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Autore: MapleLeaf    04/12/2006    5 recensioni
Cosa succede se un prof tutto matto insegna in una delle classi più indisciplinate di Tokyo? E cosa accadrà se una ragazza asociale, scontrosa, viene a trovarsi in una situazione difficile?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, mi chiamo Eikichi Onuzika, ho 29 anni e sono il vostro nuovo professore di matematica. Bene, la mia presentazione è terminata. Ora vorrei ascoltare la vostra. Man mano che faccio l'appello, presentatevi in maniera chiara e sintetica.

Akashi?

Presente.

Bene. Raccontaci un po' di te... ad esempio, quali sono i tuoi hobbies?

Mi piace fare sesso, fumare, sniffare, la vodka, scorreggiare, sgommare col motorino e il mio passatempo preferito sono le orgie...

Tutta la classe scoppiò in una sonora risata; si udirono fischi, e parole di approvazione.

La classe ora, era in trepidazione per la reazione che avrebbe avuto il nuovo prof, ma nessuno aveva previsto questo tipo di risposta:

Bravo Akashi, vedo che sei un tipo spigliato. Effettivamente, mi trovi d'accordo quasi su tutto... ahahahahha

La classe era a dir poco sbigottitta. Una ragazza dai lunghi capelli neri del secondo banco, si alzò in piedi ul banco e si abbassò la gonna, rimanendo in mutande, cosicchè tutta la classe potè ammirarla.

I maschi stavano già sbavendo dietro, con notevole disappunto di quasi tutte le ragazze...

Onizuka, che ne aveva viste di tutti i colori, non battè ciglio: bene ragazzi, credo che andremo molto d'accordo, mi piacete! Ora continuiamo con le presentazioni...

Tutti si presentarono con toni più o meno coloriti, e le ragazze specialmente, erano quasi tutte eccitate, da questo nuovo professore, che era da loro definito, un bonazzo.

Smith-Sakura Jessica?

Akashi prese la parola. Prof, non ci faccia caso, quella là non parla mai con nessuno, neanche sotto tortura. Non esiste...

Un altro ragazzo dai capelli corvini e gli occhi verdi aggiunse:

io saprei bene come farla svegliare a quella lì... una bella trombata, e canterebbe per sempre...hahahaha

Jessica dal canto suo, non sentii nulla di tutta quella conversazione, perchè come suo solito, quando i discorsi non la interessavano, accendeva l'i-pod e si girava verso la finestra, dando completamente le spalle alla classe.

Jessica era nata in Alaska; all'età di 3 anni aveva perso entrambi i genitori in un incidente stradale. In seguito era stata 7 anni in un orfanotrofio di Boston, per venire adottata all'età di 11 anni da una coppia giapponese.

Per questo motivo di giapponese non aveva proprio nulla, se non il doppio cognome eriditatole dai genitori adottivi. Fisicamente era una bellezza nordica: occhi di ghiaccio, capelli biondo scuro, fisico da bellerina. Quella del ballo era uno delle sue passioni fin da quando aveva 2 anni...

Ora all'età di 16 anni era quello che si poteva definire un'adolescente ribelle, che vive in un mondo non terreno, fregandosi di tutti quelli che gli stanno intorno.

Allora, signorina Smith... ci dica qualcosa...

Silenzio tombale...

Così il professore, si alzò dalla cattedra, avvicinandosi minacciosamente alla ragazza.

Ah... ecco perchè non rispondeva... aveva solamente altro di meglio da ascoltare, e le tirò via con un gesto fulmineo ed imprevedibile gli auricolari...

Salve Jessica. Allora ti vuoi presentare anche tu, come hanno fatto tutti i tuoi amici?

Jessica, si voltò lentamente con uno sguardo assassino, per via dell'i-pod che ora giaceva tra le mani del prof. Lo guardò in cagnesco, ma non disse nulla.

Allora signorina Smith? Lo vuole o no il suo i-pod?

Jessica per tutta risposta si alzò e si diresse verso la porta. Onizuka l'apostrofò con un " dove crede di andare?" e non ricevuta risposta si mise tra lei e la porta, con un sorriso beffardo, che non si addiceva ad un professore.

Così jessie, finalmente parlo: TESTA DI CAZZO.

Onizuka all'ora, ricevuta uan risposta, fece un sorriso a 32 denti: ecco ora ti lascerò passare... era facile no? Dovevi solo presentarti.

E giù la classe a ridere.

Jessica non ritornò in classe, se non all'ultima ora, quando c'era la sua materia preferita: educazione fisica.

 

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