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Autore: Rin Hisegawa    10/05/2012    6 recensioni
MrsBlackSoil prompted: la prova che anche Tony Stark ha un cuore. «Andiamo, Mrs. Pepper, io sono Ironman! Potrei decidere di volare fino a Londra ed essere puntuale al lavoro domattina! Potrei essere atterrato su qualunque terrazzo di qualunque grattacielo di qualunque città su almeno metà della Terra, e lei mi dice che questo non è il destino. Che cosa sarebbe, allora?» [TONY STARK - IRONMAN / PEPPER POTTS]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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MrsBlackSoil prompted ~ la prova che anche Tony Stark ha un cuore.
E io ho raccolto la sfida, scrivendo 'sta storiellina che mi è venuta in mente così a caso mentre ero sul treno. Niente di che, ma visto che è una One-Shot potete anche prendervi quei cinque minuti per leggerla (e magari altri cinque per commentarla? *cuuute smile*). Comunque, si tratta di una Slice Of Life ambientata, idealmente, a metà del secondo film di Ironman, prima (per capirsi) che Pepper decida di essere veramente arrabbiata con Tony. Enjoy ~

TONY HAS A HEART

Dieci Agosto, la notte delle stelle cadenti; Pepper rientra tardi, come al solito, esausta dopo una giornata trascorsa a firmare scartoffie e correre qua e là per rimediare ai costanti disastri che Mr. Stark - consapevolmente o meno - riesce sempre a combinare. Le tempie doloranti, un sacchetto di cibo cinese da asporto nella mano sinistra e la solita, pesantissima valigetta nella destra, impreca per cinque minuti buoni contro la serratura della porta che non si vuole aprire.
Entrando, calcia in un angolo le decolletées - comprate qualche mese fa e già distrutte a forza di camminare - e butta disordinatamente il suo pesante fardello sul tavolo della cucina. Un rivolo d'olio gocciola giù dal sacchetto della cena, formando una viscida pozzangherina sulle piastrelle candide del pavimento.
Pepper gli lancia un'occhiata torva mentre si reca in camera sua: adesso, le toccherà anche pulire per terra, come se non ci fosse già abbastanza lavoro da fare. In silenzio - perché abita sola, con chi mai dovrebbe parlare? - scivola fuori dal suo tailleur grigio da impiegata per bene e si infila una molto più pratica maglietta oversize. Casa dolce casa.
Torna in cucina, asciuga come può l'olio dal pavimento - ad eliminarlo del tutto ci penserà dopo, promesso - e si siede a consumare la cena ormai fredda. Dire che il suo lavoro le piace è un eufemismo, ovviamente: Pepper adora il proprio lavoro. Tuttavia ci sono giorni, come quello, in cui vorrebbe aver frequentato lingue straniere, come sarebbe piaciuto a sua madre.
Adesso sarebbe un'interprete e girerebbe per il mondo, oppure un'insegnante con tre mesi di ferie pagate. Invece è Virginia Potts, assistente di Mr. Tony Stark, l'uomo che le telefona il dieci di Agosto perché ha assolutamente, inderogabilmente bisogno di lei. Per andare ad una riunione che lui ha intenzione di saltare. Per riparare la sua stramaledetta armatura. Le viene da ridere, a ripensarci. Infondo, lei per prima sa benissimo che farebbe praticamente qualsiasi cosa per Mr. Stark.
Abbandonando il contenitore di alluminio sul tavolo assieme alle posate sporche - anche quelle, lo giura, dopo le rimetterà al loro posto - si stende sul divano davanti alla televisione. Se Mr. Stark la vedesse in quel momento, coi capelli in disordine e i resti della cena dimenticati in giro, probabilmente si prenderebbe gioco di lei. Già se lo immagina uscirsene con una delle sue battute: allora anche la perfetta Mrs. Pepper è un essere umano! Con queste parole in testa, senza nemmeno accorgersene, scivola in un sonno profondo e senza sogni.
Viene svegliata circa tre ore dopo da un rumore improvviso proprio dietro alle sue spalle. Pepper balza in piedi, perfettamente vigile per la paura e la sorpresa, e si guarda attorno mordendosi il labbro inferiore. Che cosa è stato? E' notte fonda, e solo la luce del televisore che continua a blaterare rischiara vagamente i contorni delle cose.
Un'ombra scura, dalle fattezze umanoidi, giace riversa sul pavimento del suo terrazzo. Pepper non riesce a distinguerne la fisionomia ma sembra qualcuno di piuttosto grande, muscoloso. Le basta una decina di secondi per stabilire che potrebbe essere pericoloso, ed afferrare il telefono con una mano ed un coltello da cucina con l'altra. Prendendo un profondo respiro, si avvicina alla figura sdraiata.
«Chi sei? Da dove arrivi?» domanda cercando di suonare minacciosa, il coltello puntato in maniera poco convincente contro l'insolita sagoma scura. Nonostante il buio, questa sembra lanciare strani bagliori metallici ogni volta che la luce del televisore la sfiora.
Pepper muove ancora qualche passo in avanti, tendendo tutti i muscoli, pronta a balzare via al minimo segno di minaccia, ma l'ombra non sembra volerla attaccare. Stende il braccio sinistro verso l'esterno difficoltosamente, le dita che tamburellano sulle mattonelle del pavimento; poi è la volta del destro. Stranamente, muovendosi, il corpo dell'insolita creatura emette un clangore metallico piuttosto fastidioso.
Pepper osserva l'ombra mettersi a sedere, e lo sguardo le cade sul cerchio luminoso che brilla proprio al centro del suo petto.
«Mr. Stark?» esclama sentendosi colta alla sprovvista, incerta se sia il momento di scoppiare ridere o di perdere la pazienza con lui. Il suo principale solleva la maschera che gli copre il viso, e la squadra con una finta occhiata di disapprovazione.
«Mrs. Pepper, perché mi sta puntando addosso un coltello? Se vuole esternare un qualche risentimento verso di me, una e-mail andrà benissimo, glielo assicuro.»
Mr. Stark, decisamente. La donna scoppia a ridere, una risata a metà fra l'isterico e il divertito, e abbassa l'arma facendo ciondolare le braccia lungo i fianchi. Non sa cosa dire: il suo datore di lavoro si è appena schiantato sul terrazzo di casa sua, probabilmente dopo aver di nuovo costretto Jarvis a bypassare qualche informazione importante sulla sicurezza, e lei sta lì ad osservarlo inebetita con indosso soltanto una maglietta oversize.
«Che ne dice... hum... di accomodarsi in salotto mentre vado... hem... a mettermi qualcosa di decente?» Lui le sorride ammiccante, alzandosi faticosamente in piedi a causa della pesante armatura, e la squadra come un intenditore guarderebbe il pezzo più pregiato ad un'asta, riconoscendone il valore.
«A me va benissimo così com'è,» dice allegramente, e Pepper è praticamente certa che lo faccia solo per metterla in imbarazzo. Quindi si allontana a passo svelto, indispettita, cercando di ignorare la risata di lui che sembra non accennare ad interrompersi nemmeno dopo che lei se n'è andata.
Riappare qualche minuto dopo con addosso un paio di jeans e la solita maglietta - del resto, se lui decide di piombare a casa sua in piena notte, non deve aspettarsi di vederla in tailleur - e trova Mr. Stark comodamente seduto sul suo divano. Si è tolto l'armatura, i cui pezzi giacciono in un ordine piuttosto sommario accanto alla porta finestra del terrazzo, e sembra la persona più a suo agio di questo mondo. Indossa anche lui un paio di jeans, piuttosto malconci, assieme ad una maglietta nera col logo di una qualche band heavy metal.
«Faccia come se fosse a casa sua,» sogghigna Pepper metà per gentilezza e metà per prenderlo in giro. Lui sta già facendo come se fosse a casa propria; del resto, esiste una sola situazione in cui lei non l'abbia visto perfettamente tranquillo e sicuro di sé? Tony la osserva gettare via i resti della cena cinese tentando di non dare nell'occhio, e si lascia sfuggire un sorriso.
«Grazioso appartamento,» dice, guardandosi attorno. Pepper si sente un po' presa in giro: grazioso appartamento? lui vive in un super-grattacielo dotato di ogni comfort ed amministrato da un robot praticamente senziente. Ma infondo, forse sta solo cercando di essere gentile e fare conversazione. Magari anche lui non si sente a suo agio come lei credeva.
«Gradisce qualcosa da bere?» domanda, ammorbidendosi un po'. La vergogna che aveva provato poco prima sta pian piano affievolendosi, e la donna si sta rendendo conto soltanto adesso di come stiano veramente le cose: Mr. Stark, il suo capo, l'uomo di cui è - non troppo segretamente - innamorata da anni è lì, di fronte ad una Pepper decisamente scarmigliata ed informale, e non sembra affatto intenzionato a scappare a gambe levate.
«Oggi non bevo, grazie. Però avrei veramente fame, non è che le è rimasto ancora un po' di cibo cinese... o qualunque cosa fosse?» Sogghigna, e Pepper si sente di nuovo avvampare. Potrà essere innamorata di lui quanto vuole, ma di sicuro non sarà mai il suo uomo ideale.
«Niente più cinese, mi spiace,» risponde con un'alzata di spalle, «ma posso farle una pasta, se si fida della mia cucina.» Lui finge di nascondere una smorfia disgustata, poi si volta verso di lei e le dice ma certo, con il più raggiante dei sorrisi. Suo malgrado, lei non può fare a meno di ricambiare.
Tony la osserva cucinare la pasta con lo stesso sguardo affascinato con cui un bambino guarda la madre preparare una torta. Poi si offre di scolarla, mentre lei scalda il sugo, ma siccome è frettoloso e un po' imbranato riesce a rovesciarsi metà dell'acqua bollente su una mano. Fra una risata e l'altra Pepper gli consiglia di metterla sotto l'acqua fredda, e si ingegna a finire il lavoro di entrambi. Poi si siedono a tavola, e lei lo guarda mangiare sentendosi stranamente soddisfatta e divertita.
Non le importa che siano le quattro del mattino - e lui certamente domani la vorrà, formale e puntuale, alla sua scrivania - e non le importa nemmeno di aver appena condiviso un momento decisamente poco professionale col suo capo. Si sente solamente riconoscente verso quello strano, geniale, folle essere umano che ha deciso di portare un po' di allegria in una delle sue solite e noiose serate.
Pepper si trova a riflettere su come sarebbe bello se fosse ogni giorno così - tornare a casa insieme, dividere la cena, scherzare senza aver paura di dire qualcosa di sbagliato - ma ricaccia questi pensieri in un angolo dove non riesce a sentirli gridare. E' sempre stato facile, finora, dimenticare i propri sentimenti per lui; basta solo ricordarsi come si fa.
Mr. Stark finisce il suo secondo piatto di pasta con un sospiro soddisfatto.
«Allora, che ne pensa della mia cucina?» domanda lei per colmare il silenzio ed impedirsi di riflettere troppo. Lui sogghigna, e finge di pensare a lungo prima di dare il suo verdetto.
«Strana... ma buona, dopotutto, glielo devo riconoscere» concede. Pepper aggrotta le sopracciglia, fingendosi adirata, e gli lancia uno strofinaccio che lui afferra al volo.
«Grazie del suo esperto giudizio, Mr. Ramsey» gli dice, forse un po' troppo offesa, e Tony scoppia di nuovo a ridere contagiando anche lei.
Cade di nuovo quell'imbarazzante silenzio; Tony si alza in piedi, si guarda attorno incerto sul da farsi ed i suoi occhi si soffermano sull'armatura, ammassata nell'angolo. Forse, tra poco, sarebbe il caso di tornare. Pepper lo osserva senza dire una parola, e per un attimo si scopre a desiderare che lui non se ne vada, perché sa che la casa sarebbe a quel punto molto più buia e silenziosa, dopo.
«Lavo i piatti», esclama Tony, tornato improvvisamente allegro, rompendo quel silenzio imbarazzato, «del resto è colpa mia se li ha sporcati, e ho bisogno che domani sia perfettamente sveglia perché ho un sacco di lavoro per lei.» Pepper non è del tutto certa che stia scherzando, ma ugualmente siede sul bordo del tavolo mentre lo osserva affaccendarsi al lavello.
«Stia attento a non scottarsi di nuovo,» lo prende in giro, facendo dondolare leggermente i piedi avanti e indietro. Lui ride a bassa voce, ma stranamente non risponde alla provocazione.
«E' veramente buffo, non trova?» dice invece. Pepper alza la testa, perplessa.
«Che cosa?» domanda, incuriosita. Lui la guarda gravemente, aspetta un attimo prima di rispondere, gli è sempre piaciuto essere un pochino teatrale. Quando parla, tuttavia, sorride.
«Dieci agosto, la notte delle stelle cadenti. E, con tutti i grattacieli che ci sono in questa città, con le migliaia di terrazzi che si affacciano sulle centinaia di strade, io sono caduto proprio in casa sua.» Si asciuga le mani con uno straccio, e metodicamente inizia a rinfilarsi i pezzi dell'armatura. «Non penserà che sia un caso?»
Pepper lo segue alla porta finestra, sentendosi improvvisamente avvolgere da quella stanchezza piacevole che segue una giornata intensa ma appagante. In alto, il manto celeste brilla di tanti piccoli puntini luminosi; se lo guardasse con attenzione, potrebbe scorgere di tanto in tanto qualche meteora attraversarlo a tutta velocità, inseguita dalla sua scia infuocata.
«Io non credo nel destino, Mr. Stark,» sorride, cingendo il proprio busto con le braccia per ripararsi dal venticello notturno. Lui le lancia un'occhiata strana, che Pepper non sa come interpretare. Sembra infastidito.
«Andiamo, Mrs. Pepper, io sono Ironman! Potrei decidere di volare fino a Londra ed essere puntuale al lavoro domattina! Potrei essere atterrato su qualunque terrazzo di qualunque grattacielo di qualunque città su almeno metà della Terra, e lei mi dice che questo non è il destino. Che cosa sarebbe, allora?»
Lei si limita a sorridere, scostandosi una ciocca di capelli dalla fronte. Che cosa, chiede lui? E' lo stesso motivo per cui lei si alza ad orari improbabili ogni mattina, accetta gli straordinari, si ricorda di mettergli da parte una fetta di pizza quando fa tardi in laboratorio. E' il motivo per cui lui la prende in giro, ma non permette a nessun altro di farlo, e la guarda con quello sguardo strano e quasi dispiaciuto quando le dice di potersi fidare soltanto di lei.
Non è qualcosa che si può spiegare così, a parole, quando fra meno di cinque ore si rivedranno nei loro vestiti informali, separati da chili e chili di documenti da firmare. Ma, infondo, Pepper una risposta gliela deve; quindi si stringe nelle spalle, sorride ancora, e con la punta delle dita sfiora il cerchio luminoso che brilla in vivace contrasto col buio là fuori.
«Non ha niente a che fare col destino. E' semplicemente la prova che anche Tony Stark ha un cuore.»
Author's notes ~ Odio Gordon Ramsey, ma immagino che tutti sappiate chi è e visto che negli Avengers vengono fatti (soprattutto da Tony) un sacco di riferimenti a cose attuali, ce l'ho messo colta da un'improvvisa ispirazione.
  
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