Ci avevo dedicato la vita.
Allo studio, alla ricerca.
Ero il migliore, migliore negli esami, migliore negli orali.
Il meglio che riuscivo ad essere.
Niente vita privata, non mi serviva.
Niente feste.
Niente.
Solo lo studio e la ricerca.
Dovevo essere li migliore.
Glielo dovevo.
A lei.
A Isabella.
Ogni anno andavo a trovare la sua tomba.
Ogni anno trovavo sua madre più invecchiata.
Ogni anno mi facevo raccontare com’era, che sogni aveva, che destino si era scelta.