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Autore: SherlokidAddicted    30/04/2012    7 recensioni
Era finito dentro circa cinque volte, le prime quattro per aver fatto delle rapine, l’ultima per omicidio. Luke Stevens si chiamava. Lo aveva ucciso per una scommessa con il suo “caro” amico Mark. Lui finì in carcere dopo due mesi che Joseph fu arrestato, per aver dato spettacolo di sé dentro un night club.
Tutti in città lo consideravano un poco di buono, ma nessuno aveva il coraggio di dirglielo in faccia, perché si diceva che Joseph sarebbe stato capace di tutto, non per niente lo chiamavano “Criminal Danger” o per abbreviare “Danger”.
Quando passava accanto a qualcuno, per le strade, quello faceva qualche passo indietro spaventato, i bambini stringevano le gambe dei genitori e dicevano “Mamma, ho paura, c’è Danger”. Ma per lui era forte essere temuto da tutti, era fortissimo.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1. Tutti a terra!

 - Perfetto, puoi andare –Il ragazzo fece un sorriso sornione e sialzò dal letto, felice di aver sentito quelle tre parole.
- E’ ingiusto Joseph! Tu esci ed io resto dentro per altri due mesi –Urlò il suo compagno di stanza dal letto a castello.
- Ti aspetto fuori Mark –Disse Joseph mentre il poliziotto chiudeva di nuovo la cella.
- Ah, che farai senza di me? –Chiese l’amico.
- Qualcosa da fare la trovo -
- Fammi sapere amico, e vienimi a trovare qualche volta -
- Oh di certo, ciao Mark –Il poliziotto spinse Joseph per il corridoio pieno di celle con uomini che lui conosceva benissimo, uomini che non vedeva per la prima volta.
- Esci oggi Danger? Cavolo, che culo! –Joseph emise una risata nel sentire Alex pronunciare quelle parole, poi, senza pronunciare sillaba, uscì dall’edificio.
- Mi raccomando Jonas, non fare più idiozie, come al tuo solito –Joe (chiamato così da tutti) non ascoltò nemmeno una parola di quelle che aveva detto quel poliziotto e, facendo un gesto di saluto con la mano, finalmente si allontanò.
Che sensazione! Era da quasi un anno che non camminava per quelle strade calde di Los Angeles, e rimettere piede in quella città era come rinascere. Era finito dentro circa cinque volte, le prime quattro per aver fatto delle rapine, l’ultima per omicidio. Luke Stevens si chiamava. Lo aveva ucciso per una scommessa con il suo “caro” amico Mark. Lui finì in carcere dopo due mesi che Joseph fu arrestato, per aver dato spettacolo di sé dentro un night club.
Torniamo al nostro giovane criminale. Tutti in città lo consideravano un poco di buono, ma nessuno aveva il coraggio di dirglielo in faccia, perché si diceva che Joseph sarebbe stato capace di tutto, non per niente lo chiamavano “Criminal Danger” o per abbreviare “Danger”.
Quando passava accanto a qualcuno, per le strade, quello faceva qualche passo indietro spaventato, i bambini stringevano le gambe dei genitori e dicevano “Mamma, ho paura, c’è Danger”. Ma per lui era forte essere temuto da tutti, era fortissimo. “Nessuno mi da fastidio” diceva.
Si sedette su una panchina e prese le sue sigarette dalla tasca. Lui e Mark le avevano tenute nascoste in cella per tutta la detenzione, e poi le fumavano di nascosto. Ne accese una e se la portò alla bocca, prese una boccata e buttò fuori il fumo.
- Ah ah, ma guarda chi si vede! –Appena Joseph alzò lo sguardo ecco che la vide, era Roxanne.
- Che ci fai qui Rox? –La ragazza scese dalla sua moto gigante e si tolse il casco. Indossava un mini abito di pelle nero e stretto, con dei tacchi enormi che la facevano sembrare davvero molto alta di quanto già non lo fosse, il solito modo trasgressivo con cui usava vestirsi.
- Beh, diciamo che stavo andando a trovare Mark e te –Roxanne era la ragazza di Mark, si erano conosciuti in discoteca due anni prima. Mark era sbronzo quella notte e quando la vide le saltò letteralmente addosso. Joseph non credeva molto nel loro cosiddetto “amore”, anzi, arrivò addirittura a pensare che quei due stessero insieme solo per il sesso.
- Mark è ancora dentro –Disse lui prendendo un’altra boccata dalla sigaretta.
- Mh, e che farai adesso, tutto solo soletto, Jonas? –Il ragazzo fece una risata.
- So già cosa devo fare, quando Mark uscirà si pentirà di non essere evaso scavando una buca nella cella -
- Si parla di bottino qui? –Chiese la ragazza con un’aria interessata nel volto.
- Non dico nulla, lo vedrai –Joe gettò la sua sigaretta sull’asfalto cocente e la spense con la suola della scarpa.
- Perché vuoi fare il misterioso ad ogni minima cosa? –Il ragazzo fece una risata e si alzò dalla panchina poggiando la mano sulla spalla di Rox.
- Perché se no dovrei dividere il bottino con qualcun altro, non pensi? E tu lo sai che io sono molto geloso delle mie cose, vero? –La ragazza annuì lentamente guardando le labbra di lui. Joe era davvero un ragazzo attraente, dalla testa ai piedi. Tutte le ragazze gli cadevano ai piedi, perfino Rox a volte cedeva, ma di questo Mark non sapeva nulla.
- Quindi non mi daresti nemmeno 10 centesimi? –Chiese lei avvicinandosi pericolosamente a lui.
- No tesoro, nemmeno 5 –Con un sorriso malizioso si allontanò dalla ragazza e cominciò a camminare.
- E adesso dove vai? –Urlò lei.
- A prepararmi -
- Non farti sbattere dentro di nuovo Jonas –No, quello non voleva capitasse ancora. Stavolta si voleva organizzare bene, infatti poco tempo prima di finire in carcere, Joe aveva scoperto un nuovo nascondiglio, impossibile da scovare. Si trovava proprio accanto ad una banca, ed era quella il suo obiettivo.
Finalmente raggiunse quel luogo. Con un gesto frettoloso tolse il coperchio alla botola ed entrò, chiudendosela poi alle spalle. La puzza di chiuso gli invase le narici e il buio gli fece venire i brividi. Accese una torcia e cominciò ad aggirarsi per quella stanza. Era il vecchio nascondiglio di James Green, un tipo della loro… diciamo “razza”. Morì qualche anno fa per mano di Mark, ma solo Joseph sapeva di quel posto.
Arrivò vicino al contatore ed accese la luce. Scrutò attentamente ogni angolo. C’erano solo due stanze: il bagno, piastrellato in mattonelle grigie, che davano un’aria di antichità alla stanza, ed un salone. In quest’ultimo c’era un divano letto e Joseph intuì che il vecchio James avesse dormito lì l’ultimo giorno che era in vita, poiché le coperte erano ancora scostate. C’era anche un tavolo con tre sedie, una piccola cucina e, accanto al divano letto, un armadio in legno d’acero. Si avvicinò a quest’ultimo e lo aprì, rimanendo completamente a bocca aperta. 
- Cazzo James, certo che ci sapevi fare! –Esclamò inginocchiandosi per poter toccare quello che secondo lui era tutto solo un’allucinazione. Ma no, erano veri! C’erano circa una novantina di mazzetti di banconote da 10.000 dollari. Joe ipotizzò fossero almeno 90.000 dollari. – Caro vecchio James, non ti dispiace se li tengo io, vero? Ma certo che no, sei morto! Non ti servirebbero comunque! – Disse ridendo all’ultima frase. Senza pensarci due volte, ne prese una manciata e li mise dentro il borsone con cui era uscito dal carcere. – Mh, magari non lo dirò a Mark – Chiuse la cerniera del borsone e fece lo stesso con l’armadio, per poi sistemarsi sul divano letto con la testa sul bracciolo. A lui piaceva rilassarsi un po’ prima di effettuare una rapina, schiarirsi le idee e ricaricare le energie. Fece qualche respiro profondo e tirò fuori una pistola dalla giacca e cominciò ad ammirarla. Quasi non ricordava l’ultima volta che l’aveva utilizzata. – Sei pronta, piccola? È da un sacco di tempo che non ti uso… è il tuo giorno fortunato -.
 
- Guasto? Ma che diamine, mi toccherà fare la fila! –Lei è Susan, Susan Hill, una normalissima ragazza newyorchese. Normalissima… insomma, era quella che si poteva considerare una ragazza per bene, tutti l’ammiravano ma, allo stesso tempo, la evitavano. Mi spiego meglio: non aveva amici, semplicemente conoscenti, non aveva una spalla su cui piangere, preferiva starsene a casa e rimpinzarsi di gelato alla panna con le lacrime agli occhi, non aveva amiche con cui spettegolare o raccontare segreti, aveva un cucciolo di Labrador di nome Shakira con cui lo faceva, non aveva un ragazzo, aveva un principe azzurro nei suoi sogni. Ecco chi era Susan Hill!
Si era trasferita a Los Angeles da qualche mese. Amava quella città e il suo sogno era viverci.
Con la rabbia che cominciava ad assalirla, fece dei passi decisi verso le porte scorrevoli. Voleva fare un prelievo in banca, ma il bancomat era guasto. Solo il fatto che doveva fare la fila la faceva impazzire di brutto.
- Buongiorno Susan! –La ragazza girò lo sguardo.
- Buongiorno a te Felix! –
- Bancomat guasto, eh? -
- Esatto, tocca fare la fila -
- Beh, siamo fortunati, non c’è tanta gente oggi! –Felix era l’unico che potesse considerarsi più di un conoscente per Susan, e sapete che? Era gay, ma per Sue non era un problema. Lo conobbe in un bar, faceva il cameriere part-time e col tempo diventarono amici.
- Com’è andato l’esame? –Chiese lei mentre prendeva il numeretto.
- Bene, ho preso 29! –Lei lo guardò stupita.
- Bene? Sei stato un mito! Sono contentissima per te –Disse con entusiasmo sincero.
- Si, ma per la laurea ce ne vuole ancora! –Felix era iscritto in medicina, il suo sogno era fare il cardiologo, salvando la vita delle persone.
- Io credo in te, Felix! – Il ragazzo fece un sorriso imbarazzato, ma si spense immediatamente quando sentì l’improvviso trambusto che si era creato.
- Tutti a terra! TUTTI A TERRA HO DETTO! –Un tizio col passamontagna, i guanti di pelle neri ed un giubbotto da motociclista fece pensare subito a Susan che quella fosse una vera e propria rapina. – Voi, uscite subito i portafogli e tu, là dietro, dammi tutto quello che hai – L’uomo allo sportello deglutì e cominciò a cercare i soldi tremando.
- Felix, ho paura! –Sussurrò la ragazza mentre gettava a terra il portafoglio come tutti gli altri. Il tizio era armato ed era meglio fare come diceva o qualcuno avrebbe rischiato la pelle.
- Tieni gli occhi chiusi, aiuta –Disse lui stringendole la mano… ma era terrorizzato quanto lei.
- Ma quanto siete bravi signori, subito a lanciarmi i soldi, siete gentilissimi –Disse il misterioso rapinatore, in tono terrificante, mentre prendeva i soldi da ogni portafoglio che gli fu lanciato.
- Sue! –La chiamò Felix in sussurro. – Prendi il cellulare dalla mia tasca, chiama la polizia – Susan trasalì. Come poteva chiamare la polizia in quel momento? Il tizio si aggirava per ogni angolo aspettando i suoi soldi, l’avrebbe vista. E poi c’era un silenzio tombale, l’avrebbe sentita.
- Come faccio a…? -
- Fallo Sue! – Deglutendo spostò la mano verso la tasca di Felix e, cercando di non fare rumore, fece scivolare il cellulare nelle sue mani, ma la paura era talmente tanta che, per il tremore al braccio, il cellulare cadde a terra con un tonfo. Il tizio armato si girò verso di loro e si avvicinò pericolosamente. 
- Cercavate di prendermi per il culo, eh? – La ragazza lo guardò spaventata, anche se di lui si vedevano solo gli occhi nocciola.
- Ho f..fatto – Disse l’uomo allo sportello.
- Sto arrivando – Senza smettere di guardare Felix e Susan, si allontanò e prese il borsone con i soldi, poi, puntando la pistola su ognuno dei presenti, disse: - Provate solo a proferire parola con gli sbirri e io vi verrò a cercare nelle vostre case per torturarvi… ho una memoria ben sviluppata e mi ricordo benissimo d’ogni faccia che c’è qui dentro… sono stato abbastanza chiaro? – Con quel tono minaccioso, i presenti annuirono senza proferire sillaba e, mentre cercavano di alzarsi da terra, lo lasciarono scappare con il bottino.
- Stai bene, Sue? – La ragazza si alzò lentamente mentre si teneva stretta al braccio di Felix.
- Io… credo di si – Riprese il portafoglio, ormai vuoto, dal pavimento. – So solo che non ho mai avuto più paura di così -
- Quanti soldi avevi? -
- Non mi ero portata dietro molto, saranno 20 dollari scarsi… - Si toccò la testa e cercò di sorridere.
- Ti accompagno a casa se vuoi, ho la macchina qui fuori – Sue fece subito sì con la testa. Era troppo scossa per tornare a casa da sola.
 
- Vi siete sprecati eh? – Ringhiò Joseph nel vedere che i soldi che aveva appena rubato erano meno di 10.000 dollari. Furioso si tolse il passamontagna e i guanti e si rimise sul divano, pensando a qualche altra cosa da fare.
Ebbene si! Danger l’ha scampata ancora! Quegli “imbecilli” dei poliziotti, come li chiamava lui, non arrivarono ad acciuffarlo. Grazie agli anni di fughe da banche, negozi e scappatoie da scippi di borse, la sua velocità nel correre era aumentata a dismisura e nessuno riusciva a stargli dietro. Ma anche il fatto di aver trovato un nascondiglio vicino era un bene, almeno sarebbe potuto sparire dalla circolazione in pochi minuti senza lasciare alcuna traccia, proprio come successe in quella banca.
Sapeva perfettamente che nessuno si sarebbe rivolto alla polizia, con lui non lo facevano mai. La rapina sarebbe stato un piccolo segreto fra lui e quelle persone là dentro.
Sospirando prese la pistola e la nascose sotto la giacca, poi uscì dal nascondiglio. Guardò il suo orologio da polso, le 18.00, cosa fare? Ma si, prendere un caffè non farebbe male, giusto? Tanto aveva abbastanza soldi “rubati” che poteva benissimo usare.
- Ciao Miles, un caffè… doppio – Il barista annuì dirigendosi subito alla macchinetta.
- Allora Joseph, è un pezzo che non ci si vede, uscito finalmente? -
- Pare proprio di sì –Miles prese la tazzina e la poggiò sul bancone.
- Che hai in mente adesso? Ho saputo della banca, opera tua? – Il ragazzo rise.
- Certo che le voci girano in fretta! – Joe bevve un sorso, poi sorrise. – Non so cosa fare adesso, vita monotona senza Mark, mi verrà in mente qualcosa -
- Amico, cerca di non cacciarti nei guai… -Miles fu bloccato immediatamente da una voce femminile.
- Ehi Miles, il solito – Fu in quel preciso momento che Joseph si ricordò di quel viso.
- Di corsa, Susan – La ragazza abbassò lo sguardo mentre sentiva gli occhi di Joe puntati addosso. Più la guardava e più si ricordava di lei, era la ragazza che aveva tentato di chiamare la polizia quando erano in banca. – Ecco il tuo solito cappuccino Susan! – Disse Miles servendole la tazzina. – Allora, come sta la piccola Shakira? – La ragazza fece un risolino.
- Abbastanza bene! – Rispose bevendo un sorso.
- Un giorno la porterai qui, vero? Amo i cuccioli e poi potrebbe fare amicizia con il mio Rufus, non si sentirebbe sola – Susan finì il suo cappuccino e cominciò a frugare nella borsa.
- Ne terrò conto – Solo in quel momento si rese conto che aveva lasciato i soldi a casa. Data la rapina in banca, il suo portafoglio era rimasto vuoto. Che imbarazzo… disse fra sé e sé. – M… Miles… ho lasciato i soldi a casa e… mi dispiace, se vuoi faccio un salto a… -
- Non importa Sue, puoi darmeli anche domani…-
- Mettilo sul mio conto! – I due si girarono verso Joseph spalancando la bocca.
- Cosa? No no… li porto domani -
- Susan, giusto? – La ragazza annuì alle parole di Joe. – Miles, metti quel cappuccino sul mio conto – Sue si sentì ancora più in imbarazzo, ma sorrise ugualmente.
- Non dovresti -
- Non è un problema per me – Joe si sentiva in debito verso di lei… i suoi soldi li aveva rubati lui. La ragazza prese la borsa e si alzò dallo sgabello.
- Ti devo un favore… ehm… com’è che ti chiami? -
- Joseph -
- Ti devo un favore Joseph – Joe fece un piccolo sorriso e tornò a bere il suo caffè. – Ciao Miles, buon lavoro! -
- Buona giornata, Sue! –Rispose Miles mentre puliva il bancone con uno straccio. Subito dopo si avvicinò al ragazzo. – Come mai quest’atto di bontà? Conoscendoti non è che sei masi stato così gentile – Gli disse in sussurro. Joe rise e mise i soldi sul bancone.
- Vuol dire che non mi conosci bene – Poi, poggiando la tazzina sul piattino, uscì dal bar, lasciando Miles con uno sguardo confuso. 
 

 

    Ebbene signore e signori, la mia nuova FF è prona, infatti ecco a voi il primo capitolo. Volevo usare un Joe un po’… cattivello, spero di aver reso l’idea. Anche dal titolo s’intuisce il succo della storia, giusto?
Comunque, quella in alto è la copertina, fatto solo ed unicamente da me.
Che dire adesso, spero vi piaccia come inizio, ci saranno molte, ma molte sorprese nei prossimi capitoli.
Devo ringraziare debby_92 per avermi aiutata a scegliere il titolo *-*
Ed infine grazie a voi per aver letto!
Un bacio!


 

_Josephina Jonas_ <3

  
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