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Autore: AndersonL    11/05/2012    0 recensioni
Ciao a tutti!
Cercherò di essere meno prolissa possibile nel raccontare a grandi linee di cosa parlerà il racconto (anche perché c'è un limite prefissato alle parole da utilizzare).
Willy Wonka è il mio personaggio preferito in assoluto, non tanto come aspetto fisico, ma come caratterizzazione: un folle imprenditore dal cuore d'oro; mi è piaciuto così tanto da spingermi a scriverci sopra una piccola storia d'amore fra me e lui. Non si risparmiano colpi di scena!!
Ci saranno tutti quanti i personaggi del film di Tim Burton, con l'aggiunta di due donne: le sorelle Aurora e Laura Valentini -io- (chiamata con lo pseudonimo di Diana Hudson, in onore del grande chitarrista Saul Hudson, meglio noto come Slash).
Ogni capitolo avrà il titolo di una canzone che mi ha ispirato durante la scrittura del racconto (vi consiglio vivamente di leggere ogni capitolo con quella canzone come sottofondo, è una mano santa per l'immaginazione!!), e... Basta così, spero vi piaccia!!
See you soon!
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Diana preparò tutte le sue cose, le mise nel bauletto e si avviò con la sua vecchia carretta verso l'indirizzo fornito dalla sorellina.
La vecchia carretta in questione era una rispettabilissima Harley-Davidson 48, ultimo modello; una vera scheggia, anche se richiedeva una manutenzione frequente.
Come sempre, mentre viaggiava, Diane volgeva il suo pensiero a quel ragazzo un po' stravagante, che 5 anni prima conobbe alla Città del Gusto.
Lei era innamorata follemente di quel ragazzo, ma di lui le era rimasto ben poco: solo un diario con una sua foto -lei e lui che si abbracciavano sotto il Colosseo- e un mezzo cuore che le aveva regalato il giorno del diploma, con una H (che stava per "Heatcliff") incisa sopra. Diana custodiva questi oggetti con la massima attenzione, li riponeva in una scatola e li portava sempre con se', casomai si fosse presentata l'occasione di trovare quella persona a cui sarebbe appartenuta l'altra metà del suo cuore.

Dopo circa un'ora di viaggio, Diana arrivò al punto concordato ma, vedendo solo un'enorme edificio industriale, pensò subito di aver sbagliato strada; ma ecco che da lì sbucò un piccolo omino vestito di rosso e con una strana pettinatura.
"Ah, meno male, non sono l'unica bassina qui intorno!!" pensò Diana.
L'omino le si avvicinò e le disse:
-Diana Hudson??
-Sì.- rispose una Diana sempre più confusa.
-Parcheggi pure qui la sua moto ed entriamo. Facciamo presto, che sua sorella la sta aspettando.
Parcheggiò la sua vecchia carretta vicono alla porta d'ingresso ed entrò dentro.

Appena entrò, Diana notò subito due cose: l'inusuale sfarzo del corridoio d'ingresso -nemmeno alla Perugina si trattavano così bene- e il caldo terrificante.
Si tolse la sua giacca di pelle e la diede all'omino in rosso, che la appese ad un bastone.
Diana quel giorno faceva sfoggio del suo capo migliore: una tuta di denim della Benetton, con la parte sopra modellata a mo' di top a bustino senza spalline, e la parte dei pantaloni tagliata all'altezza dei polpacci. Ai piedi aveva un paio di ballerine nere.
Più percorreva quel corridoio, più Diana aveva la sensazione che si stesse abbassando il soffitto sopra di lei. Le sue supposizioni ebbero una brusca conferma quando arrivarono alla fine del corridoio: lei era tutta schiacciata e si trovava davanti a una porta piccolissima.
-Ah, magnifico. E ora come passiamo?- domandò una sconcertata Diana all'omino in rosso.
Senza fiatare, l'omino in rosso girò una chiave nella minuscola serratura di quella porticina e aprì come per magia tutto il muro.

Diana Hudson si ritrovò catapultata in una di quelle fantasie da bambini ingordi di cioccolato: ovunque era tutto dolce! Lecca-lecca giganteschi, una cascata e un fiume di cioccolato, erbetta commestibile che sapeva di menta e zucchero! Era un posto splendido.
-Ma dove diavolo mi trovo??
A un certo punto arrivò davati a una casupola un po' sgangherata che sapeva di marzapane.
-Ah benissimo, sono nel mondo di Hansel e Gretel.

Dalla casupola sbucò fuori la sua adorata sorellina Aurora.
-Eccola la mia sorellona!
-Piccola brigante!! Ma dove diavolo mi hai portata?? Questo posto è pazzesco!!
-E ancora non hai visto nulla, Cariatide!! Ma vieni che ti presento il mio amico Charlie. Charlie Bucket, lei è mia sorella Diana Hudson, sorellona, lui è Charlie Bucket.
-Piacere, Charlie!
-Il piacere è mio.
-Bene, -proseguì Aurora- ora sarà meglio spiegare perchè abbiamo scomodato la sorellona fin qui.
-No, aspetta, cosa?
-Se hai un po' di pazienza ora ti spiegherò tutto. Ti ricordi che tu mi parlavi sempre di Willy Wonka, e che lo veneravi come se fosse un dio?
-Sì, e continuo tutt'ora.
-Bene, la farò breve: ti ho portata nella sua fabbrica.
-Cosa?? E per quale arcano motivo??
-L'ho fatto sia per te che per lui. Tu, Diana Hudson, sei il mito del nostro padrone di casa, e lui, Willy Wonka, è il tuo mito. Pensavo ti avrebbe fatto piacere conoscerlo.
Diana si sentì il cuore in fiamme: finalmente avrebbe conosciuto il suo mito!! Non potè fare a meno di farsi un pianto liberatorio sulle spalle della sorella minore e di ringraziarla.
-Dio, grazie Aurora... Grazie davvero!!
-Dai, smetti di piangere. SII FORTE, SOLDATO!
-Signorsì!
-Charlie, tu corri dal nostro anfitrione; preparalo psicologicamente.
-D'accordo!!
-E a te, sorellona degenere, ci penserò io!!
-A fare che??
-A farti bella!! Dovrai essere raggiante per l'incontro con il tuo dio, no??
-Sono nelle tue mani!!
  
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