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Autore: Vichannie    27/04/2012    0 recensioni
Annyeong! Questa è la mia prima LongFic in assoluto, so è probabile scriverò un mucchio di cavolate ^^"" [possibili cambi di pairing/JongKey]
JongHyun ferisce KiBum per uno stupido errore dettato dalle sue incertezze ma, quando si rende conto di amarlo, KiBum sarà pronto a perdonarlo? Sarà forse troppo tardi? O magari, qualche scheletro del passato tornerà a infestare le loro vite, complicandole ancora di più?
E chi può mai sapere cosa combinerà il nostro Bling Bling per riconquistare la Divah ferita...
Riusciranno a superare le loro *brillanti debolezze*??
Dal primo capitolo:
"-- It’s just a mistake. Forget everything, Kim Kibum.
E con queste atterranti parole pronunciate in un inglese stentato, il mio sogno si era dissolto nel nulla più assoluto. Il mio amore mi aveva lasciato in quella stanza impregnata di lui ad accasciarmi al suolo contro il muro freddo come le sue dita, portandosi via il mio cuore che gli avevo affidato credendo in un noi."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2

 
Mi svegliai soprassalto, con la spia della sveglia che segnava le 5.30 a.m.
Non riuscivo a ricordare il sogno, sentivo solo una valanga di sentimenti che calava sempre di più il suo peso sul mio cuore: preoccupazione, tristezza, disperazione, solitudine, e perdizione.
Chiusi gli occhi per sforzarmi di ricordare, sentivo di doverlo fare. Ma niente.
Nervosamente, mi alzai dal letto. Toccai il pavimento con i piedi scalzi e un brivido di freddo si aggiunse a quelli che già mi procuravano tremiti in tutto il corpo.
Cercai di fare un passo, ma inciampai nel tappeto e mi trovai lanciato sul letto di Onew, che urlò dallo spavento.
-- Aaah!! Aiuto!
Subito si accesero le luci della stanza, che mi accecarono facendomi strizzare gli occhi con un lamento.
Vidi Minho che, già stranamente vestito e pronto, stava sulla soglia della stanza.
-- Key?! Ma che fai? -- mi chiesero in coro lui e Onew.
Non riuscivo a rispondere, ancora troppo provato dalla luce. Riuscii solo a gemere, e sentire una voce accusarmi con tono di disprezzo:
-- Sempre a saltare addosso ai ragazzi, tu.
Con un ennesimo sussulto, sbarrai gli occhi verso la porta della camera adiacente.
Questo era troppo! Sentii la rabbia che si era nascosta fin ora dietro la tristezza salire sempre di più. Sentii delle farfalle nello stomaco, ma di certo non lo stesso tipo che mi aveva sempre provocato quel ragazzo. Sentii del calore diffondersi dal ventre fino alla testa, e l’adrenalina scorrermi nelle vene come non mai. Mi si stapparono le orecchie, iniziai a vedere meglio del solito e le mie mani iniziarono a tremare - Hulk!
-- TU! Sei solo uno stupido, deficiente, pallone gonfiato! Ma vuoi sapere le news di oggi?! Non sei niente! Non hai significato, sei solo capace di lamentarti come un bambino dalla mattina alla sera! Non sai fare altro che sbattere i piedi per terra quando vuoi qualcosa finché non la ottieni, per poi buttarla per terra e fregartene come se fosse un inutile giocattolo rotto! Sarai anche mio Hyung, ma devi ancora crescere un bel po’ e imparare cos’è veramente la vita! GET LOST!!
Mi avviai verso la porta, dove stava Minho, completamente rosso in volto. Arrivato alla porta di casa, ancora in pigiama e senza guardarmi dietro, urlai: -- E io non sono un altro dei tuoi giocattoli! -- per poi spalancare la porta e uscire sotto il sole che iniziava a sorgere e scaldare la giornata.
Mi misi a correre, scalzo e sofferente, senza ben far caso a dove stessi andando e agli sguardi che ogni tanto mi trafiggevano.
Dopo aver corso per dieci minuti buoni, con ancora le lacrime agli occhi, mi fermai davanti ad un’alta casa scura: il dormitorio degli Exo-K.
Mi avviai affranto verso il portone.
La loro abitazione era così diversa dalla nostra, una tranquilla villa giallognola.
Quell’edificio si ergeva su tre piani - chissà cosa tutto ci sarà stato - oscuro e prepotente. La facciata che puntava verso est era interamente a vetrata - io non avrei mai accettato di vivere con un quarto di casa così scoperto, dove sarebbe la privacy?! Era circondata da un giardino che, in contrario alla casa, era completamente verde con una decina di aiuole di diversi colori ben tenute e che illuminavano l’atmosfera.
Notai che dalla pensilina sulla porta d’ingresso, scendeva in una cascata un glicine e mi lasciai calmare dal profumo che tanto amavo.
Presi un ultimo respiro profondo e suonai, senza pensare che fosse solo l’alba, e sabato.
Sentii del fracasso arrivare dall’interno, e poi un “yawn, sto arrivando”.
La porta si aprii, e mi ritrovai davanti ad un Chanyeol zombie che, come mi riconobbe, strabuzzò gli occhi e mi salutò inchinandosi un po’.
-- Key Hyung, che ci fai qua a quest’ora?? -- mi chiese educatamente. Mi squadrò un attimo e notando le mie condizioni - oddio, chissà com’ero messo!! - mi fece accomodare. -- Se vuoi il bagno, è da quella parte.
Come avevo notato durante l’incisione di “two moons”, quel ragazzino riusciva proprio a capirmi al volo.
Mi diressi verso il corridoio a destra che mi aveva indicato, camminando incerto. Aprii la porta rossa ed entrai, cercando poi la chiave per abitudine. Er, peccato non ci fosse.
Come prima cosa mi guardai allo specchio appeso alla parete. Per poco non mi misi a urlare! Povero Chanchan, l’avrò certamente spaventato apparendo fuori dalla porta in queste condizioni.
Mi lavai il viso sistemandomi un po’ tutto alla bell’e meglio. Poi, imbarazzato, ritornai nel salotto per ritrovare il ragazzino.
-- Chanyeol, potrei chiedervi un favore? -- chiesi debolmente, trovandolo seduto sul divano a bere da una tazza rosa.
-- Certo, Hyung. Dimmi.
-- Potrei farmi la doccia? E potreste prestarmi dei vestiti? So di essere arrivato qua in stati pessimi, a un’ora pessima, a chiederti cose pessime, ma mi saresti davvero d’aiuto, Dongsaeng. -- singhiozzai.
Subito si alzò e si avviò verso un corridoio a sinistra, entrando in una stanza. Dopo un paio di minuti fece ritorno con una pila di vestiti e un paio di scarpe.
-- Certo, sarebbe un onore aiutarti! Questi sono di Kai, credo che ti possano stare. Ora và pure, non preoccuparti, prendi tutto il tempo che ti serve. Gli asciugamani sono nel secondo cassetto del mobile blu!
Mi urlò mentre mi riavviavo per il corridoio come un automa.
Mentre mi facevo la doccia, mi vennero in mente un sacco di domande. Che cosa staranno facendo i miei compagni? Cosa si saranno detti? Dovrei tornare subito? Avevamo delle prove alle otto, forse?
Oh, chi se ne fregava delle prove! In quel momento m’importava solo di Jonghyun, purtroppo. Non volevo pensargli, ma come potevo non farlo?! Tutti i miei pensieri, positivi o negativi che fossero, mi riportavano a lui.
-- Maledizione!!
-- Kibum, tutto okay? -- mi chiese Baekhyun da dietro la porta.
Baekhyun, un nome così simile a…
-- Si si! Non preoccuparti!
Chiusi l’acqua e mi asciugai. Mi misi i vestiti di Kai: una t-shirt con la bandiera dell’Inghilterra, un paio di pantaloni di canadese neri a cavallo basso. Indossai le Kawasaki blu - Chanyeol si era forse preoccupato dell’abbinamento o era un caso? - e uscii, facendo svaporare la stanza.
Chiesi l’ora a Suho, che si stava aggirando come un fantasma inpigiamato per gli infiniti corridoi di quella casa.
-- Uhm, sono le sette meno venti.
Cavolo, era passato così tanto tempo?!
Ringraziai inchinandomi, promettendo di riportare al più presto gli effetti personali di Kai e mi riavviai verso la mia villetta gialla, nonostante tutto camminando il più lentamente possibile per prolungare il tempo di solitudine.
Quando ero arrivato a casa, non c’era nessuno. Avevo solo trovato un biglietto del Leader che mi avvisava che li avrei trovati al bar “One Million Roses”. Un post scriptum aggiungeva che Jjong non ci sarebbe stato.
Così riuscii di casa e andai verso il locale con l’ansia che aumentava. Mi chiedevo come si sarebbero comportati, come mi sarei dovuto comportare io, se e cosa mi avrebbero potuto chiedere.
Alla fine mi ritrovai davanti alla porta vetrata del bar e decisi che mi sarei comportato come niente fosse.
Li cercai in tutto il locale, ma non c’erano da nessuna parte. Così chiedi al barista, che mi consegnò un altro post it.
Quest’ultimo diceva che erano ormai andati alla sala prove. Ps. Lì Jonghyun ci sarebbe stato naturalmente.
What the hell?! Cos’era quella, una caccia al tesoro?
Non presi niente, ma ringraziai del messaggio. Quando fui fuori, presi subito un taxi, sperando di non arrivare troppo tardi pure là e farmi propinare un’altra nota.
Fui fuori dall’edificio in un quarto d’ora, e l’orologio della macchina segnava le dieci passate da poco. Salii velocemente le gradinate e mi catapultai nella saletta dallo sfondo stile cielo.
-- ANNYEONG!!
Tutti si girarono verso di me. Taemin mi fece cenno di unirmi a loro velocemente.
Provammo un sacco di coreografie diverse, di canzoni provenienti da un po’ tutti gli album. Fu tutto molto rapido e indolore, oltre alla stanchezza. L’unico “probleminininino”, fu durante Sherlock. Ogni volta che dovetti mettermi di fronte a Jonghyun per cantare il pre-chorus, per poco non mi veniva da saltargli addosso e pestarlo - yay peace! - per come mi guardava. Che nervi!
A casa pranzammo in silenzio con pollo fritto e kimchi, facendo probabilmente tutti finta di star seguendo il film alla televisione.
Poi, come di loro consuetudine, Minho e Taemin andarono in camera, e Onew uscì per passeggiare. Così mi ritrovai da solo con Jonghyun, e decisi di prendere la palla al balzo e cercare di chiarire.
-- Mi vuoi dire perché ti comporti così? Okay, posso sopportare quando mi tratti male o m’ignori quando siamo solo noi due, ma non puoi trattarmi a quel modo e dire certe cose davanti agli altri!
Non mi rispose, continuava a frugare l’i-phone.
-- Mi vuoi rispondere?!
-- Omo, quante storie! E tu mi vuoi lasciare in pace?!
-- No che non voglio, stupido! Voglio chiarire le cose, e potermi liberare da questo peso!
Una melodia iniziò a insinuarsi nella mia mente. E poco dopo la voce di Minho seguita dalla mia iniziò a canticchiarmi in testa: love still goes on - ehi, per me alla fin fine ci stava!
Quella canzone, che significava così per me… forse era la soluzione a tutto?
-- Our love should goes on, I still love you!! Hey, ma! Ain’t no doubt, I’ll tell you something! Posso?
Finalmente catturai la sua attenzione. Non so se fosse la cosa migliore da fare, ma mi misi a cantare affinché il mio messaggio gli arrivasse chiaro e tondo.
-- Se proprio devi. -- mi disse apparentemente non curante. Ma io lo conoscevo, conoscevo quel ragazzo dagli occhi castani. In fondo sapevo ciò che stava veramente pensando - I guess.
-- As if I was shocked by love, this trembling feeling makes everything vague! I set my focus on you! Your unreachable heart makes my heart tear! Key’s going to open! If I just have you, it’s heaven! I’ve said many times, I’m different from those easy guys that you know! Look straight at my sunaebo, that’s only for y…
Un’altra canzoneprese posto nel suointeresse. Era la suoneria del suo telefono.
Si allontanò da me e lo sentii parlare di un appuntamento. Si avviò spedito al bagno, per poi uscire biascicando un “ciao”.
-- Even if I stand at the edge of a cliff, it’s still only you…
  
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