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Autore: 9Pepe4    26/05/2012    8 recensioni
[Jack Frusciante è uscito dal gruppo]
Adesso, però, se n’è andata e io mi ritrovo fregato. Il mio scudo è volato in America, cazzo, e non ho più neanche la mia corazza.
E vedi un po’ che mi succede…
Cioè, stamattina, appena tirato su dal letto, ero partito in quarta con l’idea di chiamare Martino. Appena sveglio e ancora mezzo addormentato – tipo palpebre cariche di sonno, ciabatte ai piedi e pigiama spiegazzato – ero dell’idea che, se avessi composto il suo numero di casa, m’avrebbe potuto rispondere proprio lui in persona.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dall’archivio magnetico del signor Alex D. Solo dieci giorni che Aidi se n’è andata e già mi sto facendo venire dei complessi di proporzioni assurde.
Non so, è come se fossi cento volte più vulnerabile, senza di lei, come se quando ci siamo conosciuti avessi smesso di tenermi addosso una corazza, perché ci pensava Aidi, in qualche modo, a farmi da scudo contro questo mondo di merda.
Adesso, però, se n’è andata e io mi ritrovo fregato. Il mio scudo è volato in America, cazzo, e non ho più neanche la mia corazza.
E vedi un po’ che mi succede…
Cioè, stamattina, appena tirato su dal letto, ero partito in quarta con l’idea di chiamare Martino. Appena sveglio e ancora mezzo addormentato – tipo palpebre cariche di sonno, ciabatte ai piedi e pigiama spiegazzato – ero dell’idea che, se avessi composto il suo numero di casa, m’avrebbe potuto rispondere proprio lui in persona.
Ho telefonato a casa sua solo un paio di volte in vita mia, e una di queste è stata l’unica volta che ho sentito sua madre.
Conversazione squallidissima, del genere: pronto?, Salve, sono Alessandro, cercavo Martino, Non è in casa, Ah, e a che ora torna?, Non l’ha lasciato detto, Oh okay grazie arrivederci.
Una di quelle conversazioni che ti scordi subito, capito, se non fosse stato per quel “Non l’ha lasciato detto” che continuava a rimbalzarmi nel cranio come una fottuta pallina da ping-pong.
Voglio dire, la madre di Martino aveva tutto questo tono leggero e disinvolto, così tanto leggero e disinvolto che si capiva subito che era forzato e sinceramente mi faceva un po’ impressione. La sua voce, capito, diceva Non-mi-preoccupo-è-normale-e-ho-un-ottimo-rapporto-con-mio-figlio. Diceva proprio tutto questo pacco di roba, sì, ma lo diceva per finta. Per salvare le cazzute apparenze.
Manco fossi stato un assistente sociale o che so io.
E poi, Non l’ha lasciato detto?, continuavo a chiedermi. Perché non non l’ha detto? A chi avrebbe dovuto lasciarlo detto?
Come se Martino e sua madre comunicassero attraverso un maggiordomo.
«Alfred» – come quello di Batman – «di’ a Martino che stasera deve scongelarsi la cena».
«Alfred, di’ a mia madre che tanto oggi me ne vado in un bar».
E tutto questo mentre sono tutti e tre – tutti e tre insieme, capito, Martino e sua madre compresi – nella stessa stanza.
Okay.
Questo in realtà non è mai successo e lo so bene. Voglio dire, Martino era ricco sfondato ma il maggiordomo non ce l’aveva, e poi è solo una mia idea. Io i suoi genitori non li ho mai conosciuti – però, capito, mi facevano questa impressione.
Persone che non si parlano, brrrrr, anche se sono nella stessa stanza.
Io facevo scene simili con i parens solo quando da piccolo mi arrabbiavo con loro. Finché la mutter non si stufava e diceva al Cancelliere se Alex continua così gli tolgo i suoi libri illustrati. E non era tanto la minaccia, ma più il fatto che non mi avesse in nota, che mi spaventava, e allora, è chiaro, capitolavo.
Mi ricordo che Martino, nella sua lettera, mi aveva scritto che voleva distruggere tutti i quadri comprati dai suoi.
Chissà se l’ha fatto e se si sono arrabbiati o
Non ci avevo mai pensato, ai genitori di Martino, ma adesso mi sembra chiaro che, prima di due robot che se ne fregassero altamente di quello che lui faceva, c’era qualcuno che lo teneva in braccio quando era piccolino. Così come l’ho visto nelle foto che teneva in camera sua.
Forse avrebbero tenuto duro meglio e più a lungo, se si fossero ricordati di continuare a fare come in quelle immagini dove Martino aveva uno due anni d’età.
Ora che ci penso, mi chiedo che fine abbiano fatto le foto, se le hanno buttate via o che so io, ma a dire il vero non mi importa tanto.
Mi viene in mente Valentina, che ha detto che adesso i genitori di Martino si odiano.
Ma probabilmente se l’è inventato. Cioè, non so come potrebbe saperlo, lei.
Alla fin fine, però, non mi importa nemmeno di questo.
Non è con i genitori di Martino che sono uscito quel paio di volte e loro non li ho mai incrociati a scuola. Se soltanto in quel periodo dove io e Aidi non ci sentivamo avessi detto a Martino dove lei abitava, lui mi ci avrebbe trascinato seduta stante, ma non credo che i suoi lo avrebbero fatto.
Mi chiedo cosa ne direbbe Aidi, di tutte queste seghe mentali che mi faccio. Forse non mi direbbe niente, mi guarderebbe e basta in quel modo che solo lei sa e mi abbraccerebbe stretto e io sentirei il suo respiro caldo vicino all’orecchio.
Adesso penso che andrò a prendere il telefono e farò il numero di Martino, ma poi butterò giù dopo il primo tuu.
Perché ora sono sveglio sveglissimo e so che non sarà sicuramente lui a rispondere.









Note:
Ed ecco che ritorno a sclerare sul libro di Brizzi. Sempre con Martino, ma stavolta dal punto di vista del vecchio Alex.
Solo un paio di cose:
Alfred, il maggiordomo di Batman. Perdonatemi, non mi sono trattenuta. AMO come quell’uomo è interpretato da Michael Caine in Batman Begins. Volevo aggiungere un accenno a tale attore, ma a voler essere pignoli, non credo che dieci giorni dopo la partenza di Aidi per l’America fosse già uscito Batman begins (è un film del 2005, mentre il libro di Brizzi è stato scritto nel 1994, mi pare). Perciò ho desistito.
Valentina, la ricordate?, è una delle poche compagne di Alex estranea alla confraternita delle Semprevergini. È uscita con Martino.
Au revoir =)
  
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