Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: sonsimo    02/12/2006    25 recensioni
Una one-shot incentrata su due personaggi completamente diversi tra loro, il piccolo Goten e l'orgoglioso Vegeta. Cronologicamente si colloca circa un anno prima della saga di Majin Boo. Goten, mosso dalla tipica curiosità che caratterizza i bambini, vorrebbe sapere da Vegeta che cosa significa "principe dei saiyan".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fan fiction Goten

 

Era forte

 

"Hai visto, Goten? Te lo avevo detto di lasciar perdere! Io sono molto più forte di te!". Il piccolo Trunks pronunciò queste parole sogghignando, rivolto all'amico piuttosto malconcio dinanzi a lui. Come spesso accadeva, i due bambini avevano trascorso il pomeriggio "giocando" nel modo che era per loro più congeniale, e cioè combattendo.  E, come sempre, il piccolo Goten aveva ricevuto una sonora batosta. Il piccolo Son fissava adesso Trunks con aria imbronciata: "Uffa, non è giusto! Tu vinci soltanto perchè sei più grande di me!". Punto nell'orgoglio, l'altro ragazzino rispose: "Ma non dire sciocchezze, Goten! Tra noi c'è soltanto un anno di differenza! Io vinco semplicemente perchè sono molto più forte di te, rassegnati!". Ma Goten non aveva nessuna intenzione di darsi per vinto. Diede le spalle all'amico e si sedette per terra a gambe incrociate, con il volto ancora più imbronciato di prima. Trunks lo fissò per qualche secondo per poi rincarare la dose: "E poi tu non sei nemmeno capace di volare!". A quelle parole, Goten balzò in piedi, rosso di collera, e con gli occhi lucidi si voltò verso Trunks: "Non è colpa mia se nessuno mi insegna!". "Umpf, io ho imparato da solo! Lo sai che ti dico? -Trunks incrociò le braccia al petto e lo fissò con la sprezzante espressione paterna- sei proprio un buono a nulla!". Goten, singhiozzando, cercò di mollargli un pugno, che l'altro piccolo mezzosaiyan scansò senza difficoltà. "E non piagnucolare come un moccioso!" gli disse Trunks, riciclando una frase che così tante volte il padre aveva rivolto a lui. Goten si portò le mani davanti al volto, ma non riuscì a smettere di piangere: "Sei cattivo, Trunks!". L'altro bambino incominciò ad addolcirsi, poichè l'amichetto in quelle situazioni gli faceva sempre tenerezza, ma prima che potesse avvicinarsi a lui e cercare di consolarlo, sussultò sentendo aprire di scatto, violentemente, la porta della propria cameretta, nella quale si trovavano i due bambini. La voce di Vegeta bloccò qualsiasi movimento dei due piccoli, e persino Goten smise immediatamente di piangere. "Trunks, nella Gravity Room! Adesso!". Quello era un ordine perentorio, al quale Trunks non si sarebbe mai sognato di opporsi. Meccanicamente si avviò verso la soglia della propria camera, dalla quale il padre era già scomparso, ma all'ultimo momento si ricordò di Goten e si voltò verso di lui. Il bambino tirava sù col naso e raccoglieva le proprie cose per tornarsene a casa, conscio del fatto che il pomeriggio di gioco si era ormai concluso. Trunks, ingenuamente, gli diede quella che secondo lui era la spiegazione più plausibile per la differenza di livello combattivo che c'era tra loro, sperando in questo modo di rincuorare l'amico: "Per forza che io sono più forte di te, Goten. Non è colpa tua. Io sono il figlio del principe dei saiyan". Detto questo, Trunks si voltò e lasciò definitivamente la stanza, correndo a capofitto verso la Gravity Room in cui il padre lo attendeva. Goten, grattandosi il capo con una mano, rimase fermo per qualche secondo a riflettere sulle parole dell'amico, fino a rendersi conto di ... non aver capito assolutamente nulla di quello che gli aveva detto! Gli capitava spesso di non comprendere il significato dei discorsi degli adulti, ma non ci faceva troppo caso, poichè non gliene importava poi così tanto ed anzi gli apparivano tutti piuttosto noiosi. Ma non gli era mai successo di non capire Trunks, ed erano ben due le parole della sua frase di cui non conosceva il significato: "principe" e "saiyan". In verità, di principi ogni tanto aveva sentito parlare, soprattutto quella parola veniva spesso pronunciata da sua madre quando gli raccontava le favole per farlo addormentare, ma non riusciva a capire cosa c'entrassero con un tipo come Vegeta. Mentre era tutto intento a cercare di capirci qualcosa, sulla soglia della camera di Trunks comparve Bulma, che era stata richiamata lì dalla voce minacciosa del compagno e, avendo compreso che il piccolo Goten era rimasto da solo, aveva deciso di raggiungerlo. "Tesoro, mentre aspetti che Gohan ti venga a prendere perchè non vieni con me giù in cucina? Ti darò dei biscotti". Gli occhi del bambino si illuminarono e la sua mente si riempì completamente della parola "biscotti", mentre invece "principe" e "saiyan" scomparvero totalmente dai suoi pensieri.

 

Dopo una buona mezz'ora, il campanello della Capsule Corporation squillò e Bulma andò ad aprire, trovandosi davanti il volto sorridente di Gohan: "Ciao Bulma, Goten è pronto? Dobbiamo sbrigarci ad andare a casa, presto ci sarà un temporale, e poi chi la sente la mamma se riporto Goten a casa bagnato fradicio!". Bulma sorrise comprensiva: "Tuo fratello è pronto da un pezzo, Vegeta ha pensato bene di portarsi Trunks nella Gravity Room e così è rimasto da solo". "Capisco" rispose Gohan. Il suo sguardo si incupì leggermente, nel sentir pronunciare il nome di Vegeta. Il principe dei saiyan non era mai stato un tipo cordiale, ma a Gohan dava parecchio fastidio l'atteggiamento di Vegeta nei confronti del fratellino. Goten trascorreva molto tempo alla Capsule Corporation, visto il forte legame che aveva con Trunks, e Vegeta certo non lo aveva mai maltrattato...semplicemente, lo ignorava. Ogniqualvolta gli capitasse di entrare in una stanza in cui si trovava anche Goten, fingeva di non accorgersi minimamante della sua presenza. A Gohan, di tanto in tanto, rivolgeva un fugace gesto di saluto, e a volte gli aveva persino chiesto di combattere con lui nella Gravity Room, ma al piccolo Goten rivolgeva la stessa attenzione che avrebbe riservato a un qualunque sconosciuto che passasse davanti ai suoi occhi per caso. Gohan era un ragazzo molto intelligente e sensibile, e intuiva quale fosse il motivo di questo comportamento, anche se non avrebbe mai osato dirlo al diretto interessato, che probabilmente sarebbe andato su tutte le furie per questo. L'incredibile somiglianza che inevitabilmente portava ad associare e a sovrapporre il volto di Goten con quello del padre metteva chiaramente a disagio Vegeta. Il ricordo di Kakaroth e il risentimento verso di lui non si erano di certo affievoliti durante quegli anni, Gohan era assolutamente certo di questo. Seguendo Bulma raggiunse la cucina, dove trovò Goten con la testa praticamente infilata dentro un enorme barattolo di biscotti poggiato sul tavolo. Gohan, imbarazzato, lo afferrò per le spalle e lo tirò fuori, constatando che il barattolo era ormai irrimediabilmente vuoto. "Ma insomma Goten, ti sembra questo il modo di comportarti? Non sei mica a casa tua!" disse con un tono pericolosamente simile a quello materno. Il piccolo gli sorrise e si portò una mano dietro la testa, imitando inconsapevolmente un gesto paterno che in realtà non aveva mai visto: "Beh io...avevo una fame!" disse per giustificarsi. Gohan lo osservò con rimprovero, ma intervenne Bulma a scongiurare per Goten il pericolo di una sonora ramanzina. "Non fa niente Gohan, stai tranquillo, tengo quei biscotti in casa apposta per lui, ne ho una bella scorta!". Gohan rispose continuando a fissare Goten accigliato: "Capisco, ma questo non gli permette di comportarsi come un piccolo maleducato". Bulma scoppiò a ridere: "Quando fai così, mi sembri proprio tua madre!". Anche il volto di Gohan si rilassò in un sorriso, e il giovane si chinò sul fratello ripulendolo dalle briciole. La risata di Bulma fu interrotta da un fortissimo tuono che rimbombò sulla città, seguito dall'inconfondibile ticchettio della pioggia sui vetri. La donna si precipitò a chiudere le finestre, mentre il temporale preannunciato solo qualche istante prima da Gohan scoppiava in tutta la sua violenza. Dopo essersi assicurata di aver ben chiuso ogni cosa, Bulma ritornò in cucina e si rivolse ai figli del suo migliore amico: "Ragazzi, sarà meglio che aspettiate che smetta di piovere prima di ritornare a casa, o andrà a finire che Chichi se la prenderà con me. Siete ufficialmente invitati a cena!". Goten sorrise contento alla prospettiva di trascorrere ancora qualche ora in compagnia dell'amico Trunks, dato che l'arrabbiatura  per la lite precedente gli era ormai completamente passata. Gohan invece era un tantino preoccupato: l'idea di mangiare alla stessa tavola di Vegeta lo inquietava, ma non certo più di affrontare la furia materna, così accettò l'invito.  

 

Ricoperto di graffi ed escoriazioni, Trunks fece il suo ingresso in cucina, felice di ritrovare lì il suo amico. Bulma non gli diede però il tempo di pronunciare una sola parola, lo afferrò per un braccio e lo portò in bagno per medicarlo, ripromettendosi, quella notte, di fare una bella ramanzina al compagno per come aveva ridotto il bambino. Gohan e Goten rimasero da soli, finchè nella stanza non irruppe Vegeta, con la tuta da combattimento stracciata ma in condizioni notevolmente migliori rispetto al figlio. Stanco e affamato, il saiyan non aveva fatto caso alle aure dei due ragazzi, e così si stupì di trovarli lì. A braccia conserte, si fermò sulla soglia della cucina e fissò Goten per pochi secondi con un'espressione indecifrabile dipinta sul volto, quindi portò lo sguardo su Gohan: "Che cosa ci fai qui?" chiese brusco. Gohan rispose con voce leggermente tremante: "Ecco, ero passato per prendere Goten, ma dato che ha iniziato a piovere Bulma ci ha chiesto di fermarci per cena". Vegeta alzò le sopracciglia, e senza aggiungere altro si voltò e si diresse verso il piano superiore per cambiarsi. Imprecò tra sè all'idea di cenare con i due mocciosi, soprattutto col più giovane dei due, che durante gli ultimi cinque anni, cioè fin dalla sua nascita, aveva accuratamente evitato. Anche se la mente orgogliosa e testarda del principe dei saiyan si rifiutava di accettarlo, la vista di quella copia identica in tutto e per tutto all'antico rivale lo metteva profondamente a disagio.

 

Bulma, con la forchetta sospesa a mezz'aria e la bocca spalancata, osservava silenziosamente lo spettacolo che aveva davanti. Ormai era abituata al modo di fare dei saiyan a tavola, ma averne davanti ben quattro tutti in una sola volta non era certo una cosa che capitava spesso! I due giovani Son non erano da meno del padre, e in poco tempo ripulirono completamente i loro piatti. Sazi e soddisfatti, si allungarono sulle sedie sospirando contenti per la bella mangiata. E pensare che fino a poco prima Gohan aveva richiamato Goten per i suoi modi! Vegeta era invece ancora chino sul suo piatto. Una volta terminato di concentrarsi sul cibo, il piccolo Goten portò distrattamente lo sguardo su di lui, che gli sedeva di fronte, e un pensiero improvviso balenò nella sua mente, al ricordo della discussione che c'era stata tra lui e Trunks quel pomeriggio. Goten balzò in piedi e tutti i presenti, stupiti, portarono lo sguardo su di lui. Il bambino fissava Vegeta: "Che cosa significa...principe dei saiyan?". Per qualche istante ci fu assoluto silenzio. Gohan fissava il fratellino a bocca aperta, rendendosi conto che quella era la prima volta che Goten si rivolgeva a Vegeta, mentre Bulma e Trunks, preoccupati, fissavano alternativamente Vegeta e Goten. Il principe chiamato in causa rimase per qualche secondo senza parole, mentre un tumulto di emozioni represse sgomitava nel suo cuore. Diversi pensieri si affollavano nella sua mente. Come osava quel moccioso rivolgersi a lui in quel modo? Come osava palesare in questo modo la sua ignoranza? E soprattutto, come osava far vivere dentro di lui così tanti ricordi da mozzargli il respiro? Ricordi carichi di rabbia, di desiderio di vendetta, di rancore...di gratitudine. Vegeta guardava Goten e vedeva Kakaroth. L'aspetto, l'ingenuità, la semplicità e la schiettezza del bambino, il suo sorriso e il suo sguardo, tutto in lui rievocava l'immagine di quella terza classe tanto odiata e, al tempo stesso, tanto rimpianta. La scomparsa di Goku aveva lasciato in Vegeta un vuoto profondo, carico di rabbia, quella stessa rabbia che dopo un pò di tempo avrebbe portato il principe a farsi possedere da un perfido mago, pur di compiere la propria vendetta. Dopo l'esitazione iniziale, Vegeta si alzò e lasciò la stanza senza voltarsi, senza fare un minimo cenno al bambino che attendeva la sua risposta. E il bambino, com'era prevedibile, ci rimase molto male. Si mise nuovamente seduto e si voltò verso Gohan, con gli occhi già carichi di pianto: "Ho detto qualcosa di sbagliato?". Gohan sorrise scompigliandogli i capelli, e con tono pacato iniziò a rispondere alla sua domanda al posto di Vegeta. Il ragazzo gli aveva raccontato spesso del padre, e gli aveva anche detto che Goku non era un essere umano, ma non gli aveva mai spiegato la storia del popolo saiyan. Lo fece quella sera, dicendogli anche come Vegeta fosse il principe di quel popolo di guerrieri, e Goten lo ascoltò rapito, come pure Trunks, che aveva già udito più volte quella storia. Quando Gohan ebbe finito di raccontare, Goten disse: "Fratellone, ma allora nostro padre e Vegeta erano come fratelli, vero? Un pò come noi?". Gohan sorrise imbarazzato: "Ecco, non proprio...". Ma Goten era così felice per la storia eccitante che il fratello gli aveva raccontato, che ormai non lo ascoltava più. Si alzò da tavola e corse con Trunks in salotto, dove i due bambini, eccitati, continuarono a parlare di quella storia ai loro occhi fantastica, facendo congetture a non finire sul popolo dei saiyan. Bulma e Gohan rimasero in cucina, e la donna iniziò a chiedere al giovane dei suoi studi.

 

"Trunks, svegliati!" Goten scuoteva leggermente l'amico per risvegliarlo, ma invano. Trunks, esausto per l'allenamento fuori programma a cui il padre lo aveva sottoposto, si era addormentato sul divano, e Goten era rimasto nuovamente da solo. Il piccolo, non sapendo che cosa fare e notando che Bulma e Gohan erano impegnati in uno di quei discorsi che lui considerava noiosi, decise di recarsi nella cameretta di Trunks a prendere qualcuno dei suoi giocattoli. Così trotterellò di sopra, ma giunto in cima alle scale si imbattè in Vegeta che, di nuovo in tuta da combattimento, aveva deciso di impegnarsi in un allenamento extra per scaricare la tensione che in lui si era accumulata quella sera. Ma a quanto pareva, per quella sera avrebbe dovuto rinunciare alla propria tranquillità. Goten, incurante della reazione che il principe aveva avuto a tavola, gli andò incontro e si fermò a pochi passi da lui, sorridendo. Quindi iniziò a parlare con tono eccitato: "Gohan mi ha spiegato tutto! Quando Trunks ha detto che tu sei un principe, io non ci ho creduto, ma adesso so che è vero. E poi Gohan mi ha detto che anche il mio papà era un saiyan come te! Per te com'era il mio papà?". Vegeta grugnì, e riflettè per qualche istante, pensando alle innumerevoli risposte che avrebbe potuto dare a quella domanda. Era un terza classe, era uno smidollato, era un ipocrita, era un traditore. Prima che potesse pronunciarne una però, Goten aggiunse: "Sai, io non ho mai conosciuto il mio papà, ma se lui era come te sono sicuro che mi sarebbe piaciuto molto!". Vegeta deglutì, e con un fremito impercettibile nello sguardo, si rivolse a Goten, stupendosi poi delle sue stesse parole. Gli rispose in un modo che lui stesso non avrebbe mai immaginato : "Tuo padre...era forte". Goten sorrise e, tutto contento, andò a giocare nella cameretta del suo migliore amico.

 

                                             FINE

 

Nota dell'autrice: spero vi sia piaciuta questa piccola one-shot. Diciamo che è un pò una sorta di risarcimento nei confronti del personaggio di Goten, che in Blood and Tears ho brutalmente ucciso. Dato che ne avevo già scritta una per Chichi, altra mia vittima, ho deciso di dedicare una one-shot anche a lui. Aspetto i vostri commenti e, per chi non l'avesse ancora fatto, andate a leggere il quindicesimo cap. di Blood and Tears! Sonsimo.

  
Leggi le 25 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: sonsimo