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Autore: _Uneksia_    09/05/2012    4 recensioni
La fantasia e l'ispirazione mi hanno aiutata a scrivere questa storia, in cui tutto, a parte i membri dei Nightwish e tutto ciò che loro riguarda, è irreale.
Ho messo dentro un po' di me stessa e dei miei desideri, spero vi piaccia.
Siate magnanimi, è la mia prima ff.
''La osservai allontanarsi. Avevo notato le sue gote arrossate. Non potei fare a meno di sorridere. Era proprio strana … Però non so, c’era qualcosa in lei che mi attirava e mi faceva sorridere. Feci per allontanarmi, quando un bagliore argenteo a terra attirò la mia attenzione. Mi chinai e presi l’oggetto del mio interesse.
Lo strinsi tra le dita. Non potei fare a meno di sorridere, ancora.''
01-01-13> AVVISO A CHI HA GIA' INIZIATO A LEGGERE: A seguito della nota separazione, ho dovuto modificare la trama. Conseguentemente, ho dovuto modificare i capitoli iniziali che risultavano essere fuori tema. Mi pareva necessario avvisarvi: nel caso abbiate intenzione, rileggete con le opportune modifiche. Grazie mille ^^
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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09-03-2012, Kitee,Finland.


Era notte fonda. Osservavo il soffitto della mia camera d’albergo, leggermente illuminata dalla luce chiara della luna.
La luna finlandese.
Quasi non ci potevo credere, ero in FINLANDIA.
La terra magica e fantastica per eccellenza, quella terra che desideravo da tempo visitare più di ogni altra cosa.
 L' avevo conosciuta grazie al mio gruppo preferito, i Nightwish. E a cui ora facevo visita proprio per vedere un loro concerto, il loro ottavo concerto dell’Imaginaerum World Tour.

Chissà, forse li avrei incontrati in giro per Kitee: probabilmente, essendo solo agli inizi, avevano optato per una capatina a casa.
E io, che avevo avuto la brillante idea, da fan mentalmente malata quale sono, di soggiornare a Kitee, con un grande colpo di fortuna li avrei potuti incontrare.

O forse no, d’altronde erano impegnati con il gruppo.
Probabilmente avevano altro di meglio da fare che passeggiare per le vie della città.

E io dopodomani sarei tornata in Italia.
Un viaggio lampo,questo, per visitare parte della terra  che adoravo e per vedere il concerto del mio gruppo preferito.

Fremevo dall’eccitazione.

Ero a Kitee, per assistere a un concerto dei Nightwish.
 Probabilmente sarebbe stato totalmente diverso dal vederli suonare in Italia.
Sicuramente, l’aria finlandese avrebbe contribuito a rendere ancora più magica tutta quella situazione.

Mi voltai verso il comodino alla mia sinistra. Erano le 03:30 del mattino.
E io ancora non ero riuscita ad addormentarmi.
Sbuffando, mi misi a sedere sul letto.
Osservai la luna piena che, come un dipinto, era perfettamente visibile dalla finestra aperta.

Rimasi seduta per qualche minuto a osservare vacua quello spettacolo che mi si parava davanti agli occhi, poi scossi la testa per ridestarmi da quel leggero dormiveglia.
Sentii finalmente, come se il mio corpo fosse divenuto improvvisamente sensibile, il freddo gelido finlandese che penetrava nelle mie ossa.
 Ci mancava soltanto il gelo, ora… Mi alzai, avvicinandomi alla finestra e chiudendola.

Solo in quel momento udì il chiasso e le urla che provenivano dal bar vicino al mio albergo.
A quanto pare laggiù qualcuno si stava divertendo.
Vetro che si frantumava, risate a non finire.
Riaprii la finestra, e sentii anche qualcos’altro.

Musica.

Musica forte, netta e distinta.
Riconobbi una batteria e, forse, una chitarra.

Sono sempre stata una ragazza curiosa, ma tendenzialmente, cerco di frenare la mia curiosità e di farmi gli affari miei. Non quando si tratta di Lei.

Ha un potere ipnotico, la musica. Ti avvicina e ti costringe a fermarti per ascoltarla. Anche solo per un minuto.

No, non voglio farmi gli affari miei, stavolta. La voglio seguire.


Mi vestii velocemente, jeans scuri, converse nere, maglia blu notte. Mi sistemai i capelli, afferrai il giubbotto in pelle, la mia solita tracolla e uscii.


Qualche minuto dopo vagavo per le strade di Kitee, guardandomi intorno con curiosità crescente. E più mi incamminavo, più la  musica si alzava e mi attirava a se'.

Colpi di bacchette sui piatti, sui tamburi, fuori tempo e male assestati. Assoli di chitarra suonati male, senza precisione. I suoni erano sporchi e vuoti. E dire che dall’albergo pareva "tutta un’altra musica".

Il bar in cui mi ero infilata era stipato di gente, e la puzza di alcool non era di certo piacevole.
Rimasi sulla soglia a osservare quello spettacolo leggermente schifata.

Non amavo particolarmente i locali del genere, preferivo sempre qualcosa di più tranquillo.
Ma questa musica era da tappi alle orecchie. Rumore, altro che.
Non osservai neanche chi producesse questo inferno, volevo solo allontanarmi da quel posto e riprendere a osservare Kitee in tutta tranquillità.
Ecco cosa adoravo, le passeggiate notturne.

Mi voltai, pronta per uscire da quel luogo. Ma venni urtata con una tal forza da farmi male al braccio colpito.

-Ehi! Guarda dove vai! – esclamai stizzita. Ma il tipo (troppo grosso per essere una donna) con cui avevo avuto lo scontro pareva mi avesse sentito a malapena.
Mi liquidò con un gesto annoiato della mano,non prima di avermi osservata dall’alto in basso con degli occhi grigio-azzurri.

Grigio-azzurro contro nero, fu un attimo.

Io quegli occhi li conoscevo, li avevo già visti da qualche parte. Ma la luce bassa del locale mi aveva impedito di vedere la faccia della persona in cui mi ero imbattuta.

Un attimo, e il tizio sparì verso il palco dove i tizi producevano quella musica infernale, veloce, come se non gli importasse altro che dei due che suonavano su quel palco.

Solo allora notai, osservando l'uomo alla luce soffusa del bar, la folta chioma di capelli neri che ricadevano sulle spalle, e un cilindro nero sulla testa.

Impossibile.

Non poteva essere lui.

-TUOOOMAS, TUOOMAS!- Delle ragazze un po’ alticce lo accerchiarono, urlando come forsennate. -TI PREGO TUOMAS SPOOOSAMI!- Si avvinghiavano a Tuomas e non lo lasciavano andare. Fu costretto ad allontanarle con la forza, infastidito. 

 Lui. Tuomas Holopainen.

Che si dirigeva verso il palco con rabbia.
Osservai i tizi che suonavano.
Spalancai gli occhi dalla sorpresa.

Emppu e Jukka che si esibivano. Sì, ma facevano proprio pena.

Notai poi una catasta di bottiglie vuote al limitare del palco, raggiunte poco dopo dall’ennesima bottiglia lanciata al volo da un Emppu che strimpellava la chitarra e rideva come un matto.
Ubriachi.
Erano solo ubriachi. Non potei fare a meno di ridacchiare osservando quella scena. 

Osservai Tuomas salire sul palco, staccare i due dagli strumenti e trascinarli di forza fuori, furente.

-Oh, Tuom, guarda questa ragazza! E’ tanto piccola e tenera!- disse Emppu, avvicinandosi a me mentre passavano, con un sorriso a 32 denti stampato in faccia. –Non trovi,Tommi? Guardala!- disse il chitarrista indicandomi.

Io ero pietrificata. Stupefatta.

-Trovo che sia il caso tu te ne vada da qui, Emppu. Andiamo!-  Tuomas continuò a trascinarlo dal locale, per farlo uscire fuori ed evitare che combinasse qualcos’altro.
Prima che uscissero, incontrai di nuovo quegli occhi color ghiaccio che qualche minuto prima mi avevano scrutata con profondità.

Luce contro oscurità, di nuovo.
Era una strana sensazione. Davvero strana.
 
I tre uscirono dalla porta.
E io rimasi imbambolata sulla soglia.

Non riuscivo a capacitarmi di ciò che mi era appena successo...
Avevo appena incontrato Tuomas Holopainen, Emppu  Vuorinen e Jukka Nevalainen.

 Io non avevo avuto alcuna capacità di reazione.

  
   
 
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