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Autore: Rik Bisini    01/12/2006    0 recensioni
Cosa lega un demone scomparso ed un mago celebre per guarire le persone a cui sono stati rubati i sogni?
Il vero avversario di Shadow Lady è forse sul punto di uscire allo scoperto?
Quinta fanfiction sul ritorno della sensuale eroina di Katsura, solo per veri amanti delle ragazze-ladro.
Fanfiction già pubblicata su Manganet dal 2/11/2006.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e il ladro di sogni
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La notte è delle donne

Avere migliaia di occhi intorno a sé non significa essere visti, ci può essere una folla immensa che transita a pochi passi da una persona senza che nessuno ne noti la presenza.
La ragazza che lavorava alla fermata della metropolitana, dietro il vetro che separava il flusso dei passeggeri dal personale di servizio, rimaneva nascosta nell'anomimato. Pochi ciuffi di capelli biondi uscivano dal pesante cappello completo di paraorecchi che indossava e un paio di occhiali scuri copriva il suo volto. Più in basso del vetro, l'uniforme di servizio nascondeva un corpo giovane ed attraente.
Una piccola donna molto magra bussò sul vetro, tenendo davanti agli occhi una cartellina che sosteneva alcuni fogli dattiloscritti. La ragazza dietro il vetro lo sollevò di un palmo.
« Mimokori... Ai. » lesse con tono neutro, « Questo è il tuo ordine di servizio per la settimana prossima. »
Ai porse una mano e l'altra le consegnò un foglio.
« Sabato mattina hai il primo turno. Poi devi essere qui tutta domenica a partire dal secondo turno. » continuò.
Ai annuì.
« Buona serata. » concluse la donna.
Ai sollevò il foglio e lo consultò rapidamente, poi il suo sguardo iniziò a seguire le lancette di un orologio analogico che seguivano pigramente il loro cammino senza fine. Le sue labbra si piegarono in un sorriso stentato.
Una donna con un soprabito consunto si avvicinò e chiese in che direzione fosse la fermata del pullman extraurbano. Ai rispose con una frase breve e dettagliata, che sembrava già formulata centinaia di volte. La lancetta lunga era quasi giunta al dodici. Una ragazza bruna sui venti anni entrò ridendo da una porta in ferro alle spalle di Ai, vestita con la medesima uniforme.
Disse qualcosa a riguardo di un appuntamento conclusosi bene la sera precedente e diede un suggerimento riguardo ad un negozio che proponeva allettanti sconti.
Ai ascoltò distrattamente, mentre raccoglieva un vecchio zaino azzurro e blu che teneva ai suoi piedi e si diresse verso la porta con un saluto ed un franco sorriso.
Pioveva. Una fitta pioggia sporca. Ai uscì dalla fermata della metropolitana e si riparò nel portone di un palazzo. Grosse gocce di pioggia erano cadute sul suo viso, trasformandosi in un velo che copriva le lenti dei suoi occhiali: Ai portò le mani sulle asticelle e li sfilò.
Bastò questo a trasformarla. Apparvero due occhi nocciola luminosi e sinceri ed il volto candido di una graziosa diciassettenne.
La ragazza che si era nascosta dietro le apparenze di Ai attraversò correndo la strada e raggiunse il bagno pubblico dall'altro lato.
Ne uscì quasi un'ora dopo, quando la pioggia era cessata, con un pesante maglione bianco ed una sciarpa rosa. L'attendeva un bambino che aveva all'apparenza dieci anni con vispi occhi neri ed una pettinatura che ricordava in modo curioso un paio di corna. Con una mano teneva un ombrello.
« Ciao, Demota. » disse la ragazza rivolta al bambino.
« Ciao, Aimi, » rispose Demota. « pensavo che servisse un ombrello, ma ha smesso di piovere. »
« Grazie » disse Aimi con un sorriso dolce come lo zucchero, « ma ora sto bene. Ho avuto solo un raffreddore. Gli esseri umani si ammalano a volte ».
« Sicura di sentirti bene? » domandò Demota.
Aimi annuì. « Perfettamente » lo confortò, « hai detto a Dory che questa sera saremo a teatro? »
Demota annuì. « Ha ricevuto il preavviso » rispose, « starà predispondendo tutto per accogliere Shadow Lady. Starò accanto a te con l'aspetto di Demo, come sempre ».

Nell'ampia stanza erano disposte parecchie file di scrivanie dotate ciascuna di un computer, la maggior parte stracolme di documenti. Un giovane poliziotto, con un sincero sorriso sul viso e un'uniforme nuova di zecca si avvicino timidamente ad una di queste.
Seduto ed assorto nella lettura del monitor c'era un giovane bruno dal fisico atletico, il cui capelli bruni erano pettinati in modo che un ciuffo ricadesse verso l'occhio destro.
« Agente Bright Honda? » chiese. « Sto cercando l'ispettore Dory? »
Bright sollevò gli occhi e considerò distrattamente il suo interlocutore.
« Uno dei nuovi, eh? » gli disse, « L'ispettore arriverà a momenti. Non ti fare impressionare, è un po' di cattivo umore. »
« Come? » fece interdetto il giovane.
« Hanno mandato voi appena usciti dall'Accademia al posto di agenti di esperienza ventennale. » spiegò Bright, « sono arrivati ordini dall'alto. A quanto sembra non si vuole che il meglio delle forze di polizia sia impiegata nella caccia a Shadow Lady ».
Indicò una foto affissa ad una parete poco distante. Ritraeva una ragazza semplicemente irresistibile, dal fisico formoso generosamente mostrato da un attillato e corto vestito nero, con uno spacco sul seno. I suoi capelli erano biondo platino e aveva una elaborata acconciatura a punte.
Il giovane si incantò a fissare la foto, con la bocca aperta.
« Ti fa sempre questo effetto, solo guardandola su di una foto? » lo stuzzicò Bright.
L'altro, arrossendo, si scosse e si schiarì la voce. « Ehm... non sarò il fascino di questa criminale ad impedirmi di compiere il mio dovere ».
Bright fece un sorriso amaro.
« Quella fotografia » pensò, « non trasmette che un'ombra di quanto sia irresistibile il fascino di Shadow Lady e di Aimi Komori, che si cela dietro quella ladra... e che io amo ».
Il poliziotto sembrò interpretare il sorriso di Bright come una manifestazione di sufficienza.
« Sono certo » disse con orgoglio, « che le nuove leve mostreranno tutta la loro determinazione a raggiungere le capacità dei più brillanti agenti ».
Bright lo guardò con condiscendenza. « Benissimo. Ma ricordati comunque di non meravigliarti se nessuno, né tra i veterani, né tra i giovani, riuscisse a pedinare Shadow Lady ».

Un gattino bianco si leccava con cura una zampa anteriore in una strada polverosa, scarsamente illuminata dalle luci dei pochi lampioni funzionanti.
Dall'ombra apparvero due tozze figure. La prima era quella di un ragazzo biondo, vestito di una giacca e pantaloni di pelle neri, l'altra quella di un ragazzo rosso che indossava un pesante piumone grigio e pantaloni bianchi di lana. Si guardarono e si intesero con un cenno. Il primo si frugò in tasca e prese un boccone di carne ed un manganello, l'altro un sacco di juta.
Il biondo avanzò di fronte al gatto con il boccone di carne in vista ed il manganello dietro la schiena. Il rosso aggirò il gatto allargando con le mani l'imboccatura del sacco.
« Guarda, guarda che carino! » disse il biondo. « Vieni micino bello ».
Il gatto si alzò sulle quattro zampe e rivolse al biondo uno sguardo innocente. Il biondo agitò il boccone di carne invitando il gatto ad avvicinarsi. L'animale sbadigliò e sembrò dapprima accogliere con sufficienza l'offerta ricevuta. Poi assunse un aria famelica e si avvicinò, seguendo il boccone di carne che il biondo muoveva a destra e a sinistra.
Il rosso giunse a tre passi dall'altro e calò il sacco, imprigionando il gattino. Il biondo iniziò a tempestare di colpi con il manganello il sacco che conteneva il gatto, ululando ferocemente. Il rosso eruppe in una folle risata.
Poi l'inatteso.
Il sacco prese fuoco ed esplose in una pioggia di scintille, consumandosi in un istante. Le scintille piovvero sui due teppisti lasciando grossi buchi nei loro abiti. Le urla di dolore dei due riempirono il vicolo fino a che non ne uscirono correndo all'impazzata. Il fuoco dal sacco si sollevò verso l'alto e si modellò in una piccola figura umana, la figura di una ragazza dalle lunghe orecchie il cui corpo era coperto di fiamme.
« Vaar, se vuoi ricordarmi di avere cautela nei riguardi degli umani è troppo tardi. » disse.
Dalle ceneri del sacco, brillò una scintilla di luce che si allargò fino a divenire un globo luminoso, al cui interno apparve una creatura minuscola con una coda lunga quanto il corpo e gli occhi del color della brace.
« Temo che riuscire a fermarti in tempo, Setna » replicò la creatura, « sia un'impresa superiore alle mie capacità ».
Setna strinse le spalle.
« Questo vicolo deve essere il principale punto di incontro degli umani più violenti e stupidi della città. Quegli idioti che ho sistemato due mesi fa, almeno, erano ubriachi ».
« Meglio allontanarci comunque » suggerì Vaar, « l'ora in cui ci aspettano Kalalii e Tolikei è vicina ».

Shadow Lady era in cima ad un edificio, appena visibile alla tenue luce della poche stelle che si distinguevano in un cielo nuvoloso. Accanto a lei c'era una creatura con grandi occhi, piccole corna e due ali da pipistrello. Shadow Lady sollevò il capo verso l'alto e chiuse gli occhi.
« Nasconditi Demo » disse, « non siamo soli ».
« Lo so. Resto qui vicino. » replicò la creatura di nome Demo, prima di svanire nell'ombra.
Shadow Lady si volto. La sua figura avanzò lentamente con passi silenziosi in direzione di un lucernario. Poi la ragazza si voltò e appoggiò un braccio con noncuranza ad esso. Sorrise.
« Bright? » chiese. « Mi di nuovo stai dando la caccia sui tetti? »
« Sono io, Aimi. » disse una voce femminile. Dall'ombra apparve una ragazza che con lunghi capelli castani che indossava un vestito con una corta gonna ed un corpetto.
« Spark Girl? » la riconobbe Shadow Lady, perplessa. « Ti credevo a Greentown ».
Spark Girl sollevò un braccio verso un orecchio e fece scivolare una parrucca dal capo. Scosse la testa per ridare la piega ai suoi capelli bruni, che sul lato sinistro scendevano in un ciuffo.
« Ormai lo sai, Aimi, » disse, « io sono Lime ».
Shadow Lady sorrise. « Sono contenta di vederti, Lime ».
Sedettero sull'orlo del tetto, guardando verso le luci della città.
« Sono qui per dirti grazie » disse Lime, « per quello che hai fatto per me e per Greentown. Per qualsiasi motivo tu l'abbia fatto ».
Shadow Lady fece un sospiro. Lime continuò. « Ci ho messo qualche giorno a trovarti. Finalmente ho indovinato dove ti saresti appostata per raggiungere il tuo bersaglio. C'è una questione di cui volevo parlare con te, sei l'unica a cui possa chiederlo. Una questione di cuore ».
Shadow Lady guardò l'altra con sospetto. Si voltò, nascondendole per un istante l'espressione del suo volto.
« Se si tratta di Bright, hai indovinato i miei sentimenti da tempo ».
Lime scosse la testa « Non si tratta di lui, si tratta di me ».
« Non sono un'esperta di sentimenti, Lime » continuò Shadow Lady, « né come Shadow Lady, né come Aimi ».
« Lo so. » replicò Lime, « Shadow Lady è troppo spegiudicata ed Aimi è troppo timida. Ma sei la sola persona che conosco che è amata per se stessa e per il suo alter ego ».
Shadow Lady arrossì. Attraverso il trucco della ladra apparve il volto di una ragazza in preda ad un incontrollabile imbarazzo.
Lime spalancò gli occhi. « Adesso non potrei più avere alcun dubbio. Sei proprio Aimi! » e rise di gusto.
Aimi si accigliò, poi la sua espressione si rilassò. Unendosi con fragore alla risata di Lime, tornò ad avere l'aspetto di Shadow Lady.
Quando gli echi della risata si spensero, Lime tornò a fissare la ragazza seduta accanto a lei con uno sguardo carico di apprensione.
« Ascolta » disse, « se un ragazzo fosse interesato a me, cosa credi che penserebbe scoprendo che io sono Spark Girl? »
« Spark Girl non è una ladra, è amata dalla gente. » osservò Shadow Lady.
« D'accordo. E Shadow Lady è altrettanto amata. Non ha mai rubato per arricchirsi, ma per divertirsi. E nessuno ha dimenticato il mostro che apparve qui a Gray City otto mesi fa. Fu Shadow Lady a combatterlo ».
« Non perché mi importasse della città » replicò Shadow Lady sulla difensiva, « e poi cosa c'entro io? »
Lime sbuffò. « Rispondi alla mia domanda, allora. Perché non dovrei rivelare il segreto di Spark Girl? »
Shadow Lady accennò un sorriso.
« È una tua scelta. Se ti fidi di una persona puoi farlo. Shadow Lady non può. Il suo segreto non è soltanto suo. Qualcuno deve rimanere nell'ombra, perché tutti siano al sicuro. Io sono Shadow Lady, custodisco chi resta in quell'ombra ».
« Capisco. » disse Lime, « A dire il vero sono piuttosto incerta. La mia vita all'asilo non potrebbe continuare se fosse scoperto il mio legame con Spark Girl ».
« Questo lo capisco... » convenne Shadow Lady, « io non posso più mostrarmi come Aimi... »
« Per via di Bright. » completò per lei Lime.
« Per Bright, sì. » confermò Shadow Lady, « Perché si ostina a voler conoscere pericolosi segreti ».
« È preoccupato per te, Aimi. » spiegò Lime, « Ha paura che tu venga manovrata contro la tua volontà ».
Il cuore di Aimi batté con violenza nel petto di Shadow Lady. « C'è molto da fare. E sono la sola che può farlo. L'Untore è un esempio di quello che può accadere se quello che viene dall'ombra cade nelle mani degli uomini. Il mostro di otto mesi fa non è stato allontanato per sempre ». Si alzò in piedi.
« Mi auguro che un giorno non lontano il pericolo dell'ombra svanisca da questa e dalle altre città. Allora potrà esserci un futuro per Aimi Komori ».
« Ci rivediamo? » domandò Lime. « Chissà? » rispose Shadow Lady, « Adesso devo andare. L'ispettore Dory mi aspetta già da un po', non mi piace deluderlo ».
Rivolto a Lime un sorriso incantevole, saltò e svanì nella notte.

   
 
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