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Autore: Dangerina15    19/05/2012    0 recensioni
Holmes e Watson hanno intrapreso strade diverse...ma il destino li riporterà di nuovo insieme per una nuova avventura.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Mrs. Hudson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV WATSON

 

Erano già 3 o 4 mesi che non lavoravo più con il mio socio Sherlock Holmes. Da quando avevo sposato la mia dolce amata Mary, quell'uomo eccentrico ed egoista era sparito nel nulla. Sembra quasi che avesse ancora dei risentimenti verso di me. Sarà ancora arrabbiato con me per il matrimonio, pensavo eppure non mi sentivo affatto tranquillo. In un modo o nell'altro quel folle di un investigatore...consulente investigativo, era sempre riuscito a tirarmi dentro i suoi casi, ma stavolta era stato diverso. Chissà se aveva portato a termine il caso del professor Moriarty, chissà cosa stava combinando quel pazzo. Forse dovrei andare a Baker Street, vedere se sia caduto in depressione per mancanza di lavoro, riflettevo ancora, così presi la mia giacca e il bastone e lasciai alla mia assistente le indicazioni necessarie per chiudere lo studio.

Londra in pomeridiana era sempre un ottimo calmante, può far attenuare i cattivi pensieri e goderti quei raggi tenui del sole che illuminano il viso. Ma questa volta no: ero fin troppo preoccupato per il mio socio, così aumentai la velocità della mia camminata fin quando non arrivai di fronte alla porta di 221B di Baker Street.

Bussai.

Mrs Hudson aprì la porta e nel suo viso apparve un enorme sorriso.

<< Dr Watson, sono così felice di vederla.>>

<> le domandai cordialmente.

<< Si, dottore, e stavolta credo sia preoccupante. E' da più di una settimana che non lo vedo rientrare. Il suo appartamento è fin troppo silenzioso.>>.

Le parole di Mrs Hudson mi sorpresero; Holmes tranquillo? C'era qualcosa che non quadrava.

<< Stia tranquilla, signora Hudson, ci penso io.>>

<< Non so come farei senza di lei dottore.>>.

Sorrisi e mi congedai elegantemente dalla donna, salìì le scale e giunsi alla porta d'ingresso del mio ex appartamento. Mrs Hudson aveva ragione, era tutto fin troppo tranquillo, così aprì la porta ( che Holmes PUNTUALMENTE non chiudeva mai a chiave) e trovai tutto stranamente in ordine. Holmes che lascia il proprio appartamento in ordine?, strano non è da lui!, sussurrai tra me quando, girovagando per la stanza, scorsi dei fogli stropicciati sparpagliati sul tavolo, accanto alla sua pipa. Ne presi uno e cominciai a leggere: appunti, appunti, tutti sparsi, in confusione; tra essi si leggevano solo il nome del Professor Moriarty e quello del colonnello Moran. Poi, verso la fine del terzo foglio, lessi :

 

Victoria Station, partenza treno : 19.00, evacuare edificio prima di codesta ora.

 

In quel momento capìì tutto: Holmes voleva sventare un attentato di Moriarty alla stazione e voleva farlo da solo! Notai la data: è quella di quel giorno!

<< E' impazzito. Si farà uccidere, come sempre dopotutto.>> affermaii raccogliendo il resto dei fogli e scappando velocemente a Victoria Station.

 

POV HOLMES

 

Perchè non riesco a concentrarmi? Qualcosa mi attanaglia la mente. No, non posso permettermi distrazioni, c'è in ballo la vita di troppe persone, compresa la mia.

Pensavo e camminavo coperto dal mio giaccone, fumando la pipa. Avevo lasciato la mia preferita a Beker Street, non volevo che si rovinasse. Cercavo di distrarmi ma i miei pensieri erano rivolti alla persona a cui tengo di più: il Dottor John Watson. Non lo vedevo da mesi, ma non volevo rovinare la sua vita coniugale proprio adesso. Era così felice il giorno del suo matrimonio ( di cui ero del tutto contrario!) e non volevo coinvolgerlo in pericoli che potevano mettere a rischio la sua vita, non permettendogli una vita serena. Incredibile...io, il consulente investigativo più freddo e insensibile di Londra, alle prese con i rimorsi. Non sapevo cosa fare.

Per la prima volta avevo paura.

Paura di essere solo.

Di essere abbandonato.

Ma io ero ancora arrabbiato per il suo matrimonio. Gli avevo ripetuto centinaia di volte che il matrimonio non era altro che reclusione e sottomissione, ma lui non mi aveva mai dato retta. Se fosse andato tutto per il peggio, almeno da morto mi avrebbe dato ragione.

Mi fermai di scatto, notando che qualcuno mi osservava da lontano. Feci finta di niente e proseguìì per la mia strada quando improvvisamente l'individuo mi attaccà ma non riuscì ad avere la meglio.

<< Ti manda il Professore per uccidermi, non è così? Oh beh, meglio per me.>> accennai alla vittima sdraiata a terra, dolorante, con il mio solito sarcasmo.

<< Sei...prevedibile, Holmes.>> risponde l'altro, sghignazzando.

Rimango perplesso. Prevedibile, nessuno me lo aveva mai detto.

<< E tu non sei altro che un'altra povera vittima nelle mani di quel Napoleone del crimine.>> ribattei .

<< Pensi davvero che riuscirai a fermare i suoi piani? Come sei ingenuo...>>.

Quella frase che mi fece capire tutto. Ero stato uno stupido.

Lasciai l'individuo a terra e corsi per strada, dirigendomi a Cavendish Place.

Ci ha tenuti distanti apposta, per impedire di farci lavorare insieme e di trovarci così due contro uno. Watson è una preda facile se preso da solo, pensai tra me.

Arrivai velocemente alla nuova dimora di Watson e bussai ripetutamente, sperando che fosse Watson ad aprire.

Ma non fu così. Anzi una sorpresa mi aspettava a casa del mio socio e unico amico.

  
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