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Autore: Sae Morinaga    10/05/2012    3 recensioni
La missione Antartide potrebbe salvare ciò che resta dell'ambiente e dell'umanità, ma non è tutto. Per Tomoko è anche e soprattutto l'ultima occasione di stare col ragazzo che ama prima di rinunciare definitivamente a lui. Il Polo Sud riuscirà davvero a raffreddare i suoi sentimenti per Rei?
Genere: Erotico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Questa è la prima storia che pubblico in assoluto e sono davvero nervosa >.<
Non dovrebbero essercene, ma nel caso trovaste degli errori vi prego di scusarmi e segnalarmeli in modo che possa correggerli.. insomma 4 occhi sono meglio di 2...
Qualche parola sulla storia.
E' la mia prima one-shot. Sono abituata a scrivere storie molto lunghe narrate in prima persona, quindi cimentarmi in una one-shot scritta in terza è stata davvero una sfida XD spero che non sia venuta troppo male. Ho deciso di iniziare la mia carriera da autrice su EFP con questa perchè... beh proprio perchè è una one-shot direi.. prima di pubblicare una storia di più capitoli volevo vedere come me la sarei cavata al mio debutto e quindi eccomi qui u.u spero che la storia di Tomoko e Rei non vi deluda, o almeno non troppo XD Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!




Fine o Inizio?
 



Rei Kusano. Era innamorata di lui ormai da anni. Fin da quando l’aveva incontrato la prima volta, pochi giorni prima di entrare nell’organizzazione di ricerca “Tameyo” che si occupava di sviluppare panacee a favore dell’ambiente, ormai prossimo all’annientamento.

Lui l’aveva aiutata a proteggere una piccola aiuola dalla pioggia acida.
Poteva sembrare una cosa stupida tentare di proteggere quei pochi fiori mentre il mondo cadeva in rovina in ogni dove, mentre la popolazione mondiale si era ormai frazionata, tanto che si era riunita in poche città, eppure lui non le aveva dato della stupida, non l’aveva derisa né aveva preteso di sapere perché tenesse tanto a quel minuscolo pezzo di terra.
 Si era limitato a sorriderle gentilmente e a stendere il velo protettivo insieme a lei, scottandosi le mani con l’acqua che scendeva imperterrita sciogliendo le pietre.
Quando avevano finito erano corsi al riparo e se lei non avesse insistito non si sarebbe neanche fatto medicare le mani.
Non sapeva nemmeno il suo nome.

Pochi giorni dopo l’aveva visto tra i nuovi in fila con lei, mentre ricercatori anziani davano loro il benvenuto.
C’era voluto poco per scoprire qualcosa su di lui.
Pareva che attirasse amici come il miele le mosche, ed era presto diventato abbastanza famoso per la sua decisione e  per l’impegno che metteva nelle missioni.
Erano passati ormai 4 anni da allora, lei aveva ora 22 anni ed era entrata quasi senza accorgersene a far parte del gruppetto di amici del ragazzo, parlando con lui come se fosse un amico qualunque e amandolo disperatamente in segreto.
Così, anche se sapeva bene che non avrebbe mai lasciato la sua bellissima e proporzionalmente popolare ragazza storica, Sayumi Minami, aveva deciso di passare almeno del tempo con lui.

Si era iscritta prima di chiunque altro alla spedizione , e proprio nel periodo che sapeva essere l’unico al quale avrebbe potuto partecipare il ragazzo, impegnato con altre missioni.

Nonostante questo, aveva avuto un tuffo al cuore quando aveva letto i loro nomi uno vicino all’altro, il giorno dell’uscita in bacheca dei gruppi.

Il progetto era organizzato in modo tale che 14 gruppi formati ciascuno da 2 persone, sostassero uno dopo l’altro per la durata di 15 giorni nell’antartico (o meglio, ciò che ne rimaneva), per portare a termine la ricerca coprendo l’intera durata del periodo concesso, poco più di 3 mesi.

Pensava che anche Minami si sarebbe iscritta in quello stesso periodo ,così, conoscendo tutti la coppia, l’avrebbero scartata a favore di quei due.

Invece vedeva il nome della ragazza fare bella mostra di sé nel secondo gruppo, lei e Kusano formavano il quinto gruppo in ordine di partenza, insieme ad un tal Tanaka, un ragazzo dall’aria simpatica ma un po’ vuota che ricordava di aver visto agli incontri del gruppo di ricerca. Diciamo pure che di fronte a Rei, qualunque altro ragazzo avrebbe fatto una ben magra figura, e non solo ai suoi occhi.

Il 1° Maggio si era data appuntamento con Kusano e insieme avevano raggiunto il punto dal quale avrebbero preso l’aereo diretto per il Polo Sud. Nei giorni precedenti aveva fatto fatica a prendere sonno, troppo emozionata dal compito che le era stato affidato per quella missione, curiosa di vedere il luogo che conservava le uniche riserve d’acqua dolce ancora potabile e le poche specie di animali non ancora estinti e nervosa al pensiero che avrebbe convissuto per 15 giorni col ragazzo che amava da quattro anni.

Aveva deciso che questo viaggio sarebbe stato una sorta di ultimo ricordo, prima di rassegnarsi all’idea di dimenticarlo.
Non era una ragazza timida.
Lo era stata, tempo prima, ma quando il mondo che conosceva era definitivamente andato in frantumi aveva trovato la forza di andare avanti da sola, era diventata spigliata e decisa, permettendo così alla sua intelligenza e al suo vero carattere di venir fuori.
Tutti la vedevano come una ragazza volitiva e solare, molto capace, e le affidavano  senza riserve qualunque tipo di compito e missione, da quelli d’ufficio, a quelli che richiedevano astuzia e presenza di spirito.
Solo con Rei la sua sicurezza crollava, almeno interiormente, e si riscopriva debole , facile ad essere sopraffatta dai sentimenti che provava per lui.

Arrivati a destinazione si erano subito messi a lavoro, leggendo i resoconti che il quarto gruppo aveva lasciato loro e portando avanti le ricerche, prima ancora di sistemarsi.

Il piccolo centro di ricerca sul luogo era una struttura di 140 m/q divisi in un attrezzatissimo laboratorio, una stanzina adibita a dispensa, una grande camera con due letti e qualche armadio a muro, un bagno e due ambienti comunicanti che erano stati attrezzati a cucina e sala, dove i ricercatori potevano lavorare in tranquillità o concedersi dei momenti di relax.
<< Tomoko mi passeresti le ricerche del terzo gruppo? C’è una cifra che non mi convince>>
Aveva detto Rei scuotendola dalle sue fantasie sulla zona notte.
Sospirando rassegnata si era avvicinata al ragazzo con i documenti richiesti. Era senza speranza.

<< Parli di questo calcolo vero? L’ho notato anche io e stavo controllando l’esperimento precedente per capire cosa non quadrasse… Temo che abbiano valutato male questa variabile ponendola in questo modo anziché così…>>
aveva velocemente scritto un’equazione e un calcolo sul foglio ottenendo in pochi secondi il risultato corretto
<< in questo modo tutta la struttura è più solida e dà anche più speranze di riuscita, benché le condizioni attuali siano peggiori di quanto ci aspettassimo>>.
Nel mostrare al compagno il calcolo e le conclusioni gli si era posta di fianco trovandosi ora a pochi centimetri dal suo viso, ma se n’era accorta solo dopo che il ragazzo si era voltato verso di lei con gli occhi illuminati dalla soddisfazione.

<< Vorrei che non avessi ragione, perché purtroppo questa scoperta rende nullo tutto il lavoro del gruppo 4. Mando immediatamente una comunicazione al quartier generale e poi ci rimettiamo a lavoro. Rischiamo di non finire in tempo se non ci diamo da fare… Siamo l’unico gruppo che può fare il lavoro di due squadre nel tempo che ci è concesso. Mi scoccia dirlo, ma gli altri non sono in grado di lavorare al nostro livello… Sei proprio in gamba Hanabi!>>.

Il ragazzo le aveva dato quel soprannome per la sua esuberanza e Tomoko non sapeva se rispondere per tono, come facevano sempre, imbarazzarsi per il complimento o cedere all’impulso di annullare i pochi centimetri che li separavano e…

<< Mi pare ovvio, Bacchan>>
gli aveva risposto con un sorriso unendo il pugno al suo.
Bacchan stava per Baka, il soprannome che lei gli aveva affibbiato dopo averlo battuto ad una gara d’intelligenza.
Senza essere vista la ragazza aveva scrollato la testa. Era lì per rinunciare a lui non per lasciarsi andare alle fantasie.

Lavorando senza posa non si erano accorti del tempo che passava e così le ore notturne erano trascorse senza che i due se ne rendessero conto. Il centro aveva un sistema computerizzato che permetteva di mantenere tecnologicamente l’alternarsi del giorno e della notte anche lì, dove duravano sei mesi ciascuno.

Con uno sbadiglio Tomoko si era alzata dal tavolino coperto di carte ed era andata in cucina a preparare qualcosa da mangiare. Aveva portato il caffè-latte al ragazzo e si era seduta, con le ginocchia al petto, su una poltrona lì vicino da dove poteva osservarlo con calma senza essere vista.

I capelli neri arruffati e le vaghe occhiaie testimoniavano la stanchezza del viaggio e del lavoro ininterrotto, ma il fisico asciutto e atletico restava vigile, pronto a qualunque richiesta da parte del suo cervello, anch’esso sveglio e produttivo anche dopo tutte quelle ore.
Due occhi marroni come il caffè che aveva preparato prima si erano voltati in quel momento a guardarla sorpresi

<< Buonissimo! È la prima volta che assaggio una cosa simile! Come hai fatto a fare questa strana schiuma?>>
 
 
Sentiva i suoi occhi addosso. Non era la prima volta in realtà, da quando si conoscevano lei lo osservava di sottecchi, ma, essendo abituato alle occhiate vogliose e fin troppo esplicite delle altre ragazze dell’organizzazione, i suoi sguardi nascosti, intensi e puri, fugaci o persistenti che fossero non gli davano affatto fastidio. Da qualche tempo in realtà, doveva ammetterlo, aveva cominciato ad accoglierli con un certo piacere e, questo però non voleva ancora ammetterlo con se stesso, speranza. L’aveva riconosciuta fin da subito come la ragazza dell’aiuola ma non avendole mai fatto cenno a quell’episodio, per paura della nota gelosia di Sayumi, credeva che gli sguardi della ragazza fossero causati dall’incertezza riguardo il suo essere o no il ragazzo che l’aveva aiutata e , se lo era, se farne menzione o meno.
Incuriosito dalla coincidenza di ritrovarla nell’organizzazione e desideroso di conoscerla meglio le si era avvicinato diventando amico delle persone con cui parlava più di frequente ed era così riuscito ad apprendere molte cose di lei: il suo nome, la sua acuta intelligenza, la sua esuberanza, la sua decisione e grande volontà.. ma anche la sua innata gentilezza, la sua dolcezza, la premura che metteva in tutto ciò che faceva e la disponibilità che dimostrava verso tutti, di qualunque favore avessero bisogno.

Sapeva che il rapporto con Sayumi , incrinato già da tempo, si era definitivamente spezzato quando la ragazza aveva notato che il suo interesse era stato risvegliato e, se avesse capito da chi, della povera malcapitata non sarebbe rimasta che cenere. Stavano ormai insieme per abitudine già da qualche anno, e solo di nomina perché di fatto erano due semplici amici. Ma Sayumi era possessiva e non le sarebbe piaciuto che il suo “ragazzo”  fosse attratto da qualcun’altra mentre tutti pensavano che i due stessero ancora felicemente insieme. Così qualche mese prima avevano parlato e avevano deciso di lasciarsi formalmente, benché lui non le avesse spiegato la ragione della sua decisione.. ma d'altronde non l’aveva ancora ben compresa neanche lui.

Sapeva solo che quella ragazza, che l’aveva battuto in una gara d’intelligenza e aveva preso a chiamarlo Baka, con cui scherzava facilmente, con cui sentiva di entrare in sintonia ogni giorno di più, iniziava ad essere sempre più presente anche nei suoi pensieri e nei suoi sogni, sogni di cui non credeva le avrebbe fatto molto piacere essere protagonista.

Quando aveva saputo che sarebbero stati compagni di ricerca e avrebbero quindi convissuto per quei 15 giorni, aveva visto passargli davanti agli occhi tutti i suoi sogni e aveva preferito concentrarsi totalmente sul lavoro per evitare di prenderla di peso e trascinarla nella camera comune per farla sua. Consenziente o meno.

E ora se la trovava lì, a due passi da lui, accoccolata sulla larga poltrona tutta assonnata. In qualche momento, durante il lavoro, doveva essersi cambiata perché ora indossava un morbido pigiama un po’ troppo grande per lei, che le conferiva un’aria indifesa e dolce. In un attimo la sua mente elaborò quello stesso viso acceso di rosso per l’imbarazzo e il piacere mentre lui le sbottonava la camicia del pigiama baciandole il collo scoperto, i lunghi capelli sparsi sul tavolino ora coperto di inutili documenti.

Sentendo la risposta della ragazza solo in modo vago e lontano l’aveva avvisata che andava a rinfrescarsi un po’ e si era diretto verso il bagno. Aveva assolutamente bisogno di una doccia.  Si liberò dei pantaloni ringraziando che fossero abbastanza stretti da non permettere alla ragazza di notare la reazione che il suo corpo aveva avuto alla fantasia di poco prima.
 
 

13 giorni dopo , passando molte notti insonni, avevano rimediato agli errori del terzo gruppo e rifatto per intero il lavoro del quarto, riuscendo perfino a portare a termine il loro lavoro, a cui mancavano solo le ultime revisioni.

Quella sera, l’ultima prima della loro partenza il pomeriggio successivo, avevano deciso di concedersi una serata di riposo e raggiungere Sayumi e gli altri amici, che gli avevano proposto di incontrarli in un paesino dell’Argentina, dove c’era una piccola comunità che forniva appoggio ai ricercatori come loro.

Durante le due settimane che avevano convissuto si erano trovati diverse volte a distanza ravvicinata ma si erano entrambi ritratti imbarazzati, soprattutto quando pensando che stesse dormendo, Rei era entrato in bagno trovando la povera Tomoko avvolta in uno stretto asciugamano .

Si erano incontrati con Sayumi e gli altri in un locale dopo aver preso il piccolo aereo dell’organizzazione e avevano passato una serata tranquilla finalmente lontani da ricerche e calcoli.



Tomoko però non era a suo agio. In quei giorni di convivenza con Rei sentiva di non aver fatto nessun progresso nel suo intento di rinunciare a lui… tutt’altro. Lo sentiva più vicino che mai nonostante alcuni episodi parecchio imbarazzanti che non facevano altro che farla sentire in colpa nei confronti della fidanzata di lui.
Li vedeva ridere insieme e la gelosia la inchiodava. Poco dopo era ormai arrivata al limite e con una scusa si era allontanata, dandosi della stupida mentre usciva dal locale.
 
 
Pensava che si stessero tutti divertendo ma volgendo lo sguardo verso Tomoko aveva notato un sorriso forzato che non le aveva mai visto prima. L’aveva osservata allontanarsi sorpreso e dopo pochi minuti si era scusato con gli altri dicendo di dover andare al bagno e l’aveva seguita.

L’aveva trovata fuori appoggiata al muro.
<< Hey che ci fai fuori tutta sola? Dentro ti stanno dando per dispersa!>>
La ragazza si era scossa voltandosi di spalle ma lui aveva chiaramente visto delle lacrime, che brillavano riflettendo la luce dell’insegna.
<< Tomoko che ti prende? Ti senti male?>>
Preoccupato si stava per avvicinare ma la ragazza aveva fatto un passo per allontanarsi da lui.
<< Va tutto bene, davvero! Torna dentro dagli altri io arrivo tra poco…>>
Cercava di mantenere la voce ferma ma il ragazzo aveva sentito il timbro tremante di chi sta piangendo
<< Avanti dimmi qual è il problema. Non ho nessuna intenzione di entrare e lasciarti qui fuori a piangere da sola>>
A quelle parole la ragazza si era voltata di colpo e il cuore del ragazzo aveva perso un battito a vedere il suo bellissimo volto, rigato da copiose lacrime, incorniciato dai folti capelli lilla.
<< Ti ho detto che va tutto bene no?? Allora perché non mi lasci in pace e torni dentro?? Sayumi inizierà a fare una scenata di gelosia se non torni subito!! Vai e smettila di rompere!!>>
Aveva gridato disperata la ragazza. Rei era sorpreso dal modo con cui la ragazza le si era rivolta e dal fatto che sembrava non sapere che lui e Sayumi si erano lasciati ma non poteva far a meno di sorridere sperando ardentemente di aver avuto l’intuizione corretta sulla ragione del comportamento della compagna.

Senza dire nulla era rientrato e si era scusato con gli amici dicendo che avevano ancora del lavoro da svolgere e che sarebbero tornati alla base e salutandoli era tornato fuori.
Aveva poi preso la ragazza per il polso trascinandola verso l’aereo, ignorando le sue proteste finché non erano arrivati al centro dove l’aveva finalmente lasciata smettendo di darle le spalle e mostrandole il suo sorriso sprezzante.


In un soffio aveva annullato la distanza tra di loro baciandola. Tomoko era rimasta dapprima impietrita ma si era subito abbandonata a quel bacio tanto sognato. Aveva schiuso le labbra permettendo alle loro lingue di incontrarsi , si erano esplorati vogliosi assaporando i loro aliti freschi. Quando si erano separati ansimanti l’aveva guardato interrogativa e lui si era messo a ridere asciugandole le lacrime coi pollici mentre le teneva il viso candido.
Le aveva spiegato che lui e Sayumi si erano lasciati da mesi e lei si era sentita un'idiota. Tuttavia la sensazione si era subito persa in un nuovo bacio. Si erano diretti in camera ridendo e avevano iniziato a spogliarsi lentamente, toccandosi e baciandosi, con una lentezza quasi esasperante per entrambi.
Avevano permesso ai loro corpi di conoscersi e dopo un tempo che era parso infinito e perfetto, lui era entrato in lei, avendo la gioia di vederla avvampare  di imbarazzo e desiderio, mentre le baciava il collo e giocava sadico col suo seno, avverando una dopo l’altra tutte le fantasie che aveva avuto su di lei e facendola sua con passione. Alla fine si erano addormentati esausti e felici uno di fianco all’altra, abbracciati.


Il giorno seguente, dopo aver sistemato e consegnato il progetto, erano tornati a casa, giocando e amandosi ancora e ancora. Sarebbero stati la nuova coppia più conosciuta dell’organizzazione. Una coppia perfetta, intelligente e bellissima, ma soprattutto perdutamente innamorata e completamente felice.
  
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