Crossover
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Autore: Nimoe    02/12/2006    0 recensioni
Un crossover di Final Fantasy, Devil May Cry, Star Wars, Kingdom Hearts.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Kairi era nel tutto e nello stesso tempo nel nulla. Viaggiava nell’etereo eppure percepiva ancora la presenza di Sora accanto a lei. Intorno c’era l’indefinito, un vuoto che le faceva pulsare le tempie e le vene dei polsi.

-Sora?- disse affannosamente, mentre la sua voce rimbombava sorda.

Non ci fu alcuna risposta. Il respiro del ragazzo le solleticava il collo, cosa ancora più paradossale. Stava ancora sognando o camminava da sola?

Appena misero i piedi per terra, Nimoe e Sora si lasciarono inebriare da quella fresca brezza notturna inspirando intensamente l’odore dell’erba appena bagnata dalla pioggia primaverile.

-Non dovrò dormire in infermeria, vero?- domandò il ragazzo a Nimoe, che passò subito in rassegna un foglio stropicciato che teneva in mano.

-No, sei in stanza con Legolas e Vincent. Area F sezione TH.- rispose dopo averlo esaminato con cura.

-Cosa sarà di me?-

-Questo non lo so, mi dispiace. Ma potrai sempre contare su di me..-

-Ti ringrazio. Penso che mi metterò alla ricerca di Kairi, ho bisogno di sapere se è viva…ma qualcosa mi dice che è così.-

-Puoi cominciare ad arruolarti nelle truppe semplici, avresti la possibilità di viaggiare.-

Sora parve pensarci su, poi alzò le spalle, salutò Nimoe con un cenno della mano e si allontanò con un andamento ancora barcollante ed instabile. Era rimasta sola, con il vento che le scompigliava i capelli e le persone che le passavano accanto sembravano soltanto ombre, ombre in un mondo di nuvole. Una volta incamminatasi sulla strada che portava al piccolo complesso di modesti appartamenti dove alloggiava con il gatto Ramses, notò un ragazzo sotto un sicomoro ai bordi della via: era Kadaj. Infondo era contenta di vederlo, era un ragazzo chiuso nel suo mondo ma le piaceva ascoltarne i discorsi.

-Ho visto passare tanta gente prima di te.-

-Non pensavo che mi volessi aspettare..allora...-

-Non scusarti con me.- disse aprendo la mano e mostrando qualcosa di scintillante che Nimoe non riuscì subito ad identificare.

-Che cos’è?-

-Un regalo per te. E’ una pietra rara che brilla sempre.- rispose passandola nelle sue mani con un leggero sorriso.

-Kadaj….- cercò di controbattere lei, stupita, ma quando cercò il suo sguardo il ragazzo non c’era più. Tipico di lui, pensò.

Il suo appartamento era esattamente nelle condizioni in cui lo aveva lasciato, le bastò un’occhiata veloce senza nemmeno accendere la luce per notarlo. Come al solito l’impresa di pulizie non era passata durante i suoi mesi di assenza da casa. Ancora nel buio lasciò le valige all’ingresso e si diresse verso la cucina, quando sentì un rumore proveniente dalla sua camera da letto.

-Kadaj…sei tu?- domandò mentre sentiva il cuore batterle forte nel petto e la paura si impadroniva di lei togliendole il respiro.

-Sono solo un amico- rispose la voce, che Nimoe riconobbe subito essere quella di Kajiku.

-Kajiku?!? Che ci fai qui? Come sei entrato?-

-Forse dovresti chiedermi…perché sono qui.-

-Chi sei veramente?-

Il ragazzo fece un profondo respiro, seguito dal rumore dei suoi passi pesanti. Fu in quel momento che Nimoe poté vedere i suoi grandi occhi blu scintillare nella penombra come due lune.

-Io mi chiamo Cloud. Cloud Strife.-

-Come..?-

-Ti prego, lasciami finire. Quando mio padre fu torturato e ucciso dall’Imperatore e da Sephiroth io presi il nome di mio fratello, Kajiku appunto.-

-Anche tuo fratello è morto?-chiese Nimoe, sempre più stupita e confusa.

-Non è mai nato.-

-Cosa cercava l’Impero da tuo padre?-

-E’ quello che sto cercando di capire, e ti chiedo di aiutarmi.-

-Ma…-

-Ho bisogno di te, ora più che mai.-

-D’accordo.- assentì incerta a seguito di un lungo e sordo silenzio.

Quella notte passò lenta dopo che Cloud se ne fu andato. Il ragazzo le chiese di mantenere segreto il suo vero nome per non compromettere le ricerche e lei aveva promesso che nessuno all’infuori di loro due lo avrebbe saputo. Nemmeno lei sapeva quello che stava facendo. In quel momento i suoi pensieri su Squall, Yuyu, Kadaj e le sue amiche le sembrarono niente in confronto alla grande avventura nella quale si era appena imbattuta. Qualcosa molto più grande di lei l’aveva avvolta e non c’era più modo di uscirne. I segreti sono una delle tante chiavi per auto distruggersi, pensava.

La mattina seguente ebbe la netta impressione di essersi svegliata da un incubo terribile. Ma quando vide la casacca che Cloud aveva dimenticato si rese conto che non era come avrebbe voluto che fosse, ovvero solo un sogno.

Scese in strada quando ancora il sole non era del tutto sorto e la pungente aria del mattino le perforava le guance come tante piccole spine. La città era deserta. Quando fu l’ora di colazione si recò in sella alla sua Kawasaki alla mensa del quartier generale della Shunitzu, pochi kilometri a nord da casa sua. Individuò subito il tavolo dove erano sedute Lya e Padmé e si affrettò a raggiungerle sforzandosi di mostrarsi come al solito. Le tre amiche si abbracciarono calorosamente e con affetto.

-Ehi Nimoe, è da una vita che non ci si vede!- disse Lya con una risata.

-Già, sembrano secoli da quando ci siamo lasciate solo due mesi fa!- fece eco Padmè.

-Sono cambiate tante cose.- disse Nimoe con tono nostalgico.

-Che ti succede? Sembra che tu abbia dormito male stanotte..- domandò Lya.

-Si, in effetti è così.-

-Squall?-

-Squall cosa?-

-Ci siamo lasciate che stava ancora con Yuyu.-

-E la situazione è rimasta invariata, e devo dire che ormai ho cose più importanti a cui pensare.- disse, e in quel momento vide passare Squall alle spalle delle sue amiche con un vassoio in mano e stranamente da solo.

-Come sei catastrofica! Hai gettato la spugna?-

-Diciamo di si.- sentenziò seguendolo con lo sguardo.

Lya e Padmè scoppiarono in una risata scambiandosi un’occhiata complice.

-Noi dobbiamo andare, dottoressa. Abbiamo lezione di volo tra soli 15 minuti, ed è meglio non fare tardi. Ci vediamo, e non sparire.- concluse infine Padmé.

-Non sparirò. Buona giornata!- disse Nimoe salutandole, e subito corse nel punto dove aveva visto sedersi Squall poco prima. Era ancora lì, tutto intento a leggere un libro con un adorabile broncio stampato in volto. Alla radio passavano la sua canzone preferita.

-Ti sta cercando i presidente Kajiku- disse lui inaspettatamente, tenendo gli occhi ben incollati sulle pagine.

-Grazie.- concluse freddamente Nimoe facendo per andarsene, ma all’ultimo momento tornò sui suoi passi e prese coraggio. –Che ti è successo?-

Squall scosse la testa con aria noncurante, lasciando che la ragazza se ne andasse correndo mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Non sopportava più di essere trattata in quel modo e non riusciva a capire il motivo del suo atteggiamento. Il giorno in cui si erano conosciuti, 5 anni prima, Squall si era ferito durante un allenamento e Nimoe, passando di lì per andare a scuola, gli aveva prestato soccorso rischiando persino di perdere le lezioni.

Quando sfiorò le sue mani sentì un brivido percorrerle la schiena e capì che quell’impacciato e timido quindicenne era il ragazzo della sua vita. All’inizio le cose tra i due andavano bene, sembrava che Squall ricambiasse i suoi sentimenti e le volesse affidare la chiave del suo cuore. Poi, quando Nimoe si diplomò e lui entrò nell’esercito, le loro strade si separarono radicalmente. Ma questo non dipese da lei, perché quello che provava si rafforzava ogni giorno, bensì da Squall che troncò inspiegabilmente quasi ogni contatto.

Qualcuno prese Nimoe per un braccio, riportandola alla realtà del presente. Prima che potesse rendersi conto di qualcosa, si ritrovò nello studio di Cloud.

-Perdona la mia brutalità.- si scusò quest’ultimo invitandola a sedersi di fronte a lui. –A cosa pensavi?-

-A niente.- mentì la ragazza agitando leggermente la mano. Ci fu poi una lunga pausa, alla fine della quale Cloud spiegò il motivo per il quale l’aveva trascinata lì.

-Quando ero piccolo mi ricordo che mio padre teneva un diario. Evidentemente su quei suoi preziosi quaderni doveva esserci scritto qualcosa di veramente importante e appetibile perché l’Impero potesse interessarsi ad essi. Cosa avrebbero potuto volere altrimenti da un semplice insegnante di letteratura con la passione per l’esoterismo?-

-La risposta è nella tua domanda.-

-Ovvero?-

-L’esoterismo stesso.-

-Che vuoi dire?-

-E’ semplice. Tuo padre scoprì qualcosa di scomodo, molto scomodo, per Impero che aveva a che fare con l’esoterismo. Dove credi che si possa trovare adesso il suo diario?-

-A questo punto è probabile che sia stato distrutto, ma possiamo comunque fare un tentativo alla Segretissima Biblioteca Imperiale di Sabor.-

-Sei pazzo? Come conti di entrare?- sbottò lei agitandosi sulla sedia e sgranando gli occhi, incredula.

-Fidati di me, mi sono già procurato quattro divise da soldato imperiale.-

-Quattro?-

-Per Sora e Squall è una missione segreta. Almeno questa è la versione ufficiale.-

Nimoe si passò una mano sulla fronte assumendo un’aria sconfitta e sconsolata.

-Perché proprio loro due?- chiese infine.

-Ci sono problemi?-

La ragazza fece un profondo respiro.

-No, nessuno.-

-Squall Leonhart è un ottimo soldato , e Sora potrebbe approfittare dell’occasione per fare esperienza, visto che si è appena arruolato.-

-A quando la partenza?-

-Nei prossimi giorni, devo ancora accordarmi con la guardia del corpo che mi sostituirà durante l’assenza. Ho già detto agli altri di tenersi pronti. E’ tutto, buona giornata.-

Nimoe abbandonò lo studio senza aggiungere una parola e si incamminò verso il parco per una passeggiata. Affondò la mano nella tasca e trovò la straordinaria pietra che Kadaj le aveva donato la sera prima. Anche al sole brillava di luce propria emanando un leggerissimo calore.

  
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