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Autore: aria    05/05/2012    5 recensioni
Questa è la mia fic tra Cris e Ema. Cosa sarebbe successo quella sera se dopo quel bacio si fossero accorti che provavano qualcosa l'uno per l'altro? Ecco la mia versione dei fatti, per chi come me li voleva vedere insieme. (l'episodio in questione è 1x26 "Datemi un martello")
Vorrei dirti che a confronto di quello che provo, l'Infinito di Leopardi è un graffito nei bagni.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ccc Vi ricordate quando Ema e Cris riprovano a baciarsi e non sentono niente? Beh, a me non è andata giù e ho sperato in loro due fino alla fine, specialmente perchè Viola a Raul non mi stanno simpaticissimi. Ho aggiunto anche una canzone, visto come funziona la serie ;) La canzone è degli 883, ed è anche il titolo della storia.
Quindi ecco la mia fic ambientata dopo quel momento (ultimo episodio della prima stagione). Leggete e recensite :)

Nient'altro che noi

Potrei stare ore ore qui
ad accarezzare
la tua bocca e I tuoi zigomi
senza mai parlare
senza ascoltare altro
nient'altro che noi
il tuo respiro crescere
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi

POV Cristina
E' un bacio leggero, molto diverso da quello che ci siamo scambiati in Abruzzo e sull'autobus, è veloce e delicato, quasi timido. Eppure fa quasi male per quanto sia intenso. Sento la bocca di Ema staccarsi dalla mia e vorrei che non lo facesse. Tengo gli occhi chiusi ancora per un attimo, per cercare di tenere la sensazione un po' con me. Quando li riapro vedo il suo sguardo fisso nel mio. La sua bocca è lì, delicata, piena e vorrei ricominciare a baciarla, affondare le dita nei suoi capelli, invece Ema comincia a parlare, come al solito non può stare zitto.

-Allora? Senti niente?

In effetti sì, mille volte sì. Ma come te lo dico? Già immagino la tua faccia sconvolta. Siamo fratelli e non si fa. Sento la tua voce nella mia testa "Tecnicamente non siamo fratello e sorella". Sorrido involontariamente.

-Cristina, sarebbe carino rispondere.
-Davvero non saprei, Ema.
-Accidenti, un condizionale usato correttamente. Mi sento orgoglioso, devo averti trasmesso delle regole di grammatica italiana con la mia vicinanza.

Ema, ma che cazzo dici? Ti sembra la frase da dire in questo momento? Però questo non te lo dico, altrimenti diresti che sono scurra...ehm..scurr...vabbè, poco femminile.

potrei stare fermo mobile
solo con te addosso
a guardare le tue palpebre
chiudersi a ogni passo
della mia mano lenta
che scivola
sulla tua pelle umida
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi
POV Emanuele

Sono ufficialmente un imbecille. Un totale, perfetto idiota. Dico delle frasi senza senso, invece dovrei dirti che sento qualcosa, che quando ti bacio vorrei che durasse per sempre. Vorrei dirti che a confronto di quello che provo, l'Infinito di Leopardi è un graffito nei bagni. Vorrei dirti che i capelli così ti stanno benissimo e questo top azzurro ti fa risplendere ancora di più, però sto zitto. Non so cosa dirti, essenzialmente. I filosofi non parlano di queste situazioni, forse dovrei ampliare il mio campo di letture. Magari dovrei leggere i romanzi da donne che legge mia madre. Ti guardo in viso e dalla tua espressione mi rendo conto che effettivamente ti aspettavi qualcosa di più pertinente all'argomento in questione. Ci riprovo.

-Riguardo a quello che mi hai detto, non credo di essere in grado di darti una risposta migliore della tua. Secondo Platone su quest'argomento è impossibile arrivare a un sapere certo.
-Ema, lascia perdere 'sto Platone. Mi pare che qui ci sia abbastanza macello senza metterci di mezzo altra gente.
-Cristina, Platone è un eminente filosofo greco.
-Non è il momento di farmi lezione!

Hai maledettamente ragione. E io sono davvero il genio più idiota dell'intero Universo.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te 
che valga gesto tuo
o un tuo movimento
perchè niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi
nient'altro che noi
POV Cristina

Santo cielo, chiacchieri sulle cose sbagliate. Devi baciarmi, cretino. Soprattutto perchè io voglio baciarti di nuovo, voglio sentire che mi stringi, voglio sentire le tue mani che mi accarezzano il viso. Ho una paura folle di dirtelo. Ho paura anche ad ammetterlo a me stessa. Delle volte vorrei entrare nelle tua testa e capire cosa diavolo ti ci passa dentro. Però per poco, perchè a me l'odore del disinfettante fa venie malditesta. Però mi piaci anche per quello, mi piaci anche quando spalmi il lavandino di alcol e poi gli dai fuoco per uccidere i batteri. Un giorno ci farai morire un incendio, pazzo maniaco che non sei altro.
Ma perchè stai zitto? Di solito parli a macchinetta, adesso sarebbe utile uno dei tuoi discorsi infiniti, invece di queste pause piene di silenzio. Ho capito, devo parlare io.

-Senti, se non provi niente puoi dirmelo.
-Segui il mio ragionamento...
-Rispondi e basta.
-Qualunque risposta io scelga, le conseguenza potrebbero essere difficoltose.
-Non è un quiz a premi, Ema. Devi solo rispondere a me.

Potrei perdermi guardandoti
mentre stai dormendo
col tuo corpo che muovendosi
sembra stia cercando
anche nel sonno
di avvicinarsi a me
quasi fosse possibile
per te sentire
altro che noi
nient'altro che noi
POV Emanuele

E' questo il problema. Sei tu. E il tuo profumo, è la sensazione che mi da sentirti contro di me, è il sapore delle tue labbra. Mi uccidi e mi fai rinascere con un sorriso. Come te lo spiego? Come ti dico che vorrei baciarti da adesso fino a quando avrò respiro? Vorrei stringere le tue mani tra le mie e sentire la tua voce dire che mi vuoi con te. Voglio
rassicurarti che non ti abbandonerò mai, qualunque cosa accada, in futuro e specialmente ora. Mi rendo conto in questo momento che tutto quello che so mi è totalmente inutile. Forse sarebbe meglio un quiz a premi come dici tu. In quello sarei bravo, la gnosis non è un problema, ma le emozioni mi creano degli ostacoli. Se solo fossi certo di quello che senti, saprei cosa fare. Ma perchè devono essere sempre gli uomini a prendere l'inziativa? Questa specie di antico retaggio che ci portiamo dietro...devi avermi letto nel pensiero, perchè mi hai appena preso la mano.

-Cris, io sono un secchione.
-Questo lo sapevo anche da sola.

Stai per ritirare la tua mano, ma ti fermo e la stringo tra le mie. E' piccola e fresca, forse per la leggera brezza che c'è quassù. Avrei dovuto farti portare un golf, o una felpa o qualcosa del genere.

-Hai freddo? Non sono certo che fosse il caso di salire quassù.
-Oh, no. Mi piace qui. Si vede la città e il tramonto.
-Direi che un certo senso è romantico.

D'accordo, non so nemmeno io come mi sia venuta fuori una frase del genere. Mi sento arrossire, ma non posso vedere il tuo sguardo, perchè hai voltato la testa altrove. E io sinceramente non lo sopporto. Ho bisogno di sapere. Quindi lascio perdere il raziocinio e prendo il tuo viso tra le mani. Sei stupenda e so, come in nessun altro momento, che devo baciarti. E lo faccio.
Ed è la cosa giusta, lo sento. Non importa di nient'altro, ma solo di te.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te 
che valga un gesto tuo
o un tuo movimento
perchè niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi
nient'altro che noi

Pov Cristina

Oddio. Mi stai baciando. Sento le tue mani scendere dal mio viso al mio collo; una scende ancora fino alla vita, avvicinandomi di più a te, l'altra si posa dietro la mia nuca come per impedirmi di interrompere il bacio. E perchè dovrei? Riesci a essere dolce e bruciante nello stesso momento,
hai una passione che non credevo potessi sentire per me. Affondo le dita nella tua schiena attraverso la maglietta, per accorciare un'inesistente distanza tra noi. Mordicchio leggera le tue labbra e ti sento gemere contro le mie, questo rende tutto il resto e tutti gli altri un niente. La mano che hai sulla mia vita mi sposta fino al bordo del mio top, ci si insinua sotto e mi accarezza la pelle nuda. Ho un brivido che mi percorre la schiena e ho il terrore e il desiderio di quello che potrebbe farmi provare qualcosa di più di una leggera carezza sui fianchi.
Ci dividiamo, entrambi senza fiato e con il respiro un po' pesante. Poggio la testa nell'incavo tra il collo e la tua spalla, che sembra fatto apposta per me. Mi accarezzi una guancia con la mano e io ti abbraccio stretto, stordita ma decisamente felice. Adesso so cosa rispondere.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te 
che valga un gesto tuo
o un tuo movimento
perchè niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi
nient'altro che noi


Fine
   
 
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