DESTINY
Prologo
Juliet Cambell era sempre stata strana nella sua normalità.
Era una quindicenne come le altre, all’apparenza.
Ma nascondeva un segreto che ai comuni mortali non è permesso di conoscere. Troppo grande per loro, non sarebbero riusciti a sopportarne il peso.
Infatti quando i comuni mortali leggevano le storie sugli dei dell’ Olimpo, si stupivano per il fatto che un grande popolo come l’antica Grecia avesse così tanta inventiva e fantasia. Ma infondo tutti immaginiamo nel nostro piccolo, c’è chi si immagina una Ferrari nuova di zecca, chi una famiglia, chi un tetto sotto cui vivere, e chi; come il grande regno citato prima, si immagina una specie di soap-opera divina; la quale alla fine si scopre essere la pura ed unica realtà.
Perché gli Olimpi esistono, vivono al seicentesimo piano dell’ Empire State Building, a New York, e continuano a litigare tra loro, come facevano più di duemila anni orsono; e, cari miei, controllano la vita umana: la mia, la tua, la nostra… detto in poche parole: siamo solo delle marionette.
E quale è il modo migliore per comandare una persona? Scendere sulla terra e darle ordini a bacchetta. E’ successo tante, innumerevoli volte, che gli dei scendessero sulla terra; magari anche solo per noia. Ma nel 95% dei casi gli dei finiscono per innamorarsi di qualche piccolo insignificante umano o umana. E allora succede l’invitabile: nasce un bambino.
Questo bambino sarà un semidio. I semidei sono malvisti dagli Olimpi e soprattutto dai mostri provenienti dagli abissi del Tartaro, ed è per questo che passano la loro vita a cercare di non farsi ammazzare.
Ora starete pensando che sono pazza e probabilmente starete chiamando il numero di una casa psichiatrica. Ma tutto quello che vi ho detto è vero; e la storia di Juliet Campbell ne è la prova.