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Autore: Emerald Liz    06/05/2012    2 recensioni
“Non dovrei farlo.” Mi ripetei per l’ennesima volta.
Eppure, incapace di fermarmi, continuavo a vagare per la magione degli Hellsing, curiosando nelle innumerevoli stanze che non avevo mai visto."
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Integra Farburke Wingates Hellsing, Seras Victoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Non dovrei farlo.” Mi ripetei per l’ennesima volta.
Eppure, incapace di fermarmi, continuavo a vagare per la magione degli Hellsing, curiosando nelle innumerevoli stanze che non avevo mai visto.
Poi, una porticina in cima ad una scalinata attirò la mia attenzione.
Salii, provai a spingere la porta: si aprì.
Dentro era buio.
Vagando alla ricerca di una fonte di luce, urtai un mobile e qualcosa cadde sulla mia testa, poi a terra.
Mi lamentai sommessamente.
Dopo aver finalmente trovato una candela, potei vedere nella penombra che quella stanza era usata come una sorta di ripostiglio: un po’ ovunque erano ammassati vecchi mobili, carte, oggetti di tutti i tipi.
La mia attenzione venne catturata da una scatola riversa a terra, probabilmente era ciò che mi era caduto in testa entrando.
Cadendo, si era aperta e il suo contenuto era finito in parte sul pavimento polveroso.
Mi avvicinai.
La scatola era piena di vecchie foto.
Una in particolare attirò la mia attenzione: la raccolsi per guardarla meglio.
Una giovanissima Integra, con un sorriso smagliante e spensierato, mi guardava dalla foto.
Accanto a lei, stava una figura vestita di scuro, con il volto quasi completamente celato da un cappello a tesa larga.
Alucard.
Restai sorpresa dalla sua presenza, e ancora di più dal suo gesto: teneva una mano sulla spalla di Integra, come a volerla proteggere.
Da cosa, non lo sapevo.
La foto era luminosa, ed esprimeva tutto fuorché minaccia.
Incantata, continuai a guardarla per quelle che mi sembrarono ore.
Venni riscossa da un leggero rumore accanto a me.
«Seras.»
Sobbalzai e, arrossendo, tentai di giustificarmi.
«Integra… Io…»
Ma lei non fece attenzione al mio balbettare.
Si sporse in avanti verso di me e, scorgendo la foto, dapprima prese un’aria perplessa, poi sorrise.
Per la prima volta dal mio arrivo aveva abbandonato la solita espressione seria e preoccupata.
Mi sfilò la foto dalle mani, mentre io la guardavo, incapace di distogliere lo sguardo.
Si voltò verso di me.
«In questa foto avevo appena compiuto diciotto anni. Ero diventata il nuovo capo dei Protestant Knights.»
Un’ombra le passò sul viso.
Avevo capito la ragione del gesto di Alucard.
Integra si fece improvvisamente seria.
«C’è un motivo se queste foto sono qui, Seras. Rappresentano momenti felici, sicuramente più felici di adesso, ma non mi piace averle intorno.»
Tutto era improvvisamente diventato silenzioso.
Non osavo quasi respirare.
«Non guardare mai al passato, Seras. Mai. Quando è passato, è finito. Non rimanere prigioniera di una vecchia foto.»
Mi guardò come se temesse di non aver detto abbastanza, e allo stesso tempo di aver detto troppo.
Poi, senza aggiungere altro, se ne andò, portandosi via la foto e lasciandomi lì, nella penombra di quella stanza piena di ricordi.
Mi alzai, raccolsi la scatola e la rimisi in cima all’armadio dal quale era caduta.
Uscii, chiudendomi la porta alle spalle.
In quanto a quella foto, non l’ho mai più rivista.
  
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