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Autore: Keskiyo    13/05/2012    3 recensioni
Tessa viene dall’Inghilterra,ama vestirsi in modo appariscente,il contrario è la sua migliore amica: Viola,che ascolta gruppi rock alternative e metal. Si conoscono da sei anni ed entrambe abitano nella più grande città d’Italia:Roma. Hanno diciassette anni e Viola odia la gente che Tessa frequenta. Gente troppo superficiale per Tessa che,per essere integrata a scuola,è costretta ad adattarsi a quelle persone così frivole. In Tessa cambierà qualcosa non appena deciderà di fare un grande “regalo”alla sua migliore amica,andare al concerto del suo gruppo preferito: i Bullet For My Valentine!
Ciaoo a tutti! È la prima volta che scrivo una storia su i Bullet For My Valentine,spero che vi prenda abbastanza per continuare a seguirmi!! Recensite se volete! Grazie,ciaooo!!! 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La notte... che bestia infame per le menti tormentate. Sono le tre. Mi manca … e queste due parole contengono troppe sensazioni,talmente tante che non riesco a farle smettere di andare in circolazione nella mia testa. Come un film fatto di frammentate diapositive. Ciak. Quando l’ho visto cantare sul palco. Ciak. L’odore della sua pelle. Ciak. Quando ci siamo baciati. Ciak. La mia ferita al ginocchio. Ciak. Il mio correre ad abbracciarlo. Ciak. Io e lui sul mio letto. Ciak. I suoi occhi.  Ciak. Il suono della sua risata. Ciak. La porta di casa che si chiude. Ciak. La sua assenza.  Ciak. Questo non è un sogno.

Mi sveglio per terra con le coperte,infreddolita e con il mal di testa. So che stamattina starò male ovunque io mi trovi,sia a scuola,sia qui nella mia stanza … perché ci sono già passata,ho lasciato e sono stata lasciata quindi dovrei saper gestire la situazione,no? E invece riesco solo ad abbandonarmi a questo maledetto ricordo di lui fuori casa mia e,la porta che si chiude e l’odore delle mimose e lui e lui e lui e solo ed esclusivamente … lui.
Mia madre entra nella stanza e mi vede intrappolata fra le coperte e poi è tutto un Nonotu ascuolanonvai e io sono tutto un Mammamaperpiacerestobene. Mi misura la febbre e ho 38. Resto a letto vittima dei miei ricordi per tutta la mattinata.

Il pomeriggio è lento e un peso mi opprime lo stomaco. Rimetto ma quel peso non passa. Prendo le pillole e mi lavo i denti. Torno a letto. Mamma non c’è.

Mi annoio.

Sono le cinque.

Bussano al citofono e io mi sento morire. Vado a rispondere. << Chi è? >>. << Salve siamo i testimoni di Geova potemmo rubarle qualche minuto del suo tempo? >>. Ma vaffanculo. << No mi dispiace sono buddhista. Arrivederci >>. Sbatto il citofono al muro. Mentre cammino per tornare a letto inciampo. Mi faccio male sempre allo stesso ginocchio. Sono talmente tanto nervosa che tiro un pugno al muro. Torno a letto e la febbre mi è salita di nuovo a 38.

Dopo mezz’ora risuona il citofono e sono in un semistato di coma ma vado lo stesso a rispondere. << Scendi ti prego >>. La sua voce mi fa svegliare. Non riesco neanche a respirare. << Tessa … ? >>. Bisbiglio un :<<  Sono qui >>. << Non vuoi vedermi vero? >>. << Sali tu … non ce la faccio a scendere >>. Non aspetto conferma. Apro la porta e mi siedo sul pavimento. Con le gambe incrociate,senza pantofole,i capelli legati in una treccia sfatta e il mio pigiama azzurrino. Lui dopo neanche un minuto è sulla soglia della porta. << Che hai?! >>. Mi viene incontro. Ma è tutto molto sfocato e dico tante cose. Il pavimento è troppo freddo.

Qualcosa di morbido mi sfiora la guancia,apro gli occhi e vedo una luce soffocata dalle lenzuola. Sono nel mio letto. Mi scopro e mi godo la luce primaverile che penetra la mia finestra. Poi apro piano gli occhi e lui è affianco a me,che legge il mio diario. << Matt?Posa quel coso >>. Appena apro bocca mi guarda … in un modo strano,felice sì,ma quasi disperato. Posa il mio diario. << Sei svenuta >>. << Sì,sai c’ero quasi arrivata >>.  Ridacchia. << Che ho detto prima di svenire? >>. << Hai detto che ti mancavo … ed è vero? >>. << Lo è … >>. << E anche che avevi sbagliato a dire certe bugie,quali bugie? >>. << Matt ti prego io … l’ho fatto solo per stare con te… >>. Alza la voce. << Quali bugie? >>. << Non ho venticinque anni,vivo con i miei e faccio il liceo … ho diciassette anni. Mi dispiace >>. << Tutto qui? >>. << Tutto qui?! >>. << Sapevo già tutto >>. << E da quando?! >>. << Da poco prima che ti svegliassi >>. << E adesso che si fa … insomma ci portiamo quindici anni di differenza … >>. << Lo so che è illegale … ma si tratta di stare insieme altri tre giorni e poi io … me ne andrò,così potrai andare avanti con la tua vita. Stare insieme nel senso di compagnia e non penso che questo sia illegale >>. << Allora posso chiederti un ultima cosa prima di tornare la normale diciassettenne? >>. << Certo >>. Mi siedo in ginocchio e lo bacio. Lo faccio stendere sul letto affianco a me e stiamo così per istanti che rotolano nell’infinito. Mi dice.<< Non potremo mai essere normalmente amici,questo lo sai? >>. << Lo so … e non voglio neanche essere una tua semplice amica Matt >>.
 

  
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