“Duri, miss Swann, molto duri, più dei precedenti...tra spagnoli e la vostra Compagnie delle Indie...massacranti.”

“Esatto” sibilò Jack, “Ma tu, dolcezza, che mi racconti?” domandò sornione.

“Direi anni pieni di solitudine, sì, sono stata molto sola...purtroppo...”disse con voce malinconica, poi aggiunse: “Jack, la mia vita era migliore tra assalti e bordate, fughe spericolate e duelli sanguinosi, pazienza se rischiavamo di morire!!”

“Non immagini come ti capisco...” sbuffò lui “Comunque Lizzie...come mai a Tortuga, potendo essere in un salotto a sorseggiare the in compagnia di eleganti signore? Capisco la noia, ma venire sin qua per così poco, non mi sembri il tipo!”

“Beh...preferirei parlarne in privato” disse scoccando un occhiata a tutta la gente lì intorno

“Mah, sono tutti ubriachi e rimbecilliti, non ti sentirà nessuno. Se però ti riferisci a Mastro Gibbs...” disse, accennando al vecchio amico di sloggiare.

“No, no, non è assolutamente per il signor Gibbs.” rispose sorridendo affabile all'interessato “Mi riferivo all'altra gente...la marina sicuramente mi starà cercando e potrebbero esserci soldati...vabbè io ti spiego, se poi succede qualcosa è colpa tua, chiaro?”

Jack fece un segno di assenso con il capo, cercando  immaginare di cosa stesse per parlargli la ragazza.

   
 
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