Se qualche tempo fa qualcuno mi avesse detto che mi sarei trovata una sera, in auto, con la fidanzata del capitano dei Wildcats, per andare alla festa di capodanno organizzata dal nuovo ragazzo di Sharpay Evans, probabilmente mi sarei informata sul tipo di droga che gli aveva procurato questa allucinazione.

E invece sapete dove sono ora? Sono su un’auto, con mio padre alla guida.

Gabriella Montez, mia migliore amica nonché ormai fidanzata ufficiale di Troy Bolton, appunto capitano dei Wildcats e nuova star del musical scolastico, è seduta accanto a me, con addosso un top rosso fuoco, una giacca bianca e una gonna bianca al ginocchio, con scarpe e cintura rosse.

E dove ci porterà l’auto?

A casa di Zeke, giocatore di basket e da mesi ragazzo di Sharpay, dove è stata organizzata la festa di capodanno.

E tutto questo, giuro, lo dico senza aver assunto droghe né nessun tipo di sostanza stupefacente.

A dire il vero, non sono certa di aver afferrato a fondo il motivo della mia presenza alla suddetta festa.

Ok, Sharpay è la ragazza di Zeke, e fin qui ci siamo.

Ryan Evans è il fratello di Sharpay, e in più ha una mezza storia con una cheer leader molto simpatica (oh mio Dio, ma sentite cosa dico? Cheer leader molto simpatica???) che si chiama Lola Pena.

Gabriella fa ormai coppia fissa con Troy, quindi nessuna domanda nemmeno su di lei.

Ma io? Che ci faccio qui? Cosa rappresenta la mia presenza in questo luogo?

Nonostante questo dubbio esistenziale, ho permesso a Gabriella, dopo la sua stressante opera di convincimento (durata tre interi giorni, alla fine ho dovuto cedere, cercate di capirmi), di venire a frugare nel mio guardaroba alla ricerca di qualcosa che potessi indossare alla suddetta festa.

Inutile dire che non ha trovato nulla di adatto. Io, a capodanno, sono sempre stata tanto bene a casa mia. Così per un intero pomeriggio mi ha trascinata su e giù per il centro commerciale finchè, dopo ore e ore di prove e accostamenti improponibili, mi ha letteralmente obbligato a comprare una gonna che non arriva nemmeno al ginocchio, nera, un top nero dalla scollatura ornata di brillantini e una giacchetta, anch’essa nera, direi esageratamente attillata. Inoltre, giusto per gradire, visto che le mie solite paperine basse non andavano ovviamente bene, per Natale ha avuto la gentile idea di regalarmi delle altre paperine, nere con la fibbia bronzata e un piccolo tacco. Piccolo, certo, ma ho comunque dovuto fare su e giù per la mia stanza per un’ora prima di riuscire a camminare normalmente e non come se fossi in bilico sulle uova.

E ora, come ho già detto, siamo in auto.

Passeremo a prendere Sharpay e Ryan prima della festa. È strano dirlo (ops, ho detto "strano"? Volevo dire inquietante e spaventoso, scusate...), ma dopo tutto quello che è successo dall’arrivo di Gabriella alla East High, tra il musical, il Decathlon e il basket, io e Gabriella abbiamo iniziato a legare con Sharpay. Cioè: io, Taylor McKassy, e Sharpay Evans, abbiamo legato. Non so se tutti vedete in queste parole la stessa incompatibilità che ci vedo io, ma sono certa che chi ci conosce apprezzerà a fondo la traumatizzante conseguenza che questa frase presuppone: io e Sharpay, che abbiamo vissuto su orbite completamente diverse fin dal primo anno d’asilo, siamo diventate amiche. Incredibile.

Mio padre frena davanti a casa Evans e io e Gabriella scendiamo per andare a suonare.

Una persona normale avrebbe dato due colpi di clacson, ma non certo mio padre. "Non è educato!" ha commentato scandalizzato quando ho osato proporglielo. Eh, certo, a volte mi vengono certe idee malsane...

Gabriella suona al campanello e da dentro arriva la voce squillante di Sharpay che, trapassando il muro come se la ragazza fosse a due centimetri da noi, ci fa sapere che è quasi pronta e che arriverà subito.

-Ciao, ragazze!- ci saluta Ryan con un sorriso aprendoci la porta –Mia sorella è di sopra, arriva subito... credo. O spero, più che altro.-

Al piano di sopra. Cavolo.

Dopo aver in questo modo appurato la potenza dei polmoni di Sharpay, salutiamo a nostra volta Ryan, che indossa uno dei suoi soliti cappellini, stavolta blu scuro, abbinato alla camicia azzurra e ai pantaloni blu.

-Eccomi, scusate il ritardo!- esclama Sharpay dieci minuti dopo, scendendo le scale con addosso un vestito corto rosso, senza spalline e coperto di brillantini, insieme a uno scalda-cuore rosa chiaro lucido –Taylor, stai benissimo!- trilla e poi, a voce bassa, aggiunge qualcosa che non riesco ad afferrare ma che fa sorridere Gabriella.

Torniamo in macchina e mio padre decide che il modo migliore per farci iniziare la serata è quello di riempirci di raccomandazioni. Questa brillante intuizione ci permette di arrivare a casa di Zeke con la testa piena di esaltanti testimonianze su quanto si stia male dopo la prima sbronza. E non posso fare a meno di ringraziare il cielo per essere stata invitata, dopo la festa, ad andare a dormire da Sharpay con Gabriella: mio papà sarebbe stato capace di farmi fare la prova del palloncino.

Scendiamo dall’auto e attraversiamo il cortile. Sharpay suona al campanello.

-Tesoro!- esclama Zeke aprendo la porta e attirando la sua ragazza in un bacio.

-Grandioso. Ora che ho ammirato questo scambio di effusioni tra te e mia sorella, potrei cortesemente andare a vomitare?- domanda Ryan, e tutti scoppiamo a ridere.

Questa è un’altra cosa che ho scoperto da poco: Ryan non è affatto stupido come tutti pensano, anzi ha un senso dell’umorismo davvero spiccato, a volte.

Entriamo, e devo ammettere che l’atmosfera è formidabile. Riesce in pochi secondi a farmi rimpiangere tutte le feste a cui non ho voluto, o potuto, partecipare.

Ovviamente, non dirò una cosa del genere a voce alta nemmeno sotto tortura.

La luce è blu e abbastanza soffusa, la musica alta e un sacco di gente gira, cammina, balla, parla o si apparta in qualche angolo con il partner.

-Oh, ecco Lola... scusate ragazze.- con questo, così come la sorella, Ryan scompare misteriosamente appena lasciamo le nostre giacche nel ripostiglio.

Cioè, non proprio misteriosamente, ma avete capito il senso.

-Se vuoi andare da Troy guarda che non c’è problema.- dico a Gabriella.

-No, dai, non mi và di lasciarti sola.- ribatte lei, ma lo vedo che vorrebbe raggiungere Troy: dopotutto, tra Club, allenamenti dei Wildcats e Maybe we’re in love, il nuovo musical, hanno così poco tempo per stare da soli...

-Sul serio, Gabriella, vai, non preoccuparti.- ripeto, anche se in realtà non so bene cosa farò per passare il tempo quando rimarrò da sola.

-Già, vai da Troy. Tengo io compagnia a Taylor.- annuncia un sorridente Chad che compare all’improvviso alle mie spalle.

-E va bene.- accetta Gabriella con un sorriso, e si allontana scomparendo tra la folla.

-Guarda che non ho bisogno della balia!- esclamo voltandomi verso Chad.

E non posso fare a meno di notare che è piuttosto carino, con una camicia bianca semi-elegante e i jeans sdruciti.

-Ma senti questa... ecco cosa si guadagna ad essere gentili!- sbotta lui.

-E perchè dovresti essere gentile?- domando con un sorrisetto: quando partiamo così spesso andiamo avanti per ore, e devo dire che mi diverto un sacco.

Sono sicura che sta per iniziare proprio uno di questi scontri verbali...

-Chad è sempre gentile.- mi fa notare una vocetta familiare.

Molly Artmer, ovviamente cheer leader, si è appena unita a noi –Stiamo per iniziare una partita a "Posso", ovviamente è obbligatorio partecipare. Tra poco iniziamo.- ci avverte, e dopo aver lanciato un sorriso a Chad si allontana.

-"Posso"?- domandò, incerta –Che roba è?- dal nome, questo gioco non promette niente di buono.

-Solo un giochino che si fa di solito... con la bottiglia si scelgono un certo numero di coppie, e ognuna viene rinchiusa in una stanza diversa per venticinque minuti con un foglietto su cui sono scritti dieci livelli.- spiega Chad –Quello che ha girato la bottiglia deve proporre i diversi livelli, da 1 a 10, e l’altro, leggendoli, deve decidere se accettare o meno. Se accetta, l’altro è obbligato ad accettare a sua volta. Tutto qui.-

-Tutto qui? Tutto qui?- domando. Devo avere un tono davvero strano, perchè mi guarda preoccupato –Ehi, tutto bene? Stai tranquilla, la maggior parte delle volte nessuno fa nulla.-

-Oh, beh, grandioso!- esclamo con voce innaturalmente squillante. In quel momento la musica si spegne e Molly fa sistemare tutti in un grande cerchio.

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