Erravano, ma non vagavano, sino a quel momento infatti non erano riusciti ad esibirsi se non con risultati catastrofici.
Loro erravano.
Non si sapeva perchè, nè quando fosse cominciato, ma l'errore in se e per se sembrava essere il sogetto principale dei loro concerti.
Bhe si insomma facevano schifo, ed il pubblico non si dimenticava mai di rammentarglielo.
Ma loro erano musicanti e non c'era nient'altro che gli riuscisse di fare.
Così i musicanti erranti continuavano a suonare , continuavano ad errare, continuavano così perchè non avevano nient'altro.
Camminavano e suonavano per le vie della città, suonavano e venivano scansati per le vie dalle città, brusii di bieco disprezzo li seguivano fruscianti per le vie della città.
Le vie della città erano la loro inaccogliente casa che amavano piu di quanto avessero potuto amare una casa accogliente, si muovevano in quella casa danzando con una soavità che
rendeva ancora piu contorta la loro musica, ma quella era l'unica danza possibile, fosse soltanto perchè era totalmente sbagliata.
Un giorno guardandoli un uomo gli si fece vicino e gli lanciò il primo nichelino che gli fosse stato lanciato, sembrava commosso e con voce un po scossa dettata da qualcosa da dentro
disse: grazie.
Quell'uomo aveva il loro stesso identico umore.
I musicanti erranti continuavano ad errare perchè altro non sapevano fare.
La musica ti mette a nudo, fa intuire tutto di ciò che sei ed è difficile a questo mondo essere amati.