Disclaimers: Si usano i
disclaimers anche per le RPF? Mi sento un po'
tanto scema a scrivere che Benedict Cumberbatch, Martin Freeman e
Steven Moffat
appartengono a loro stessi, ma tant'è, scriviamolo nel caso
Amanda Abbington
passasse mai da queste parti!
Non ci faccio soldi con questa fanfiction, ma di sicuro mi
son fatta una insana risata. Perché da
brava fangirl ho imparato a non
prendermi mai troppo sul serio.
Se mi dovessero chiedere da dove è nata questa cosa,
probabilmente risponderei: dalla fangirl che è in me e che
continua a lievitare
nonostante l'età avanzata, da una prolungata e poco salutare
permanenza su FB, Tumblr,
AO3, dai maglioni in alpaca e LSD di Martin, dalle ultime foto del Sun,
dai
bermuda con gli uccelli di Ben e dal fatto che quest'ultimo sia l'uomo
più
perfetto del pianeta anche se non lo vuole ammettere e quei disgraziati
dei
BAFTA non lo riconoscono.
E anche dalla visione del trailer di Maccio Capatonda
"L'uomo che usciva la gente." Non so perché, ma mi
è balenata in
testa l'idea di Moffat-usciere di tribunale. Suppongo che sia tutta
colpa del
Moff, quindi. Come sempre.
Ottimo, spazzato via ogni dubbio sulla sanità mentale mia e
di ciò che ho scritto, buona lettura!
IL PROCESSO
Il giudice Presman si sistemò con irritazione la parrucca:
perché
nel terzo millennio dovesse presiedere un processo con un barboncino in
testa
era un mistero.
E perché, a meno di un anno dalla pensione, toccasse
proprio a lui quel processo, era
un
mistero ancora più grande. Scostò con mano
tremante la pesante tenda in
broccato viola, si sporse verso la finestra e subito si tirò
indietro, l'orrore
dipinto sul volto. Tremò all'idea di ciò che
sarebbe potuto succedergli se
avesse emesso una sentenza a loro non
gradita. Con quella gente non si poteva scherzare; un brivido lo scosse
al
ricordo di ciò che aveva visto sul computer, orrifica
testimonianza di ciò che loro
erano in grado di fare.
Al Capone? Lucky Luciano? Dillinger? Poppanti in confronto
a loro.
Perché diamine non aveva rifiutato l'incarico? Come un
idiota
si era fatto commuovere dal suo collega Dyson, che lo aveva implorato
di
pensare ai figli che ancora non aveva avuto. E lui, fesso, aveva
accettato!
Come se poi il mondo avesse bisogno di altro d.n.a. di Dyson.
Ma ormai era fatta e comunque quella faccenda doveva avere
una soluzione, non si poteva certo andare avanti così.
Quando entrò in aula, i dodici uomini componenti la giuria
erano già presenti; i banchi per il pubblico, invece, erano
deserti: l'udienza si
sarebbe svolta a porte chiuse, non si potevano rischiare incidenti.
L'usciere che avrebbe dovuto annunciare il suo ingresso era
appoggiato al banco dei testimoni, il volto nascosto dietro al libro "Mille e uno modi per rovinare la vita
a chi vi sta attorno". Il giudice Presman gli rivolse un
irritato
colpetto di tosse e quello parve ritornare sulla Terra "Tutti in piedi,
entra la corte!"
I giurati stavano giusto per alzarsi dalle sedie, quando
l'usciere si produsse in una risatina sinistra "Scherzavo! State pure
seduti."
I dodici, ancora semiaccovacciati in una posizione
deplorevole, si scambiarono uno sguardo perplesso e fecero per
appoggiare le
terga sulla panca.
"Ma che fate! - esclamò indignato l'usciere - In
piedi, non vedete che è entrato il giudice? Così,
molto bene. Ora su una gamba
sola con le braccia in fuori..."
"SIGNOR MOFFAT,
"Mi scusi Vostro Onore, la forza dell'abitudine."
Presman si strinse la base del naso tra le dita: sarebbe
stata l'udienza più lunga di tutta la sua vita. "Che entrino
l'imputato e
il suo difensore."
Moffat-usciere aprì una porticina laterale, facendo entrare
Martin e un Benedict assolutamente stupefatto "Steven, mi spieghi che
ci
facciamo qua? E' un altro dei tuoi scherzi?"
"Mai letto il Processo di Kafka?"
"No, ho letto
"Già, già - borbottò Moffat
meditabondo - beh, anche
quello è parte del problema."
"Ma quale problema? Che sta succedendo?" domandò
Ben con aria innocente.
Il martelletto del giudice si fece sentire di nuovo
"Signori, quando avete finito di fare conversazione, qui ci sarebbe un
processo in corso, eh!"
Ben restò un attimo perplesso, poi scosse la testa e si
avviò verso il banco degli imputati. Indossava una canotta
bianca a costine,
che metteva in risalto i muscoli tonici ed abbronzati, abbastanza corta
perché
l'addome piatto e l'ombelico occhieggiassero ad ogni passo da sotto il
tessuto,
dei pantaloncini in cotone color lavanda che aderivano al suo
fondoschiena come
una seconda pelle e lasciavano intuire il contorno dei boxer, dei
calzini beige
che mettevano in risalto le caviglie sottili e delle ciabatte da mare.
I giurati chiesero che fosse accesa al massimo l'aria
condizionata.
Il giudice si sporse verso Moffat con fare irritato
"Sbaglio o avevamo detto niente abbigliamento sexy?"
"Infatti, quella è la divisa ufficiale del tedesco in
vacanza al mare, in grado di azzerare anche la libido di una pornostar."
"Buon dio... - mormorò il giudice inorridito -
quest'uomo sta bene con qualsiasi cosa addosso."
Nel frattempo Ben si sporse verso Martin "Se questo è
un processo, dov'è il mio difensore?"
"Sono io." rispose l'altro con calma.
"Tu? Martin, non sei nemmeno laureato in legge!"
"Rilassati, ho vinto un BAFTA."
"Ho il sospetto che la cosa inizi a darti alla
testa."
"Sciocchezze, sta a guardare. - Martin scattò in
piedi, puntando l'indice davanti a sé - Obiezione, Vostro
Onore!"
Il giudice lo guardò stralunato "Obiezione a cosa, che
non abbiamo ancora iniziato a discutere?"
"No, nulla, era una prova. Com'era?" chiese alla
giuria, guadagnandosi il loro applauso.
"Silenzio in aula!" Presman picchiò furiosamente
il martelletto sul bancone, sentendosi più simile a un
carpentiere che a un
magistrato, poi si rivolse nuovamente a Moffat "Dunque,
dov'è l'avvocato
della pubblica accusa?"
Moffat si strinse nelle spalle "Non c'è, non abbiamo
trovato nessuno che riuscisse a farlo: hanno detto tutti che Benedict
ha un
viso troppo carino per accusarlo di qualcosa. E poi sono scoppiati in
un pianto
dirotto."
"Ma un pubblico ministero ci serve... a questo punto
potrebbe farlo lei."
Il sadico autore sorrise "Sì, è vero: potrei. -
parve
rifletterci un attimo - Ma non lo farò, non ne ho voglia."
Presman si stropicciò la faccia mormorando "Signore
Iddio, dammi tanta pazienza... va bene, faccio io. Signor Benedict
Timothy
Carlton Cumberbatch, lei è accusato dei seguenti capi di
imputazione:
- essere l'uomo più sexy del pianeta;
- provocare tempeste ormonali in ogni donna che la guarda;
- istigazione al fangirlismo estremista;
- aver trasformato in un luogo di perdizione T...
Tum..."
"Tumblr." suggerì Martin.
Il giudice aggrottò la fronte "E che accidenti è,
un
luogo di ritrovo per codici fiscali?"
"Meglio che lei non lo sappia, mi creda."
"Ah, capisco. Torniamo a noi. Signor Cumberbatch, come
si dichiara rispetto alle accuse?"
Ben abbassò lo sguardo, arrossendo in maniera deliziosa, e
sorrise.
Due uomini della giuria, che fino a quel momento non si
erano rivolti la parola, si guardarono negli occhi giurandosi amore
eterno.
Nel frattempo Ben si passò un dito sulle labbra, pensando a
cosa rispondere.
Uno dei giurati afferrò un sacchetto di carta e ci
vomitò
dentro arcobaleni.
"Ecco - esordì l'attore - io sono molto lusingato che
le mie fans mi vedano così e le ringrazio. Ma sento di non
meritarmi tutti
questi complimenti, ci sono attori molto più bravi e belli
di me."
Un sospiro malinconico riecheggiò nell'aula di tribunale,
seguito dallo svenimento di tre giurati.
Presman era disperato "Ecco, guardi cosa ha fatto:
nemmeno degli uomini eterosessuali resistono al suo fascino."
Ben fece una faccia triste "Mi dispiace molto se
involontariamente io..."
Uno dei giurati si alzò urlando "I DON'T EVEN! I
CAN'T! I CAN'T!" e corse fuori dimenando le braccia in aria, in lacrime.
"Ora basta! - esclamò il giudice - Signor Cumberbatch:
non parli, non si muova, non si tocchi le labbra o i capelli, non
guardi
nessuno negli occhi e respiri solo se deve. E ora passiamo a esaminare
le prove
a suo carico." [1] detto questo prese un dvd, lo inserì nel
lettore e nel
maxischermo alle sue spalle iniziarono a scorrere le testimonianze.
Tutte e cento scipparono le foto e scapparono via.
Ad un altro
campione di cento donne furono fatti ascoltare
brani di poesie e romanzi letti da Ben e tutte ebbero un orgasmo
lì, in mezzo
alla strada: sembrava di assistere ai provini per il remake di "Harry
ti
presento Sally". [2]
Tutte e cento scapparono via con la registrazione della
voce di Ben.
L'intervistato
successivo era il proprietario di un negozio
di biancheria intima femminile dall'aria disperata "Non è
possibile andare
avanti così, qui non riusciamo più a lavorare:
guardate voi stessi cosa succede
a nominare Benedict Cumberbatch qua dentro."
D'improvviso le mutandine esposte presero fuoco, le
guepiere presero a sprizzare scintille e i reggiseni turbinarono fuori
dalla
porta del negozio.
"Visto, che vi dicevo? Qua si rischia di dover
chiudere bottega, perché ormai le assicurazioni si rifiutano
di coprire i danni
collaterali da Cumberbatch."
Poi fu la
volta di un ragazzo, nascosto dietro un paravento
bianco per proteggerne l'identità.
"Te la senti, sei sicuro?" gli chiese
l'intervistatore.
"Io... s-sì, credo di sì." rispose il testimone
con voce rotta.
"Bene, raccontaci la tua storia." disse l'altro
con tono dolce.
"Si... si tratta della mia ragazza. Lei è una
cumberbitch convinta e..." si bloccò, inspirando forte per
calmarsi.
"Coraggio, puoi farcela."
"Ecco... un giorno lei mi ha chiesto... mi ha chiesto
se volevo fare sesso con il mio migliore amico!" buttò fuori
tutto d'un
fiato.
"E che spiegazioni ti ha dato per questa sua
richiesta?"
"In tutta tranquillità mi ha detto che io assomiglio
un po' a Sherlock... credo per via dei capelli ricci, non so... mentre
questo
mio amico le ricorda John. E poi ha aggiunto che Verityburns, nel
capitolo 12
di 'Given in evidence' lascia intendere che Sherlock e John ci hanno
dato
dentro tutta la notte e lei voleva una replica della scena. 'Fai conto
che sia
un cosplay' mi ha detto. 'Dopotutto quando andiamo ad una comic
convention io
non mi lamento quando ti metti a fotografare Miku Hatsune e Mirai
Suenaga.'
così ha detto."
"E questo è tutto?"
"Ehm... veramente..."
"Ti prego, dicci tutta la verità, serve per il
processo."
Il testimone proseguì con un sussurro insicuro "Beh,
il fatto è che la mia ragazza ha convinto me e il mio amico
a guardare una
maratona di tutti gli episodi di Sherlock e poi a leggere un'antologia
delle
migliori fanfiction del fandom. E' stato folgorante! E alla fine io e
lui...
sì, insomma..."
"Basta così. Abbiamo capito!"
L'ultimo
testimone era un anziano medico. Un ginecologo per
la precisione. Sedeva alla sua scrivania con aria perplessa e scuoteva
piano la
testa davanti alla pila di cartelle mediche accatastate ovunque nel suo
studio,
quasi a voler negare la loro esistenza.
"In cinquant'anni di carriera non ho mai visto nulla
del genere. Sono passato attraverso James Dean, Sean Connery, Richard
Gere,
fino ad arrivare a Di Caprio e Brad Pitt. Ma una cosa del genere..."
scosse nuovamente il capo.
"Cos'è successo a queste donne?" chiese
l'intervistatore, indicando le cartelle mediche.
"Il corpo umano, come ben lei sa, non contiene
componenti esplosivi."
"Sì, certo."
"Eppure a metà di queste donne sono esplose le ovaie. Letteralmente.
BOOM.
- mimò la
deflagrazione con la mani - Ed io non so il perché."
"Lei ha parlato di metà delle donne. Cos'è
successo
alla restante metà?"
"Ecco, loro si sono ritrovate incinte."
L'intervistatore a questo punto sbuffò con fare scettico
"Ritrovate incinte... suvvia, dottore. Significa che l'avranno pedinato
per settimane, attendendo l'occasione giusta e poi gli saranno saltate
addosso." Si grattò il mento con la mano e poi aggiunse
bisbigliando
"E chi le biasima..."
"No, no - il medico scosse la testa - nessuna di loro
l'ha mai visto di persona. Hanno visto una foto, oppure un suo film. E,
alla
fine, BAM. Incinte. Le dirò in confidenza che negli ambienti
vaticani c'è molta
irritazione per questo fatto."
"Davvero?
Come mai?"
"Ma ragazzo mio, è ovvio: fino ad oggi erano loro ad
avere l'esclusiva delle immacolate concezioni. Anche se qui, di
immacolato, c'è
proprio poco."
"Alcune di queste cartelle mi sembrano nuovissime:
dobbiamo dedurne che il fenomeno si è intensificato
ultimamente?"
Il medico annuì con aria grave "Sì, precisamente
da
quando il Sun ha pubblicato queste foto." e gettò sulla
scrivania una
copia del giornale con le immagini incriminate. L'intervistatore e il
cameraman
restarono a guardarle in estasi per almeno dieci minuti,
finché la voce del
ginecologo non li riscosse "Se l'orrido costume da bagno non
è la prima
cosa che avete notato, ho brutte notizie per voi: siete stati
cumberbitched."
"Ma - ma dottore! Ci sarà pure una spiegazione a
questo fenomeno!" incalzò l'altro.
"No, non c'è, facciamocene una ragione: questo è
semplicemente Benedict Cumberbatch che si comporta da Benedict
Cumberbatch."
Il
dvd si interruppe e il giudice tornò a guardare verso
l'imputato. Sulla giuria non poteva più contare, dato che i
superstiti si erano
liquefatti in una pozza di ormoni incandescenti. "Le prove a suo carico
sono schiaccianti, signor Cumberbatch. Per i poteri conferitimi dalla
legge io
la condanno..."
Benedict allungò una gomitata a Martin "Direi che questo
è il momento di fare un'obiezione."
"No, niente affatto." rispose l'altro incrociando
le braccia.
"Che razza di difensore sei?"
"Hanno ragione loro! - rispose Martin - Con la tua
bravura e la tua bellezza mandi la gente fuori di testa. Renditene
conto, amico
mio, tu sei erotico in ogni cosa che fai. Prendi quelle foto, ad
esempio..." d'improvviso arrossì violentemente ed
afferrò una cartelletta
dal banco e si coprì il cavallo dei pantaloni."
"Martin! - esclamò Benedict - Controllati, per l'amore
del cielo. Cosa direbbe Amanda se ti vedesse in questo stato?"
"Amanda mi ha visto così: ha mandato un tweet a Louise
e si sono messe a plottare una fanfiction."
"Ah sì - si intromise Steven - me l'ha passata Mark.
E' molto interessante, sai Martin? Non sapevo neanche esistesse quella
posizione."
In quel momento il portone dell'aula si aprì ed entrarono
tre militari dall'aria sconvolta; mentre due cercavano di sprangare
l'ingresso,
il terzo corse verso il giudice "Non riusciamo più a
trattenerle, è
impossibile. Mio dio, vengono fuori dalle pareti, vengono fuori dalle
fottute
pareti!" urlò con voce isterica. [3]
Il rombo di una folla inferocita si avvicinava velocemente
all'aula, pesanti colpi d'ariete presero a colpire il portone, che
cadde dopo
pochi minuti, facendo entrare un'ondata di ragazze, adolescenti, donne
di ogni
estrazione sociale, madri con figli e nonne con madri. "Lasciatelo
libero!" urlarono le cumberbitches in coro, facendo tremare i vetri
della
stanza.
"Ma lui ha rovinato le vostre vite!" ribatté il
giudice.
"Sono pronta a offrirgli tutte le mie reincarnazioni
passate e future." gridò una ragazza dai capelli ricci.
"Vedete?
Voi
straparlate! -
Presman cercò di farle ragionare - Quest'uomo vi sta
portando alla
follia."
"La sanità mentale è sopravvalutata."
affermò una
donna mora. Un'altra la affiancò puntando un dito contro i
militari "Non
osate torcergli un capello, lui ha i follicoli sensibili."
Altre cumberbitches avanzarono minacciose "Se volete
portarcelo via, dovrete passare prima sui nostri corpi."
"Voi siete tutte pazze." mormorò il giudice
allibito.
Steven, che stava filmando tutta la scena per girarla a
Mark, scoppiò a ridere di gusto "Crede davvero di riuscire a
calmarle? Ci
sono più ormoni che atomi di ossigeno in questa stanza,
è fatica
sprecata."
Presman si voltò con sguardo supplichevole verso di lui
"Io so che lei ha un forte ascendente su questa gente: faccia qualcosa,
le
spaventi, le minacci di far morire di nuovo Sherlock, ma le allontani
da qui
prima che sia troppo tardi!"
"Oh, in effetti potrei. Ma a dire il vero mi sto divertendo troppo:
voglio
vedere come va a finire."
Nel frattempo i tre militari erano stati accerchiati da un
gruppo di cinquantenni, che li stavano informando su quanto le loro
madri
sarebbero state deluse da loro in quel momento.
"Ne va del bene dell'umanità intera: non potete
trascorrere tutta la vita a scrivere fanfiction e creare gif a luci
rosse. E il
tutto per un attore che in vita sua non ha nemmeno vinto un Bafta."
insistette il giudice, in un ultimo disperato tentativo di calmare la
folla
inferocita. Per un istante pensò di esserci riuscito,
perché le cumberbitches
raggelarono e si zittirono all'istante. Alcuni giovani cadette si
misero a
piangere silenziosamente, ricordando con dolore la cerimonia di
premiazione,
subito consolate dalle veterane che erano già passate
attraverso
quell'esperienza.
"Un attimo sorelle." una cumberbitch si staccò
dal gruppo, avanzando verso il giudice stringendo gli occhi.
Squadrò l'uomo da
capo a piedi, sospettosa, poi annusò brevemente l'aria come
un cane da caccia
sulle tracce di un fagiano. "Oh, ora ho capito. Ma certo, è
ovvio. - si
voltò di scatto verso le compagne - Cumberbitches, quello
è uno dei giurati dei
Bafta."
"COSA? NO, NON E' VERO!" gridò il giudice
allarmato.
"Non ci inganni - proseguì la ragazza - sei uno di
loro: non si spiega in altro modo tanto odio verso il nostro
Cumberlord."
"Non lo metterete più sotto processo, non finché
ci
saremo noi." disse una seconda.
"Sorelle, prendiamolo! Mostriamo al mondo di cosa sono
capaci le cumberbitches!" incalzò un'arzilla settantenne
armata di
mattarello.
Presman scattò verso l'uscita di emergenza con
un'agilità
inaspettata, subito inseguito da un nutrito gruppo di fans che
sollevò nuvole
di polvere verso di sé.
Quando la nebbia si fu diradata, Martin si ritrovò a
guardare con viva preoccupazione le tante cumberbitches rimaste, a
pochi metri
dal loro idolo, senza uno straccio di guardia del corpo nei paraggi.
Deglutì nervosamente
"Benny, resta calmo e indietreggia molto, molto lentamente."
Ma il suo amico lo guardò con innocente stupore "E
perché
mai? Queste gentili ragazze mi hanno appena tolto dai guai."
"Sì e ora stanno prendendo il numerino per mettersi in
fila e realizzare su di te alcune delle loro fantasie cartacee."
borbottò
Martin.
Ben scosse la testa e si girò verso le sue fans. Si
mordicchiò il labbro inferiore prima di inumidirlo con la
lingua "Grazie,
siete meravigliose. Io sento di non
meritare tanto affetto da parte vostra e..." si
interruppe,
osservando la scena delle cumberbitches tutte che inclinavano la testa
da un
lato in sincronia, mormoravano un "AWWW" e crollavano tutte svenute
sul pavimento.
"Oh, poverine." disse Ben. Martin lo afferrò per
un braccio e lo trascinò fuori dall'aula "Vieni,
approfittiamo del momento
per uscire da qui sani e salvi."
"Non pensi che dovremmo avvertire i soccorsi?"
"Nah, quelle ci sono abituate. Si riprenderanno in un
lampo e stasera faranno crashare gli archivi di fanfiction a furia di
caricarci
storie a rating rosso."
FINE
= < > = < > =
[1] Chiaramente ispirato al "Shut up
everybody, shut up! Don't move, don't speak,
don't breathe, I'm trying to
think.
[2]
Vi prego,
ditemi che avete presente la
scena.
[3] Citazione
da Aliens, scontro finale.