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Autore: Il Saggio Trentstiel    22/05/2012    6 recensioni
-Ti ricordi quanto zucchero metto nel caffè?-
Kensi roteò gli occhi.
-Difficile dimenticarselo dopo notti di appostamenti con qualcuno accanto che protesta per il caffè troppo amaro!-
Nonostante il tono tagliente della partner, Deeks non riuscì a trattenere un sorriso, cosa che Kensi notò immediatamente ancora una volta.
-Conosco undici modi per reciderti la giugulare senza perdere la calma e senza neanche sporcarmi le unghie, credo che questo argomento sia già stato trattato.- annunciò lanciando a Deeks un'occhiata eloquente.

Deeks/Kensi, primo esperimento in questo fandom.
Post 3x10, dunque occhio ad eventuali SPOILER!
[Spoiler!; Het!]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Non lo so, speravo solo avessi qualcos'altro da dire...
(NCIS Los Angeles 3x10, “Il debito”)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La situazione sembrava tornata alla normalità, finalmente.
Quinn e la Lee erano stati arrestati, Bates lo aveva nuovamente “ceduto” all'NCIS, Kensi aveva smesso di lanciargli occhiatacce.
Le frecciatine non erano terminate, ma era quella la loro normalità.
Da quando però la normalità turbava così tanto Deeks?
Si sentiva sporco, come se la talpa fosse stata lui piuttosto che Quinn: in fondo, ragionandoci sopra, aveva tradito qualcuno.
E quel qualcuno era stato proprio Kensi.
Gli altri membri della squadra non avrebbero reagito in maniera così teatrale -e, tra parentesi, a Deeks non sarebbe importato poi granché di eventuali loro reazioni offese-, ma Kensi era diversa.
Lo sapeva, lo aveva sempre saputo.
Innanzitutto era l'unica donna della squadra, contando che Hetty e Nell agivano dalla sede, senza esporsi in prima persona; secondo poi, era perfettamente in grado di gestire le situazioni più pericolose, dalle sparatorie alle operazioni sotto copertura; infine, riusciva a capire al volo i suoi pensieri e le sue intenzioni.
D'altronde non era stata Hetty a renderli l'uno il partner dell'altra? E quando mai la Lange aveva fatto qualcosa a caso?
Si divertì ad immaginarsela seduta alla sua scrivania, una tazza di tè accanto e le foto sue e di Kensi davanti agli occhi: chissà cosa doveva aver pensato la vecchia Hetty in quel momento!
Il divertimento durò un attimo: Kensi era entrata nella sala fino a poco prima occupata solo da lui.
L'espressione che imbastì fece capire a Deeks che la sua smorfia divertita di qualche istante prima non era passata inosservata.
-Cos'hai da ridere? Qualcuno ti ha raccontato qualche barzelletta a sfondo sessuale?-
Deeks la osservò posare dei fogli su una scrivania e prendersi un caffè alla macchinetta automatica: abbozzò un sorriso e tentò di fare lo spiritoso.
-Ne porteresti uno anche a me?-
Contro ogni ragionevole previsione, Kensi annuì seccamente e riempì un'altra tazza: la porse a Deeks e gli lanciò in grembo due bustine di zucchero.
-Ti ricordi quanto zucchero metto nel caffè?-
Kensi roteò gli occhi.
-Difficile dimenticarselo dopo notti di appostamenti con qualcuno accanto che protesta per il caffè troppo amaro!-
Nonostante il tono tagliente della partner, Deeks non riuscì a trattenere un sorriso, cosa che Kensi notò immediatamente ancora una volta.
-Conosco undici modi per reciderti la giugulare senza perdere la calma e senza neanche sporcarmi le unghie, credo che questo argomento sia già stato trattato.- annunciò lanciando a Deeks un'occhiata eloquente.
Deeks accennò col capo ad un angolo dell'ampia sala.
-Le telecamere ti riprenderebbero e verresti incastrata in un attimo!-
Kensi sorseggiò con deliberata lentezza il suo caffè (sicuramente non zuccherato, pensò Deeks) e sospirò.
-Ho chiesto a Nell di disattivare le telecamere di questa sala.-
Per un istante Deeks pensò che Kensi lo avrebbe davvero sgozzato, ma poi si rilassò.
Per quanto potesse essere irritata -e brava a mascherarlo- non avrebbe mai compiuto un'azione simile: magari un ceffone, o un bel calcio nei gioielli, ma ucciderlo?
La donna gli si fece appena più vicina, prendendo un altro sorso di caffè.
-Voglio parlare con te, e non voglio essere osservata.-
Deeks inarcò le sopracciglia, incerto su cosa dire: prese tempo aprendo una delle due bustine di zucchero e svuotandola nel caffè.
-Callen mi ha detto che avresti voluto parlarmi, qualche giorno fa.-
Il silenzio di Marty non conobbe interruzioni, e ben presto la seconda bustina di zucchero seguì la prima.
Kensi tacque a sua volta, e per qualche istante l'unico suono fu quello del cucchiaino che, mescolando il caffè di Deeks, tintinnava contro la tazza.
L'agente decise di guadagnare ulteriore tempo, portandosi il caffè alle labbra e tentando di non ustionarsi bevendolo tutto d'un fiato.
La donna lo osservò in silenzio per tutto il tempo, l'espressione imperscrutabile ed un braccio mollemente abbandonato lungo un fianco: solo una scintilla in fondo ai suoi occhi scuri tradiva i suoi reali sentimenti.
Irritazione, frustrazione, incredulità...
-Delusione.- declamò all'improvviso, facendo quasi soffocare il partner -Conosci il significato di questa parola, Deeks?-
Il biondo tossicchiò e posò la tazza sul tavolino davanti a lui: si affrettò ad imbastire un sorriso da cui tentò di cancellare ogni traccia di senso di colpa.
-Vagamente, credo di averne letto in qualche libro...-
Non riusciva a fare di meglio?
Lui, che sapeva sempre come salvarsi con qualche battuta, esitava e tentennava di fronte a Kensi?
Dal canto suo la collega posò a sua volta la tazza sul tavolino, si raddrizzò e si piazzò le mani sui fianchi: il suo sguardo non più indifferente, ma che ora mandava fuoco e fiamme, non prometteva nulla di buono.
-Riesci ad essere serio per una volta?- sibilò, stupendo profondamente Deeks: dal suo sguardo e dalla sua postura si sarebbe aspettato un ruggito!
Balbettò qualcosa di inconsulto, ma Kensi lo interruppe levando una mano.
-Credi che mi abbia fatto piacere scoprire, ovviamente per caso, che il mio partner...- calcò sull'ultima parola -... Mi avesse tenuto nascosta una cosa tanto importante?-
Deeks rimase in silenzio, accontentandosi di scuotere il capo.
-Tutti quanti sapevano della tua missione, tranne me!- continuò, alzando appena la voce -Mi sono preoccupata e dispiaciuta per te, sono stata pronta a fare di tutto per aiutarti, mi sono anche esposta emotivamente, per te!-
Adesso la voce di Kensi era davvero troppo alta: Deeks benedì il fatto che Hetty fosse ad una riunione con il Segretario della Difesa e che Sam e G. fossero in missione da qualche parte fuori Los Angeles.
Non si sarebbe dovuto sorbire battutine e occhiate di rimprovero, visto e considerato che la furia di Kensi sarebbe stata più che sufficiente!
-E tu ancora non dici nulla?-
-Cosa dovrei dire?- tentò Deeks, ritrovando la parola.
Kensi alzò gli occhi al cielo.
-Non lo so, speravo solo avessi qualcos'altro da dire!-
Ecco, l'aveva detto.
Aveva pronunciato quella frase.
Intenzionalmente? Per caso?
No, sicuramente Kensi aveva utilizzato apposta quelle precise parole.
Cosa che non aiutava minimamente Deeks.
Quest'ultimo abbassò lo sguardo per poi tornare a fissare Kensi, tentando un'espressione da cucciolo bastonato.
Sgranò gli occhi e si passò una mano tra i capelli, mostrandosi contrito o perlomeno a disagio: Kensi non abboccò.
Per niente.
L'occhiata omicida che Deeks ricevette in risposta fu più che sufficiente per fargli interrompere quella farsa imbarazzante.
-Ok...- borbottò il biondo, abbassando lentamente la mano e portandola sul cuscino accanto a lui -... Vuoi sederti?-
Kensi attese che lui togliesse la mano dal cuscino a lei destinato e, lentamente e con sussiego, si sedette.
A debita distanza da Deeks.
Dardeggiò il partner con lo sguardo, incrociando strettamente le braccia e piegando il capo da un lato.
-Allora? Sono tutta orecchi!-
Deeks sbuffò ed abbassò gli occhi: già quello che stava per dire era difficile per uno come lui, incrociare lo sguardo di rimprovero di Kensi non avrebbe fatto altro che aumentare la complessità dell'azione.
-Volevo...- cominciò a voce bassa, decidendo a discorso iniziato che il passato non era il tempo adatto per il suo discorso -... Voglio... Scusarmi... Ecco, l'ho detto...-
Sospirò di sollievo e sorrise, alzando lo sguardo ed aspettandosi di incontrare il sorriso luminoso e perfetto di Kensi.
Quel che vide fu però decisamente diverso.
Occhi freddi, labbra serrate, non una parvenza di emozione: Kensi sembrava una scultura dell'antica Grecia.
Una scultura di una dea, pensò con una punta di malizia Deeks, deglutendo a vuoto.
Continuarono a fissarsi negli occhi per un tempo indeterminato ma, mentre Kensi sembrava intenzionata a non muovere neanche un muscolo, Deeks si muoveva irrequieto sul suo cuscino.
Come uscire da quella situazione così pesante?
-Ecco... Kensi, di' qualcosa...-
Nessuna reazione.
-Sei ancora tra noi?-
Nulla di nulla, non un fremito, non un battito di ciglia.
Deeks cominciava seriamente a preoccuparsi.
-Ehm...- tentò -... Non eri tu a volermi parlare?-
Finalmente la donna reagì.
Abbassò lo sguardo, scosse il capo e fece per alzarsi.
-Sì, forse. Evidentemente però non ne vale la pena.-
Si levò in piedi e gli diede le spalle: Deeks si sentiva come se lo avesse appena colpito a più riprese con un piccone.
Alla testa, che aveva cominciato a girargli, alle orecchie, che fischiavano come impazzite, e al cuore.
Non sapeva cosa stesse accadendo esattamente nella sua mente da agente infantile e farfallone, ma si alzò in piedi di scatto anche lui.
-No! Ne valgo, cioè... Ne vale la pena!-
La donna non si voltò nemmeno.
-Credi che si possa sistemare tutto con un “Voglio scusarmi” e un'espressione da idiota?-
Deeks parve stupito.
-Tutto... Cosa?-
Kensi si voltò lentamente, l'amarezza scolpita in ogni tratto del volto.
-Lascia stare, Deeks.-
Il biondo avanzò e le posò una mano sulla spalla.
-Non lascerò perdere, Kensi. Almeno fino a quando dalle tue labbra non usciranno le parole “Ehi Marty-Strafigo-Deeks, ti ho perdonato”!-
Kensi inarcò un sopracciglio e lanciò una rapida occhiata alla mano del collega ancora posata sulla sua spalla.
-Potrei fratturarti tutte le falangi utilizzando solo la mano sinistra.- dichiarò con voce atona, ma Deeks recepì il messaggio.
Allontanò la mano da lei, ma non se ne andò.
Si era scusato, si era quasi umiliato... Cos'altro voleva da lui?
-Avrei voluto raccontarti tutto... La missione, le implicazioni eccetera...-
Un barlume di interesse si riaccese negli occhi di Kensi.
-Hetty però me lo ha proibito: mi ha detto che, rimanendo all'oscuro della situazione, saresti stata la mia migliore copertura...-
Kensi annuì: lo sapeva già, era stata la stessa Hetty a confessarglielo.
Una strategia impeccabile quella di sfruttare le sue emozioni per rendere più credibile la copertura di Deeks!
Si domandò se lui avesse accettato con nonchalance le parole di Hetty.
-Non ero affatto d'accordo...- proseguì, come se le avesse letto nel pensiero -... Tutti quanti erano a conoscenza della missione, e avrei voluto che la mia partner fosse la prima a saperlo... Purtroppo sai com'è andata...-
Stavolta il tono di Deeks sembrava sinceramente dispiaciuto.
Kensi non si sarebbe voluta far ingannare così facilmente, però... Però c'era qualcosa che la convinceva sempre più che il collega fosse sincero.
-Mi fa piacere saperlo.- si ritrovò a dire, abbassando il capo per celare un sorrisetto stentato.
Tornò a puntare lo sguardo sul volto del collega solo quando lo sentì sbuffare sommessamente, chiaro segno che voleva chiedere qualcosa di indiscreto o fuori luogo.
Deeks si morse il labbro inferiore, poi gettò ogni cautela alle ortiche e andò dritto al punto.
-Cosa intendevi con “esposta emotivamente”?-
Kensi non rispose e tornò a sedersi sul divano: Deeks la seguì subito, curioso e preoccupato in egual misura.
No, non preoccupato.
Spaventato.
Kensi avrebbe confermato quanto già sospettava, oppure... Oppure cosa?
-Lo sai, Deeks. Nessuno può essere tanto stupido da non averlo capito, neanche tu.-
Deeks spalancò gli occhi, incerto se ridere o prendersela per il velato insulto.
-Grazie... Credo...-
Il silenzio ricadde tra loro, pesante ed imbarazzante, carico di aspettative e timori.
Kensi spiava ogni espressione di Deeks, intento a rimuginare fissandosi le scarpe.
Il biondo sollevò poi lo sguardo si scatto, accorgendosi di come la partner stesse scrutandolo.
-Quindi?-
La donna si trattenne dallo sbuffare spazientita.
-Quindi cosa?-
Deeks, meno abilmente, non riuscì a trattenere un ghignetto.
-Quindi non siamo più solo partner?-
A quelle parole, Kensi perse il lume della ragione.
O forse, a modo suo, lo fece risplendere più che mai.
Si avvicinò lesta a Deeks ma, prima che potesse fare alcunché, il collega anticipò le sue mosse.
Le afferrò il volto tra le mani e la baciò di slancio, notando con piacere e soddisfazione che quel suo gesto era stato gradito e ricambiato.
Kensi non si curò della barba del collega che le solleticava il volto: c'erano solo le loro labbra unite in un bacio via via sempre più passionale e la sensazione che, se non si fossero fermati, la cosa sarebbe potuta degenerare.
Le mani di Deeks che, dal suo volto, erano scese ad accarezzarle il collo e proseguivano la loro discesa inarrestabile, spazzarono via quell'ultimo, scomodo pensiero.
I due si ritrovarono distesi sul divano, stretti in un abbraccio all'apparenza indissolubile, le bocche che sembravano non essere in grado di saziarsi dell'altro.
Sul tavolino poco distante, i resti dei loro caffè si raffreddarono pian piano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-E... Direi che adesso puoi spegnere le telecamere, Eric!-
L'occhialuto operatore tecnico si voltò con espressione divertita verso Callen.
-Avanti, proprio adesso che...-
Le espressioni di Sam e dello stesso Callen lo dissuasero dal proseguire: con un sommesso “Va bene, spengo...” Eric disattivò le telecamere in questione, oscurando gli schermi davanti ai loro occhi.
Nell sospirò e sorrise.
-Lo sapevo che sarebbe finita così!-
Callen ridacchiò compiaciuto.
-Anch'io. Quindi, Sam?-
Il massiccio agente mise su un'espressione ostinata ma, di fronte all'insistenza del collega, non poté che consegnargli una banconota da dieci dollari.
-Tutta fortuna, amico! All'inizio si era messa male per Deeks!-
-Hai ragione, ma ai fini della scommessa conta la conclusione!-
Nell scosse il capo, esasperata, e si avvicinò a Eric.
-Hetty verrà a saperlo, vero?-
Eric sorrise e si aggiustò gli occhiali sul naso.
-Conoscendola, Hetty saprà già tutto! E stavolta...- aggiunse con un sorriso più ampio -... Credo che non dirà nulla!-
Da dietro la porta del laboratorio di Eric e Nell, la minuta Henrietta Lange non poté che assentire con un silenzioso cenno del capo.
Adesso aveva bisogno solo di un buon tè e di qualche buona battuta da rivolgere a Deeks e Kensi non appena le si fossero presentati davanti!

   
 
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