Ciao.
Ti ricordi di me? Sono quella ragazza bassina, saccente, che non riesci proprio a sopportare, quella che si intromette sempre che hai chiamato in mille modi, senza mai pronunciarne il nome. Si, sono proprio io. Sono venuta qui per confessarti una cosa. Niente di tragico, no, penso che ti farà piacere ascoltarmi.
Mi piaci, sai? E non per il tuo guscio esteriore, ma per quell’animo timido che nasconde. No, non era un’offesa. Io ho sempre ammirato le persone che, come te, nonostante hanno quell’inquietudine nell’affrontare il mondo, si battono per i loro ideali. Forse è una descrizione un po’ esagerata, ma ai miei occhi tu appari così: una cavaliere che lotta contro le ingiustizie, si, con i suoi difetti, ma pur sempre un cavaliere. Eppure tu non ti sei mai accorto di me, forse perché sono sempre restata in disparte, nascosta nel mio angolino buio, per non darti troppo fastidio, anche se non ci sono riuscita tanto bene, accontentandomi di quelle rare occasioni in cui mi rivolgevi un sorriso...o un pugno, in fondo per te è un po’ lo stesso. Io, invece, ho sempre tenuto conto di quello che ti succedeva: ogni tuo movimento, risata o lacrima, io lo conosco e lo conservo nel mio cuore come qualcosa di preziosissimo. Ma tu non te ne sei mai accorto, alimentando false speranze che poi hai distrutto in un secondo. Di questo non te ne faccio una colpa, non ne sapevi niente, ma, per quanto possa dispiacermi, resterai per sempre nella mia memoria come il primo ragazzo che mi ha spezzato il cuore.
Piccolo spazio autrice:
Ultimo tema dell’anno scolastico, intitolato “Un discorso nel cassetto”. Revisionato, accorciato e postato in tutta la sua bellezza (bellezza poi, non esageriamo...). È deprimente, me ne rendo conto, ma questo gioiellino mi ha fruttato un bell’otto e mezzo. Se vi ha fatto piacere leggere fatemelo sapere. Baci,
Pika