Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Echadwen    10/05/2012    2 recensioni
La vivacità e la curisità dei bambini non ha limiti... Per loro tutto è un gioco e si divertono a infrangere i divieti...
La bambina di questa storia non fa eccezione; nel suo frugare troverà qualcosa che riporterà alla luce vecchi ricordi.
Un bacio. Commentate in tanti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Oh finalmente!"

 

Mi siedo gustandomi quel breve attimo di pace che precede la cena
"Mamma! Mamma!"
-Ho parlato troppo presto-
la mia piccina mi corre incontro ed ansimando si siede tra le mie gambe
"Elisa, se non prendi fiato non riuscirai a dirmi nulla"
facendo un bel respiro profondo apre la sua piccola manina rivelando un guanto bianco di swarosky
"Cos'è mamma?" mi domanda porgendomelo
"Dove lo hai preso?" chiedo con fare accusatorio
"Nello scrigno" risponde abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro inferiore
"Lo sai che la mamma non vuole che vai a ficcare il naso nelle sue cose..."
"Infatti mamma" si protende verso di me con un gran sorriso stampato in viso "io non ci ho messo il naso... Ci ho messo le mani!"
"Vieni qui tu!" le dico attirandola a me solleticandola leggermente "Vuoi sapere cos'è questo?"
annuisce
"Questo è un guanto..."
"Grazie mamma... A questo ci arrivavo anche da sola"
"Piccola!" ricomincio a solleticarla finché non m'implora di fermarmi
"Com'è che lo hai avuto?" mi chiede
"Vediamo... Era l'88, per te l'età della pietra, ed avevo pressapoco la tua età. La tua nonnna mi aveva portato fino a Torino per assistere al concerto del mio cantante preferito nonchè superstar mondiale della musica pop. Eravamo nelle prime file ma nonostante questo non riuscivo a vedere quindi mi aveva preso sulle sue spalle così da farmi ammirare quel meraviglioso spettacolo"
"Che spettacolo? Il cantante o il concerto?"
le sorrido "Beh... Ti direi una bugia se ti dicessi che non lo trovavo bello, anzi ne ero innamorata..."
"E papà?"
"Il tuo papà allora non lo conoscevo nemmeno... Comunque dovevo proprio aver fatto il diavolo a quattro perchè quando le luci si spensero un uomo grande quanto un armadio ci si avvicinò e ci portò di fronte alla porta del camerino finché non ci disse di entrare. Non ti dico che emozione quando i nostri sguardi s'incrociarono, quei bellissimi e profondi occhi neri... Strinsi forte la mano della mia mamma mentre si avvicinava a me porgendomi la mano esordendo con un Ciao dall'accento americano"
"Americano? Quindi parlava inglese... ti credo che non riuscivi a parlare!"
"No, no, non era per quello... La tua mamma era un genio anche allora e con l'aiuto della maestra d'inglese avevo preparato dei cartoncini con le frasi da dire se mai fosse successo d'incontrarlo. Erano l'emozione, l'imbarazzo che mi bloccarono"
"Quindi cosa hai fatto? Siete stati li a fissarvi e basta?"
"Un po' di pazienza! S'inginocchiò e con una mano mi accarezzò la guancia e fu come se mi fossi svegliata da un sogno per finire in un altro ancora più bello, di slanci gli getteai le braccia al collo piangendo. "Ciao Michael" gli disi e lui infilando l'altra mano tra i miei capelli mi strinse forte a se ridendo"
"E?"
"Mi cullò dolcemente e sussurrandomi all'orecchio mi chiese:"Come ti chiami?"
"Elena" risposi io"
"È un nome bellissimo esattamente come i tuoi capelli dorati" disse lui
"Grazie" risposi accoccolandomi sempre di più
"E quanti anni hai Elena?" continuò
contai sulle dita e gli dissi che ne avevo otto
"Otto? Ma allora sei una donna! E dimmi ti è piaciuto il concerto? Ho cantato bene?"
non capìì quello che mi chiese così dovette intervenire nella conversazione l'armadio a quattro ante, che fino a quel momento era rimasto in disparte, per fare da traduttore"
"E scommetto che con voce pronta e la bava alla bocca gli hai detto qualcosa del tipo: "Sei stato fenomenale! Non avevo mai sentito una voce come la tua""
"Veramente le parole sono esatte... ma non le ho dette... Le ha lette, ero talmente nervosa che per evitare una figuraccia gli diedi il bigliettino sul quale avevo scritto la risposta a quella domanda.
Ad un tratto mi ricordai che nella borsa della mamma c'era la macchina fotografica, feci segno di voler scendere, con uno scatto felino la presi starppandole quasi la borsa dal braccio e sfoderando un paio di occhioni da cucciolo gli chiesi se volesse fare una foto con me
"Certamente" rispose con un sorriso mentre mi riprendeva in braccio,
ne facemmo più di una
"Vuoi anche l'autografo?"
risposi con un cenno affermativo del capo
"Bene" continuò lui "però io mi porto a casa questa" disse indicandone una in cui avevo la testa appoggiata sulla sua guancia "e voglio anche un bacio"
non me lo feci certo ripetere due volte, le mie labbra furono subito sulla sua morbida pelle.
Raccolsi tutto il mio coraggio
"Mi vuoi sposare?" chiesi infine, scoppiò a ridere ma notando la mia espressione seria sorrise
"Quanto sei dolce... Facciamo così, ora sei troppo piccola ma non appena crescerai ti verrò a prendere e ci sposeremo, ok?"
"Promesso?"
"Lo giuro"
sorrisi, ovviamente allora non potevo capire che lo dicesse solo per farmi felice ma la magia durò poco perchè doveva tornare in albergo, uscimmo dal suo camerino incamminandoci verso l'uscita
"Aspetta!" gridò rincorrendoci "Voglio che lo tenga tu" mi disse chinandomi per darmi il guanto bianco che fino a quel momento non aveva mai tolto "È un regalo... Così ti ricorderai di me"
"Per me sarà impossibile dimenticarti" risposi allorchè si sporse ulteriormente per baciarmi la guancia
"Arrivederci mia piccola amica" disse allontanandosi nella direzione opposta mentre sussurai un ciao"
"Che bella storia mamma! Da quello che hai detto deve essere una persona stupenda"
"Lo è piccola mia... Lo è"
"Peccato che non lo abbia mia visto esibirsi"
"Facciamo così, se dovesse esibirsi qui in Italia, ti porterò a vederlo indipendentemente da in quale città faccia tappa"
"Sì! Così poi ti riconosce e ci chiama per andare dietro le quinte, nel suo camerino"
"Non credo mi riconoscerebbe"
"Io dico di sì"
"Ok piccola. Ora a riordinare e poi a tavola"
"Va bene mamma"


-È già... Chissà se mi riconoscerebbe... se si ricorda ancora di me...-

 

Nel frattempo dall'altra parte dell'oceano un uomo stava alla finestre guardando una foto, una foto ritraente se stesso, di qualche anno più giovane, insieme ad una piccola bambina dai capelli dorati...

   
 
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