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Autore: martamatta    21/05/2012    1 recensioni
Un uomo che ha avuto una vita maledetta piena di bugie e tradimenti verso gli altri. Macchiata di sangue innocente. Cosa potrà mai pensare nei suoi ultimi attimi di vita. Un pensiero di odio? O un ultimo pensiero, che per poco, solo nella morte, rievoca la sua umanità insieme ad un prezioso ricordo?
"Eppure mentre la mia carne viene divorata dal calore della lava i miei ultimi pensieri confluiscono a voi due, l’unica cosa nella mia vita nella quale non ho fallito"
Spero che questa one-shot vi piaccia. Buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Infondo io ho provato a salvare il mondo e ho fallito. Anche uno stupido capirebbe che il virus prima o poi contaminerà tutto il pianeta e io volevo solo anticipare questo evento, perché ero pronto ad educarlo e guidarlo nominandomi dio.
Eppure mentre la mia carne viene divorata dal calore della lava i miei ultimi pensieri confluiscono a voi due, l’unica cosa nella mia vita nella quale non ho fallito. Ricordo il giorno in cui tu mi trovasti….che strano sono sempre stato attento nel non lasciare tracce. Ma sempre un indizio o una briciola mi sono permesso di lasciarlo solo a te, in modo che io potessi rivederti. L’ho fatto inconsciamente, forse perché il mio cuore non ti ha mai dimenticato e mi ricordo bene quando sei apparsa , pochi mesi fa, davanti ai miei occhi.
 
-Dimmi che non è vero…dimmi che ciò che si dice sul tuo conto è solo una bugia! Io so come sei realmente…tu non sei così, sei buono e non malvagio. La luce nel tuo cuore io l’ho vista!- Albert fissava sbalordito quella donna. Era apparsa dal nulla ed in qualche modo lei aveva scoperto dove lui si trovava.
Albert l’aveva riconosciuta subito, ed infondo al cuore lui l’amava ancora e l’aveva lasciata per proteggerla.
Tuttavia Albert fece finta di non capire ciò che la donna stava dicendo, e le parlò freddamente –io non so chi lei sia! La pregherei di andarsene!-, Albert si voltò nell’intento di andar via, ma una delicata mano lo afferrò per il braccio destro e la donna urlò –Albert! Ti prego!-, Albert si voltò con irritazione. La donna aveva gli occhi bagnati dalle lacrime, ed il suo sguardo era pieno di compassione e disperazione.
La donna parlò –si vede che stavi facendo finta! Nonostante ciò che è successo non puoi aver dimenticato!-, Albert stava per ribattere, ma poi si blocco guardandola attentamente negli occhi; Si…i suoi occhi erano rimasti quelli di sempre: innocenti, dolci e docili.
La donna continuò –è stato difficile trovarti! Credevo che fossi morto alla villa sui monti Arklay, ci hai dato l’addio il giorno prima che tu partissi per quella missione. Poi abbiamo fatto come ci hai detto, e abbiamo lasciato Racoon city. Lo sapevi, avevi previsto tutto ciò che è accaduto! La contaminazione, gli zombi e l’esplosione atomica da parte del governo. Tu ci hai fatto trasferire per proteggerci, tu hai protetto me e…- .
A quel punto Albert soppresse quegli inutili sentimenti, che erano riemersi come la pinna di uno squalo, da un abisso oscuro che ormai era diventato il suo cuore; afferrò per il braccio la donna per poi scagliarla violentemente a terra. Ed urlò –non ti conosco, ti stai sbagliando! E adesso vattene prima che ti uccida!-.
Albert se ne stava andando, -quelle lenti scure…le tieni perché in realtà non sai mentire?- disse la donna con voce soffocata dalla tristezza. Wesker si voltò a guardarla e disse freddamente –non ti piacerà affatto vedere cosa nascondono queste lenti scure!- Albert cercava, a fatica, di reprimere quegli inutili e fastidiosi sentimenti che quella donna gli stava risvegliando; tanto che dopo averla scagliata a terra, una voragine di senso di colpa si era insediata nel suo cuore.
I sentimenti ormai li aveva abbandonati da anni con fatica, ma si meravigliava di quanto poco tempo e poco sforzo fosse bastato per farli riemergere.
La donna si alzò faticosamente in piedi –ti ricordi come ci siamo conosciuti? Sei sempre stato bravo a nascondere le tue emozioni, ma è quasi impossibile annegarle del tutto! Tu ci hai protetto, e adesso vuoi proteggermi da te stesso? Tu non mi faresti mai del male!- disse la donna con una lacrima di commozione che le rigò il viso.
 Quelle parole e quella scena, vedere quei bellissimi occhi tristi e preoccupati che lui tanto ha amato ed amava tutt’ora anche se incoscamente , fecero rompere la freddezza di Albert e si avvicinò alla donna; era rimasta bella come allora. Le accarezzò dolcemente il viso, ed una folle voglia di baciare quelle belle, carnose ed umide  si impadronì di lui, ma cercò di mantenere uno stato distante ed apparentemente indifferente, come se accarezzare la donna che si ama fosse la cosa più semplice e schiocca del mondo, soprattutto per un tipo come lui.
La donna aveva chiuso gli occhi, quando le dita calde di Albert avevano cominciato ad accarezzargli il volto, ed una valga di nostalgici, dolci e distanti ricordo la invase.
-Perché sei qui?- disse Wesker, ella rispose –tramite dei dati della Umbrella e della BSAA ho visto ciò che si dice di te; da una parte ero felice perché avevo scoperto che eri vivo e stavi bene, ma d’altra parte ero sconvolta nel sapere tutto ciò che avevi fatto! Volevo vedere con i miei occhi…- delicatamente la donna sfilò ad Albert gli occhiali da sole, nella ricerca dei suoi splendidi occhi azzurri, nella quale lei aveva sempre trovato sicurezza, amore,conforto e protezione..
Albert la fermò,  afferrandole le mani. E la donna lo guardò sbalordita, ma poi lui cedette arrendendosi all’evidenza della sua determinazione che leggeva nei suoi occhi.
Alla fine tolse gli occhiali da sole, ma Albert aveva serrato le palpebre. La donna disse con dolcezza  –io non ho paura…!-. Albert a quelle parole deglutì e aprì lentamente gli occhi.
 La zona circostante venne investita da un bagliore rosso e la donna rimase immobile a fissare incredula le iridi rosse, che ormai erano gli occhi di Albert.
Alla fine Wesker parlò dicendo –i miei occhi rappresentano ciò che sono diventato!-. La donna prese il suo viso tra le mani e disse –No! I tuoi occhi rappresentano in ciò che la Umbrella ti ha trasformato!- e delicatamente posò le sue labbra su quelle di Albert.
Entrambi sentirono un dolce e familiare calore. Un calore che da anni non sentivano.
Alla fine del bacio la donna poso la testa sul petto di Wesker, e lui l’abbracciò a sé. Quanto alla donna era mancato quel contato, quell’amore e quella sensazione di sentirsi protetta.
Dopo qualche secondo, Albert disse dolcemente –non puoi restare qui…Marie!- le cose su di me sono vere, torna a casa!- la donna alzò lo sguardo e lo guardò in faccia. –Io non voglio lasciarti!- disse –Tuo figlio è cresciuto ormai! Ti somiglia in tutto e per tutto. A scelto di fare il mercenario, più che altro per aiutare me con le difficoltà economiche, usando le sue capacità fisiche per profitto. Le capacità che a ereditato da te!-.
Albert rimase immobile; già! Si era perso l’adolescenza di suo figlio, avrà avuto dieci anni l’ultima volta che lo aveva visto. –Jake…dopotutto io non ho mai voluto che lui sapesse chi fosse in realtà suo padre. Vedeva solo un uomo, uno sconosciuto, che veniva a trovare sua madre di tanto in tanto-, Marie sorrise –tutte le volte che mi domandava  “chi fossi” io gli dicevo che eri solo un amico…un amico molto speciale-.
Alla fine Wesker sciolse l’abbraccio che li legava, e disse a Marie –io ormai non ho più niente a che fare con voi! Torna a casa, vivi quello che rimane della tua vita-. Marie lo guardò negli occhi –ma perché non puoi tornare con me? Cosa devi fare?-, Wesker sospirò e disse –il mondo prima o poi verrà contaminato dal virus.  Voglio fare in modo che quando succeda io sarò pronto per guidarlo ed istruirlo. Educare una nuova evoluzione!-,  Marie lo guardò inorridita e spaventata –ma bisogna fermare questo evento!- Wesker sorrise con aria di superiorità –ho già fatto i calcoli, questo processo può essere solo rallentato. Ma è inutile e impossibile fermarlo fin da quando la Umbrella è stata fondata. Non c’è modo d’impedirlo!- Wesker si voltò ed inforcò di nuovo gli occhiali da sole, recuperando, con essi, anche la sua freddezza.
-E per questo che ti ho detto di goderti quel che rimane della tua vita- disse Albert in tono di superiorità, -addio…Marie!- aggiunse con un accenno di tristezza e rammarico nella voce.
 
E quindi  questo è il mio ultimo pensiero? Questa è la de partita?La mia fine? Finché c’è ancora tempo vorrei pensare qualcos’altro .Questi ultimi pensieri che nessuno mai sentirà.
Marie….che vorrei dirti…vorrei passare gli ultimi momenti della mia vita con te, la mia ambizione e la mia sete di potere insieme al mio egoismo non ci hanno fatto stare insieme. Ciò che volevo veramente, eri tu! Ma sono stato ceco…l’amore è un sentimento di egoismo, l’amore rende egoisti ed è per questo che ho seguito i miei obbiettivi lasciando da parte il resto, te compressa. E per non seguire questo sono stato il più grande egoista mai esistito, ironico non trovi? Mi dispiace, ma tanto ormai è tardi e sto avendo ciò che mi merito.
 
Jake…io ti ho sempre voluto bene come figlio, anche se tu non sapevi niente io seguivo ogni tua mossa ed ero orgoglioso…tua madre ha fatto un ottimo lavoro nel crescerti. Mi spiace che tu mi somigli così tanto, ed è appunto per questo che non volevo che nessuno, neanche tu stesso, sapesse che sei mio figlio…vedi tu hai ereditato il mio DNA. E come puoi vedere dalla mia vita, da ciò che mi hanno fatto e da cosa sono diventato per ciò che ho dentro, posso giungere alla conclusione che questo DNA è maledetto. Solo un orrenda maledizione che il creatore a spedito su di noi. Forse perché sapeva che ero il tipo da giocare a fare il dio e quindi mi ha messo alla prova…e adesso starà ridendo di me.
Comunque sia figlio mio sta attento, se qualcuno sapesse che tu fossi mio figlio ti userà per trasformarti nel suo animale da compagnia preferito.  Quindi non fidarti mai di nessuno e spero che nessuno venga a sapere da chi discendi. Forse un giorno scoprirai chi era tuo padre e penserai che sono stato un vero coglione in tutti i sensi e hai ragione, ma di sicuro non scoprirai mai che tuo padre, nonostante ciò che abbia fatto al mondo, ti abbia amato. Ti auguro una vita felice e ti do un compito, prenditi cura di tua madre…te l’affido.
 
E infine Chris, devo ammettere che mi hai sorpreso, e questa è l’ennesima volta che mi sbagliavo. Marie aveva ragione, questo evento può essere impedito. Soprattutto se ci sono uomini al mondo come te! Spero che salverai il mondo..ma non fraintendermi! Voglio che tu lo salvi perché non voglio fare la figure del deficiente, che invece di qualcun altro non è riuscito a diventare dio.
Quindi fa il bravo soldato e porta a termine questo compito per bene, visto che ti affido il destino del mondo, l’ultima missione che il tuo capitano ti assegna.
 
Sento le dita della morte che mi prendono, degli angeli demoniaci pronti a portarmi all’inferno. Si dice che un uomo si capisce come ha vissuto tutta la sua vita da come muore. Davvero una morte poco degna per un dio, ma devo dire che ha il suo stile. Più che una vita da dio ho avuto una vita da demonio, e adesso brucerò, come ora, per l’eternità tra le fiamme dell’inferno.
Addio mondo; e adesso, anche se dall’inferno, voglio proprio vedere cosa succederà. E chi sarà il demonio che prenderà il mio posto. 
  
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