Anime & Manga > Shadow Lady
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Autore: Rik Bisini    05/12/2006    0 recensioni
Cosa lega un demone scomparso ed un mago celebre per guarire le persone a cui sono stati rubati i sogni?
Il vero avversario di Shadow Lady è forse sul punto di uscire allo scoperto?
Quinta fanfiction sul ritorno della sensuale eroina di Katsura, solo per veri amanti delle ragazze-ladro.
Fanfiction già pubblicata su Manganet dal 2/11/2006.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e il ladro di sogni
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Un'altra Shadow Lady

Una grassa mano scostò le tende, lasciando penetrare la luce dei lampioni nel buio della stanza.
« Credo che verrà a piovere, stanotte. » annunciò la voce di Hideo Morinaka, alias Optimus Potentium, « Ma, agente, questa è una sensazione, non una mia predizione. » concluse con una risata.
Seduto al tavolo Bright guardava il mago con indifferenza.
« Invece non solo non ho previsto, ma sono stato decisamente sorpeso di riederla così presto. Agente Bright, un'altra indagine su uno dei miei clienti? »
« No » replicò il giovane, « sono qui per parlare con lei di demoni ».
« Ah » commentò Optimus, mentre il suo sorriso tremava per un istante, « ma io non ne so nulla. Nulla, almeno, che possa interessare la polizia ».
« Nemmeno a riguardo di Shadow Lady? » domandò Bright.
« Non vedo il nesso. » replicò il mago.
« Il nesso » continuò Bright « sta in un ombretto, da cui provengono i suoi poteri ».
« È così, dunque » disse Optimus con un sorriso estasiato, « quello è l'oggetto da cui derivano i suoi poteri. Ovvio. Tanto ovvio da sfuggire alla vista ».
« Poteri che hanno a che fare con i suoi demoni. » indovinò Bright.
« I demoni di cui lei mi insiste a parlare » puntualizzò il mago, « non sono di certo creature che servirebbero un essere umano, anche se potrebbero farlo in certe circostanze ».
« Che circostanze? » chiese Bright.
« Dico in linea teorica, agente, solo in linea teorica. » replicò Optimus.
« Benissimo » disse Bright, « allora credo che sia il momento di raccontare come si sono svolti i fatti secondo me, in linea teorica, si capisce ».
Il sorriso di Optimus divenne imprecettibilmente più forzato.

Una creatura fiammeggiante era seduta in aria, nel piccolo salotto di casa di Aimi. Aveva l'aspetto di un vecchio calvo, con una lunga barba color ruggine ed era circondato da un alone luminoso.
« Padroncina » disse rivolto ad Aimi, « hai comandi per me? »
« No Goug » rispose Aimi, « voglio chiederti un consiglio ».
« Goug » tagliò corto Setna, « l'ombretto di Shadow Lady è stato rubato. Il Principe Demo è in grado di conoscere ove si trova l'oggetto, perché esso funziona tramite la sua magia, ma lui non è qui. Deve esistere un modo per trovarlo immediatamente e se esiste tu lo conosci ».
« Sì » confermò Goug, « ovviamente lo conosco ».
« D'accordo e come? » insisté Setna.
Goug rise. Una risata sonora e coinvolgente, fresca e spontanea.
« Setna, bambina » disse quando l'eco della sua stessa risata si fu spento, « proprio tu, che tra tutti i demoni della nostra famiglia padroneggi il potere della metamorfosi mi chiedi questo? Sei immatura, il titolo di Domatrice ti è stato conferito prematuramente. Vedi con quanta difficoltà non riesci a risolvere un problema così semplice, eppure il tuo potere può diventare più grande di quanto tu stessa immagini ».
Setna teneva gli occhi a terra, mortificata.
« Goug » replicò, « la nostra Signora ha bisogno di aiuto, non io di una lezione ».
« Certo che hai bisogno di lezioni, Setna » la contraddisse Goug, « a te a Veruse, a Maovu, a Samoda, è ancora possibile ritrovare il proprio posto nella nostra famiglia per me non lo è più ».
« Che cosa vuoi dire? » chiese Aimi.
« Padroncina » rispose Goug, « Demo ti ha informato che a sottrarre le pietre del diavolo è stato Lujel, il Portatore dei Ghiacci. Io lo so da sempre. Dal momento in cui sono stato sconfitto e la pietra a me affidata mi è stata tolta ».
« Come? » fece sbigottita Setna, « Non ce lo hai mai detto? »
« Bambina » tuonò Goug, « se non riconosci la magia quando la incontri hai molto da imparare. Molto. E se Lujel sarà smascherato avrai l'opportunità di farlo. Riavrai il tuo rango. Non c'è disonore nell'essere sconfitti da un potere palesemente più forte ».
Tacque. Ci fu silenzio per un intero minuto.
Setna fissava Goug con un misto di terrore e ammirazione, Aimi batté più volte le ciglia.
« Un simulacro, Setna ».
La demone alzò il capo di scatto udendo le parole di Goug.
« È vero » disse, « era ovvio. Creeremo un falso Principe Demo e gli infonderemo tutte le sue capacità. Non durerà a lungo e sarà del tutto privo di volontà, ma sarà sufficiente a ritrovare l'ombretto. Ci vorrà molto potere però ed un oggetto che gli appartenga ».
Goug fece una smorfia che ricordava un sorriso.
« Hai il potere di farlo da sola » disse, « ma ti aiuterò ».
Setna corse verso la camera di Demo.
« A te » domandò Aimi, « non è possibile recuperare il tuo onore, dici. Perché? »
« Padroncina, » spiegò Goug, « io ho conquistato il titolo di Portatore del Fuoco. Essere sconfitto da un Portatore dei Ghiacci è una macchia. Solo uno scontro tra Lujel e me la potrebbe cancellare. Dal momento che questo scontro potrebbe essere imminente, non lascerò che la mia magia si estingua ».
« E quando mi chiedesti » riprese il demone, « di spazzare via la magia che ostacolava Samoda, tre mesi fa, era la magia di Lujel che la ostacolava ».
Setna ritornò stringendo in mano un logoro reggiseno rosa. Aimi divenne rossa dalla radice dei capelli.
« Quello era mio! » lo riconobbe, « Lo avevo gettato settimane fa ».
Setna sorrise con malizia.
« Credo che il Principe Demo lo abbia nascosto da allora ».
« Maniaco pervertito! » esclamò Aimi, bianca di rabbia.
« Probabilmente sì. » convenne Setna, « Ma creando un simulacro con questo indumento, ritroveremo l'ombretto appena Kuriaf deciderà di usarlo ».

La creatura camminava aiutandosi con un bastone metallico con tre piedi, che batteva rumorosamente sul pavimento. L'aspetto di una donna dalla pelle diafana, la schiena curva ed i capelli candidi la identificavano agli occhi di Demo e Vaar come una appartamente alla famiglia del Disfacimento.
« Lujel, dite » disse la demone, « nessuno rimane nelle Case di Estinsione tanto a lungo. Devo informarvi che la vostra ricerca è vana. L'Estrema Soglia deve averlo accolto ».
Demo svolazzò annoiato alla sinistra della demone. « Dobbiamo essere certi che abbia varcato quella soglia. Sono certo che voi potete saperlo ».
« Potremmo » confermò la demone, « ma a volte non ci è possibile, questo è uno di quei casi ».
Demo si volse all'indietro scambiandosi una significativa occhiata con Vaar.
« E perché mai? » chiese volgendosi di nuovo alla demone.
Il bastone batté rumorosamente sul pavimento altre sei volte, accompagnando la camminata della creatura.
« Anche le Guide si estinguono, sapete? »
« Le Guide? » domandò Demo.
La demone avanzò ancora altri lenti passi, battendo sul pavimento il bastone.
« Una Guida » si intromise Vaar, « è il demone che ti accompagna all'Ultima Soglia ».
« Esatto » confermò la demone, « le Guide per tradizione trasmettono ai loro successori i nomi di tutti coloro che devono accompagnare alla Soglia prima di lasciare il servizio, quando sentono la necessità di estinguersi. A volte però questa esigenza è così pressante che varcano l'Estrema Soglia facendo da Guide a loro stessi ».
« Avete perso i nomi di coloro che erano affidati alla Guida di Lujel? » indovinò Demo.
« Esattamente. » confermò la demone con un'alzata di spalle. « Nessuno sente la necessità di ricordare ogni singolo demone affidato ad una Guida qui alle Case di Estinsione. Ma Lujel era un demone antico, di grande potere, e così ricordo che fu assegnato a Eleeve ».
« Eleeve? » ripeté Demo.
« Esatto » continuò la demone, « una dei Misti. Alcuni servono qui alle case. Lei era qui da circa cinquecento anni. E non doveva averne più di seicento ».
« Eleeve è una Guida che ha varcato l'Estrema Soglia improvvisamente. » ipotizzò Vaar.
« No » spiegò la demone, « il suo incarico fu rilevato da Bruh. Ma Bruh due mesi dopo fu arrestato e giustiziato ».
« E perché? » chiese Demo.
La vecchia demone spostò il suo bastone per girarsi verso il piccolo demone nero e fissarlo con disprezzo misto ad incredulità.
« Principe Demo » disse Vaar, « fu Bruh a rubare le pietre del diavolo ».

« Diciamo che, in qualche modo » cominciò Bright, « sia veramente possibile rubare i sogni e fre in modo che il sonno sia segnato solo da paurosi incubi ».
Il sorriso di Optimus sembrava stampato su un volto che aveva tutt'altra espressione, tra l'incredulo ed il furioso.
« Supponiamo che un ladro di sogni rubi ad alcune persone il loro riposo, allo scopo di guarirle e guadagnare una ricompensa. Diciamo che sceglie queste vittime con cautela, in modo che la sua attività risulti prevalentemente portata a consulenze su eventi ritenuti soprannaturali, ma che assumono un'autorità proprio in virtù di queste periodiche... guarigioni ».
« Una sorta di truffatore vuole dire. » suggerì il mago.
« Vedo che ci capiamo. » riprese Bright « Ed un truffatore molto abile per il modo in cui fa uso di questo straordinario potere, agendo all'apparenza nella più piena legalità. E a dire il vero, nessuna legge impedisce il furto di un sogno, dato che a quanto ne sappiamo non è assolutamente possibile ».
« Quindi questo ladro di sogni » ridacchiò Optimus, « come lo chiama lei, è inattaccabile ».
« Sì. » replicò Bright con un sorriso, « E allo stesso tempo no. Perché se fosse scoperta la fonte di questo potere, poniamo che sia un oggetto presente in questa stanza, il nostro ladro non potrebbe spiegare come ne sia entrato in possesso ».
« E allora? »
« La sequestreremmo, Optimus » rispose l'agente, « come merce acquisita incautamente o importata clandestinamente ».
« Ma, agente » osservò Optimus, « potrebbe essere un oggetto del tutto normale, simile ad altri presenti in tutti i negozi specializzati. Uno dei miei amuleti, il mio porta incenso, la mia sfera di cristallo... »
« Magari potrebbe essere il basamento dove si trova la sua sfera ».
In un lampo, gli sguardi del Il mago e l'agente si spostarono sull'oggetto.
« Vuole aiutarmi a scoprire il possibile sui demoni e su Shadow Lady? » intimò Bright.
« È il suo prezzo per lasciarmi in pace? » replicò Optimus. Il suo sorriso era scomparso in una smorfia stizzita.
« No. » precisò Bright, « È il mio prezzo per farle ottenere clemenza dal giudice, dopo che avrà confessato il suo crimine ».
« È un'offerta che nessuno accetterebbe. » lo liquidò il mago. « Ora può andarsene ».
Bright fece un sospiro rilassato. « Lei non ha mai provato a parlare a nessuno del suo potere, vero? »
« Credo che dovrebbe rimanere alla linea teorica nel suo racconto, agente. » disse acido Optimus. « Ce ne è abbastanza per accusarla di abuso di potere ».
« Ah, ma questo è niente, mio caro mago » gli sussurrò Bright, « è lei che sta abusando del potere del ladro dei sogni. Crede forse di aver ricevuto un dono da un demone? O non pensa che ci sia una contropartita di cui non è stato pienamente informato? »
« Lei... che vuole dire? Cerca di farmi paura? » Optimus era rosso in viso.
« Risponda solo ad una semplice domanda. » continuò Bright sempre imperturbabile, « Era giovedì quando è entrato in possesso del basamento? Se me lo dice sono certo che ci intenderemo. Anzi se risponde me ne andrò e non mi vedrà mai più ».
« Che razza di bluff è questo? » ruggì il mago.
« Veda le mie carte. » suggerì l'agente.
« Beh, non... » Optimus fu interrotto da un colpo di tosse. « Voglio dire... » un altro colpo di tosse. « Di... » il mago si portò la mano alla gola, sembrava aver perso la capacità di introdure aria nei polmoni.
« Capisce, ora, Morinaka » lo inchiodò Bright guardandolo fisso. « Lei è una vittima. Sta pagando caro quel potere che le è concesso. Non è il solo a cui i demoni hanno donato un oggetto e nessuno di loro può parlarne. Nessuno. Non è un potere che lei possiede, è quel potere che possiede lei ».
Morinaka, alias Optimus Potentium, era cinereo. Battè con forza le mani sul tavolo ripetutamente, in preda al panico, questo coprì il rumore di un crepitare di fiamme.

Nella sala di aspetto si materializzò la figura di Kuriaf. Generalmente in penombra, la sala in quell'ora della sera era al buio e la luce proveniente dalla stanza accanto, dove Bright e Optimus conversavano, illuminava a stento la pelle candida della demone.
Il cambiamento fu improvviso. Quando Kuriaf aprì l'ombretto e il trucco si dispose sul suo viso, senza che le sue mani toccassero il pennello, apparve una luce sfolgorante e con lei un'altra Shadow Lady.
L'acconciatura dei capelli era del tutto identica a quella della Shadow Lady che nascondeva le fattezze di Aimi. L'abito invece era un body che aveva il consueto simbolo che identificava la ladra, al centro del quale appariva una spaccatura sul seno. Le gambe erano fasciate in seducenti calze scure che erano ornate di merletto. Un velo nascondeva il suo viso, ad eccezione degli occhi, di un tenue celeste.
Si mosse silenziosa come una brezza verso la porta da cui venivano soffocati colpi di tosse, ma non riuscì a raggiungela. Una lingua di fiamme apparve dinanzi a lei e si allargò occupando l'intera stanza, crepitando di furia.
Dalle fiamme apparve per prima una creatura rosso scarlatto, con l'apparenza di Demo. Poi, contemporameamente, quattro figure presero forma nella stanza mentre il fuoco si dileguava. Le più vicine alla ladra erano Setna e Veruse.
Shadow Lady soffocò un grido. Setna la fissò con rabbia e le scagliò contro una lingua di fuoco. Shadow Lady la evitò di un soffio e con un salto raggiunse la piccola finestra che si aprì senza bisogno di essere toccata. Ma, a un gesto di Veruse, da quella finestra entrò un altro torrente di fuoco. Shadow Lady riuscì ad evitare anche questa minaccia, ma non ebbe il tempo di sottrarsi all'immediato assalto di Setna.
Questa volta la lingua di fuoco si attorcigliò al collo di Shadow Lady e la trascinò rovinosamente a terra.
Tentò di rialzarsi, ma la fiamma che la imprigionava, come se fosse viva, le fece battere il viso a terra. Represse un grido di dolore.
« Setna, basta! » comandò una voce. La perentoria voce di Aimi che assisteva alla scena accanto a Samoda con sguardo confuso.
Si rivolse a Kuriaf.
« Non devi temere. » le disse, « Stiamo cercandoti su richiesta di Tolikei e Kalalii. Ora verrai con noi ».
Alcuni vicini passi provenivano dalla stanza accanto. Aimi si voltò. I suoi occhi si incontrarono con quelli di Bright.
Nocciola chiaro quelli di lei, scuri quelli di lui, due paia di occhi spalancati nella sorpresa di quell'inatteso incontro. Aimi batté le ciglia, Bright aggrottò le sopracciglia. Veruse alzò le braccia al cielo.
Il fuoco si ravvivò e formò una spirale verso di lei, inglobandola assieme al simulacro di Demo, a Setna, a Kuriaf, a Samoda e ad Aimi. La spirale divenne sempre più stretta ed alta ed alla fine non lasciò dietro di sé altro che la stanza, nelle medesime condizioni di quando la prima demone vi era apparsa.

« Ha osato troppo e pagherà. » disse una voce stridula, apparentemente di una donna. « Tu farai in modo che paghi ».
Rispose una calma voce maschile. « Tentare di impossessarsi del potere di un demone, non credo che tu desideri che tutti paghino per questo ».
« Ne ho abbastanza della tua ironia e dei tuoi fallimenti, Lujel, » tuonò la voce stridula, « sai quello che accadrà se tu mi deludi ».
« E tu sai » replicò l'altra voce, « che se mi estinguessi non avresti più un briciolo di potere. Nessuno di noi due vuole questo. Voi che riprenda il mio artefatto all'umano? »
« No, decisamente no. » Comandò la prima voce, « Il suo prossimo possessore potrebbe usarlo allo stesso modo ».
Il tono di Lujel rimase neutro. « Dovrebbe trovare un altro demone particolarmente insolito, come Kuriaf, dubito che sia possibile ».
« In ogni caso preferisco rinunciare all'oggetto » decretò la voce stridula, « e il nostro Optimus Potentium ti darà modo di sfogare la tua rabbia nei confronti degli umani ».
« Che intendi dire? » domandò Lujel.
« Uccidilo. » fu la risposta.

   
 
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