Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: HollyMaster    19/05/2012    3 recensioni
"...invece lo trovo lì, sul marciapiede, in piedi, ad aspettarmi con un sorriso sulle labbra che avrei scoperto non si sarebbe cancellato per tutto il pomeriggio che avrei passato con lui."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Le solite giornate si erano susseguite una dietro l’altra.
Non riuscivo più a distinguere i giorni che passavano.
Ormai vedevo solo in lontananza un traguardo, come un nastro rosso da tagliare con quelle forbici luccicanti, l’unica cosa che mi aveva permesso di alzarmi con un sorriso sulle labbra tutte quelle mattine: l’arrivo dell’estate. 
Non era forse l’unica cosa che tutti aspettano?
Un per il calore sulla pelle, un po’ perché per la testa vagavano meno pensieri e un po’ per la meravigliosa vista che la spiaggia poteva offrire. C’era l’infinito del mare e il sole che faceva capolino dalle onde, certo, ma che dire dei ragazzi muscolosi che in costume da bagno passeggiano sulla riva?
Sicuramente anche loro contribuiscono a rendere il paesaggio migliore di quello che realmente è.
Alzarsi per la prima mattina senza il fastidioso suono della sveglia era stato quasi troppo liberatorio.
Sapere di non doversi vestire velocemente per correre a scuola faceva sembrare tutto come uno strano mondo parallelo, che si era nascosto per tutti i mesi precedenti, durante i quali lo avevo chiamato a gran voce.
Il sole splendeva radioso fuori dalla finestra nonostante fosse ancora molto presto e nessuno mi avrebbe vietato di andare in spiaggia quel giorno.
Mi guardo allo specchio.  Anche solo indossare il mio solito costume rosso mi sembrava fuori dalla norma, come se fossi troppo nuda per uscire, come se improvvisamente canottiera, sciarpa e guanti mi mancassero sul serio, nonostante li avessi maledetti durante l’intero inverno.
Indossata una canotta colorata e dei pantaloncini di jeans che erano stati rinchiusi nel cassetto in attesa di oggi, scendo le scale per arrivare in salotto.
Sapevo che a quell’ora tutti dormivano in casa mia, quindi mi preoccupo solo di cercare di fare il meno rumore possibile. Mi avrebbero perdonato di tutto ma non se li avessi svegliati durante un giorno in cui potevano dormire fino a che la fame dell’una non li avrebbe fatti alzare dal letto.
Lascio solo un biglietto: “Sono in spiaggia.”
Rubo le chiavi del motorino di mio fratello ed esco di casa. Forse lui si sarebbe arrabbiato, ma in fondo ero la sua sorellina, mi perdonava sempre tutto, o quasi.
L’aria che mi arrivava dritta sul viso, quella che mi aveva dato fastidio per tutto l’anno, ora era come se fosse l’unica cosa che riuscisse a farmi veramente respirare.
Sfortunatamente per me, la strada per raggiungere la spiaggia è molto breve e sono costretta a lasciare l’aria fresca e movimentata per quella calda e afosa che aleggiava in giro.
Parcheggiare era un vero scherzo per me, mio fratello non mi avrebbe mai lasciato in mano il suo piccolo tesoro se non con la certezza che durante un parcheggio non lo avrei rovinato nemmeno per sbaglio.
Così mentre stavo entrando con il motorino nel parcheggio un’altra moto mi taglia la strada e si infila esattamente nel posto che stavo per occupare.
Scendo dal mezzo e mi precipito dal motociclista togliendomi il casco e cominciando ad urlare. “Scusi, ma è cieco per caso. Quello era il MIO posto, ci stavo parcheggiando IO!” Continuo a urlare fino a che lui non scende dalla moto e si sfila il casco facendo una smorfia per il rumore che stavo facendo.
Solo in quel momento, a viso scoperto, lo riconosco, era Josh, quel Josh, Josh Hutcherson!

No, non mi sarei scusata con lui solo perché era un viso noto. Ero testarda quando mi ci mettevo e quella era la volta buona. Aveva rovinato la mia giornata di perfetto relax e ora pensava di cavarsela solo perché l’avevo riconosciuto. Avrei preteso delle scuse. Alzo le sopracciglia e incrocio le braccia in segno di attesa. Si, le sue scuse le volevo e le avrei avute! Lui mi guarda e improvvisamente sul suo viso si disegna un sorrisetto che avevo visto tante volte sullo schermo ma che dal vivo faceva tutto un altro effetto. Mi aveva fatto addirittura scordare quello che era appena successo. Il parcheggio, la moto, le scuse; assolutamente tutto.
“Forse per scusarmi potrei offrirti qualcosa da bere, non so, una granita?” Chiede lui con un perfetto inglese che anche se avevo studiato poco durante l’anno riesco a comprendere senza fatica e che fortunatamente mi risposta alla realtà da cui ero stata strappata via con un semplice suo sorriso.
Stavo per annuire senza capire bene ancora cosa avevo accettato quando mi ricordo della moto.
“E io dove dovrei lasciare il mio motorino?” Chiedo sempre con le braccia incrociate. Non volevo dargliela vinta in nessun modo. Lui si sposta leggermente di lato e indica un posto libero a una moto di distanza dalla sua.
Come avevo fatto a non accorgermene prima? Che figura!
Sospiro e salgo sulla moto per parcheggiarla nel posto che lui mi aveva indicato mentre penso che probabilmente lui in quel preciso momento se la sta svignando il più lontano possibile da me: la pazza isterica che gli ha urlato contro per un posto quando ce ne era un altro a poca distanza.
Quando scendo nuovamente dalla moto pronta ad andare in spiaggia e stendermi sul lettino cercando di dimenticare il pessimo inizio di giornata, invece lo trovo lì, sul marciapiede, in piedi, ad aspettarmi con un sorriso sulle labbra che avrei scoperto non si sarebbe cancellato per tutto il pomeriggio che avrei passato con lui.

Per il buon non-compleanno della mia piccola Haymitch <3

   
 
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