Premessa: Salve
a tutti!
Ho deciso di tentare la fortuna con una seconda storia, una 2min,
stavolta.
Nonostante questa coppia mi piaccia, non ne sono comunque una grande
fan (eh
già XD). Infatti ho scritto questa storia più che
altro per publuffy che
me l'aveva chiesta e spero in tutta fede che le piaccia^^
Quindi, vorrei dire innanzitutto che questa fic, per quanto scrausa
possa
essere^^", è dedicata con tanto affetto a lei
<3
Tra l'altro è stata sempre lei a suggerirmi lo spunto per
scriverla. Si può
dire che è più merito suo che mio^^
Per il resto, non voglio dilungarmi a dire molto, siccome le mie
premesse fanno
sempre passare la voglia di leggere XD Mi sbizzarrirò nelle
note finali U.U
Ah, solo un'ultima cosa: questa è la mia prima 2min in
assoluto...questa coppia
mi risulta piuttosto problematica^^" Per di più, come chi ha
letto
"Let's play at home" già sa, è un periodo in cui
il mio contorto e
perverso cervellino partorisce solo smut. E siccome questa non lo
è, se il
rating ne è una qualche indicazione XD, l'averla scritta
è di per sé già un
miracolo XD. Insomma, tutto questo solo per avvisare tutte le 2min
shipper che
è meglio che non si aspettino nulla di che da questa fic^^"
E' davvero
solo un...esperimento, senza pretese^^"
Beh, detto questo, spero comunque di riuscire ad intrattenervi per un
po' ^^
Buona lettura e grazie per l'attenzione!
-Hana,
dul, set-
Lee
Taemin era da qualche minuto immobile di fronte la porta del suo
vicino, con la
mano sospesa a mezz’aria per bussare.
Sì,
lo
sapeva che non era un’operazione difficile quella.
E
no,
non era poi così titubante al pensiero di disturbare Kibum.
D’altronde era
abituato a piombare in quella casa senza preavviso; il loro rapporto
era così
intimo e familiare che nessuno dei due si poneva alcun problema di
sorta, anzi,
per loro era un’abitudine passare il tempo insieme.
Perciò
doveva farsi coraggio ed anche darsi una mossa, se non voleva che
quella
signora dall’altro lato della strada continuasse a fissarlo
come fosse stato un
malintenzionato in procinto di svaligiare quel posto.
Prese
un respiro profondo.
Uno, due, tre.
Toc
toc.
Sentì
una serie di tonfi e d’imprecazioni provenire
dall’altro lato della porta,
prima che questa venisse aperta da un Kibum allucinato: sembrava quasi
avere il
fiatone, mentre con una mano tentava goffamente di infilarsi una scarpa
–l’altra già indosso, ma slacciata.
Persino i suoi occhiali gli pendevano
pericolosamente giù dal naso con il rischio di cadere da un
momento all’altro.
Ma in compenso i suoi capelli erano in perfetto ordine.
Come sempre.
Non che la cosa stupisse Taemin.
-Minnie!
-Ciao,
hyung- salutò con un radioso sorriso – Mh, posso
entrare?
-Vado
un po’ di fretta, piccolo.
Nonostante
si passassero tre anni scarsi, il più grande aveva sempre
avuto la tendenza a
trattarlo come un bambino. Ormai non ci faceva nemmeno più
caso.
In
contrasto con ciò che gli aveva detto, Kibum si fece
comunque da parte per
farlo passare, costretto a saltellare su un piede solo avendo
l’altro ancora a
mezz’aria.
-Ho
bisogno di una mano, hyung- gli disse con voce esitante, grattandosi la
nuca
con fare imbarazzato.
-Se
vuoi che ti dia una mano con il pranzo, non ho proprio tempo. Ordina
qualcosa
al takeaway – gli suggerì, storcendo un poco la
bocca al pensiero di quel cibo
poco salutare.
-No,
ho già mangiato.
A
quelle parole, l’altro si girò di scatto,
un’espressione di puro panico
stampata in volto.
-Hai
cucinato da solo, minnie?! Mi potevi chiamare! Non dovresti avvicinarti
ai
fornelli! – gli disse con tutta l’aria di una mamma
in iperventilazione. Taemin
scosse la testa, a metà fra il divertito ed il seccato.
-Mi
sono fatto un panino, umma.
-Non
avrai mica usato qualche coltello, vero?- continuò quello, rivoltandogli le
mani alla ricerca di
eventuali tagli.
-No,
hyung, non li ho usati e non mi sono fatto nulla. Ascoltami, per
favore! Ho
bisogno di un consiglio.
Pur
mantenendo
un tono cortese e contenuto, c’era una sorta di urgenza nella
voce del ragazzo.
Kibum non sembrò coglierla, troppo preso a cercare le chiavi
della macchina che
non ricordava dove aveva infilato.
-Riguardo
cosa? – chiese distrattamente, rovistando in un cestino
posato sul mobiletto
dell’ingresso.
Taemin
diventò rosso come un peperone e la sua già
fievole voce si fece uno stentato
sussurro.
-Mh,
riguardo…Mi Young – disse, coprendosi subito la
bocca con il dorso della mano.
-Chi?
-Hyung!
– esclamò esasperato il più piccolo.
-Ah,
quella tua compagna di classe? – Kibum aveva finalmente
trovato le chiavi,
quindi era passato a guardarsi allo specchio per darsi
un’ultima sistemata ai
capelli.
-Già,
lei. Ieri abbiamo studiato insieme e – diede un colpetto sul
braccio all’amico,
per richiamare la sua attenzione. Poi riprese – e dopo
l’ho riaccompagnata a
casa.
Le
sue
guance presero nuovamente fuoco, quando il vicino, dopo aver sbattuto
le palpebre
un paio di volte, gli rivolse un sorriso sghembo e uno sguardo
malizioso.
-Ah
sì? E bravo Taemin-ah! Stai crescendo in fretta, eh?
– ridacchiò soddisfatto non
appena vide l’interpellato guardare qualunque cosa meno che
lui, palesemente
imbarazzato dal loro discorso.
Se c’era una cosa
che lo divertiva, era
punzecchiare quel timidissimo ragazzo, cosa che tra l’altro
gli riusciva sempre
molto bene. Ma, al di là del suo sadismo congenito, era
davvero contento per
lui: insomma, Taemin era già al terzo anno di liceo, ed era
a dir poco un bel
ragazzo.
Un po’ gracilino, certo, ma nondimeno un bel ragazzo.
Era ora che si desse una svegliata!
-E
quindi? Racconta un po’! Senza tralasciare nessun dettaglio!-
sottolineò,
assottigliando gli occhi in un’espressione minacciosa
– ma non metterci troppo
perché devo davvero sbrigarmi.
Taemin
lasciò andare un sospiro sconsolato.
-No
hyung, hai frainteso. Non è successo nulla. E’ per
questo che ho bisogno di un
tuo consiglio, non prenderà molto –
cercò di convincerlo, sentendosi un po’
scoraggiato nel vedere l’amico afferrare il cappotto,
evidentemente poco
intenzionato a starlo a sentire più di tanto.
Fu
solo in quel momento che si accorse della presenza di
un’altra persona,
proveniente dal soggiorno.
Era un ragazzo molto alto, dal corpo snello ed in perfetta forma e
dagli occhi
profondi.
Taemin suo malgrado non poté fare a meno di pensare che
fosse un uomo alquanto
affascinante.
E virile, a
differenza sua, aggiunse
mentalmente, lanciando un’occhiata sconsolata al suo volto
femmineo riflesso
nello specchio.
Si
rese quindi conto che tutto il loro discorso era stato sentito da
quello
sconosciuto e, un po’ per questo motivo, un po’ per
quella presenza
inaspettata, si sentì troppo in imbarazzo per poter dire
altro.
Si limitò a salutare il nuovo venuto con un inchino, siccome
non farlo sarebbe
risultato scortese.
-Scusami,
Taemin-ah. Keroro qui è un mio compagno di corso che doveva
prendere un libro.
Minho, questo è mio figlio, Taemin.
Il
piccoletto sentì uno sguardo piuttosto perplesso posarsi su
di sé.
-Non
sono suo figlio, sono il suo vicino – puntualizzò
con un risolino nervoso,
coperto dall’immancabile dorso della sua mano.
Kibum,
dal canto suo, roteò gli occhi in direzione del suo coetaneo.
-Che
avevi pensato Minho? Che avessi partorito senza dirti nulla?
– senza lasciargli
il tempo di ribattere, si voltò di nuovo verso il
più giovane di loro – minnie,
io ora non ho davvero tempo, devo andare
all’università. Ma Mr Gigante non ha
nulla da fare, parlane con lui. Anche se mi sfugge il motivo,
è piuttosto
popolare con le ragazze, ti saprà di certo consigliare.
Minho
scelse deliberatamente di ignorare le numerose frecciatine del suo
irritante
amico e si limitò a rivolgere un sorriso gentile ed
incoraggiante al piccoletto
che aveva innanzi.
Questi
dal canto suo già al solo pensiero di rimanere da solo con
un ragazzo che conosceva
da cinque secondi scarsi si sentì molto a disagio. Avrebbe
voluto dire che non
importava e che si sarebbe arrangiato, ma se conosceva bene Kibum
–e lo
conosceva-, sapeva che lo avrebbe bloccato prima ancora che potesse
fuggire e
lo avrebbe costretto a sbrigare questa faccenda che lo avesse voluto o
meno.
Da questo punto di vista l’amico era sempre stato
un’arma a doppio taglio.
Provò
quindi a protestare.
-Hyung,
non sei affatto affidabile
-Su
questo ha ragione – sentì lo sconosciuto
concordare.
Kibum
li osservò indignato, a bocca aperta.
-Ma
bene! Visto che a quanto pare sono così inaffidabile, mi
comporterò da tale e
me ne andrò! E vi lascerò pure in mezzo alla
strada! Tanto non sarà un
problema, visto che andate già così
d’accordo! – esclamò da brava regina del
dramma.
Taemin
ridacchiò un poco a quella scenata, smentendo poi la sua
precedente
affermazione.
-Credimi,
minnie, ti ascolterei volentieri – gli disse allora Kibum con
più gentilezza,
scompigliandogli affettuosamente i capelli un po’ lunghi
– ma ho un noiosissimo
corso di inglese da seguire.
Il
ragazzo lo guardò un poco perplesso.
-Ma
tu
parli perfettamente inglese. Che ti importa di seguire il corso, visto
che non
hai l’obbligo di presenza?
Kibum
alla domanda parve un po’ a disagio.
Toh guarda, non uno spettacolo di tutti i giorni.
Taemin
trasalì quando sentì una grossa mano posarsi con
delicatezza sulla sua spalla.
In un gesto istintivo, voltò la testa e vide che Minho, il
quale gli stava ora
alle spalle, guardava il padrone di casa con un grosso sorriso
divertito –e
appena un po’ vendicativo, forse.
-E’
solo che Kibum è uno studente volenteroso. Su, va o rischi
di arrivare in
ritardo.
Il
diretto interessato sembrò un poco esitante e perplesso: era
evidente che non
capiva perché mai il suo collega gli stesse dando manforte.
Tuttavia varcò lo
stesso la soglia, pronto ad attraversare il vialetto di casa.
-Divertiti
con Jonghyun! – gli gridò allora Minho, scoppiando
a ridere come un matto
quando vide l’amico congelarsi e arrossire.
-Sta
zitto! – gli gridò quello furioso, per poi
sbattere la porta di casa dietro di
sé.
Particolarmente
divertito dalla scena, l’interpellato non fece altro che
ridere ancora più
forte, rimanendo immobile accanto a Taemin che dal canto suo si
limitava a
sbattere le palpebre alquanto inebetito da quella scena.
Quando
finalmente le risate cessarono, seguì un momento alquanto
imbarazzante siccome
nessuno dei sue ragazzi sapeva né che dire, né
che fare.
Il più giovane non poté trattenere un sospiro
sconsolato, già pronto a
dirigersi anch’egli verso la porta per tornarsene a casa
–al diavolo le future
ramanzine di Kibum. Tuttavia fu fermato da una voce bassa e gentile:
-Allora
Taemin-ah, vediamo se riesco a risolvere il tuo problema –
gli offrì Minho con
un sorriso incoraggiante.
L’altro
non seppe che fare, se non ridacchiare imbarazzato e muovere con
nervosismo i
piedi.
-Ah,
ma non importa. Posso tornare a casa e riparlarne con Kibum-hyung dopo.
-Beh,
mi spiace dirtelo, ma penso che se Kibum non ci trova qui al suo
ritorno,
finirà per ammazzarci entrambi. In particolare, se sa che
non ti ho dato una
mano, mi scuoierà di certo.
Taemin
sorrise divertito, considerando le parole che gli erano state rivolte.
In
effetti il suo amico sapeva essere molto pericoloso
all’occorrenza,
specialmente quando non si eseguivano i suoi ordini (che lui trovava
necessario
impartire a chiunque gli capitasse
a
tiro).
Rabbrividì
un poco al pensiero dei mesi
di brontolii irritanti che sarebbero seguiti, nel caso.
Vedendo
che il compagno non sembrava molto propenso a parlare, Minho decise di
tentare
di metterlo un po’ più a suo agio.
-Vuoi
una tisana? – gli chiese quindi, spostandosi nella piccola ma
confortevole
cucina.
Taemin annuì, accomodandosi dal lato opposto dei fornelli e
osservando il più
grande aprire sportelli vari alla ricerca degli infusi. I suoi occhi
dolci si
posarono sulle linee decise del corpo muscoloso dell’altro,
sui capelli corvini
né troppo lunghi, né troppo corti e sulle sue
mani grandi.
Sembravano piuttosto ruvide, come se fossero state abituate a lavorare
nel
fango, ma allo stesso tempo gli parevano molto delicate e gentili.
Si chiese se alle ragazze piacessero quelle mani.
Doveva essere bello sentirle sulla propria pelle, così
premurose.
-Taemin-ah?
– si sentì chiamare.
Sbatté
le palpebre confuso, per poi arrossire un poco.
Non erano i suoi pensieri ad imbarazzarlo; non poteva farci nulla se
gli veniva
spontaneo desiderare di avere un corpo virile come quello
dell’altro, al posto
del suo femmineo e gracile.
Ciò che lo portò a maledirsi un paio di volte fu
la consapevolezza di essere
stato colto con la testa fra le nuvole, a fissare il vuoto come un
ebete.
-Mh?
-Che
infuso vuoi?
-Ah…-
mormorò. Ci mise un po’ a raccogliere i suoi
pensieri (le domande improvvise lo
mettevano sempre in crisi) – alla menta, grazie.
Quando
calò di nuovo il silenzio, a nessuno dei due parve dare
troppo fastidio: non
essendo interessati a cercare un argomento di conversazione,
l’uno perché
troppo timido, l’altro perché di poche parole,
decisero di accontentarsi di
quel rilassato mutismo. Tuttavia non vi era alcuna tensione
nell’aria, come se
quella quiete stagnante – interrotta solo dal rumore
dell’acqua che sbuffava
nel pentolino- fosse
stata del tutto
naturale e, al contrario delle aspettative, piacevole per entrambi.
Minho
in particolare riusciva a sentire gli occhi del compagno su di
sé, e se in un primo
momento la cosa lo aveva messo appena un po’ a disagio, si
era alla fine
rassegnato a quello scrutinio a cui sapeva di essere sottoposto e aveva
quasi
cominciato a non farci più caso.
Tra
l’altro si era consolato lanciando lui stesso occhiate
distratte a quel
ragazzino così delicato seduto a pochi passi da lui.
Doveva ammettere che ad un primo impatto aveva pensato che fosse una
ragazza,
ma era stato solo un attimo, prima di notare la forma spigolosa dei
suoi
fianchi secchi.
Dopo
alcuni minuti, che parvero in tutta fede infiniti, versò
l’infuso nelle tazze
e, una volta passatane una al ragazzo, si accomodò di fronte
a questi.
-Allora,
come posso aiutarti? – chiese un po’ titubante, lui
stesso messo un poco a
disagio dalla situazione bizzarra. Insomma, non capita tutti i giorni
di dover
fare da consulente ad un ragazzo che si conosce da dieci minuti scarsi
e con
cui si sono scambiate due parole a stento.
Rimase
zitto ad osservare quelle dita affusolate dare piccoli colpetti nervosi
alla
tazza, producendo un fievole ma costante ticchettio.
Sì, sembrava proprio una ragazza.
-Ecco
– sentì il piccoletto sospirare con fare
rassegnato, come se ancora non si
capacitasse di dover discutere di simili cose con un perfetto
sconosciuto – c’è
una ragazza in classe che mi piace.
Per
un
attimo il moro sembrò indeciso se spronare l’altro
a continuare o se attendere
ancora e lasciarlo procedere secondo i suoi tempi.
Nell’indecisione, scelse di
limitarsi ad osservarlo: Taemin non riusciva a staccare gli occhi dal
tavolo, e
la posizione china della testa faceva sì che alcune ciocche
setose ricadessero
scomposte in avanti, sfiorando appena la pelle nivea del collo.
Notò che aveva
il vizio di lasciare piccoli sospiri, quasi inudibili, senza rendersene
del
tutto conto.
Infine,
il più basso alzò di nuovo la testa.
-Lei
è
davvero carina – non riuscì a trattenersi dal dire
– indossa degli occhiali
spessi, ma se li toglie, ha degli occhi bellissimi. E
poi…è così timida. E’
silenziosa
ed arrossisce spesso, ma è così carina quando lo
fa! – disse mentre i suoi
zigomi si tingevano di rosa e l’ennesima risatina nervosa
sfuggiva alle sue
labbra.
Minho
avrebbe davvero voluto dirgli che lui non stava messo molto meglio
della sua
cotta, ma si trattenne.
Gli venne spontaneo chiedersi come avrebbero fatto due persone tanto
timide a
combinare qualcosa insieme.
-Quindi,
il tuo problema è farti avanti? – gli
domandò tranquillo, già sicuro della
risposta che avrebbe ottenuto.
-Ah,
no no. Io la riaccompagno spesso a casa – mormorò
quello spostando di nuovo lo
sguardo verso il tavolo. Quando il più grande non fece
alcuna osservazione,
capì di dover fare uno sforzo per spiegarsi meglio
– Intendo dire, ci vediamo
spesso e ci teniamo
per mano quando
camminiamo
Seguì
di nuovo il silenzio, e Taemin sbuffò frustrato.
-Voglio
dire che penso con una certa sicurezza di piacerle. Me lo ha fatto
capire.
-Ah
–
Minho sembrò un poco colto di sorpresa – allora
dove sta il problema?
Se
possibile, il più piccolo, invece di rilassarsi con il
procedere della loro
conversazione, era diventato al
contrario sempre più teso. Ogni volta che doveva aprire
bocca per spiegarsi
sembrava fare un’immensa fatica, come se avesse voluto
esprimere così tante
cose da finire per non dirne nessuna.
Infine,
lo guardò dritto negli occhi, la sua espressione una
maschera di timidezza.
-Hyung…quando
si vuole baciare una ragazza, come si fa a capire il momento giusto?
Minho
sbatté le palpebre un paio di volte.
-Cioè,
come si fa a capire se lo vuole anche lei?
-Esatto
– annuì quello con frenesia, contento che il
più grande avesse compreso in
pieno la questione.
Il
ragazzo sorrise in maniera gentile, intenerito dall’innocenza
di quel
piccoletto che pendeva dalle sue labbra.
-E’
semplice: esiste la regola dei tre secondi – gli rispose con
pazienza –
Vedi, tu devi fissarla intensamente,
ovviamente quando anche lei ti sta guardando negli occhi. Se lei non
distoglie
lo sguardo entro tre secondi, ci puoi provare.
-E
lei
quindi si lascerà baciare?
-Non
è
detto – gli disse ridacchiando –ma potrebbe.
Però, se chiude gli occhi, allora
è praticamente sicuro. Le ragazze pensano che il bacio ad
occhi chiusi sia
molto romantico, quindi abbassano sempre le palpebre quando lo vogliono.
Taemin
ascoltò interessato, mordendosi appena il labbro in un gesto
istintivo. Minho
rimase un poco inebetito a fissare quella pelle rosea scivolare
delicatamente
fra i suoi denti bianchi.
-Beh,
ma un bacio ad occhi chiusi è più romantico,
giusto hyung? – osservò con fare
casuale.
-E’
un
modo di vederla – disse Minho scrollando le spalle.
– Certo se chiude gli occhi
in genere vuol dire che si aspetta un bacio alla francese. Insomma,
saresti
fortunato!
-Intendi
con…con la lingua?
L’altro
annuì, divertito nell’osservare come il ragazzo
probabilmente non avesse
pensato a dare un bacio del genere in primo luogo.
-Non
sei curioso di darne uno? -
domandò
sempre più divertito, sebbene il suo atteggiamento
perennemente composto non lo
lasciasse trapelare più di tanto.
-Certo
hyung! Sono un ragazzo pure io…insomma, ci penso a queste
cose – disse con le
guance sempre più rosse.
Minho
si rese conto di averlo sottovalutato: forse era il suo aspetto fragile
e delicato,
ma non riusciva a realizzare che quel piccoletto avvertisse le sue
stesse
pulsioni, tali e quali a quelle di ogni ragazzo adolescente.
Suo
malgrado, rimase affascinato da quella strana mescolanza di un
infantile
innocenza unita ad una curiosa voglia di crescere ed esplorare.
Si
ridestò dai suoi pensieri quando lo sentì
aggiungere:
-E’
solo che non so come si da un bacio con la lingua. Non ne ho mai dato
uno –
ridacchiò divertito ed imbarazzato al tempo stesso.
-Insomma
– riprese – e se poi mentre cerco di darglielo,
sbaglio qualcosa e finisco per
farci la figura dello scemo?
-Vuoi
che te lo spieghi?
Non seppe per quale motivo, ma Minho sentì uno strano senso
di agitazione farsi
strada in lui una volta che ebbe pronunciato quelle parole. Gli
sembrava quasi
di aver chiesto molto di più di quella semplice ed innocente
proposta.
Taemin
non sembrò così turbato invece ed
annuì curioso.
-Bene,
chiudi gli occhi – gli disse il più grande,
osservando l’altro fare come gli
era stato detto. Sorrise di nuovo a quella scena – bene,
adesso immagina: sei
di fronte a…come si chiama?
-Mi
Young – rispose l’altro piano, quasi in trance.
-Bene,
sei di fronte a Mi Young. Siete sulla scalinata di casa sua, i vostri
volti
sono a pochi centimetri di distanza. Ti sembra quasi di sentire
già la pelle
liscia del suo viso sulla tua. Ti sporgi verso di lei –
sussurra, mentre vede
il più piccolo seguire alla lettera le sue istruzioni, quasi
come immerso nella
sua ricostruzione dei fatti – e una volta posate le labbra
sulle sue, le
accarezzi con la tua lingua per po---
Ma
Minho non fece in tempo a dargli istruzioni. No, perché
Taemin senza rendersene
nemmeno conto lo zittì con le sue stesse labbra, estasiato
al contatto di
quella pelle vellutata che si muoveva contro la sua. Il più
grande, dal canto
suo, era così stupito dalla situazione che non
riuscì né a dire, né a fare
nulla, limitandosi a fissare ad occhi spalancati quella pelle
bianchissima che
gli occludeva la vista.
Fu nel momento io cui sentì la lingua umida di Taemin farsi
strada nella sua
bocca che chiuse gli occhi senza rendersene conto: il più
giovane era così
inesperto da non curarsi affatto di essere delicato in quel suo bacio,
ma forse
fu la sua natura gentile a compensare la fretta e
l’impazienza del suo gesto,
siccome esplorò la sua bocca con gentilezza, carezzando
l’interno delle guance
e sfiorando di tanto in tanto i suoi denti, in un gesto un poco goffo.
Taemin
sapeva di vaniglia proprio come una ragazza, Minho non
riuscì a frenarsi dal
pensare. Avrebbe voluto affondare la sua mano grande in quelle ciocche
lunghe e
morbide, ma una qualche parvenza di lucidità in fondo a lui
gli suggerì che
avrebbe rischiato di rovinare tutto.
Se Taemin si fosse accorto di star baciando lui e non Mi Young, avrebbe
staccato le sue labbra all’istante, no?
E
lui
proprio non voleva che
l’altro lo
facesse.
Al
di
là di tutte le sue premure, il giovane sembrò
riprendersi ed allontanare piano
il viso.
E Minho riaprì gli occhi, accorgendosi solo allora di averli
tenuti chiusi.
Però non poté fare a meno di notare che era vero,
c’era un qualcosa di
infinitamente bello in un bacio ad occhi chiusi.
E c’era anche un qualcosa di affascinante nel modo in cui
Taemin si rimise a
sedere, sbattendo le palpebre un po’ inebetito; nel modo in
cui sembrava ancora
essere un po’ lontano dal modo reale e nel modo in cui le sua
labbra
apparissero un po’ gonfie e lucide.
Si
schiarì la gola, deciso a fare finta di nulla.
-Sì,
direi che così può andare –
mormorò un po’ a disagio.
Detto
con sincerità, si sarebbe aspettato che il suo compagno si
alzasse di scatto ed
imboccasse la porta di casa o quantomeno che le sue guance andassero a
fuoco
nel più puro imbarazzo.
Invece
Taemin appariva del tutto tranquillo, forse anche più di lui.
-Grazie
hyung! – esclamò allora, esibendo un sorriso a dir
poco radioso, mentre i suoi
occhi si assottigliavano in due leggere lunette.
–Metterò in pratica i tuoi
consigli appena se ne presenterà occasione! Ah, e poi ti
farò sapere,
ovviamente – aggiunse come gli fosse tornato in mente un
secondo momento.
Minho
sorrise con caloroso affetto.
-Spero che avrai fortuna.
Suo
malgrado, non poté fare a meno di chiedersi se fosse cattivo
da parte sua
sperare in realtà tutto il contrario e volere di nuovo un
assaggio di quelle
labbra.
Per
lui soltanto.
Note dell'autrice: Uhm...beh,
ecco qui^^"
...ho la netta impressione che dopo questa conclusione, mi vorrete
tutti
linciare^^"
So che spesso questi finali molto in sospeso risultano fastidiosi, ma
non ho
potuto farci nulla^^" Mi sembrava esagerato spingermi oltre quando i
due
si conoscevano da poco e, detto in tutta fede, a me non dispiace come
ho
concluso la faccenda^^" (ne sono, anzi, piacevolmente soddisfatta lol)
Ma, come già detto, so che questi finali sono irritanti. E
so che la pesona a
cui è dedicata questa shot, in particolare, li odia a morte
lol. Motivo
per cui, stavo riflettendo sulla possibilità di scrivere una
seconda shot che
sia una sorta di sequel. Sebbene ancora non abbia nulla di preciso in
mente^^", mi farebbe piacere sapere il vostro parere: se, insomma,
è
meglio lasciare le cose così come sono, o scrivere
un seguito ed approfondire
la situazione. Oppure ancora, cestrinare direttamente questa
shot XD
Ho solo due parole per descrivere il risultato: epic fail lol.
Sembra una scolaretta ._____.
Mi scuso davvero tanto, per questo!^^" Non sono affatto
riuscita a
dipingerlo come volevo e me ne rammarico...spero di fare meglio una
prossima
volta, magari .____.
Vi ringrazio tantissimo per esservi fermati a leggere questa shot!
Spero che al
di là di tutti i difetti, degli errori di scrittura (so che
ce ne sono, ma non
riesco a trovarli e correggerli^^") e al di là della
semplicità di questa
shot, vi sia in un qualche modo piaciuta e vi abbia fatto trascorrere
qualche
minuto piacevole^^
Grazie mille per averla letta!
P.s: volevo
approfittarne per ringraziare eos_92, Bommie
e Little
Flamer per aver recensito "Let's play at home"! Non so
nemmeno
dirvi quanto le vostre recensioni mi abbiano fatto piacere *O* Siete
state
gentilissime! *O* Ho intenzione di rispondervi singolarmente, solo
che...oh
beh, sono una maledetta procrastinatrice -.-" Scusatemi davvero tanto!
Sono mortificata ._____.