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Autore: frodina178    01/05/2004    0 recensioni
Una storia dove Elijah Wood mostra un lato meno 'docile' del solito.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah Wood
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La mattina successiva venni svegliata da un gran rumore:subito uscii di corsa dalla stanza,ancora in mutande,e trovai Caroline sommersa da padelle che cercava di alzarsi imprecando in francese.
"Mio Dio -mi affrettai a soccorrerla -Ti sei fatta male?".Lei non rispose,ma una smorfia di dolore le si dipinse sul volto quando poggiò una gamba per terra.
"Cavolo…vieni a sederti….." -sorreggendola la portai sul divano e le alzai i pantaloni per vedere cosa si rea fatta:un grosso livido che stava assumendo toni nerastri le attraversava quasi tutta la gamba.
"Ti porto all'ospedale!" -le dissi io preoccupata.
"No!!No!! -lei tentò di liberarsi dalla mia presa-stò bene Michelle!Stò veramente bene…….ahia!!!!" -urlò però quando le sfiorai l'ematoma.
"Non cercare di fare la dura Caroline!!!Devi farti vedere,ora andiamo subito da un medico."
"Michelle….ascoltami… -abbassò la voce e si avvicinò al mio orecchio -io non posso amdare all'ospedale….ascoltami…io non volevo dirtelo,ma mi fido di te e non ho altra alternativa….se io vado all'ospedale mi rimandano immediatamente a casa…io non ho l'assicurazione perché non potrei essere nemmeno qui.La mia permanenza è in nero,coperta dalla ditta di profumi per cui lavoro…..l'anno scorso ho fatto degli spot pubblicitari per una linea di vestiti,fino a quando si è scoperto che usavano la loro marca per coprire scambi illegali di cocaina…..io non ne sapevo niente!!;Ma sono stata interdetta dal mio lavoro qui in America per cinque anni…..non ho un passaporto in regola e devo fare tutto di nascosto….avevo firmato il contratto con questa ditta di profumi già l'anno scorso,e sarebbe costato loro un sacco di soldi trovarsi un'altra modella…senza contare che data la mia situazione ho dovuto accettare di lavorare per un terzo dei soldi che inizialmente avevamo accordato……."
Io ascoltavo zitta.
"Ora ti scongiuro….questo lavoro è la mia vita…e non mi posso permettere di perderlo!E' quello che voglio fare,e gli Stati Uniti sono il miglio trampolino di lancio…ti prego Michelle……."
Anuii con la testa:"Ma Caroline…ti puoi fidare di me,questo è sicuro…ma ti stai giocando la carriera…e visto il tuo lavoro sarà molto difficile tenere coperto questo che….."
"Lo so!Lo so!!!Ma non posso aspettare altri quattro anni!La mia professione è basata unicamente sul mio aspetto fisico,ed è ORA che è nel massimo delle sue potenzialità….quando riuscirò ad essermi affermata qui sarà più facile sistemare la questione…ma non posso permettermi di aspettare..lo so che è brutto da dire,ma non saranno le mie capacità intellettuali ad aiutarmi…..devo vivere giorno per giorno e cogliere tutte le occasioni che mi vengono proposte,non voglio pensare al futuro…ci sarà tempo,ma non ora!"
Presi dal mio armadietto una pomata e gliela passai sul livido che si stava ancora espandendo,poi glielo fasciai e le dissi di cambiarlo e spalmarci il medicinale ogni cinque ore.
"Grazie Michelle…veramente,non solo per avermi aiutata,ma per la tua comprensione,io mi fido di te!"
"Posso fare qualcos'altro?"
"In verità una cosa che potresti fare per me c'è,è molto importante….ieri al party ho conosciuto Johnatan Bean,critico d'arte e dirigente di una compagnia di moda….sono riuscita a rendermi interessante ai suoi occhi,e abbiamo fissato un appuntamento per questa mattina.Voleva che gli portassi il mio book fotografico.E' una grande occasione per me!!!Non posso andarci in queste condizioni,e non posso perderlo..se riesco a firmare un contratto anche con al sua compagnia all'oscuro di quella per cui lavoro adesso probabilmente non dovrò più tornare in Francia e avrò la strada spianata….solo che io ora per loro non valgo niente,e non mi posso permettere di fare come voglio…se oggi non gli porto il curriculum e le foto sicuramente non avrò un'altra possibilità,perché ai loro occhi non sono ancora che uno sghitto di piccione……"
"Non c'è problema Caroline!!Non ti devi giustificare,ci vado io,tanto non mi costa niente!!"

E fu così che mi ritrovai a camminare lungo una celebre strada di Los Angeles,con una cartellina sotto braccio,a contare i numeri civici per trovare quello della società americana.Mi si presentò davanti un enorme palazzo di vetro,di cui quasi non riuscivo a vedere la cime.Due uscieri vestiti elegantemente di rosso aspettavano pazienti ai lati della porta d'ingresso,e nemmeno mi degnarono di uno sguardo quando entrai:un enorme salone mi accolse,gremito di gente,raffinato,luminoso e splendente.
"Terzo piano stanza 203…." -lessi sul biglietto che mi aveva dato Caroline.Presi l'ascensore,un po' a disagio accanto a tutte quelle persone in giacca e cravatta,dallo sguardo serio e autorevole.Finalmente mi ritrovai in un lungo corridoio,attraversato da un tappeto blu e con le pareti tappezzate di quadri futuristici.
Arrivai alla porta 203,indecisa sul da farsi.Bussai,e una voce all'interno mi gridò:"Un momento!!"
Ma quel momento diventarono minuti…dopo un quarto d'ora mi spostai,andandomi a sedere su una poltroncina rossa a pochi metri da me.
"Bene!Allora siamo d'accordo!" -dalla porta accanto alla quale mi ero messa provenivano delle voci.
"Ci vediamo il mese prossimo,se ci sono ancora problemi contatti il mio agente!"
"Non mancherò"
L'uscio si aprì,aspettando ancora qualche istante prima di far uscire uno dei due interlocutori.Elijah Wood sorrise ancora una volta verso l'interno,in segno di saluto,poi la richiuse alle sue spalle e fece per andarsene.Mi vide e si bloccò. "Ciao!!" -mi disse portandosi davanti a me.
Pensai di avere una qualche maledizione addosso.Ma dove trovava lui tutta questa sfacciataggine?Dopo avermi distrutto in un solo istante il cuore ancora riusciva a comportarsi normalemente.
"Ciao.." -mi stupii della freddezza che ero riuscita ad ostentare.
"Come mai qui?" -mi domandò
"Sono venuta a fare un favore ad un'amica"
"Caroline?" -proseguì lui,imperterrito,facendo finta di non notare il rossore che mi aveva avvolto.Ancora non riuscivo a dimenticare l'umiliazione a cui mi aveva sottoposto il giorno del mio arrivo.
"Sì,proprio lei.Ho alcune delle sue foto!"
"Posso vederle?" -senza un minimo ritegno si sedette sul bracciolo della mia poltrona,allungando le mani verso la cartellina che tenevo sulle ginocchia.
"Io non so se…" -ero indecisa,non sapevo se avevo il diritto di farlo o no.
"E dai!Mica te le mangio!"
Gliele passai e guardai la sua espressione mentre le sfogliava.I suoi occhi erano soddisfatti e ad ogni immagine sorrideva beato.
"Certo che è proprio una bella ragazza vero?" -mi guardò quando ebbe finito,ripoggiando il dossier sulle mie gambe.
  
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