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Autore: amelie_K    25/05/2012    4 recensioni
He looked just like you'd want him to| Some kind of slick chrome American prince| A blue jean serenade, and moon river, what you do to me.. *[A DustLand Fairytale - The Killers]
Okay...che dire, che dire, che dire.
Ah, sì. È la mia prima storia a capitoli. Non ho mai scritto niente di simile, c'è qualcosa che mi convince, qualcosa che proprio no (i titoli, i titoli ho ADORATO inventarli!). Mettiamola così, è un esperimento, va...
La storia è ambientata ad inizio terza stagione, e tranne sporadici episodi e riferimenti, non ha quasi nulla a che vedere con la serie. Gli autori avevano detto di voler creare il rapporto tra Dan e Blair già in questa serie - poi gli hanno preferito il triangolo Olivia-Dan-Vanessa ovviamente -.-
La mia storia parla di cosa sarebbe potuto succedere e -molto, ma molto fantasiosamente- come sarebbe andata a finire.
Vi avviso: pretenziosa, è pretenziosa, perché ci ho ficcato dentro tutti i riferimenti letterari possibili che mi venivano in mente. Ma del resto, Dan e Blair lo sono.
Oh, e ho trattato bene tutti i personaggi. ♥
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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01

1. A Midsummernight's Nightmare.[1]

Dire non dire, dissimulare dicendo, spostare
il segno, il confine – per evitare (che cosa?);
dev'essere infatti per ragioni pratiche non esiste,
da qualche parte, una realtà prestabilita.

[Dire non dire – T. S. Eliot]



Il pub vicino al dormitorio della NYU è un ambiente festoso, e ha prezzi modici. A Dan non dispiace passare le sue serate libere lì, con i suoi nuovi amici universitari.

Per lo meno è un ambiente diverso da quello che ha frequentato fin dai tempi del liceo, meno brillante e più rumoroso, senz'altro...ma lontano dalle logiche dell'UES si poteva respirare con più tranquillità, senza contare – e questa era una delle cose per cui più si sentiva grato a quel posto – che lì non vi avrebbe mai incontrato elementi come Bla...Oh mio Dio...

Blair Waldorf è lì – dall'altra parte della sala, da sola – intenta a litigare con il barista:
–...un vero Cosmopolitan è fatto con gin, non vodka...si tratta – cerca ispirazione in un gesto armonioso delle mani  di tradizioni! Il rispetto delle convenzioni, come di qualsiasi gerarchia sociale è assolutamente indispensabile per...
– Waldorf, cosa stai blaterando? – Dan si rivolge poi al barista – Per me un gin tonic, grazie...
Il barista coglie la palla al balzo per allontanarsi alla svelta, andando a sussurrare ad un cameriere più giovane – Lo vedi quel tavolo? È tuo! Quella è un'isterica...

Dan si siede, fingendo di non aver notato l'espressione infastidita di Blair, che non smette di guardarlo accigliata nemmeno mentre afferra tra le mani il bicchiere e inizia a bere a ritmo sostenuto.
– Cosa vuoi, Humphrey?
– Sono sinceramente curioso, a dire il vero: cosa ci fai qui, senza le tue tirapiedi intorno?
– Non riuscivo a dormire...
– Andiamo Blair, ti conosco! Non saresti in un posto simile nemmeno se fosse l'unico bunker nel raggio di chilometri durante un bombardamento nucleare...cosa stai arch...
– Prima di tutto – lo interrompe lei – spero che tu non vada in giro vantandoti di conoscermi perché noi non ci conosciamo. Siamo solo due estranei costretti a rivolgersi la parola per colpa dei pessimi gusti in fatto di uomini della mia migliore amica, e nella sfortunata circostanza che è stata studiare nello stesso liceo...ma ora che hai finalmente dimostrato che l'acqua trova sempre il suo livello, frequentando gente come Georgina Sparks, e le superiori sono terminate...possiamo lasciarci queste disfunzioni dell'universo alle spalle. 
In effetti, Humphrey, ti suggerisco di riprenderti la tua giacca, alzarti da quella sedia immediatamente e tornare al tuo gruppo di amici decerebrati che si interrogheranno sulla tua assenza tra un discorso sui giochi di ruolo on line e uno sull'importanza della rotazione triennale nella vita campestre. Non preoccuparti, indicherò io al cameriere il tavolo dove recapitare il tuo drink.

Detto questo riprende a tirar su con la cannuccia.
Il ragazzo è ancora del suo parere, ma ne conviene sia meglio lasciar perdere – Passa una buona serata!
Lei gli concede un sorriso di circostanza.

Nel frattempo il nuovo cameriere le si avvicina, con un pessimo gin tonic sul vassoio. La moretta non gli rivolge la parola, ma indica un tavolo dall'altra parte della sala. Il giovanotto capisce al volo che è lì che deve portare l'ordinazione, tuttavia indugia davanti all'esile figura impegnata a tracannare il suo drink. Non gli sembra poi un'isterica, magari un po' sola...e un po' incazzata con il mondo. Bella è bella, e c'è qualcosa di distante e avvolgente nel suo modo di muoversi, e di guardarsi intorno.
– Una fanciulla delicata come lei non dovrebbe buttare giù tutto quel gin così. Se la colpa è di quel ragazzo – chiarisce, accennando con il capo in direzione di Dan – non si dia pena, chiunque sia è chiaro che è un coglione...

Blair lo fissa attonita, inorridita da tanta invadenza e mancanza di intuito. Quello, ingenuo, non coglie il segnale e continua – Posso invitarla da qualche parte dopo?

La fanciulla delicata maledice il momento in cui ha messo piede in quel postaccio (poco dopo – a onor di cronaca – il giovane lavoratore nutrirà simili emozioni verso quello in cui non ha ascoltato le parole del suo più esperto collega...) e replica – Oh. È come se nella mia testa fosse partita l'intera discografia dei Cure...tutte le canzoni contemporaneamente, e suonate da un milione di campane stonate! Invece di fissarmi come fossi un doppio cheesburger con cipolla o qualsiasi cosa uno del tuo calibro possa trovare vagamente attraente, sii così gentile da farmi avere l'unica cosa che voglio da te: quello che ti ho ordinato!

Dan dalla sua postazione può godersi la scena: non capta l'audio, ma nell'espressione confusa e umiliata del ragazzo riconosce la firma dell'ape regina della Costance. Qualcosa che si potrà raccontare ai propri nipoti, un giorno. 
Capisce che Blair sta dando il meglio di sé stasera. E per il meglio intende il peggio. Non riesce a trattenere un sogghigno. 
 Molto gentile. – dice al giovanotto che ora gli sta allungando la consumazione – Perdonala, ha avuto una giornata difficile... – sospira – Lascia perdere, in realtà per lei è...sempre così.
Gli allunga dieci dollari, aggiungendo – Questi sono per i suoi modi...e per evitare che qualcuno la butti fuori entro la fine della serata, forse?

– Non sono sicuro che basteranno  sentenzia quello.

***

Alle due di notte Dan Humphrey e Blair Waldorf hanno bevuto rispettivamente: tre gin tonic, una birra e un mohito- e due cosmopolitan, una tequila sunrise, tre tequila boom boom e un numero imprecisabile di cicchetti di sale, tequila e limone. E si sono persi totalmente di vista, dimenticandosi del loro fugace, infelice incontro.

***

A Dan riaffiora il ricordo della presenza dell'ex compagna di liceo solo nel momento in cui diventa impossibile ignorarla: in piedi sul bancone centrale, una principessa ben vestita e visibilmente ubriaca, è intenta a dimenarsi in maniera che ha ben poco di regale.

Quella principessa altri non è che l'irreprensibile snob sua nemesi, la stronza dagli occhi da cerbiatto, distillato di vendette, punizioni e complotti, B. la Regina.

In condizioni normali, Dan capirebbe subito che quella è la sua unica occasione di battere la signora indiscussa dei ricatti con le sue stesse armi, semplicemente registrando un video. 
Fortunatamente per lei, è abbastanza ubriaco anche lui da limitarsi a ridere. Una volta deciso di aver visto abbastanza – ancora dieci secondi, poi prometto di fare la cosa giusta si avvicina alla ragazza.

– Entusiasmante, adesso vieni giù però...vent'anni di frustrazioni represse sono troppe da sfogare tutte in una notte  le dice porgendole la mano.
–Humphrey tuuu...sei proprio noioso! – annuisce lei afferrandola e saltando giù pesantementente – Urgh, queste mani hanno toccato il Dio-sa-cosa di Georgina, credo che..
– Io e Georgina ci siamo lasciati...
 E sono felice che almeno tu abbia qualcosa da festeggiare stasera, ma risparmiami la tua triste storia, e perdonami se, ora che sei sorprendentemente single, spero vivamente che non dovrò ancora vederti scodinzolare da Serena, ne ho abbastanza della tua presenza... ovunque.

È un attimo: 
–Tu... sei gelosa! Tu la vorresti una storia d'amore come quella che abbiamo avuto io e Serena!
– E quale ruolo dovrei voler ricoprire? Quello del cuore puro dei quartieri bassi che baratta continuamente la sua dignità per qualche moina ben giocata, o quello dell'intoccabile bionda dei quartieri alti, perennemente in cerca di qualcuno dall'armatura scintillante che la salvi? No grazie, ma Billy Joel non è mai stato tra le mie preferenze musicali...

– Oh no, perdonami. Dimenticavo chi avevo di fronte. Tu e Psycho, dopo il matrimonio, passerete la vita a giocare ad Eyes Wide Shut? Perché vorrei proprio saperlo, cosa si provi a vivere in un film di Kubrick...

Un attimo e, in men che non si dica, Blair è fuori di sé – lo prende per il bavero e lo scuote: 
– Tu, Lancillotto dei miei coglioni, allora dillo che la tua vera ragione di vita è rovinare la mia! Ho passato una notte in questo postaccio, ho speso la metà di quello che tuo padre guadagna in un mese per togliermi i pensieri di dosso, ho...ballato su un tavolo e flirtato con qualsiasi cosa respirasse, e in un momento, mi hai fatto ritornare al punto di partenza! Daniel Humphrey, io ti odio!
– Blair, non capisco qual è il punto...hai litigato con Chuck? Vi siete lasciati? Beh, se proprio vuoi saperlo è durata già tanto...insomma, lui è Chuck, sarà sempre Chuck. Cosa ci hai perso, in fondo?
– Noi...non ci siamo lasciati! E tu non hai il diritto di...senti. Sono veramente stanca di parlare. Sono stanca di averti davanti. E sono stanca di stare qui. Questi sono i miei veri problemi adesso, e li risolverò tutti semplicemente uscendo da quella porta. Stammi bene.

Blair raccoglie la sua pochette e barcolla fino all'uscita.

In un momento di lucidità, Dan si rende conto che sì, quella vipera non aveva fatto altro che sputare veleno su di lui e i suoi tentativi di farla sentire meno sola, ma lui senz'altro aveva forzato un po' troppo la mano. È questo il brutto di Blair – pensa – quando credi che abbia superato il limite e decidi di renderle pan per focaccia, sfodera quell'aria innocente e ferita, una fragilità inaspettata che ti fa sentire irrimediabilmente un idiota.

 Blair, aspetta un attimo!  la raggiunge il ragazzo. La brunetta non si volta, ma per lo meno arresta la sua camminata. – Sono ubriaco, ma riconosco di aver esagerato. Dammi almeno il modo di rimediare.

La ragazza riprende a muoversi, il ragazzo a seguirla.

– Blair! Andiamo, fermati! Stai...stai piangendo? Dannazione, la vuoi smettere di camminare?

Prima che possa rendersene conto, Dan sta correndo, e dopo aver accorciato la distanza, le afferra un braccio, facendola voltare con forza di fronte a sé. Deve aver calcolato male le distanze, o lei deve aver barcollato un po' nell'eseguire quella goffa giravolta, perché improvvisamente se la ritrova troppo vicina al suo viso. Entrambi fanno un impercettibile salto all'indietro, ipotizzando che se lo avessero fatto abbastanza in fretta, quel momento sarebbe stato troppo breve per essere accaduto realmente.

– Non sto piangendo. Ma anche se fosse così, tu non c'entri. Non c'è modo in cui tu possa cambiare il mio umore, nel bene o nel male, quindi considerati esonerato da qualsiasi responsabilità! Te lo devo ripetere ancora a lungo?
– No, io...ascolta, sistemiamo questa serata, d'accordo? Troviamo un altro posto e fatti offrire qualcosa...
– Io, te e una bottiglia di whisky...oh, adesso sì che prende una piega entusiasmante!

Ricomincia col sarcasmo adesso. 
Ma che cosa stava pensando? È chiaro che il fatto che si senta libera fare la gradassa con il mondo – per poi sentirsi offesa da qualsiasi osservazione sulle sue patetiche debolezze le venga fatta – non è altro che una conferma di quanto sia immatura, capricciosa e viziata. Altro che fragilità.

– Beh, qualsiasi cosa abbia detto mi dispiace. Riesci a tirar fuori sempre il peggio di me – sta per insinuare che lei tiri fuori il peggio da tutti, ma si trattiene – e volevo solo fare la cosa giusta. Pensavo che la compagnia di uno sfigato fosse sempre meglio che nessuna compagnia in certe serate, ma facciamo così: facciamo che questa giornata è finita ore e ore fa, tutto questo non è mai successo, e che tutto riprenderà domani mattina regolarmente.

Le porge la mano, confidando in un armistizio.
Lei indugia. Sembra quasi pensarci su. 
 Come ho già chiarito, non è che tu abbia giocato un ruolo nel mio malumore. E se tutto riprende domani mattina...c'è qualcos'altro che potrebbe non-succedere prima di allora? Ho bisogno di un altro drink e non voglio avere conti in sospeso con Brooklyn, nemmeno se sono io la creditrice.

Povero ragazzo solitario, appena chiuso il capitolo con Georgina ecco che si ritrova già ad essere il giocattolino usa e getta di Blair Waldorf.

Tira un sospiro.

***

La musica nel locale è abbastanza forte, questo potrebbe giocare a favore di Dan nel momento in cui la sua accompagnatrice inizierà a parlare del suo fidanzato, in quel caso lui semplicemente fingerà di ascoltarla annuendo ritmicamente con la testa, mentre lei sarà troppo concitata per accorgersi della sua recita.
Non ha molta voglia di bere, ma la ragazza fa un'ordinazione e lui è deciso a rimanere l'uomo della situazione, anche se la frase che ne esce non suona poi così virile: Prendo quello che ha preso lei.
Blair ride senza cattiveria, seguita dal ragazzo solitario. 
Non discutono di niente di importante: alcuni vecchi film, qualche libro, ogni tanto si sorprendono a scoprire che l'altro conosca qualcosa che solo loro pensavano di aver apprezzato, altre volte si rassicurano nel notare di avere opinioni divergenti e inconciliabili.
Dan si stupisce nel pensare che – per qualcuno che non la conosca abbastanza, sia chiaro – Blair potrebbe addirittura sembrare gradevole questa sera. 
I loro sguardi si incrociano una sola volta, ma li rifuggono con la fretta necessaria da poter catalogare anche quel momento tra quelli mai verificatisi durante una giornata conclusa ormai parecchie ore prima. 
 Non che ci voglia molto, ma sei davvero più divertente quando bevi! 
 E tu più stronzo...

Dal momento che, nonostante l'ora tarda, il locale sembra ancora pieno di talenti incompresi in attesa di latrare qualche vecchia canzone, si vedono costretti a spingersi sempre più vicini per poter sentire le parole dell'altro, ma sono troppo concitati per accorgersene almeno fino alla prima vera pausa del discorso. Che arriva quando Blair ha appena decretato T.S. Eliot come uno degli autori più sopravvalutati di tutti i tempi, e Dan non è sicuro di poter rivolgerle ancora la parola.

Nota che la ragazza non ha ancora nominato Chuck e, nonostante ne sia sollevato, una vocina dentro di lui ripete sai che devi chiederglielo, anche se probabilmente te ne pentirai. L'hai accompagnata per questo, vero?
– Okay. Ascolta bene perché non lo ripeterò una seconda volta, tanto meno in pubblico... ti devo delle scuse.
 
Dan Humphrey si scusa. Per la seconda volta nell'arco di un unico giorno. Lascia che inserisca questa data nella lista delle ricorrenze annuali di cui non me ne frega niente, d'ora in poi!
– So che avete avuto dei problemi, tu e Chuck, e che è stata Georgina a crearveli. Ho... ho rotto con lei perché non era la persona che credevo...
–Ammettilo e basta. Avevo ragione! Georgina era una stronza che voleva solo usarti per arrivare a me...proprio come ho ragione nel dirti che sei la persona con il peggiore intuito che io conosca...anni e anni passati a giudicare il mondo e continui ad avere la percezione sbagliata di tutto quello che ti sta intorno!
Dan fa una smorfia – Vorrei spendere un minuto riguardo al fatto che hai appena asserito di conoscermi, immagino che ora questo giorno avrà motivo di essere anche sul mio, di calendario...
 
...Se non fosse per quella piccola clausola che avevamo concordato, quella per cui tra poche ore io non avrò mai detto niente di simile...passa al punto successivo...
– La sola differenza tra il mio giudicare e il tuo etichettare, è che i tuoi criteri hanno un'etica opinabile!

Blair si chiede come siano passati dallo stare ai lati opposti di una sala, allo stare fianco a fianco sullo stesso divanetto a discutere di conoscenza e somiglianze.

 Si è fatto tardi, Humphrey! Vorrei dirti che è stato un piacere passare una serata in tua compagnia, ma nemmeno io riuscirei a rendere credibile una bugia così lampante. Devo andare, prima che la carrozza si trasformi in zucca, io perda la scarpetta e mi ritrovi intrappolata nella peggiore favola di tutti i tempi: quella in cui il principe azzurro vive in un loft e non ha una cabina armadio. 
Ci pensa su – Effettivamente potresti addirittura avere realmente un cavallo bianco...

– Ti accompagno, sono abbastanza sicuro che se ti succedesse qualcosa – e per qualcosa intendo anche solo un'unghia rotta – troveresti il modo di affibbiarmene totalmente la colpa.

Se Chuck scoprisse di quella serata ne sarebbe furioso. E del resto, come può essere sicura che Dan non avrebbe mai quella notte contro di lei? Fa sempre l'ingenuo ed il santerellino, ma di sicuro non è uno stupido. Forse si è sbilanciata un po' troppo nel farsi vedere in quello stato, eppure è stato lui ad insistere nello starle accanto...che poi, perché mai Daniel Humphrey avrebbe avuto interesse nel passare una serata con lei, se non stesse confabulando qualcosa?
L'effetto dell'alcool è passato di colpo, e si rende conto della verità: l'insider la sta usando per qualche motivo. Ora deve solo scoprirlo.
 Perché no?  sorride con aria di sfida.

Dolcezza, non c'è modo che tu possa battermi a questo gioco: questo gioco l'ho inventato io, povero illuso.

***

Lungo la strada del ritorno, Dan avverte che qualcosa è cambiato, ma è troppo impegnato a mantenersi dritto per accertarsi di cosa sia. Blair non la smette di parlare, ma non riesce a rimanere concentrato su cosa dica, sente solo che il suo tono è ritornato quello di sempre.

Grandioso, adesso anche lei regge l'alcool più di me.

La frustrazione di Blair aumenta nel momento in cui non riesce ad ottenere le risposte che vorrebbe. O meglio, non riesce ad ottenere alcun tipo di risposta, dato che il suo interlocutore ha assunto in tutto e per tutto sembianze e livello cerebrale di uno zombie.

È chiaro che stia fingendo...mi sto avvicinando a smascherarlo, quindi sta adottando la tattica del sono-troppo-ubriaco-per-parlare.

– Potresti prestarmi il cellulare? Devo assolutamente mandare un messaggio a Dorota.
Inizia a frugare ovunque, senza nemmeno alzare gli occhi per guardare la strada: nella mail, nell'archivio, nella galleria, tra i file della memoria interna e quelli della memoria esterna in cerca di un messaggio, una foto, un video o una registrazione audio...una prova qualsiasi in grado di incastrarlo. 
Dan sbuffa – Waldorf, siamo arrivati. Ne hai ancora per molto?
Qualsiasi cosa cerchi non è su quel cellulare. 
Ma non sembra intenzionata ad arrendersi Vuoi salire da me?

Il ragazzo la guarda incredulo. Ovvio che in questo momento voglia solo un'aspirina e un letto caldo – no, non un letto caldo...il suo letto caldo. Di certo non quello di Blair.Perché di colpo la ragazza ritiene che questa serata contraria a qualsiasi legge naturale di convivenza tra specie non sia durata abbastanza? 
Perché non riesce a mantenere la stessa idea per più di tre minuti? Come dirglielo, che voglio solo tornarmene nella mia stanza?

Quando finalmente realizza che non si tratta poi di un gran problema, dal momento che è probabile che la Waldorf l'abbia detto per pura formalità – l'avrà trovato scritto su qualche codice di buon'educazione di chissà quale galateo principesco d'altra epoca – e che stia sperando anche lei in un cortese declino dell'invito, si appresta a scegliere uno a caso tra i mille motivi plausibili e risposte sensate che gli saltano in mente per filarsela il prima possibile, ma ecco che la sua testa riprende nuovamente a girare, in balia dei troppi drink bevuti, e così, prima che se ne renda conto, l'unica cosa che si trova a dire è  Certo.

***

Dan, imbarazzato, siede su quello che fino al giorno prima era il letto di Georgina.
È quello il momento in cui si rende conto a pieno dell'assurdità della situazione – Credo...credo di non sentirmi bene – ammette – sarà meglio che vada...

Mentre questo è quello in cui Blair raggiunge il limite dell'esasperazione: 
– Tu non vai da nessuna parte! – si alza di scatto – Non finché non mi avrai spiegato il vero motivo per cui hai fatto tutto questo!
–Eh? Questo...cosa? Il vero motivo di cosa?

La ragazza ora osserva il volto di chi ha di fronte: è abbastanza pallido, con due occhiaie profonde, sembra che stia facendo uno sforzo sovrumano per non collassare e rimanere concentrato su di lei...è un'immagine disgustosa, questo di sicuro, ma non sembra fingere.
Il ragazzo a fatica riaccende un neurone, e inizia a collegare tra loro le ultime azioni: lei che accetta di essere accompagnata a casa, smanetta a lungo con il suo cellulare, gli chiede di salire e...fa quelle insinuazioni. Solo due possono essere i motivi che avrebbero spinto l'ape regina a comportarsi in quel modo: o sta mettendo in atto una vendetta personale – per chissà quale motivo – ai suoi danni, o crede che lo stia facendo lui.
In ogni caso vorrebbe solo dileguarsi, uscire dalla camera di quella paranoica psicopatica, prima che la situazione possa degenerare nell'esperienza peggiore della sua vita, tuttavia viene ostacolato da una primaria impellenza fisica – Blair, non so cosa tu abbia fatto o cosa pensi che io stia facendo, ma adesso ti pentirai di non avermi fatto andare via prima!

Sono le sue ultime parole, prima di chiudersi in bagno e piegarsi sulla tavoletta del cesso in maniera molto poco signorile.
Quando apre la porta, la ragazza è di fronte a lui con un asciugamano ed uno spazzolino in mano. Non dice niente.

Dan la guarda in faccia il tempo necessario di prenderli entrambi, e apre il rubinetto. Con lo spazzolino tra i denti bofonchia – Tu sei una pazza. Vedi complotti ovunque, come puoi vivere così?
Blair, lei non sa bene perché, ma in quel momento sta quasi piangendo. Nell'aprirgli la porta ancor prima che lui si avvicini all'uscita, dice solo – Sta albeggiando, devi andartene. 

*TBC

***
Angolo dell'autore (o così dicono):

Piccola, piccolissima nota introduttiva alla storia_
Questa storia si chiama A BlastLand Fairytale (Una favola della Terra delle Soffiate), per via della canzone dei Killers - A DustLand Fairytale. Perché sì, ditemi quello che volete ma per me se i the Killers guardassero Gossip Girl (the killers, non fatelo!), avrebbero tifato anche loro per Dan&Blair, e la prova sono i loro testi. Ecco, l'ho detto.
Il sottotitolo è Se una notte d'Inferno un Sognatore dal romanzo di Italo Calvino, ma semplicemente perché il modo in cui inizia tutto è in una notte al termine di una brutta giornata, e perché Dan -ammettiamolo- ci piace perché è un sognatore.
_Fine della nota introduttiva.

1. Incubo di una notte di mezza estate - titolo estrapolato da A Midsummernight's dream, ossia Sogno di una notte di mezza estate, di William Shakespeare.

  
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