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Autore: Diomache    15/12/2006    20 recensioni
Lei. Dolce, solare, irascibile, maledettamente testarda. E poi c'è lui. Bellissimo, scapestrato, intrigante.
"Rose sente un piccolo nodo allo stomaco e per la prima volta percepisce un disagio con Sean, vorrebbe sentirsi ancora gli occhi di quel tipo addosso, le sue parole, i suoi sguardi, il suo sorriso.
Tom continua a fissarla. E per la prima volta, in vita sua, vorrebbe restare ancora a litigare con lei, a poter godere dei suoi occhi, del suo sorriso arrabbiato.
Rose abbassa gli occhi e si gira, continuando a camminare con Sean.
Tom infila il casco e mette in moto.
Era iniziato un giorno come tanti altri.
Ma né lui, né lei, ora, lo pensavano più."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oddio.. eccoci qua.

So che ho fatto molto ritardo, ma, vi ripeto, ci tenevo che questo capitolo fosse come dicevo io e per questo c’ho impiegato molto tempo. Volevo essere sicura di fare un buon lavoro. Non so se sia riuscito bene come ultimo capitolo ma volevo essere certa di avercela messa tutta, insomma ci ho provato.

Beh, ragazzi, davvero mi è difficile riuscire a trovare le parole con cui ringraziarvi tutti, dal primo all’ultimo, per le recensioni, o anche solo per aver letto PdM perché mi avete dato tanta fiducia in me stessa, la grinta per finire questa storia iniziata quasi per caso con un’ispirazione quasi passeggera e concretizzata davvero ‘par hasard’ come dicono in Francia. Se è andata avanti e se sono riuscita a scrivere 30 capitoli (più  o meno, in tutto, quasi 300 pagine di word..) beh, lo devo tutto interamente a voi.

Non so che dirvi se non un sincerissimo GRAZIE. Di tutto, davvero.

Ci terrei a ringraziare particolarmente: darkfrance, Koneko_chan, Etoil noir, Phoenix Lupin, Damynex,  Franca, Miyu90, Cerynise, Anya  che hanno recensito l’ultimo capitolo e alcuni di loro in particolare che  hanno iniziato a recensire e seguire questa storia davvero dagli inizi e non sanno quanto sono stati preziosi per me. Cito ad esempio Franca e Damynex, ma anche la carissima Miyu90 e tutte le ragazze che con affetto mi hanno seguito, grazie, di nuovo.

Colgo l’occasione per farvi tantissimi auguri di Buon Natale, io sto partendo per la settimana bianca ma mi piacerebbe se mi lasciaste un commentino, magari mi dite cosa ve ne è sembrato di quest’epilogo..

Un bacio e buona lettura a tutti,

Diomache.

 

 

Ps: il titolo è in latino, è una citazione, pardon non mi ricordo di chi, ma non è mia, anche se il suo significato è intuibile, per chi non conoscesse il latino la traduco, significa: dove tu sarai, lì sarò sempre anch’io.

Ciao!

 

 

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXX:   UBI TU ERIS, IBI QUOQUE SEMPER ERO

 

 

 

 

 

10 mesi  dopo…

 

 

 

Il taxi si arresta lentamente, davanti alla palazzina rosa illuminata da un fresco e spendente sole mattutino. Un sole timido ma decisamente caldo ed estivo rischiara con i suoi raggi benevoli tutta la volta azzurra del cielo, intensa e brillante come solo le prime giornate di giugno sanno essere.

Gli occhi neri della ragazza si posano, un istante, su quel cielo terso e senza l’ombra di  una nuvola.

Sorride. Che giornata stupenda.. pensa mentre si dirige verso l’entrata, traballando leggermente sui vertiginosi tacchi a spillo delle sue bellissime scarpe rosa confetto. Entra nel condominio e si lascia sfuggire un’esclamazione di stupore vedendo il bellissimo addobbo di fiori bianchi, di rose rosse, gigli. Ah, la signora Gladys si è fatta valere anche questa volta.

Resterebbe a guardare quella meraviglia floreale ancora per qualche istante ma l’improvviso ricordo della voce a dir poco allarmata di Emily al telefono, la convince a desistere e a sbrigarsi a salire le scale.

L’aveva chiamata circa mezz’ora fa, tutta trafelata, tutta all’allarmata, pregandola di venire subito che era tutto un putiferio, che non ci si capiva più niente. Insomma, che avevano bisogno di lei.

E della sua razionalità, aveva specificato Emily.

Con un sorriso divertito dipinto in viso, Hudson finisce di salire le scale, il più velocemente che può contando le scarpe alte e tutto il resto. Suona il campanello, sorridendo, mentre osserva un ultimo mazzo di gigli bianchi, appoggiato proprio di fronte alla porta di casa Sandecker.

L’uscio si spalanca all’improvviso, con uno scatto che fa quasi sobbalzare la ragazza.

“oh sia lodato il cielo!” grida la donna non appena la vede appare sulla soglia.

Hud scoppia quasi a ridere vedendo com’è conciata la povera Emily: ok che sono le otto del mattino, ma girovagare ancora con la maschera di bellezza le sembra davvero troppo!

“ma…” balbetta indicandole leggermente il viso.

“ah, lascia perdere, quella cretina di mia sorella mi sta mandando fuori di testa! Entra, presto!” la prende per un braccio e la trascina all’interno dove l’accoglie anche Formy che, con uno sguardo teso e concentrato, girovaga per casa alla ricerca dei gemelli da mettere sullo smoking.

“Hud!- esclama, quando la vede, con uno sguardo estasiato, come se avesse visto la Vergine.- finalmente sei arrivata! Presto, vai da lei che qui la situazione si sta mettendo male!”

La riccia alza le sopracciglia e si morde il labbro inferiore. “mio Dio, è così grave?”

Formy le regala uno sguardo esasperato. “non so che dirti, è completamente fuori di se”

La giovane si precipita verso la cameretta dell’amica. Mette mano alla maniglia e spalanca la porta della stanza, immaginando di trovarci una Rose tesa e in lacrime, con rimorsi, paure, ed esitazioni.

Già, ma non sarebbe stato da lei.

La visione che appare agli occhi scuri della giovane è ben diversa.

Altro che pianti e paure.

Se c’è un aggettivo calzante, in questo momento sarebbe  “Euforica”.

“Hud!” grida la ragazza, lanciandosi letteralmente tra le braccia dell’amica. La riccia accoglie quell’abbraccio con immenso stupore, senza poter evitare di fare qualche passo all’indietro. “Rose… va tutto bene?” chiede, distanziandola leggermente.

Gli occhi verdi dell’amica parlano per lei. Sono il riflesso stesso della felicità.  “io.. sì, credo..- risponde la ragazza, mordendosi leggermente le labbra.- ma non lo so, sono così felice che.. non ci sto capendo più niente!”

Hudson chiude gli occhi, sospirando leggermente. “Emily mi ha fatto venire un colpo.- le confessa, con un sorriso irrisorio.- pensavo di trovarti in lacrime.”

“se venivi un’ora prima mi trovavi con i guantoni da fitboxe.” Risponde lei, quasi casualmente.

L’amica inizialmente non fa caso alle sue parole, poi però afferra. “cosa??”

“sai, per scaricare la tensione.” Continua la giovane sposa, ancora in vestaglia e con i capelli legati in uno chignonne.

Hud resta ammutolita, semplicemente attonita. No, può sembrare uno scherzo ma non è così.

“hai davvero preso a pugni l’armadio come facevi per ogni esame all’università?” chiede, indecisa tra lo scoppiare a ridere e il mettersi a piangere.

Rose fa un piccolo scrollo di spalle. “per la laurea l’ho fatto per un’ora di seguito, ero così nervosa! Ti immagini come lo sono oggi? Hud! Sto per sposarmi!” conclude con un sorriso smagliante. “se non mi sfogo così, finisce che divento nervosa”

‘E irascibile’, conclude mentalmente la giovane mora, con un sospiro.

Niente, conosce Rose da una vita ma tanto riesce sempre a stupirla. Forse Emily non ha tutti i torti, quando dice che sua sorella ha qualcosa di un loro prozio matto da legare.

“sono così contenta che tu sia qui” continua la giovane dagli occhi verdi, con un sorriso genuino, prendendo gentilmente le mani della sua amica più cara. “devo confessarti che ho anche tanta paura..”

Gli occhi di Hud si addolciscono, notando quanto sia anche, infondo, fragile, la sua Rose. Così tenace e decisa all’esterno ma anche, irrimediabilmente vulnerabile.

“avanti su, non voglio vedere quella faccia appesa! La mia Rose è quella che prende a pugni l’armadio, non la ragazzina che ha paura, intesi?! Così ti voglio: forte e grintosa.”

Rose inarca un sopracciglio, poco convinta. “ma se poco prima sei impallidita quando ti ho detto dei guantoni..”

Cinque secondi di vergogna per Hud che arrossisce un po’. “ehi, ho detto grintosa non violenta!”

“la boxe non è sintomo di violenza!” ribatte lei, inarcando la fronte.

“beh ma se permetti mi aspettavo di trovarti incantevole e delicata nel tuo vestito da sposa.. “

“hi!- sospira la giovane, interrompendola.- è tardissimo è meglio che vada a cambiarmi prima che....”

“ROOOSEEEEE!” le urla di Emily fanno sobbalzare entrambe.

La donna spalanca la porta, agitatissima. “è arrivata la parrucchiera…. Ma, disgraziata, ancora così stai??????” urla, vedendo che la sposa è ancora in vestaglia.

Rose e Hud tirano un sospiro di sollievo, dopo lo spavento che hanno preso a causa di quell’irruzione. “questa mi ammazza prima..” sussurra Rose, guadagnandosi un sorriso da parte di Hud, sorriso che viene subito fulminato da Emily con un’occhiata piuttosto torva.

“volo!” esclama poi la giovane, ridendo, godendo intimamente nel vedere sua sorella così shockata da tutto quello che stava accadendo nella vita di tutti. Fa per uscire dalla stanza ma prima di varcarne la soglia si volta, verso l’amica. “ah, Hud.- sorride, sinceramente.- sei bellissima.” Conclude prima di sparire in bagno, sotto le urla isteriche di Emily che finalmente si è preparata e, come il resto della famiglia, aspetta impazientemente che la sposa si degni di fare la persona seria.

Rose persona seria?

Ok, almeno di provarci.

Hud ringrazia l’amica con un timido sorriso, diventando quasi contemporaneamente tutta rossa non appena si accorge dello sguardo indagatore di Emily, su di lei. “è vero.” Ribadisce la donna, ora più rilassata, dopo aver visto Rose riprendere le redini della sua  preparazione. “stai davvero benissimo”

In  effetti Hudson è davvero incantevole. Indossa un vestito rosa confetto dal taglio corto e delicato che le arriva quasi al ginocchio, è scollato un po’ a ‘V’e decorato da cuciture incastrate a piccole perline bianche che si richiamano al piccolo coprispalla fatto ‘ad uncinetto ‘, con la collana che è un paio di giri di perle bianche intorno al collo, con gli orecchini e con il braccialetto al polso, anch’essi di perle. Sono i recenti regali di Michael per il loro anniversario.

I capelli, ricci come sempre, sono però in parte appuntati con dei fermagli piccoli e a forma di perle che contribuiscono a donarle un effetto quasi antico, delicato e grazioso, come è sempre stata Hudson. “grazie.”risponde, timidamente.

In quel mentre si fa avanti anche Formy che, con un sguardo fin troppo teso ed agitato, sospira, guardando l’orologio. “tra meno di un’ora inizieranno ad arrivare i parenti..”  sussurra, sperando con tutto se stesso che Rose, per quell’ora fosse pronta.

Nella mente di tutti e tre balena un solo pensiero. Conoscendo Rose, ci vorrebbe un miracolo.

La nostra eroina si trova ora in bagno, ferma, diritta e ancora stretta nella sua vestaglia, intenta a contemplare il suo bellissimo vestito bianco, appeso alla stampella.

È illuminato dalla luce del sole estivo che filtra dalla finestra e sembra quasi splendere di luce propria.

Lentamente e accompagnando il gesto con un piccolo sospiro, lo sfiora lievemente.

I suoi occhi si riempiono impercettibilmente di lacrime.

Prima con Hudson, con Emily, con Formy e con chiunque altro ha fattola ragazza spavalda e sicura di sé. Si era lasciata andare con Hud ma era stato per un piccolo attimo. Come faceva a confessare a tutti quanto aveva paura??

Sospira e si siede lentamente sulla tazza del water, con le gambe incrociate e le braccia intorno alle spalle, proprio  come faceva quando era bambina.

Il suo sguardo si concentra di nuovo sul vestito. 

C’erano voluti mesi di lavoro extra e di spettacoli per poterselo permettere, ma, Cristo, ne valeva la pena.

È davvero stupendo. Così bello che una parte di lei lo indosserebbe subito. L’altra parte, però, la Rose fragile e insicura, ha paura, una paura matta al pensiero di metterlo addosso e di uscire da quella stanza.

Sono passati esattamente dieci mesi da quel giorno, al mare, quando Tom, con il suo solito sorriso da mascalzone, le aveva chiesto la cosa più bella, la cosa che ogni ragazza sogna di sentirsi dire dal proprio uomo. Le aveva chiesto di sposarlo. Quello era stato il giorno più bello della sua vita.

Dopo quel giorno aveva vissuto ogni attimo, ogni istante a contare i minuti che la separavano dal gran giorno,la giornata in cui lei sarebbe stata la donna più felice del mondo, sarebbe stata, finalmente, Rose .. Bishop.

E adesso che il giorno è arrivato, che fa, si fa prendere dalla paura??

Sospira, passandosi una mano sopra gli occhi.

Ripercorre, mentalmente, le fasi più belle e dolorose della storia con Tom, il loro incontro, i litigi, l’amore, le passeggiate. Il loro era stato sempre un amore odio, ora tendente all’estasi e alla felicità più assoluta, ora alla disperazione e all’odio più cieco. Non c’erano mai state mezze misure tra di loro, perché esattamente così erano loro due.

Come sarebbe stato il loro rapporto adesso, da moglie e marito? Come sarebbe stata la loro vita, condivisa totalmente sotto lo stesso tetto??

Al pensiero della loro casa un timido sorriso si dipinge sulle labbra delicate e sensuali della giovane. Ricorda benissimo quando Tom l’aveva portata a farle vedere una casa che aveva trovato per loro due. Erano entrati di soppiatto, quasi, senza fare rumore, mano nella mano. I suoi occhi verdi avevano scrutato le stanze che odoravano ancora di vernice e inondate dal sole che stava tramontando. Non era molto grande  ma loro due, trepidanti, l’avevano visitata lentamente, godendo del piacere di osservare ogni più piccolo dettaglio, dandosi tempo per stabilire se quella fosse realmente il posto in cui volevano passare il resto della loro vita. 

Alla fine l’avevano comprata e cambiata quasi totalmente.

Questa volta Rose non può fare a meno di scoppiare a ridere, ricordando, serenamente, le litigate per i mobili, per gli accessori, per la coperta del  letto matrimoniale, lei la voleva rosa antico, lui blu cobalto,  per i pavimenti e per ogni altra minima cosa. Litigare con Thomas era una delle cose che aveva sempre adorato fare. Amava confrontarsi con lui, lui che riusciva a tenerle testa e a controbatterla degnamente, lui che aveva imparato a destreggiarsi e a non farsi incantare dalla sua parlantina. Anche se, alla fine, Rose aveva quasi sempre ragione.

E naturalmente quel ‘quasi’ era ristretto ad una percentuale davvero minima.

Ripensa infine al giorno della sua laurea, meno di un mese fa, quando lui l’aveva portata con la sua bellissima moto nera in viaggio per tre giorni, nei dintorni di New York.

Tre giorni meravigliosi in cui altro non avevano fatto se non parlare del loro futuro, della vita che li attendeva adesso che Tom lavorava stabilmente presso l’ufficio del padre e lei, ballerina in carriera, aveva trovato una degna occupazione nel laboratorio  della ‘Biology lab’ di New York.

Sorride, lentamente. Come sono cambiati da quando si sono conosciuti.. quando si sono visti, per la prima volta, in quella biblioteca, lei non era niente di più di un’universitaria e lui niente di meno se non un furfante della peggior specie.

Era cresciuta con lui, lei lo aveva cambiato, è vero, e forse il cambiamento di Tom era quello più evidente, ma non il solo. Anche lei era cambiata, l’aveva cambiata lui, giorno per giorno, insegnandole a trasgredire le regole, qualche volta, a staccare il cervello, a dominare le proprie contraddizioni e ad essere la bellissima donna che era ora.

“ROOOOOSSSEEEE” due forti colpi sulla porta del bagno e l’apocalittico urlo che li segue fa sobbalzare la ragazza così tanto che per un attimo non rovina a terra a gambe all’aria.

“SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO STAI FACENDO??” l’inimitabile voce di Emily si diffonde di nuovo per la casa.

Rose lascia passare qualche secondo, il tempo per farle ritornare il cuore ad un battito accettabile, poi mente, egregiamente “ehm… sono quasi pronta!”

“SBRIGATI!” è l’ultimo imperativo categorico.

Gli occhi verdi della giovane si focalizzano di nuovo sull’abito bianco.

Basta paure. Lei ama Tom. Ha sognato questo giorno tutta la vita. È ora di decidersi a viverlo.

Con un sorriso determinato e una nuova luce che le brilla negli occhi, la ballerina prende il grande vestito bianco dalla stampella ed inizia ad indossarlo.

Non vorrebbe ammetterlo ma trema leggermente mentre infila una alla volta le gambe, poi quando se lo fa passare sulla vita e infine quando lo allaccia sulla schiena (in maniera assolutamente autonoma, tanto ormai c’ha fatto il callo con i vestiti di danza).

Non riesce subito a dare un’occhiata allo specchio. Piuttosto, apre lentamente la porta e chiama, con un tono abbastanza deciso, la parrucchiera.

 

 

“e il viaggio di nozze?”

La voce allegra di Michael, seduto sulla sedia, con il mento appoggiato allo schienale di quest’ultima interrompe lo stato un po’ contemplativo del suo migliore amico che, davanti allo specchio, si sistemava nervosamente la cravatta. 

Tom sospira leggermene, teso e felice, e risponde, riprendendo la sua personalissima lotta con la cravatta. “in Europa. In Italia.”

Michael sorride. “questo lo so . intendevo: tutto pronto?”

Il biondo sospira, leggermente, lasciandosi sfuggire un sorriso di trasognante felicità. “a quanto pare. sì.”

Intanto, fuori dal bagno dove i due sono confinati ormai da diversi minuti, casa Bishop è in completa fibrillazione. Innanzitutto è splendente come uno specchio, merito innanzitutto della Peruviana che, incredula di aver davvero visto il maggiore di Nick, sposarsi, ha dato sfogo a tutte le sue abilità di donna domestica, aiutata anche dall’immancabile Grams, ma soprattutto, proprio da Nick in persona.

Il vecchio Bishop ha fatto addobbare la casa rompendola di bellissimi fiori bianchi e colorati, contravvenendo alla sua austera visione del mondo familiare. Ora la villetta è praticamente sommersa dalla crema di New York, cioè i personaggi più influenti della politica e dell’economia americana che, in virtù del loro rapporto con Nick, sono stati calorosamente invitati.

Parlano animatamente con il padrone di casa perché lo sposo, poco incline a certe compagnie, dopo un brevissimo saluto, si è rifugiato in bagno proprio con il migliore amico, giunto, diciamo , per dargli man forte.

Tom finisce finalmente di lottare contro la cravatta, dandogli un ultimo nervoso strattone e lasciandola andare così com’è, prima di sussurrare un nervosissimo. “dannazione!”

Michael ride di gusto, godendo dal vedere il fantomatico Tom, oltre che in giacca e cravatta – e questo già sarebbe da urlare al miracolo.- così nervoso e teso. “sai che ancora non ti ci vedo?” esclama, genuinamente, constatando che ormai erano le nove e mezzo passate.

Il bel mascalzone newyorkese si volta verso di lui dando finalmente le spalle allo specchio, sorridendo. “sai? Nemmeno io.”

“ah, beh, questo è  incoraggiante.” Rilancia, sarcasticamente.

“naa, non capisci.- inizia, con l’aria un po’ sognante.- nemmeno io mi ci vedo a fare il maritino perfetto che rientra a casa dal lavoro e che lei accoglie con un bacio sulla guancia..”

Mik scoppia  a ridere solo all’idea.

Diamine ma stiamo parlando di Thomas Bishop!!! Ci rendiamo conto che solo un anno e mezzo fa si tremava sentendolo nominare?

Ok, forse, conoscendolo  (e conoscendo la futura consorte) si tremerebbe tutt’ora ma..

“io non ho paura.” Continua fiduciosamente Tom, incrociando le braccia. “vivere con Rose per me sarà la cosa più bella di tutta la mia vita. È ovvio, faremo una vita un po’ sregolata ma.. io la amo. E amerò anche vivere con lei.”

questa volta il sorriso sarcastico del riccio lasciò il posto ad un’espressione volta in parte alla meraviglia, in parte all’ammirazione. Un anno e mezzo fa, nemmeno se avessero giurato sul cuore della madre, avrebbe creduto ad un cambiamento simile.

Un improvviso rumore di vetri rotti fa sobbalzare entrambi. Tom aggrotta la fronte, sospirando.

“Diana è un mito, riesce sempre a combinarne di tutti i colori!” esclama Michael, divertito.

“magari fosse Diana.- interviene l’altro.- vuoi scommettere che è stato Harry a buttar giù qualcosa?”

il castano spalanca gli occhi, un po’ incredulo.

Giusto per curiosità i due infrangono la loro tranquilla chiacchierata nel bagno e si dirigono in sala dove, precisamente, trovano un Harry che, in una mise così elegante da stonare in un ragazzo ribelle come lui, si scusa impacciatamene con il padrone di casa per aver gentilmente urtato contro il vaso cinese.

E la peruviana che,  digrignando i denti, raccoglie i cocci.

Tom non può non farsi sfuggire una risata. Risata che non coinvolge Nick che, come un calcolatore automatico, sta già pensando a quanti soldi ha perso con quello scherzetto.

“vecchio pazzo!” esclama lo sposo, dando una sonora botta sulle spalle all’amico. “ma tutte tu me le vai a combinare, eh?” Dawson e il tedesco, più composti ma comunque sempre con un certo che di ribelle, di diverso, di mascalzone, ridono con lui, accompagnando il tutto con un sonoro applauso.

Applauso che viene ripreso anche dai capostipiti della finanza, felicemente interrotti dalle loro noiosissime conversazioni sulla borsa.

“cazzo s’è tardi!” esclama improvvisamente Dawson, interrompendo l’atmosfera allegra che si era creata. Tom e Michael si voltano istintivamente verso di lui, curiosi e il ragazzo spiega agitatissimo. “devo andare a prendere Rose. le ho promesso che l’avrei accompagnata io in chiesa.”

Il solo nominare la sposa mette tutti, improvvisamente, in fibrillazione.

Tutti iniziano ad agitarsi impercettibilmente, chi va a chiamare il fotografo, chi il ristorante per accettarsi che sia tutto ok, chi, semplicemente, come Nick, si lamenta perché è tardi e dovrebbero iniziare ad avviarsi.

Tutti, tranne Tom.

Che, con un sorriso abbastanza disteso e fiducioso di sé, osserva con il capo leggermente inclinato di lato la confusione e l’eccitazione della sua famiglia. Perfino Diana è fuori di sé.

Per una volta, se non altro, fa qualcosa che rende tutti felici.

I suoi occhi si posano quasi d’istinto, su una fotografia di sua madre, incorniciata da una bellissima cornice argentea. Sorride.

Sì, sua madre sarebbe stata orgogliosa di lui.

 

 

“Rose.. sei un incanto.”

Sono parole semplici ma perfettamente esaustive e pronunciate da una come Adrienne che è per principio poco incline ai complimenti, sono davvero significative. Chi potrebbe darle torto?

Tutti, nessuno escluso, in quel momento, pensano che la nostra Rose sia la più bella sposa che abbiano mai visto in vita loro.

I capelli sono lasciati parzialmente sciolti, lisci e di quella tonalità di castano così particolare che da sempre aveva fatto invidia a più di una sua amica, le ricadono leggermente sulle spalle lasciate nude dal vestito bianco che le dona quell’alone quasi di sacralità, di purezza.

Il vestito è formato da un corpetto liscio e decorato con piccole perle incastonate, leggermente stretto e poi ricade svasato e con un leggero strascico. È scollato in modo tale da lasciare le spalle della sposa scoperte ma dotato un leggero coprispalla di velo che lascia trasparire la delicata pelle abbronzata della giovane. La gonna è lucida e di raso come il resto dell’abito ma abilmente decorata in più punti da pizzi e ricami e perfino con piccole perle bianche, incastonate come nel corpetto.

E per finire, il velo della sposa, delicatamente appoggiato alla piccola rosa bianca intrecciata nei capelli, un velo abbastanza lungo ma in contemporanea delicato. Il tutto, oltre che un vario senso di splendore, da anche una soft idea di armonia e semplicità e quella disarmante sensazione che Rose, nella sua semplice bellezza, sarebbe stata d’incanto anche con qualsiasi altra cosa addosso.

Perché la cosa più bella non è il vestito, né l’acconciatura.

Ma, come al solito, il sorriso.

Quel sorriso bello e sincero che riassume la felicità, l’emozione della ragazza davanti alla scelta più importante della sua intera vita.

Niente sarebbe stato come prima, lo sapeva.

E non vedeva l’ora di viverla, questa novità.

I presenti, vedendola uscire dal bagno, prorompono in un piccolo applauso, applauso che fa emozionare leggermente la ragazza la quale si accarezza istintivamente la collana che porta al collo. Emily sorride a quel gesto.

Quella è la collana di sua madre. L’aveva indossata Emily per il suo matrimonio, e ora la sta indossando Rose, per il proprio. Gli occhi della donna si inumidiscono di pianto pensando che, nel giorno delle sue nozze, erano presenti sia suo padre che sua madre. E ora non ci sono più.

Rose guarda la sorella, un lungo istante, estraniandosi dalla confusione di parenti ed amici, giunti per vedere in anteprima la sposa.

Non si parlano ma i loro occhi tradiscono i loro pensieri.

Anche Rose in quell’istante stava pensando a sua madre. E anche i suoi occhi verdi si fanno lucidi.

Quanto avrebbe voluto che sua madre fosse stata lì. Che le avesse gonfiato il vestito, sistemato il velo, voleva lei, prima, in bagno, quando era stata presa da un attacco di paura, voleva poter affondare la testa sul suo petto e fasi accarezzare i capelli da lei.

Si morde leggermente il labbro inferiore, senza nemmeno sentire il commento di disapprovazione della parrucchiera che l’ammonisce di non rovinarsi il trucco.

Lei adora Emily. Ma non è sua madre. Certo, sua sorella si era presa cura di lei in maniera mirabile, soprattutto l’anno successivo alla loro morte quando la giovane, abbandonata dai genitori e tradita dal suo primo uomo, aveva più che mai bisogno di qualcuno accanto. Ma non aveva mai saputo colmare quel vuoto grandissimo, quel vuoto che oggi si sentiva in maniera amplificata.

E amava Formy. Lo amava come ogni ragazza può amare il ragazzo della sorella. Ancora ricorda che era stato proprio lui a calmare Emily quando quest’ultima era voluta partire per andare a Parigi, a caccia di Rose e Tom. Mille e mille volte Formy l’aveva difesa contro la sorella, alleandosi implicitamente con lei. Ha un buonissimo rapporto con lui, è una persona splendida. .

E ha scelto proprio lui per farsi accompagnare all’altare.

Ma non c’è niente da fare. Avrebbe vissuto sempre domandandosi come sarebbe stato se invece di Formy, all’altare, l’avesse portata suo padre. Anche se quello è il giorno più bello della sua vita, sa già che vivrà chiedendosi come sarebbe stato, con i suoi genitori al fianco. 

Tutti i suoi pensieri sono interrotti da Susy che, aggiustandole un po’ il vestito, esclama, irritata. “ma dove diavolo è finito mio fratello?? Non vede che sono quasi le dieci!”

Gli occhi verdi di Rose sono sull’orologio, ora. Cazzo, è vero. Ehm, volevo dire, accidenti è vero.

Scorda sempre che deve cercare di non dire parolacce.

Il prete che ha fatto loro il corso per fidanzati le bastonerebbe le mani.

Le parole di Susy non cadono nel vuoto. Rose, infatti, si sente avvampare da un piccolo stato di irrequietudine che non passa certo inosservata ad Hudson che le mette una mano sulla spalla, per tranquillizzarla. “dai, su, vedrai che arriverà presto..”

“lo spero.- continua Adrienne, giunta lì accanto a lei, stretta in un tailleur grigio molto elegante – quell’incapace è bravo nel fare tardi. Non è alle dieci e mezzo la Messa??”

“appunto, le dieci e mezzo.” Aggiunge Hud, conciliante. “sono appena le dieci. E la sposa deve farsi attendere, no?”

“amore, amore della zia, vieni qua…” zia Wendy, la parente di Formy, si precipita sulla povera malcapitata, abbracciandola con foga. “tesoro, amore, pasticcino! Ma quanto sei bella, eh? Brava, tesoro della zia…”

Susy sospira, chiudendo gli occhi.

Adrienne incrocia le braccia, arricciando il naso. 

Hud nega con il capo mentre spia lo sguardo teso di Rose.

“quanto resisterà ancora?”si chiede quest’ultima, con un sospiro, piuttosto ironico.

“conoscendola sta resistendo fin troppo.- risponde Adrienne,poi rivolgendosi a Susy.- se tuo fratello non si sbriga ad arrivare temo che esploderà!” conclude, ridendo quasi, mentre vedeva  la sposa soffocata dai continui complimenti dei parenti e dalle foto del fotografo.

“non sarà il caso iniziare ad avviarci??” la voce di Formy si levò un istante sulle altre. “la chiesa non è proprio vicina e ormai sono quasi le dieci e un quarto..”

Cala uno strano silenzio e tutti gli sguardi si posano istintivamente su Susy che si fa leggermente rossa e si stringe ancora di più nel suo vestito color oro, sbarazzino ed esagerato, perfettamente lo specchio della donna che lo indossa. “ehm..” balbetta, un po’ in imbarazzo quando lo squillo del campanello  salva in calcio d’angolo la mora.

“questo sarà Dawson!” esclama ottimisticamente Emily correndo subito ad aprire.

In effetti è proprio lui, Dawson, elegantissimo nel suo smoking nero, da perfetto testimone dello sposo. “ah sia lode al cielo!” la donna, sulla porta, esulta in maniera del tutto garbata ma la sua occhiataccia – rimasta solamente tra lei e Dawson.- è eloquente riguardo il suo vero stato emotivo.

Altri cinque minuti e altro che cordialità…

“ehm.. buongiorno!” esclama lui, con un sorriso spontaneo e genuino, entrando nella conosciuta a abitazione che, quel giorno, sembra splendere di luce propria. Mai come la sposa, però, pensa, subito non appena i suoi occhi incontrano l’esile figura di Rose.

“Rose..” sussurra, facendosi vicino.

la ragazza gli butta, allegramente le braccia al collo, provocando, inconsapevolmente, con la sua vicinanza, un piccolo scompenso cardiaco al giovane.

“sei meravigliosa..” sussurra lui, un po’ impacciato.

“e tu terribilmente in ritardo.” Sorride, lei, tuttavia, senza malizia nella voce. “wow, come sei in tiro, ma sei lo sposo o il testimone numero due?”

“ah, magari! Quella vecchia volpe di Tom, spero sappia quello che sta facendo! È l’uomo più fortunato del globo!”

“ sì, va beh, Dawson abbiamo capito!- sbuffa, falsamente annoiata, Susy.- possiamo andare adesso o devi ribadire per l’ennesima volta quanto tu sia innamorato di lei?”

Hud dà una piccola gomitata all’amica “brava.- le sussurra.- ti eleggeranno come miss sensibilità!”

La mora rotea gli occhi. “è diventato patetico.”

“allora, ragazzi andiamo!” è Formy, di nuovo, a trascinare la collettività fuori dall’abitazione.

“zia zia!” Novaly galoppa sorridente verso la zia vestita di bianco, tirandole leggermente il vestito, per avere accesso alle sue braccia.

Rose si abbassa e la prende in braccio volentieri, stampandole un bacio tra i capelli. “zio Tom?” domanda genuinamente la bambina.

Rose sorride e i suoi occhi luccicano, quasi. “tra poco lo vedremo, Novaly. Tra poco.”

 

 

 

Michael guida elasticamente la bellissima auto nera di Tom, spiando, di tanto in tanto, con gli occhi, il suo migliore amico che, seduto accanto a lui, inizia a dare i primi evidenti segni di nervosismo.

Ride, leggermente, l’altro testimone dello sposo. “e tu eri quello calmissimo, eh?” lo prende in giro, alludendo alle risposte che Tom era solito dare ai suoi parenti quando facevano battute poco divertenti sul matrimonio, sulla vita di coppia.

Aveva sempre detto di essere tranquillo. E in effetti, era stato anche convincente, fino a un’oretta fa.

Se lo vedessero adesso..

Adesso è il ritratto della paura.

“piantala” risponde Tom, fissando il suo sguardo sul paesaggio che cambia continuamente, di fuori.

“dai Thomas.- è suo padre Nick a parlare, questa volta.- è normale avere paura.”

“io non ho paura.” Precisa il ragazzo con un certo che di stizza.

“no, te la stai solo facendo sotto.” Continua Michael lanciando uno sguardo d’intesa a Bishop senior.

“mi è sembrato di averti detto di smetterla o era una mia impressione?” finge di ipotizzare lo sposo, mentre si torce lentamente le mani. “ah, voglio una sigaretta” sbuffa, subito dopo.

“no, non sei nervoso.” Continua Michael, ridendo proprio questa volta.

“al diavolo, se sono nervoso!” esclama Tom, passandosi una mano tra i capelli. “sono nervoso, sono agitato e…”

“emozionato?” continua l’amico, tenendo gli occhi fissi sulla strada.

Il duro Tom avrebbe mai ammesso di essere emozionato?

I due amici si scambiano uno sguardo strano. Poi Tom lo distoglie e rotea gli occhi. “e emozionato,  lo ammetto. Allora, uno di voi due ha una sigaretta? Pa’, dammene una tu ce l’hai di sicuro.”

Nick ride, sotto i baffi. “vuoi cominciare così il tuo matrimonio? Non lo sai che Rose odia il fumo?”

Tom sospira. “Mick..”

“io non fumo.” Risponde Michael,svoltando.

“da ieri?” ipotizza, ironicamente.

“da un’ora .- risponde l’altro.- e mi accodo a tuo padre. Quella ti fa una scenata all’altare.”

Il trio immagina la scena e scoppia in una risata liberatoria.

“per carità meglio  di no.- continua Nick .- ero presente quando ti voleva assolutamente convincere ad andare a quel corso prematrimoniale..”

Tom ride, ricordando quegli episodi. “mamma mia, lasciamo perdere. Mik, non ti puoi immaginare..”

“ah, posso invece.- lo interrompe il riccio.- chissà quante volte vi ho visti litigare. Credimi, so di che cos’è capace Rose Sandecker.”

“diciamo che è persuasiva, via.” Conclude Nick, conciliante. “ed ha un bel carattere deciso. Di che ti lamenti, Tom, ti serve una donna che sappia tenerti testa.”

‘già’pensa Thomas, senza dire nient’altro. Lui adorava il carattere caparbio di Rose. Era la cosa che lo aveva colpito, sin da subito, in biblioteca. Oltre al suo bel viso, ovviamente.

Il tragitto verso la St Patrick’s Cathedral si rivela più breve di quanto avessero immaginato. L’auto arriva di fronte alla grande chiesa davanti alla quale si sono già radunati parenti, amici, colleghi sia della sposa che dello sposo che aspettano, trepidanti, l’arrivo di entrambi.

“ci siamo.” Sussurra Michael, con un sorriso, nonostante tutto, emozionato.

Tom ricambia lo sguardo, uno sguardo che sintetizza, da solo, tutte la trepidazione che prova in quel momento. Tutta l’emozione che sembra quasi soffocargli il fiato.

Parcheggiano lentamente e, come i il trio scende dall’alto ma, soprattutto, come Tom scende dall’auto, subito si alza un sincero applauso. Gli occhi azzurri del ragazzo viaggiano tra i presenti, riconoscendo tutti i suoi amici (eccetto Dawson, naturalmente), poi i parenti, i conoscenti. E poi ragazze che non ha mai visto, amiche di Rose probabilmente, e tutti gli altri parenti della sposa.

Ecco, un piccolo particolare: manca la sposa.

Lo nota non appena vede Emily, Formy e la piccola Novaly, proprio accanto alla porta d’entrata della bellissima cattedrale.

Michael, quasi intuisse i suoi pensieri, gli prende leggermente un braccio. “ehi, sono appena le dieci e trenta. Rilassati, ok? La sposa arriva sempre un po’ in ritardo.”

Gli occhi azzurri di Tom si posizionano sull’amico.

Sì, è vero, e poi Rose è la reincarnazione dell’idea platonica del ritardo.

Però, non sa bene il motivo, ma si sente comunque piuttosto inquieto.

 

 

 

La strada scorre veloce e tranquilla sotto gli occhi verdi di Rose che, al sedile posteriore dell’auto non fa che respirare irregolarmente, accompagnando il tutto con lunghi e tormentati sospiri.

“insomma vuoi calmarti?” la voce di Dawson gli giunge quasi di rimando. “devi sposarti, eh, non andare alla ghigliottina!”

“giusto!” interviene Susy, accanto al guidatore. “molto peggio il matrimonio.”

Questo strappa una risata a Rose, anche se quest’ultima sa bene che quella dell’amica è tutto fuorché una battuta.

“la tua è tutta invidia perché a te.- risponde Dawson con un sorrisetto divertito.- non ti si sposerà mai nessuno.”

“già, che consolazione, faremo gli zitelli insieme, ti va?”

Rose rotea gli occhi, pensando. * e ci risiamo..*

Infatti, di lì a pochi secondi, i due fratelli iniziano a litigare come al loro solito, lasciando la povera sposa, nel sedile posteriore di quell’auto bella ma un po’ stretta per il suo vestito voluminoso, ai suoi pensieri. Ah, lo sapeva che non doveva permettere a Susy d’accompagnarla!

Con lei avrebbe voluto Hud, in questo momento. Dio, quanto aveva paura.

Inizia a temere di non ricordare i passi del rito, di mettersi a piangere, di sbagliarsi, addirittura di cadere sui tacchi sul corridoio per arrivare all’altare. Effettivamente, casinara com’è, tutto questo sarebbe stato molto da lei, nessuno avrebbe potuto obbiettare niente.

Le sue riflessioni sono interrotte da un rumore piuttosto sinistro. “ehm, cos’era?” chiede, con un falso sorriso, al guidatore.

Dawson si gira verso la sorella. “Susy, smettila di scor..”

“sto parlando seriamente.- lo interrompe la sposa, con un tono piuttosto stizzito.- ho sentito un rumore che non mi è piaciuto per niente.”

“io non l’ ho sentito.” Risponde Susy, sbirciando la propria immagine sul vano per lo specchietto. “quest’imbecille avrà preso una buca, mica sa guidare ancora”

“no era qualcosa di ..” la giovane non finisce la frase che l’auto di Dawson inizia a strattonare leggermente, poi s’ingolfa e alla fine… si ferma, in mezzo ad una strada piuttosto deserta, di domenica mattina, alle dieci e trenta cinque.

Un unico sguardo di panico e terrore passa sul volto dei tre presenti.

“e adesso?” ha il coraggio di sussurrare Susy mentre i suoi occhi neri e angosciati si posizionano sul fratello accanto a sé.

Rose sente il cuore in una preoccupante brachicardia. L’auto si è fermata.

E lei deve sposarsi!!

Quasi indovinasse l’imminente esplosione di rabbia della sposa, Dawson apre immediatamente lo sportello, dicendo. “tranquille, sarà stato un contatto. Adesso ci penso io.”

Rose lancia uno sguardo supplicante all’amica, in un’implicita richiesta d’aiuto. “rilassati.- dice quest’ultima.- prima di iniziare a fare il ladro, mio fratello ha fatto una scuola tecnica, sa quello che fa.”

La giovane sgrana gli occhi. “sul serio tuo fratello è diplomato in..” inizia, con un moto di speranza.

“veramente.” inizia, la mora.

*ecco.- pensa Rose.- lo sapevo*

“veramente non è diplomato. Ha fatto due anni, poi ha smesso, sai, non era proprio un gran che, è stato sempre un imbecille nato.”

Tump.

Tump.

Tump.

Rose si mette una mano sul suo cuore che sta improvvisamente accelerando  e chiude gli occhi.

“ehm, ragazze!” la voce del guidatore interrompe quell’improvviso silenzio. “secondo voi le candele sono a destra o a sinistra? No, perché io..”

Susy stringe gli occhi, ben consapevole della reazione che avverrà tra non meno di qualche istante.

E infatti, puntuale.

“DAWSON!!!!!!”

 

 

 

Intanto nella St Patrick’s Cathedral si inizia a respirare un po’ di inquietudine.

Ci sono tutti, il sacerdote, la chiesa è addobbata in maniera assolutamente mirabile con fiori bianchi stupendi, ci sono i parenti, c’è il coro, i suonatori, ci sono gli amici… insomma tutto sarebbe pronto per il matrimonio.

Manca un piccolo dettaglio.

La sposa.

E uno dei testimoni dello sposo.

Il fatto sta facendo sorridere più di una signora e spettegolare più d’una tra le ragazzine presenti che subito iniziano a fantasticare su una possibile fuga d’amore tra i due. Divertente per tutti, tranne che per il diretto interessato, ovviamente, Tom. Egli si trova nell’abside, appoggiato alle sedie di legno rivestite di velluto rosso che si trovano proprio davanti all’altare, con le braccia incrociate e uno sguardo teso e nervoso dipinto in viso, l’espressione crucciata e gli occhi che si posano di tanto in tanto con crescente agitazione sul rolex d’oro le cui lancette vanno ora velocemente verso le undici.

“Tom.”è Nick a parlare adesso. “ma..”

“non lo so.” Taglia corto il figlio, facendosi di nuovo più nervoso.

Emily, forse la più agitata di tutti, sta tormentando il ventaglio grigio che aveva stretto in mano, usandolo alternativamente come antistress e come vero e proprio ventaglio,   per cercare di farsi un po’ d’aria perché, oltre al caldo, l’agitazione sta facendo sudare un po’ tutti quanti.

Già, ma sudare di freddo.

“è partita cinque minuti prima di noi.” Formy sta parlando con Nick, adesso, che, dopo il fallito tentativo con il figlio, sta cercando di racimolare informazioni di qua e di là. “la macchina la portava Dawson, ci è salita anche Susy e…”

“sai se facevano qualche via secondaria o…”

“no.” sospira l’uomo, iniziando a preoccuparsi. “no, niente vie secondarie.”

Tom osserva, un po’ preoccupatamene, il tappeto di velluto che percorre tutta la chiesa, quel tappeto che Rose avrebbe dovuto attraversare già da un’abbondante quarto d’ora.

Rose, dove sei..

 

 

“sei un’incapace!” è proprio Rose ad urlare, in questo momento, contro un’improbabilmente Dawson che, fingendosi meccanico, ha iniziato quasi a smontare la propria auto senza raccapezzarci niente se non le mani unte d’olio fino ai gomiti.

“ma guarda tu che situazione!- continua quest’ultima, scesa dall’auto.- io mi devo sposare, hai capito che mi devo sposare??”

“guarda che lo so, sono uno dei testimoni, te ne sei dimenticata???”

“dovevi portare a far vedere questo catorcio, la settimana scorsa, cretino definente, ce l’hai portato più?” interviene Susy, mani ai fianchi e sguardo da vipera.

“catorcio?? Questa macchina vale..”

“no, non ce l’hai portata, irresponsabile!” gli urla sopra la mora. “sei un idiota non cambierai mai, per colpa tua..”

Rose si passa una mano sugli occhi, estraniandosi dalle urla dei due fratelli.

Oddio, oddio, oddio.

Che può fare?

Sono fermi ormai quasi da mezz’ora, sotto il sole delle undici del mattino, ad un lato della strada, con il cofano della macchina aperto e nessun cellulare dietro per chiamare aiuto, per avvertire qualcuno che sono nella merda fino al collo, per esempio. Sospira. Si staranno chiedendo tutti che fine hanno fatto.

Magari tra poco iniziano ad andare via tutti. Magari tra poco Tom si arrabbierà e manderà a monte tutto.

Quel solo, lontano, ipotetico pensiero, la fa andare fuori di testa.

Sono dieci mesi che è tutto organizzato.

Non andrà a monte proprio niente. Lei vuole sposare Tom. E lo sposerà.

Senza badare alle chiacchiere inutili e patetiche dei due, Rose si sporge lentamente sulla strada, fino a mettersi al centro di essa, con un’aria caparbia ed impertinente. In lontananza di vede una moto ma la giovane sposa, a braccia conserte, non si sposta e rimane lì in mezzo. Dieci volte aveva provato a fare l’auto stop senza successo. Adesso, a costo di doversi sdraiare lunga sull’asfalto, farà fermare quella dannatissima moto.

“Rose.” la richiama Susy, improvvisamente accortasi di quello che stava accadendo. “che diavolo fai?”

“mi do da fare per non far saltare il mio matrimonio, ok?” è la risposta secca e nervosa di quest’ultima.

“curioso. Pensi che Tom a causa del ritardo si sia ammazzato, così ti vuoi far ammazzare anche tu per potervi sposare nell’aldilà?”

“voglio far fermare questa moto.” Sibila Rose vedendo la moto avvicinarsi di parecchie leghe.

Passano pochi secondi. Ora la moto è vicina.

Ed inizia a rallentare.

Alla fine si ferma, proprio a pochi metri da Rose. L’avrebbe evitata volentieri passando un istante sull’altra corsia se Dawson non fosse intervenuto, piazzandosi dall’altra parte della strada.

“signorina ma che diavolo sta facendo??” esclama l’uomo, un po’ anziano, incuriosito dal suo abito bianco. “se vuole suicidarsi ha scelto la persona sbagliata.. io sono un poliziotto in pensione!!”

Rose gli va incontro, con uno sguardo supplichevole. “ la prego mi presti la sua moto. Devo andare a sposarmi, non voglio uccidermi!”

L’anziano la guarda con un freddo distacco, posando poi lo sguardo sull’auto ferma e fumante, ad un lato della strada.

“ci aiuti.- interviene Dawson, apprensivo.- è un’emergenza, io sono il testimone.”

Il vecchio scuote la testa. “no, ragazzi. non se ne fa niente.”

 

 

Tom guarda l’orologio per l’ennesima volta.

Le undici e dieci.

 

 

“forse lei non ha capito.- il tono di Rose è serio e tesissimo.- io mi devo sposare. Lei mi deve dare assolutamente un passaggio alla St Patrick Cathedral, per favore..”

“se lui è il suo testimone, la moto servirà anche a lui.- esclama il vecchio guardando Dawson.- quindi vuol dire che dovrò prestarla completamente, rimanendo a piedi. Ho un cellulare, se vi chiamassi un taxi?”

“ah ma ha presente quanto ci metterebbe a venire??- esclama Dawson, quasi supplicante.- la mia amica si doveva sposare quasi un’ora fa.!”

L’uomo grugnisce, in risposta. “non se ne parla. Chi mi garantisce che non sia tutta una messa in scena per fregarmi la moto???”

“ha una garanzia.- continua Rose con uno sguardo diventato improvvisamente vivido e lucido.- lei ci presta la moto, io e il mio testimone andiamo in Chiesa. Ma le resta Susy, la mia amica.” Dice indicando la mora, restata leggermente in disparte fino a quel momento. “voi due chiamerete un taxi che vi porterà alla St Patrick Cathedral dove la mia amica potrà unirsi al mio matrimonio e lei, se vorrà, riprendersi subito la sua moto..”

Il vecchio aggrotta la fronte a quelle parole. “che vuol dire riprendersi subito?”

“se vuole può prendersela subito e partire. Altrimenti…- il tono di Rose si è fatto più profondo, ora.- è invitato al mio matrimonio. Signor..”

“August.”

“Signor August. Sarei lieta di averla tra i miei invitati e anche mio marito lo sarebbe, sa?”

L’uomo fa un colpo di tosse, capitolando, lentamente, sotto lo sguardo di lei. “e.. suo marito chi.. sarebbe?”

“mai sentito, To ehm.. Bishop?” preferisce sorvolare sul nome.

Infondo è pur sempre un poliziotto, anche se in pensione. E Tom e la giustizia…

il vecchio sgrana gli occhi. “Bishop….!?” In un misto tra acclamazione e stupore.

Rose inarca un sopracciglio. “allora..- voce sensuale e persuasiva.- non mi vuole proprio aiutare?”

L’uomo distoglie lo sguardo e borbotta, un po’ scocciato. “ e va bene, salga.”conclude scendendo dal mezzo.

Rose scoppia a ridere, abbracciando istintivamente l’anziana persona. “l’adoro, grazie!- esclama.- signor August, le sarò riconoscente a vita..”

Dawson fa per salire nel posto del guidatore ma la giovane sposa lo fulmina con lo sguardo. “non t’azzardare.- sibila, tra i denti.- guido io, mettiti dietro!”

Il ragazzo, un po’ titubante, obbedisce silenziosamente.

“non credo che arriveremo in cinque minuti.- sussurra poi, un po’ dispiaciuto.- a quest’ora in centro ci sarà un traffico da far paura.”

“ah Dawson.- risponde lei, con uno sguardo di sfida.- ti faccio vedere io come si fa lo slalom tra le auto in fila”

lui la guarda, decisamente perplesso, ma non ha il coraggio di dire niente. Assolutamente niente.

Rose sale, si mette il casco del vecchio e dopo aver ringraziato di nuovo l’uomo e dato un bacio a Susy, sfreccia via verso la St Patrick Cathedral.

 

 

“Tom, io credo che a questo punto dovremo chiamare la polizia.” La voce di Formy suona tesa e preoccupata, riecheggiando all’interno della grande cattedrale. “è evidente che è successo qualcosa…”

Il sacerdote abbassa lo sguardo e chiude il Vangelo, invece Tom lo tiene fisso sull’uomo, incredulo e disperato, che quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita, si fosse trasformato in una tragedia.

Poi, l’impensabile.

“Tom”

l’avevano chiamato in centinaia, in quei minuti. Nella chiesa regnava ancora la più completa confusione eppure Tom ha sentito benissimo il suo nome, adesso, pronunciato da quella voce, quasi sussurrata, come un sospiro d’amore.

Si volta, lentamente e la vede.

Bellissima nel suo abito bianco, illuminata dal sole, un po’ trafelata ma sorridente, trasognante. Stupenda, come lo era sempre stata.

Il suo sorriso subito contagia anche il volto di Tom e l’espressione agitata di poco prima lascia lo spazio ad una di pura felicità. Un boato di stupore coinvolge tutta la chiesa, tutti, indistintamente, tirano un sospiro di sollievo, compreso il sacerdote che alza gli occhi al cielo, in un silenzioso ringraziamento divino.

Dietro di lei, spunta subito Dawson che, beccandosi le occhiatacce di tutti, si avvia velocemente verso il suo legittimo posto da testimone, accanto a Michael e di fronte ad Hudson e Emily, le testimoni di Rose.

Intanto gli occhi dei due promessi, seppur siano essi lontani, non si sono lasciati per un solo istante e il loro lungo sguardo viene interrotto solo da Adreinne che porge il bouquet di rose bianche alla giovane sposa. “tieni.- dice, sorridente.- è giunto il momento a quanto pare.”

Rose le sorride, teneramente, accogliendo il mazzolino tra le mani.

Tutta la chiesa prorompe in un applauso sincero e spontaneo, per questa cerimonia che sembrava dovesse affogare nello scandalo e invece, grazie a Dio, si sta risolvendo nel migliore dei modi. È proprio nel bel mezzo di quest’applauso che sopraggiunge anche Susy, naturalmente accompagnata dal vecchio August.

“se siamo finalmente tutti, possiamo iniziare?” esclama improvvisamente il sacerdote, un italiano, con fare allegro.

Rose ride, dal fondo della chiesa, annuendo. “io sto aspettando il mio accompagnatore..”

Formy, quasi fosse caduto dalle nuvole, subito si precipita da lei.

“ma che diavolo è successo?” le sussurra, appena arrivato. “siamo stati in pensiero.”

“mi dispiace.- risponde lei, piegando leggermente la testa di lato. – un piccolo imprevisto.”

Gli prende il braccio, con voga. “grazie.”

Formy aggrotta un po’ la fronte. “per che cosa?”

Gli occhi della giovane si fanno leggermente umidi. “non importa. Volevo solo dirtelo.”

Come avrebbe potuto sintetizzargli in due secondi il suo riconoscimento per tutto l’affetto che l’uomo aveva saputo darle in questi anni??

Lui aggrotta la fronte, ma sorride, contento.

Parte la musica.

Ma non la solita marcia nuziale.

Per le sue nozze Rose ha voluto ben altro.

Ha voluto la colonna sonora di Mission.

Tutta la gente radunata nella St Patrick’s Cathedral si volta lentamente verso la sposa che avanza piano per il lungo corridoio che separa l’entrata dal presbiterio, percorrendo le campate della chiesa senza fretta, godendosi i sorrisi degli invitati, scrutando con i suoi lucenti occhi verdi i suoi amici e conoscenti. Vede le sue amiche di danza, la severa Mary che pure sembra commossa, le compagne d’università, amiche, conoscenti e anche persone che mai nella vita avrebbe pensato di poter rivedere, ad esempio vede Sean che le sorride allegramente, percependo lo stupore nei suoi occhi.

Dall’altra parte ci sono finanzieri, bancari, ricconi mai visti in vita sua, poi ci sono gli amici di ‘bravata’ di Thomas, c’è Harry, il tedesco e naturalmente la famiglia del suo futuro marito, partendo dalla peruviana, a Grams, poi Diana che le lancia un bacino con la mano , quindi Nick che le sorride, orgoglioso. 

Poi ci sono i suoi parenti più stretti, le sue amiche più care partendo da Adrienne e Susy e quindi la sua famiglia, tra le quali spicca la piccola Novaly che già inizia a dare segni di stanchezza.

Sente Formy rallentare un po’ il passo.

I suoi occhi si soffermano un istante su quelli bonari del sacerdote quindi sui testimoni di lui, Dawson che poveraccio è ancora scioccato dalla sua guida a dir poco irresponsabile e Michael che le strizza l’occhio, complice. Quindi guarda Hudson, la sua amica di sempre, la persona più buona e razionale insieme che abbia mai conosciuto, e sua sorella Emily che ha già gli occhi lucidi di pianto.

Adesso sono arrivati.

L’altare è lì, davanti a lei, e davanti a lei c’è anche Tom, bellissimo nel suo abito nero da sposo, elegantissimo, stupendo come lo è sempre stato.

La fissa intensamente, e per un attimo Rose riesce quasi a percepire l’ irrequietudine che l’uomo aveva provato per il suo ritardo.

Formy si ferma, lentamente. Le dà un piccolo bacio sulla guancia, bacio che Rose ricambia con slancio quindi è proprio Tom a prenderle dolcemente la mano e ad attrarla verso di sé.

Hanno pochissimi secondi prima che inizi la cerimonia e il ragazzo li sfrutta a pieno. “sei incredibile.- le sussurra- arrivi tardi anche al tuo matrimonio..” ha un tono palesemente ironico anche se evidentemente emozionato.

Rose sorride. “mi toccherà litigare con il ristoratore. Sarà furioso.”

“puoi dirlo forte.- le stringe la mano più intensamente mentre i suoi occhi azzurrissimi si fanno un po’ lucidi.- ma non mi importa, che s’infuri quanto vuole. L’importante è che tu sia qui. Rose, ti amo.”

Rose si lascia sfuggire un piccolo gemito di contentezza. “ti amo, anch’io, Tom.”

La musica si interrompe ed inizia la cerimonia. Ma prima che tutto inizi il ragazzo non può fare a meno di sussurrarle, con voce quasi tremante. “sei meravigliosa.”

Rose sorride, un po’ maliziosamente, mimando con le labbra con ‘anche tu’ davvero sincero.

Thomas era sempre un bel ragazzo ma quel giorno sembrava davvero la personificazione della bellezza fatta uomo.

La cerimonia cristiana cattolica prosegue lentamente, con un tono quasi mistico e per tutto il tempo i due sposi non fanno altro che fissarsi, senza dire o pensare nulla, solo perdersi, semplicemente l’uno negli occhi dell’altra.

Arriva finalmente il momento che tutti aspettavano, il momento più bello di ogni matrimonio, quello che Rose aveva sognato fino allo sfinimento e quello in cui Tom aveva paura di dimenticare le parole.

Il sacerdote inizia, soavemente. “se quindi è dunque vostra intenzione unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete, davanti a Dio e alla sua Chiesa, il vostro consenso.”

Tom prende la mano della sposa, lentamente, sorridendo quando sente che la sua trema, lentamente, ma in maniera assolutamente percettibile. Poi, guardandola profondamente negli occhi, inizia con la voce ferma ma emozionata. “io Thomas Bishop accolgo te, Rose Sandecker, come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti ed onorati per tutti i giorni della mia vita.”

Rose deglutisce, lentamente. Sente le lacrime premere improvvisamente sulla soglia degli occhi ma stringe forte le labbra e con un sorriso commosso riprende, dicendo. “io Rose Sandecker accolgo te, Tom… Thomas Bishop –si corregge, con un sorriso.- come mio sposo.  Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti ed onorati per tutti i giorni della mia vita.”

Vede Emily ed Hudson con la coda dell’occhio, iniziare a piangere.

Oddio, no, ragazze, se iniziate voi sarà una reazione a catena!

Si passa poi alla benedizione degli anelli, portati invece da Michael.

“Rose.- inizia lo sposo, prendendole la mano sinistra, con una dolcezza quasi sorprendente.- Rose, ricevi quest’anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”

I piccolo anello d’oro s’infila elegantemente nel dito della giovane. Poi è Rose a prendere la mano del suo ragazzo. “Thomas, ricevi quest’anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”

Per fortuna la formula finisce perché la voce di Rose rischiava d’incrinarsi velocemente verso il pianto.  I due ragazzi restano qualche istante ancora a fissarsi, poi i loro sguardi, anche se a malincuore, si dividono.

Poco dopo, la messa finalmente si conclude con l’applauso generale della comunità e con l’annuncio gioioso del prete che li dichiara finalmente ‘marito e moglie’.

Tom, come nei migliori film d’amore, le sorride e lei ricambia volentieri il suo sguardo trasognato, finché lui non le prende dolcemente il viso con la destra e le bacia dolcemente le labbra accompagnato da una bellissima canzone eseguita dal coro e dall’ennesimo applauso della comunità.

I due sposi, poi, finalmente, si dividono e i loro sguardi si posano un istante sulla gente che è stata silenziosa testimone del loro matrimonio, quindi tornano a guardarsi, incantati l’uno dall’altra, quasi non si rendessero davvero conto  che quella sia la realtà.

I dubbi, le paure, tutto sembra così lontano, piccolo, insignificante.

Ci sono solo loro due, adesso. E la vita che vivranno insieme.

“non posso quasi credere che tu sia mia.” Le confida Tom, stringendole forte la mano dove brilla la fede nuziale.

“credici.- risponde Rose, ridendo.- perché ormai è fatta!” e gli stringe l’occhiolino, con la sua consueta ironia ed allegria.

I due si abbracciano, ridendo, e poi, dopo il riso, e il lancio del bouquet (preso da Hud, tra l’altro), dopo il pranzo e gli scherzi, dopo i festeggiamenti e le risate, i due partono, felici, verso il viaggio più bello della loro vita,verso l’Europa, verso l’Italia.

Felici, spensierati, innamorati.

Completi, finalmente. Lei in lui ha trovato finalmente il suo punto di riferimento, l’amante, l’amore, l’uomo che l’ha fatta crescere come donna e come persona, l’ha fatta maturare, l’ha fatta diventare quello che è. E lui, in Rose, la sua allegria, la sua delicatezza che lo hanno portato ad aprire gli occhi, a capire la vita.

Il loro amore ha salvato entrambi, come una piccola boa disseminata nell’oceano della vita, ecco, quella era il loro amore, piccolo, se vogliamo, di fronte a tutto quello che può accadere nel mondo, ma essenziale, fondamentale. Perché, senza di esso, non si sopravvive al mondo.

È come un’ebbrezza, un’estasi, un profumo inebriante e delicato al tempo stesso, sensuale e dolce. Ecco, forse proprio come questo.

Un  buonissimo profumo di Menta.

 

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

Diomache.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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