Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Im that boy    21/05/2012    4 recensioni
- Non lasciarmi da solo. – Mi dice.
- No, tesoro, certo che no… non ti lascerò mai.
- Voglio stare per sempre con te, promettimi che non te ne andrai.
- Joey…
- Ti prego, ho bisogno di averti al mio fianco. Resta con me.
Sospiro, guardando il suo bel viso con le lacrime agli occhi. Amore mio, non farti del male da solo…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Questi primi capitoli sono stati modificati recentemente, perciò, se magari qualcuno di voi è incappato in questa storia e l'ha trovata orrenda, ne ha tutte le ragioni. Mi farebbe piacere, comunque, che la rivalutaste.

-Giuls;
xx


“If time, was still,
The sun would never, never find us
We could light up
The sky tonight…”


È suonata la sveglia, sono le sette e venti di mercoledì mattina e mi tocca andare a scuola. Come prima cosa mi guardo allo specchio… Oh, cazzo! Ho i capelli che sembrano una balla di fieno e sotto gli occhi ho due righe nere del trucco di ieri sera che marcano ancora di più le occhiaie dovute alle ore piccole di stanotte. Bene, ho poco tempo per prepararmi ad un’altra stressante giornata di scuola, allora corro in bagno, prendo una spugnetta e mentre mi tolgo il trucco inizio a cantare la canzone che ho come suoneria della sveglia: “Fly With Me” dei Jonas Brothers, la mia band del cuore. Dopo essermi struccata e truccata di nuovo, dopo essermi pettinata e lisciata i capelli guardo l’orologio: le sette e cinquantatré. Non arriverò mai in tempo! Mi metto le cuffie dell’ipod nelle orecchie e premo play, prendo le chiavi di casa e mi precipito fuori con lo zaino sulle spalle. La musica a tutto volume mi rimbomba nelle orecchie e senza nemmeno accorgermene inizio a cantare:

“You gotta live to party, bust your move
Everybody’s in the groove
Tell the DJ to play my song
Are you ready to rock and roll?…”
 
Dopo una manciata di minuti entro in classe, in ritardo come al solito, e vedo la prof. di francese, una donna alta, magra, coi segni dell’età incisi sul volto e lucenti capelli castani raccolti nella solita treccia lunga che mi aspetta con un sorriso maligno in faccia (quello che hanno tutti i professori quando sei nei guai).
-          Signorina Jacobs, ho riportato le verifiche della scorsa settimana.
-          Come sono andata? – Domando.
-          Non saprei, giudichi lei. – E detto questo mi da il compito: otto più, ovviamente. Non sono una studiosa, affatto, però ho un certo “dono” per le lingue, soprattutto per l’inglese, che lo parlo meglio dell’italiano. Non so neanche dove ho imparato, a dire la verità. Forse ce l’ho nel sangue, dato che ho origini americane da parte di madre.

Mi siedo al mio posto e vago con lo sguardo per la stanza in cerca dei miei due migliori amici: Alessia e Christian. Vedo Chris seduto poco davanti a me e ci salutiamo con la mano. Senza farci vedere dalla prof. iniziamo a parlare a gesti.

Com’è andata?”

Otto più! Tu?”

“Nove”.

Sorride soddisfatto ed io per tutta risposta lo mando a fanculo. Non faccio in tempo a chiedergli se ha notizie di Ale che stranamente a scuola non c’è, perché la prof. si accorge che stiamo parlando e ci ordina di smetterla.

Dopo sei interminabili ore di scuola esco finalmente alla luce del sole e mi fermo per togliere la vibrazione al cellulare. Qualcuno mi piomba addosso e voltandomi vedo Chris: un diciottenne alto, magrissimo, con un’onda di capelli neri e soffici e un paio di begli occhi marrone che mi sorride con l’aria di chi nasconde qualcosa.

-          Che vuoi, idiota? – Borbotto sorridendogli.

-          Sei libera venerdì sera?

-          Dipende a che ora, perché?

-          Pensavo verso le nove di sera, ma se dici di si dovremmo partire verso le quattro. – Mi risponde con aria misteriosa.

-          E dove dovremmo andare? Al mare?

-          Se preferisci il mare a questi allora me li faccio rimborsare. – Risponde sventolandomi davanti dei biglietti. Io glieli strappo di mano per leggere ciò che c’è scritto: “ Jonas Brothers, palaolimpico (Isozaki) – Torino”.

-          Oh mio dio, Chris! – Grido abbracciandolo.

-          Ti piace questo regalo?

-           Se mi piace? Lo adoro! – Esclamo.

Il mio sguardo cade ancora una volta sui tre biglietti… Tre?

-          Chris,perché ci sono tre biglietti?

-          Guarda che se non mi vuoi mi fai un favore. – Ribatte, e so che è serio.

-          Certo che ti voglio! Soprattutto perché non ti piacciono.

-          Ringrazia di essere la mia migliore amica. – Borbotta.

-          Comunque io e Ale dobbiamo prepararti come si deve. Non vorrai mica venire al concerto senza sapere neanche una canzone? – Lo provoco, soffocando una risata.

-          Col cazzo che mi metto a imparare le canzoni! – Esclama.

-           No, niente storie! Aspetto te e Ale a casa mia alle tre, diglielo.

-          Ale è malata non lo sapevi? – M’informa cambiando discorso.

-          No, la stronza non me l’ha detto. E per il concerto, allora?

-          No problem, ha detto che ci verrà ugualmente. – Tiro un sospiro di sollievo.

-          Dài, comunque vieni a pranzo da me, altrimenti che fai a giro fino alle tre?

Chris abita in un piccolo paesino lontano da qui di circa un’ora, se non di più; paese dove, tra l’altro, prima abitavo anch’io.

Ci sorridiamo e ci incamminiamo per andare a casa mia. Ancora non ci credo! Sono quattro anni, da quando ne avevo quattordici, che voglio andare ad un loro concerto e adesso il mio sogno sta per avverarsi, per giunta sarà il giorno del mio diciottesimo compleanno! Sento già che sarà il regalo più bello della mia vita.

Arrivati a casa, cuciniamo insieme, mangiamo e finalmente riesco a convincerlo ad imparare le canzoni.

Christian è il mio migliore amico da sempre, ci conosciamo da quando avevamo sette anni. Si è trasferito in Italia dalla Romania in seconda elementare, e da quel giorno siamo stati sempre inseparabili. Siamo entrambi cresciuti in un piccolo paese in provincia di Firenze, e in classe siamo stati sempre solo otto alunni, ed essendo così pochi sono rimasta in ottimi contatti con tutti. Tra quei sette amici solo Chris ha scelto il mio stesso indirizzo scolastico, ovvero il liceo linguistico, e quindi abbiamo passato insieme altri tre anni più degli altri, e questo è il quarto.

 Ale invece abita qui a Firenze e l’abbiamo conosciuta solo il primo anno, però è piaciuta subito ad entrambi e l’abbiamo inserita senza difficoltà nel nostro gruppo. Fortunatamente è una scelta di cui non ci siamo mai pentiti e, anzi, siamo molto soddisfatti di averla incontrata. Tra l’altro, la ragazza è fan dei Jonas Brothers come me, e ciò non ha fatto che aumentare la mia stima nei suoi confronti.

 

 

***

 

 

Dopo le solite sei, strazianti ore di scuola sento il cellulare vibrare dalla tasca dove l’ho riposto:

“Turn onthatradio

 As loud as it can go

Wanna dance until my feet can't feel the ground (feel the ground)

Say goodbye to all my fears…”

 

E’ la mia suoneria: “Play My Music”. Rispondo: è Ale. Per mezz’ora non facciamo altro che parlare dei Jonas e di domani, non so dire chi delle due è più emozionata. Una volta arrivata a casa, comincio a preparare tutto l’occorrente per il concerto: vestiti, trucchi, fotocamera, biglietti, sigarette, documenti. I miei capelli sono neri, lisci e molto lunghi, perciò decido di farmeli ricci e di lasciarli sciolti.

Prima di andare a letto, decido di scaricare nuove canzoni dei Jonas. Ne trovo una nuova: “Send It On”, dove cantano anche Demi Lovato, Miley Cyrus e Selena Gomez. Joe, uno dei tre fratelli, e Demi sono migliori amici e sono una coppia meravigliosa.

 

 

***

 


La scuola oggi è passata in un attimo, dopo essere iniziata con migliaia di auguri, abbracci e regalini da parte dei miei compagni, e questo vuol dire che l’ora X è sempre più vicina. Finalmente siamo al sei novembre duemilanove e il desiderio più grande della mia vita sta per avverarsi!

Tornata a casa, mi precipito subito a prepararmi, senza curarmi del pranzo.

Qualche ora dopo Chris e Ale suonano al campanello, ed io afferro la borsa e la giacca di pelle e corro alla macchina.

Nell’auto con Chris, come previsto, c’è una bella ragazza di media statura, coi capelli mossi e rossi, gli occhi verdi e fissata con la moda, davvero molto carina e sicura di sé.

-          Ciao ragazzi. Come stai, Ale?

-          Per ora non tanto bene, ma vedrai che dopo guarisco! – Scoppio a ridere insieme a lei, e Chris sospira scuotendo la testa.

-          Chris, hai imparato le canzoni? – Gli domando e Ale ricomincia a ridere: quando è eccitata non sa fare altro.

-          Sì, sì, tranquilla. – Mormora alzando gli occhi al cielo.

-          Tutte?

-          Sì, tutte, fidati.

-          E invece no, non mi fido e adesso t’interrogo! – Faccio partire la copia del CD dei Jonas che gli ho dato e iniziamo a cantarle una ad una iniziando da “BB Good”. In effetti le ha imparate tutte, che bravo!

-          Allora, prof., che voto mi mette?

-          Non ho parole, sono costretta a darti dieci!

-          Grazie prof., molto gentile. – Risponde facendomi ridacchiare.

-          Io non sono d’accordo. – Ribatte Ale. – Era stonatissimo, e inoltre aveva la stessa voglia di cantare che hanno le lucertole di farsi tagliare la coda!

-          Ale, che cazzo dici? – Esclamo scoppiando a ridere, e intanto Chris ribatte:

-          Ah, perché tu saresti quella intonata, vero?

Battibeccano per un po’, fin quando non m’intrometto e li distolgo dalla discussione.

Passiamo il resto del viaggio a parlare del più e del meno e ad ascoltare la musica, mentre l’eccitazione aumenta metro dopo metro.

Arriviamo a destinazione almeno un’ora e mezza prima dell’inizio del concerto, in modo da essere più vicini possibile al palco. All’ingresso vi sono gli addetti alla sicurezza che ci controllano i biglietti. Le entrate sono divise in file, e noi siamo nella due.

Dentro è bellissimo! Ci sono tantissimi posti a sedere e lo spazio per chi come noi sta in piedi è molto ampio. Sul pavimento del palco c’è il bellissimo simbolo dei Jonas, e sopra sono già state posizionate le aste dei microfoni, la batteria di Jack Lawless e la tastiera di Ryan Liestman. C’è pochissima gente ancora, perciò riusciamo ad accaparrarci la prima fila.

-          Certo che quel tizio nella fila uno era davvero carino! Ma perché non siamo andati in fila lì? Prima della fine della serata devo farmi dare il suo numero!

-          Cristo, Ale, sei una malata di sesso! – Esclamo, sapendo che tra le due, sono peggio io.

Dopo circa un’ora squilla il mio cellulare telefono: mia madre, detta anche “la troia”.

-          Pronto?

-          Giuli sono mamma, a casa non rispondi, dove sei?

-          Non sono a casa.

-          E dove sei?

-          Fatti i cazzi tuoi! – Esclamo, seccata.

-          Ehm… comunque io e tuo padre volevamo farti gli auguri.

-          Ok, grazie. Ciao. – Riattacco immediatamente. Non ho affatto un buon rapporto con i miei, specialmente con lei, e infatti tre anni fa mi sono trasferita a Firenze da sola.

-          Tua madre? – Chiedono Chris e Ale.

-          Indovinato. – Borbotto.

Poco dopo inizia il concerto, che viene aperto da Jacopo Sarno, un cantante e attore italiano della Disney. Quando finisce di cantare si spengono le luci e le note di una chitarra elettrica giungono alle nostre orecchie: è “Paranoid”! Io e i ragazzi cominciamo a cantare a squarciagola e a ballare come tre matti, ma quando incontro quei due diamanti ambrati mi immobilizzo e non riesco più a parlare né a muovermi.

   
 
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