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Autore: Kuuki    19/05/2012    3 recensioni
Sono Misaki.
Sono sempre stata una ragazza dura con i maschi e sono sia Presidente Studentesco del Seika, il quale grazie a me si è rivoluzionato. Ma...alcune volte essere troppo duri non va bene. Un ragazzo dal nome Usui Takumi mi ha aperto gli occhi e ho imparato a riessere quella che ero un pò una volta...in fondo, mi impegno sempre in tutto e proteggo le ragazze dagli alieni pervertiti, un pò come Usui Takumi! Solo che...troppa discriminazione fa davvero male!
Ora posso dire quello che penso al mio cuore e posso esprimerlo con i miei sentimenti...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo lungo la strada di ciliegi, poco lontano dalla Seika. Era tardo pomeriggio, il sole stava per tramontare e innanzi ai miei occhi osservavo il panorama dalle tonalità più varie fra giallo, arancione e rosso.
Il vento soffiava leggero, quel giorno. L'estate era davvero alle porte; anche se dovevo continuare a lavorare sodo nel Consiglio Studentesco, i compiti assegnatosi dai professori sarebbero diminuiti parecchio.
"Buonasera, Presidente!" Usui era spuntato, come suo solito dal nulla e mi aveva salutato ironicamente.
"Si può sapere ora tu da dove sbuchi fuori???" affermai irritata subito dopo.
"Uh.Te l'ho detto, Misaki-Chan, è destino!" mi rispose tutto divertito.
"Usui, posso chiederti una cosa?" ora ero seria.
Anche lui cambiò espressione, come me.
"Ma tu davvero non hai mai nulla da fare? Insomma, ti diverte così tanto fare lo stalker?" forse nel mio tono si era accennata un pò di ironia, e di sicuro Usui la notò.
Già, perché un secondo dopo lo capii dalla sua espressione stampatosi in viso che si divertiva davvero a fare lo stalker.
"Uhm. Sì, non ho nulla da fare...e mi piace fare lo stalker" mi rispose con quel suo...sorriso...sghembo che odiavo e adoravo...al contempo stesso.
"E' davvero irritante..." ma mi fermai, non volli continuare a discutere.
"Cosa lo è, Ayuzawa?" mi chiese poi, tutto incuriosito, scrutandomi.
"Che io devo morire sui libri per ottenere i miei risultati, mentre tu perdi le ore del giorno senza il minimo sforzo e sei ai miei livelli o, spesso, anche meglio..." avevo detto tutto di un fiato, come se desideravo dirglielo dall'inizio. Il mio cuore batteva forte, e speravo che non fossi arrossita troppo. O almeno non tanto che Usui avrebbe notato la mia reazione, come suo solito fare che individuava tutto dei miei sentimenti...davvero tutto.
Lo sguardo lo tenevo basso, ma lui si piegò leggermente verso di me perché volesse che lo guardassi.
"Mi dispiace che sia così ... irritante. Me lo dicono da fin quando ero piccolo. Che riesco in tutto con il minimo sforzo. Ma sappi...che non è un dispetto verso i tuoi confronti, Misaki-Chan" perché mi diceva quelle parole e in quel modo così dolce? Perfino io col carattere duro, non potevo...non provare un minimo interesse verso di lui. Verso quell'alieno pervertito di uno Usui.
"Cosa c'è, arrossisci? Uhm"
"Arghh!! Non provocarmi" dissi, senza arrabbiarmi troppo.
"Piuttosto...se vuoi un'aiuto..." e mi guardò come se fossi la cosa più disperatamente bella al mondo (sì, magari!) e continuò: "...vieni anche da me...se vuoi aiuti...nei tuoi studi, misa-chan!!!"
Pfff. Ancora più irritata; lo adoravo quando faceva quell'espressione sghemba, ma...al contempo stesso risultava fastidiosa perché ... provocante.
"Scordatelo...io so studiare benissimo da sola, non ho certo bisogno di te...perché io ti..." ma mi interruppe all'istante per accarezzarmi con delicatezza i capelli. Non osai alzare lo sguardo, perché se mi avrebbe visto che stavo arrossendo ancor più di prima, beh, mi avrebbe continuato a infastidirmi maggiormente.
"Mi odi, vero, Ayuzawa?"
"S-s-sì...ti odio tantissimo, idiota di uno Usui..." riaffermai come sempre, come io gli rispondevo di solito, sopratutto quando ero nel panico come in quel momento.
"Dai, Misaki...dopo quella volta di quella sera..." si interruppe, perché io scottavo. Visto che stava continuando ad accarezzarmi dolcemente sul mio capo, egli percepì che la mia temperatura corporea stava gradualmente aumentando... per non parlare che il cuore mi batteva forte quanto quel primo, maledetto bacio.
Non potevo non pensare che mi ero innamorata letteralmente di un alieno pervertito idiota stalker maniaco, ovvero Usui Takumi.
"Smettila di provocarmi, ti prego. Ho...bisogno di tempo" ero riuscita a dire tale cosa? Ero riuscita a pronunciare davvero quelle parole?
Lui si scostò subito da me, imbarazzato. Strano, da un tipo come Usui. L...l'avevo offeso?
"Scusami...non volevo dirti questo, Usui..." ma mi interruppe.
"Non preoccuparti. Ti capisco. Anche io lo provo, a volte. Ma è diverso...comunque sia, i-io, ti aspetto al Maid Latte"
"D-davvero?" la parola Maid Latte l'aveva pronunciata ironicamente.
"Certo Ayuzawa. E comunque oggi sei più gentile del solito, sai? Sono contento e...soddisfatto, uhm uhm"
Risi a me stessa. Lui riusciva...lui riusciva a togliere peso a quello che realmente provava...e che io provavo.
Il contatto fisico mi faceva sempre arrossire. E poi gli rispondevo sempre che era un idiota...anche se in un certo modo scherzavo, dopo quel bacio non potevo continuare a comportarmi in quel modo. O almeno, non sempre.
Verso le sette di sera, ero appena arrivata al Maid Latte, nel camerino, pronta come ogni volta per mettermi in uniforme.
Stavo pensando che: primo, dovevo essere più gentile con Usui. Secondo, dovevo cercare di superare l'imbarazzo e la vergogna; solo in quel modo, avrei potuto cambiare un pò. Non totalmente, perchè non è mai stato nel mio stile!
Satsuki mi stava osservando attentamente. "Qualcosa non va, Misa-chan?"
La rassicurai. "Tutto bene, grazie"
"D'accordo...comunque se hai qualche problema, sai su chi contare!" come suo solito era sempre tanto premurosa e folle verso i miei confronti. La proprietaria del cafè mi era capitata più che bene. E quella fortuna mi aveva aiutato molto ad adattarmi quando ero ancora agli inizi con le faccende dei 'lavori part-time'.
Quando sbucai dall'angolo con blocco note e penna in mano, mi avvicinai ad uno dei tavoli pronta come sempre per servire signore e padrone.
Poi, eccolo; come suo solito, era seduto al tavolino più vicino al camerino dove noi maid ci cambiavamo e mi guardava come sempre. In un modo seducente e al contempo stesso divertente e irritante. Non era giusto che io arrossivo sempre a quegli sguardi. O, comunque, Usui mi metteva sempre in difficoltà con i miei sentimenti.
Satsuki mi urlò alle spalle: "Misa-chan...vai da Usui, è impaziente, vuole subito l'ordinazione!!!" me lo disse con la sua solita eccitazione in corpo...e dopo che gli rilevai che ci eravamo baciati...lei mi disse che il 'moe era aumentato'. La solita folle, fantasiosa e amabile Satsuki.
"C-c-certo, Satsuki!" non potevo dirle di no, era il mio capo...anche se il mio desiderio era quello di raggiungerlo in seguito.
"Buonasera, Misa-chan! Trascorso bene il pomeriggio?" mi disse Usui.
"Benissimo, mio signore e padrone. Lei?" nel mio tono cercai di essere il più cordiale possibile. Così funzionava quando si era Maid. Dovevo parlare educatamente e dolcemente con tutti i clienti. Ed Usui amava questa cosa, perché io normalmente non gli rivolgevo parola in quel modo. O comunque raramente ero dolce con lui. E ciò mi irritava ancor più. Vi chiederete che il verbo -irritare- lo uso molto. Beh, è vero. Perché è la semplice verità.
"Coppa gelato alla fragola, oggi. Non di più perchè...l'eccitazione mi fa chiuder lo stomaco...mia cara...Maid".
Mi sentii di nuovo sulle spine, e chinai il capo, arresa.
"Grazie per i suoi complimenti! L'ordinazione arriverà subito" esclamai con la più calma possibile che un essere umano possa avere.

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Appena uscita dal Maid Latte, mi avviai verso casa. Scostai il manice della mia maglietta per osservare che ore erano. Dieci e mezza??? pensai stupita. Era così tardi...e volevo andare da Usui verso le nove e un quar...cosa stavo pensando? Mi dissi all'improvviso.
"Stupida, Misaki...andare a casa di Usui...ma cosa mi salta in menteeee?" stetti per darmi uno schiaffo, abbastanza forte per farmi rendere conto dell'assurdità dei miei pensieri. Ma non riuscii a darmelo, perché una mano mi trattenne. Allora mi girai subito alle mie spalle, per vedere chi era...a quell'ora chi poteva essere se non un maniaco?
Subito dopo, invece, lo vidi in viso ed era Usui. Usui! Perché mi seguiva sempre? Anche se me ne ero abituata, ogni volta scattavo a causa sua.
"Perché dici questo?" mi rispose lui...bene. Aveva ascoltato quello che avevo appena detto. Possibile che mi tormentava a tal punto?
"U-u-u-usui??? E invece perché tu sei qui fuori a quest'ora di sera???"
"Uhm...mi annoiavo, semplice"
"C-certo...come sempre, ti annoi...anziché sprecar tempo con me, non hai altro di più importante da fare?" dissi convinta.
"Non è sprecar tempo star con te..." disse facendosi più serio. Sul suo volto, anche lui arrossì. Abbassai il capo, imbarazzata. Perché avevo detto quella cosa?
"Allora? Tu dove vai, ora?"
"Non lo so..." gli risposi.
Poi, il telefono squillò; quanto avrei voluto che non sarebbe mai squillato...perché, quando io risposi, una sorpresa accidentalmente orrenda fece eco al mio orecchio. Quando risposi, mia mamma mi disse: "Tesoro! Senti...Suzuna sta a dormire da una sua amica, è in pieno pigiama party. Io...beh...ho preso le chiavi dalla pianta...ora non so come tu puoi entrare in casa...non posso venirti a dartele perché..."
La notizia mi terrificò all'istante. La interruppi. "Perché sei fuori città, vero? Me lo hai detto stamani. Ed ora come faccio???" esclami inadeguata alla situazione. Io avevo le chiavi per entrare a scuola...potevo rimanere tutta la notte alla Seika? Dovevo? Non era un idea tanto cattiva, in fondo. Maledizione a mia madre che prendeva sempre due paia di chiavi...era una disgrazia che mi mise in difficoltà.
"Mamma, risolvo io. Non preoccuparti. Ora tu stai tranquilla e dormi bene in albergo. Ti saluto, ora!" le dissi, infuriata col perché tale dimenticanza. Dovevo tollerarlo. Mia madre faceva così tanto per me e mia sorella Suzuna, che non potevo arrabbiarmi con lei. A tutti poteva capitare.
Staccai la chiamata e riposai il mio anziano telefono cellulare nella tasca destra del pantalone, con una furia così invana che Usui mi guardò perplesso.
"D-davvero tua madre ha preso entrambi le chiavi? Wuaho, straordinario!" scherzò lui.
"M-m-ma tu senti tutto quello che dico?" gli chiesi. Possibile che Usui ascoltava tutte le mie telefonate? Che irritazione.
"Uhm...sì"
"Non è possibile! Ora vado a scuola, è l'unica speranza. Almeno non sentirò freddo tutta la notte come fuori..." sussurrai fra me.
"Ahaha. Davvero starai tutta la notte a scuola? Ma...sicuro di non aver paura, la notte, senza nessuno, in un posto così vasto e buio?". Perché mi provocava? Argh, che cosa orribile.
"M-m-m-ma cosa stai importunando, alieno che non sei altro?"
"Ricordo un lontano giorno, che tu...avevi paura dei fantasmi sull'isola, in estate... lo hai dimenticato?" I miei pensieri riaffiorarono in pieno come una cascata in piena. Ricordai anche come, Usui, quando mi toccò come apparso dal nulla, come mi spaventai, scattando e tremando.
"L-lo ricordo...ma io non ho alternativa, non ho i soldi per un albergo. Ed ora sono anche le..." vidi di nuovo l'orario sull'orologio, "undici di sera! Cavolo, è passata mezz'ora e sto solo contemplando come una sciocca?"
  
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