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Autore: ManuRock    27/05/2012    5 recensioni
"Quando la differenza tra sogno e realtà è sottile come il filo che ti tiene aggrappato alla vita."
Primo capitolo originale che scrivo ^^ spero vi piaccia.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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INCUBUS

INCUBUS

Quando la differenza tra sogno e realtà è sottile come il filo che ti tiene aggrappato alla vita. 

 

1.    1. Respiro sangue.

Camminava, dritto, lentamente. Davanti a lui si distendeva un percorso ROSSO, tutto il resto, beh, tutto il resto, è bianco. E’ curioso come fino a quel momento, per tutta la vita, aveva sentito descrivere il Nulla di colore nero. Ma ora, lui sapeva che il Nulla era bianco, lontano e vicino, e pensava, ora, che fosse la cosa più bella che avesse mai visto, ma presto, avrebbe cambiato idea.
Non c’era orizzonte. Il percorso ROSSO che ormai seguiva senza sapere né il perché né da quanto tempo non finiva a un’altezza media, ma continuava sempre sopra la sua visuale, anche se alzava gli occhi verso il cielo, o meglio, verso il Nulla più in alto. E allora che fare? Non gli era mai piaciuta annoiarsi, quindi, si va.

 

Mark, ormai sulla trentina, era un artista. O meglio, dipingeva. Secondo la sua filosofia, stava agli altri dire se la sua era arte o no. Nella maggior parte dei casi, dicevano di sì.  Fin da piccolo, era sempre stato un tipo introverso, leggeva molto, ascoltava musica, ma non aveva mai disegnato né dipinto. Aveva scoperto solo da dieci anni la sua abilità con i pennelli, per caso, in un momento di noia.

La Vasca ROSSA era dritta davanti a se, dietro alla porta semiaperta. Tentò di vedere all’interno, ma la porta si chiuse.
Si girò chiedendosi da quanto stesse camminando, ma non poteva vederlo, il ROSSO era infinito.

Riprese a camminare, pensando di aver dimenticato qualcosa, ma cosa? Gli facevano male le gambe. No, non le gambe, le ossa.
Camminò ancora, pensando a Cathe, la ragazza con cui ormai usciva da due mesi. L’amava? Boh, sapeva solo che lei era davvero innamorata.

Per quanto camminasse, non succedeva niente.
Cazzo, qui ci rimango secco dalla noia.
L’acqua ormai, gli era quasi alle ginocchia..
Ma quale acqua?!

Guardò verso la vasca da bagno, era piena di.. ROSSO. Dal rubinetto del lavandino, sgorgava l’acqua e si rovesciava per terra. Due occhi lo fissavano, ma lui non lo sapeva. Li sentiva, ma non lo sapeva.
L’orologio, ticchettava lentamente dalla parete. Il profumo salino gli penetrava le narici come una lama finissima, ma letale. La cucina era luminosa, al tramonto, ma luminosa.
Una gran bella cucina questa.. anche se vicino al bagno non è il massimo.. il bagno? Che era lì! O forse, ma non c’era un bagno..

La ragazza, davanti a lui, ROSSA, lo fissava, con i capelli neri, quasi come il falso Nulla di cui aveva sentito parlare per anni, davanti al suo viso bianco, anche se non lo vedeva, era bianco, sì.

Ora l’acqua non c’era più, c’era il ROSSO. Era caldo, ma non troppo, diciamo che sentiva la pelle come un vetro freddo fra due stanze con la stessa temperatura. Sentiva caldo dentro e fuori.

Aprì gli occhi. Era sudato, e stordito, dalla sveglia e il suo fottuto (come presto lo avrebbe definito) Beep-Beep.
Si alzò dal letto.

Gran bel sogno.. Niente tette abbronzate e collane di fiorellini, spiagge e mare. Solo una ragazzina e.. una piscina ROSSA? Massì, devo mettermi al lavoro, alle piscine ci penserò d’estate.

Andò in cucina, prese un caffè, se così si può definire acqua amara, e si avviò verso il bagno per una doccia, ma quando vide la vasca, decise di optare per qualcosa di più “caldo e rilassante”. Beh rilassante, sì, se non fosse per quel ROSSO.

La ragazzina ora, era davanti a lui, mentre si spogliava, la guardava. Si girò e entrò nella piscina. ROSSA. Lei ora era dentro con lui. Ora no. Ora sì. Ora.. Non c’era.

Bella compagnia che mi sono scelto..

Il ROSSO si muoveva in altro ROSSO, lo poteva vedere guardandosi sotto il naso, non più in là, lì c’era la sua nuova amica.

La ragazza, si avvicinava sempre di più a lui… Con i capelli davanti al volto bianco. Si intravedevano solo gli occhi, neri, con una punta di ROSSO luccicante d’odio.
Lui, ora, era sicuro di sapere, non si era ancora svegliato, certo, ma ora, era sicuro che non si sarebbe mai più svegliato.
Si sentiva soffocare, sentiva il caldo in bocca. Sapeva che il caldo era ROSSO e che il ROSSO era male.
La ragazza, che ormai era vicinissima davanti a lui, lo accarezzò sulla guancia.
“Presto, mi verrai a trovare.. E avrai modo di chiedermi scusa. Certo, è brutto quando le persone ti chiedono scusa solo quando non hanno scelta…”
Le puzzava l’alito, di benzina.
Da vicino, vide che aveva un grosso ematoma sul collo, e una sporgenza sul lato destro.. Poi, noto anche che la testa era piegata leggermente verso sinistra.
Il ROSSO nel collo era insopportabile.
La testa gli prese a vorticare, la vista si offuscò..

Mark, fu trovato alle 9.58 da Cathe, che era passata da lui per parlargli di come non era più sicura di amarlo. Steso, sul letto, con un’emorragia interna in gola. All’inizio, pensò si fosse suicidato. Dopo l’incidente non era più lo stesso. La notte si svegliava e neanche si ricordava il perché.. lei lo sapeva.. Era quella ragazzina che aveva travolto. Solo 14 anni, morta sul colpo.
Arrivata l’ambulanza, i medici stabilirono l’ora del decesso. Era morto soffocato nel suo sangue.

   
 
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