Dunque…questa
ho deciso di lasciarla senza personaggi definiti per non avere vincoli spazio
temporali o di qualsiasi genere, perché è nata così in un pomeriggio non molto “allegro”
e non so bene come o perché. Si può dire sia una di quelle storie, se così
possiamo chiamarla, che si scrivono da sole…
il titolo è stato più impegnativo però ho pensato che
alla fine è questo che racconta, riassume bene quello che ho cercato di dire,
ma non dico altro!
Spero che mi lascerete qualche commento, ci terrei molto! Ora vi lascio alla
storia, ci vediamo giù…
- basterebbe vedersi da fuori…. -
A
tutti quelli che ci sono e ci saranno..
A chi mi sopporta ogni mattina e ogni sera,
a
chi c’è nonostante il tempo e le distanze.
Che questo sia una piccola parte del mio enorme Grazie per voi..
La
guardavo da lontano percorrere pensierosa il bordo del bicchiere, giro dopo
giro, poi alzare lo sguardo e sorridere come se niente fosse.
La classe con cui si passava una mano fra i corti capelli scuri e il suo
sguardo perdersi lontano per un attimo.
Afferrare
con sicurezza il bicchiere e bere un sorso del liquido ambrato, guardare di
lato e spostare, abbassando lo sguardo, una ciocca dietro all’orecchio con un
movimento fluido della mano che lasciava solo intravedere le unghie bianche.
Nella
sua straordinaria grazia ella non si rendeva conto di quanto fosse diversa da
tutti gli altri, di quanto le piccole cose la rendessero speciale. Troppo presa
dal celare le sue ferite per accorgersi di come il mondo la guardasse con occhi
incantati.
Non
poteva certo accorgersi di me che invece scorgevo come varie ombre si
susseguissero nelle sue iridi. Iridi di un colore quasi indefinibile: un
marrone scuro tendente al nero che variava con l’umore e con il tempo.
Come
poteva immaginare che io sapevo tutto ciò.
Lei
che avevo perso fiducia nell’amore e cercava in se stessa qualcosa che invece
non c’era; nessuna colpa, nessun errore eppure le ferite..
Avrei voluto poterle dire che tutto sarebbe passato, che un giorno
avrebbe visto tutto in modo più chiaro e distaccato ma doveva scoprirlo da sola.
Giorno dopo giorno il dolore sarebbe sfumato, diminuito impercettibilmente fino
a risuonare di un’eco lontana ed infine, spegnersi.
Ma
ci sarebbe voluto tempo, forse molto, forse non troppo, alcuni giorni più grigi
altri più luminosi. Solo il tempo l’avrebbe curata…e l’affetto disinteressato
degli amici veri, quello che riempie e colma i vuoti anche se, a volte, solo
temporaneamente. Ma sarebbe passato e ogni giorno sarebbe stata fiera di sé e
poi andrà avanti.
È
questo ciò che le vorrei prospettare ma non so se saprebbe crederci. Ha un
cuore grande ma ferito e i cuori grandi perdono molto sangue. Ma ha anche la
sua membrana di contenimento che non anatomica ma umana, fatta di amici,
sorrisi e strette di mano. E passeranno i sogni, passeranno i perché
insieme ai non capisco. E vorrei poterle rispondere con parole
esaurienti che la facciano piangere e poi rinascere come una fenice più bella e
forte di prima ma deve fare la sua strada. Passerà la delusione, l’amarezza e
anche il vuoto, passerà la voglia di urlare e anche quella di tacere per
tenersi tutto.
Ma non posso dirle quando perché lo saprà solo lei e non sono diciassette giorni
a fare la differenza, basterà un istante e da lì tutto sarà diverso. Ma non ci
è dato sapere quando o come; prima di arrivare in cima dobbiamo fare tutti i
gradini, a volte cadremo ma ci rialzeremo, da soli o con l’aiuto di una mano
amica e saremo, alla fine, le vecchie persone ma con qualcosa di nuovo.
Sembra
più facile dalla mia parte, lei vede una strada incerta, ha paura di non
farcela o di essere da sola.
Come dirle che non sarà mai sola, come dimostrarle che il mondo è anche suo, lì
per lei a riservarle ad ogni passo qualcosa di bello e inaspettato. Come
spiegarle che quando dal dolore si passa all’indifferenza è pericoloso, ma
anche positivo. Come insegnarle a sognare qualcos’altro di più grande e bello e
a non avere paura perché si merita il mondo? Come posso pensare io di
insegnarle qualcosa, io che vedo tutto questo ma non sono io stesso come si
ama. Deve essere una cosa fantastica, un fenomeno enormemente grande ed è per
questo che fa così male, che ci lascia soli e disillusi quando se ne va, che ci
lascia bisognosi di tempo e di amici e si porta via anche la nostra fiducia in
lui restituendocela a poco a poco fino al momento in cui gliela strappiamo di
mano e lasciamo il vecchio a guardare la nostra nuova volontà di potenza e di
amore. È crudele fino all’ultimo istante in cui rimane attaccato a noi e
vorrebbe trascinarci nel rimpianto o nell’agonia..
Ma
come può una donna così tranquilla ora perdere contro un amore. Alla lunga la
verità è che non può. Ne uscirà sconfitta, forse con un ultimo moto d’orgoglio,
ma ne uscirà vincitrice per ciò che di se stessa riuscirà a capire.
È
troppo simile all’amore stesso per perdere. È fine, sublime, raffinata, crudele
e benevola allo stesso tempo. Eppure è così terribilmente realista di un
realismo spiazzante che sfiora il cinismo e mai potresti pensare sia in grado
di amare, amare davvero.
Penso
che dovrebbe concedersi di più ma è anche questo che la rende rara.
La
classe con cui porta quell’abito potrebbe farla sembrare una regina ma non sarà
mai un’altezzosa dama che ti porgerà la mano con fare civettuolo; sarà
piuttosto l’umile principessa che aspetta il momento in cui, senza dare
fastidio a nessuno, potrà alzarsi in volo e realizzare i suoi sogni.
Cosa
potrei insegnarle io, mi chiedo. Dovrebbe credere di più in se stessa, alzare
la testa e gridare al mondo la sua grandezza, alzarsi e prendere ciò che si
merita senza esitazioni o dubbi. Ma il suo sublime intelletto si accontenta di
alzarsi in volo sopra i mortali. Ma con quale diritto potrei io dire ciò, solo perché
la amo? Le sue orecchie non sono pronte ad udire queste parole e il cuore non
può sentirle, troppo impegnato a far seguire un battito all’altro senza
lasciare che il vuoto si senta. Dovrebbe vedersi con i miei occhi quella
piccola donna e sentire il leggero fruscio della stoffa sulla sua pelle. Potrebbe
forse allora credere che anche lei è destinata ad un po’ di felicità? Se solo
potesse credermi, se solo qualcuno non le avesse spezzato il cuore e infranto
le promesse che esistevano, così stupide eppure ora presentate come pretese
troppo elevate. Come poteva la sua metà essere un vile cafone che non la
guarderà mai con sufficiente attenzione. Fiera della sua decisione ormai egli
sola ne paga le conseguenze, vorrei pregarla di non chiudersi in se stessa, non
c’è errore più grande.
Vorrei
avere per lei le soluzioni più rosee e presentarmi a lei come colui che non ha
mai incontrato ma che non poteva non conoscere. Invece sono solo un ragazzo
molto più incasinato di quanto ella possa immaginare, di natura diversa da
quello che appare, che vorrebbe farla sentire amata, sicura e non sola. Ma cosa
posso io davanti a tanta magnificenza? Dovrei spiegarle che la amo e perché ma
un perché non può esistere e lei, giovane, deve ancora capire che certe domande
meglio non porsele e che certe cose non possono essere capite.
Vorrei
potesse credere che c’è qualcosa di buono a questo mondo. Anche per lei.
Ebbene?
Ebbene
ore lei sorride, di quei sorrisi veri che le illuminano gli occhi e sta inconsapevolmente
ricucendo la sua ferita. È forte, lo diventerà ancora di più. Spero di
incontrarla quando lo sarà, solo per vederla brillare di nuovo. So che
aspetterà, aspetterà qualcosa o qualcuno ma lei ancora non lo sa. Intanto le
farò compagnia nei sogni, perché adesso devo andarmene. C’è un momento giusto
per ogni cosa si dice, spero che arrivi il suo.
E a me non rimane che odiarla. No,
non posso odiarla, non posso ricordarle che l’odio è quanto di più simile all’amore…
Ecco qui, ho citato un po’ di cose in realtà ma non è stata una
cosa voluta. C’è qualcosa del Signore degli Anelli, che qualcosa di Nietzsche
qua e là e non solo… So che ci sono pezzi in cui è meno scorrevole e frasi in cui
i verbi non tutti allo stesso tempo ma è nata così e ho preferito lasciare
tutto quello che potevo come si è formato nella mia perfida mente, ma scusatemi
in ogni caso. Non ho molto altro da dire, nel senso, le parole mi piacciono ma
per quanto riguarda il contenuto ho pensato a tante cose e ho poche certezze. Come
vedete, non le idee molto chiare…comunque grazie per aver letto e se volete,
aspetto vostre recensioni.
Un abbraccio forte,
Elly