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Autore: Pikachu97    23/05/2012    6 recensioni
Solita sera, soliti casi, soliti battibecchi.. forse più accentuati del solito ;)
Beh il titolo dice tutto. E questo gli aiuterà in un certo qual modo anche divertente a dichiararsi. Non vi dico altro se non buona lettura!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Obbligo o verità?





Al 12th distretto scese la notte.

Non era tarda sera, ma i bambini e gli anziani si erano già coricati mentre i giovani e gli adulti si abbandonarono alla vita notturna. Tutti tranne due: la detective Kate Beckett e il suo partner, scrittore, migliore amico, e sarebbe ora di dire anche fidanzato, Richard Castle. Il caso della settimana aveva tenuto tutti molto occupati e i restanti membri del team avevano chiesto alla detective se poteva sbrigarle lei le scartoffie. Erano giorni che non vedevano le loro compagne e ne sentivano la mancanza e la detective comprese molto bene il loro bisogno di avere la persona che si ama al proprio fianco. L’unico che era rimasto a farle compagnia era Castle e il suo telefonino, oramai più simile a una sala giochi per quest’ultimo.. Il distretto era stranamente deserto e l’unica cosa che si sentiva era la penna che solcava il foglio e le dita pigiate, a volte con insistenza, sul palmare.

Erano le nove e mezza circa quando il gameboy di Castle ritornò alla sua normale funzione di telefonino “Pronto?” chiese lo scrittore scocciato perché aveva dovuto interrompere il suo giochino. Cambiò subito il tono quando sentì che era Alexis e alla detective scappò un sorriso “Ciao tesoro!” “Ciao papà.. ma lo sai che ore sono?”“Si lo sono che ore sono..” “Ehm allora pensi di tornare a casa o hai messo le radici?” “No non penso.. perchè? Nonna ha dato fuoco alla casa? O si è trasferita definitivamente ed essendo tu da sola volevi sentirmi?” Beckett sorrise. Non voleva veramente che sua madre se ne andasse, era l’unico punto di riferimento che aveva.“Mi spiace per TE papà, ma nessuna delle due.. perché non torni?” ”Rimango a far compagnia alla detective!” Solo dopo si rese conto di cosa aveva detto “Il distretto è vuoto e lei rimarrebbe qui sola soletta.. almeno il mio telefonino emette qualche suono quando gioco. Può farle compagnia non credi?” disse lui per rimediare. Intanto Beckett aveva assunto una colorazione simile alla porpora. “Si certo come no.. mettimi in vivavoce per favore” “Perché?” “Fallo e basta!” ordinò Alexis e lui eseguì.“Ciao Beckett come stai” “Bene grazie” “Mi spiace che tu debba sopportare mio padre. Ti chiedo solo una cosa..” Beckett non capiva a cosa stava puntando“Riportamelo a casa per domattina!” E chiuse la telefonata lasciando un divertito e imbarazzato sorriso sui loro volti.

Dopo la telefonata, forse perché ancora un po’ imbarazzati, non parlarono molto. BIP-BIP-BIP “Nooooooo!” urlò Castle. Beckett era allarmata “Cos’è successo??” “Non ho più batteria!” disse lui piagnucolando.. Lei alzò gli occhi al cielo “E io che mi preoccupavo..” “Ecco.. e ora cosa farò?” “Potresti andare a casa.. tanto ho quasi finito” di quello che aveva detto non ne era per nulla convinta e a smentirla fu proprio il rapporto dove c’erano a malapena 5 righe. Lui guardò il foglio con lo sguardo da –Mi stai prendendo in giro?- “No vabbè rimango qui..” un sorriso scappò alla detective che venne subito ricambiato.
Qualche minuto dopo, dopo che Castle aveva fissato il vuoti in cerca di qualcosa per passare il tempo, gli venne in mente un giochino che faceva quando era ragazzo, e che sapeva che con Lei si sarebbe divertito tanto.. “Beckett?” chiese con aria da qualcun che aveva combinato una marachella “Sì?” rispose lei non staccando gli occhi dal foglio “Facciamo un gioco..” “Castle non ho voglia e poi devo compilare..” “Non è un gioco -fisico- bisogna solo rispondere..” disse il cucciolo bastonato “E va bene..” “Allora.. Obbligo o Verità?” Beckett sgranò gli occhi “Eddai hai detto che giocavi..” Eh già lei non poteva tirarsi indietro e poi aveva voglia di divertirsi così si rilassò e rispose “Mmmm.. Verità!” Lo scrittore rimase stupito parecchie volte in quei pochissimi secondi: il fatto che non gliene avesse dette per il gioco che aveva scelto, che aveva risposto sicura, e che sembrava anche divertita. Non si lasciò sfuggire l’occasione “C’è qualcuno che ti piace?” chiese lui convinto di averla messa al muro “Sì” disse lei annuendo e sorridendo “Ebbene?” “Tu mi hai chiesto se c’è qualcuno e io ti ho detto di sì.. non mi hai chiesto il nome” rispose lei -Fregato- pensò. “Tocca a me: obbligo o verità?” “Obbligo” Aveva risposto obbligo si sarebbe potuta divertire molto con quella semplice parola, ma bisogna fare le cose con calma e gradualmente, per assaporare meglio ogni istante “Finirai tu di scrivere il mio rapporto!” disse lei facendogli la linguaccia. “Bleh.. e va bene..” sbuffò lui. Avevano iniziato a giocare da neanche due minuti e stava già vincendo lei “Obbligo o verità?” “Verità!” ripeté lei. -Perchè non dice obbligo????- pensò frustrato lui “Mmmm.. Che cosa pensi di me? E descrivi” disse lui per non ripetere gli stessi errori di prima. Un po’ indecisa su cosa dire rispose “Tante cose Castle.. Tante: sei un eterno bambino, fastidioso, tracotante e scocciatore, non fai lavorare come dovrebbero le persone, e sei tremendamente disubbidiente..” vide la sua espressione rabbuiarsi, ma era li che lei voleva arrivare “..ma sei anche molto dolce e apprensivo, ti preoccupi sempre di come stanno gli altri e questo è un bene o un male a seconda dei punti di vista. Non pensi alle conseguenze delle tue azioni anche se sono a fin di bene, ma poi sai sempre come rimediare..” disse prendendo la caraffa di caffè “sei impulsivo, premuroso e ma-li-zio-so” finì sottolineando l’ultima parola. Lui era letteralmente andato con la testa.. era partito per chi sa qualche galassia alla ricerca della ragione che aveva perso quando sentì quelle parole pronunciate da Lei. La voce di lei lo riportò alla realtà “Emh.. ci sei?” “Uh.. sisi.. tocca a te..” “Obbligo o verità?” “Verità” “Perché mi segui nei miei casi?” chiese lei sicura e divertita nell’averlo messo in difficoltà “Beh perché devo raccogliere materiale per i miei libri” “Hai detto verità” lo guardò storto “Perché mi piace lavorare sul campo e non solo con la fantasia, perché mi piace viverle le cose e non solo immaginandole, mi piace far impazzire la Gates, mi piace lavorare con Ryan, con Espo e con Lanie. Sono miei amici, partner e mi piace tanto lavorare con Te..” disse tutto d’un fiato per evitare di perdere le parole che con molta fatica, nonostante fosse uno scrittore di Best-seller, aveva trovato per risponderle. Lei si era fatta rossa, e anche tanto. Non sapeva se avesse fatti bene a chiederlo e lui notò questo suo cambiamento, quindi tagliò corto “Tocca a te” “Lo so.. Obbligo o verità? Mi sono stancata a forza di dirlo..” disse scherzando “Obbligo” “Fai un po’ e un po’ eh?” “Tu dici sempre verità! Mi annoio a star seduto qui..” “A quindi non vuoi stare seduto eh? Bene.. fai 3 giri intorno al palazzo.. io ti guarderò dalla finestra!” “M-ma..” “Eh no.. il gioco ha le sue regole e tu devi UBBIDIRE.. cosa che non fai mai, ma ora vai!”.

Intanto si erano fatte le 10 passate. Fece i suoi 3 giri e tornò su sudato e stanco, faticando a parlare “Pant- ho fatto.. i 3.. giri.. ora tocca.. a.. me!” Tornarono a sedersi lei ridendo ancora, e lui sorseggiando un bicchiere d’acqua portatogli dalla partner. “Obbligo.. o” “Si va bene lo sappiamo.. Verità” “Che noia che sei!! Non dici mai Obbligo! Non è così difficile.. dillo insieme a me Ob-bli-go.” “Verità” rispose lei “E va bene..” “Stress” mugugnò lui “Ti piace lavorare con me? Perché?” si stava rifacendo della domanda precedente “Si mi piace. Mi diverto a sentire strambe teorie sulla CIA e sugli alieni, mi piacciono i tuoi imprevisti e le tue folli idee, come la macchina del caffè o comprare la Old Haunt, mi piace sentire battute e non dover costantemente pensare ai morti, mi piace come giochi con gli altri due bambini. Mi piace come tu possa essere un bambino rompiscatole e allo stesso tempo un padre meraviglioso.” I loro occhi si erano incatenati, bloccati, fissati, e non avevano intenzione di muoversi, a differenza delle labbra che desideravano incontrarsi “Obbligo o Verità” chiesi lui, nonostante non fosse il suo turno, avvicinandosi pericolosamente al suo viso. “Obbligo” disse lei “Baciami!” disse lui avvicinandosi lentamente alle sue.

Se prima il bacio fu casto, delicato questi emozioni erano state mandate via dal desiderio e dalla passione troppo a lungo repressi ed esplosi in un unico momento. Quando si staccarono si accorsero di essere in piedi lei schiacciata tra il corpo di lui e l’ufficio del capitano. Si misero fronte su fronte ridendo felici, e mano per mano si diressero alla porta. “Ricorda cosa hai promesso a mia figlia..” disse lui pigiando il bottone “Devi riportarmi a casa per domattina” e le porte si chiusero non prima di nascondere un bacio tra la detective e lo scrittore.



Angolo di Supertita97
Wela! Ok questa One-shot mi è veuta fuori quando il mio fratellino mi ha raccontato della sua gitarella e che hanno giocato a sto gioco.. sembrava di rivedersi xD comunque mi era venuto in mente Castle e subito dopo ho pensato a cosa sarebbe successo se avessero giocato.. et voilà! Ecco cosa ne è venuta fuori.. OK ammetto che il finale non è stato il massimo ma lascio spazio alla vostra fantasia ;) non uccidetemi >_<

Mmm ho notato che ci sono pochissime Stanathan.. beh aspettatevi che prima o poi ne pubblichi una che sto scrivendo..
Spero che vi sia piaciuta e una recensione è sempre gradita :D
Ringrazio chi ha letto e chi continua a leggere la mia longfic Castle (Babbo) Natale 

Alla prossima! 
Supertita
  
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